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The Incident

di Alessandra Daniele

Tutti gli alleati di Renzi, fuori e dentro al governo, hanno una cosa in comune: lo odiano.

Il PD lo considera una metastasi berlusconiana che ha approfittato della crisi per usurpare la guida del partito. Berlusconi lo riconosce come simile, quindi come potenziale e temibile concorrente. Per centristi e montiani la sua riforma elettorale falcia-minoranze è una vera e propria minaccia di estinzione. Persino i suoi petulanti fedelissimi/e, con quell’aria plasticosa da manichini della Standa, già si provano allo specchio la sua corona di stagnola.

Renzi è un cazzaro, e lo sa. Le sue ”riforme” se approvate faranno del precariato l’unica forma di lavoro possibile, e trasformeranno il Senato in una sala Bingo.

Non è per timore d’essere smascherato però che Renzi è così impaziente. La causa del suo nervosismo è più personale. Tutti vogliono farlo fuori.

Nessuno però vuole assumersene la responsabilità di fronte all’opinione pubblica, che secondo i sondaggi è stupidamente ancora dalla sua parte. Renzi deve cadere, ma, come dicono nei polizieschi, deve sembrare un incidente.

Il governo Renzi è stato caricato di troppe (decerebrate) aspettative salvifiche, per la sua caduta non basterebbe dare la colpa al solito Mastella o Turigliatto. Tutti quelli che la progettano, più la vogliono, più hanno bisogno di sembrarne innocenti. E stanno cercando un modo per riuscirci.

La fretta di Renzi non è ansia di salvare il Paese, ma il culo.

Ogni mattina, Matteo Renzi si sveglia, e sa di dover correre più veloce di tutti i suoi alleati. Ogni mattina, i suoi alleati si svegliano, e sanno di dover correre più veloce di lui per trovare chi lo elimini.

In realtà a qualcuno stanno già pensando.

Stanno pensando a noi.

Noi elettori. Se alle europee il PD prendesse meno del 30% sarebbe l’inizio della fine per Renzi.

Quindi, sempre che il suo governo di marpioni e miracolate duri fino a maggio, questa è la scelta che gli elettori si troveranno di fronte alle elezioni europee: eliminare Renzi per conto di Berlusconi, Alfano, Monti, D’Alema, Cuperlo, e Civati, oppure consentirgli di continuare a governare insieme a loro, a nostre spese.

Se avessimo una mega bomba atomica da far esplodere per cercare di resettare la timeline, sarebbe una terza soluzione preferibile.

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