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orizzonte48

Telemaco e l'eredità dell'euro... con beneficio d'inventario (cum grano salis)

Quarantotto

In margine al "discorso di ieri", svolto per l'apertura del semestre di presidenza italiana dell'UE, partiamo da questo commento al post di ieri, per focalizzare come la vulgata pop della crisi, recentemente evolutasi in modo "generico" (o meglio atecnico), non vada confusa con la "consapevolezza" effettiva della stessa, nei suoi integrali ed univoci legami con l'Europa della moneta unica.

Quest'ultima, a rigor di logica, costituisce null'altro che una eredità in pesante passivo, che qualsiasi Telemaco cum grano salis accetterebbe "con beneficio d'inventario"; cioè prendendone decisamente le distanze e non facendosi carico di debiti contratti da altri ("padri della Patria") e con un'imprudenza che ha fatto il gioco di creditori in ampia male fede (se non altro nel prestare, e nel non cooperare rispetto all'assolvimento delle obbligazioni che il trattato poneva, anche e specialmente, a loro stesso carico). Ecco il commento:

"Non so se finirà nei libri di storia .... vediamo come passa l'autunno. Il discorso di ieri dimostra che Renzi conosce benissimo dove sono i nodi del problema .... e ha cominciato a prendere le distanze dall'Europa e dalla Germania (a parole). Occorre vedere i fatti. Penso che una manovra recessiva nella legge finanziara 2015 potrebbe determinarne una fine prematura."

Vedi qual'è il problema?

Non pare affatto conoscere "benissimo" i nodi del problema. O almeno non tiene comportamenti che rivelino tale conoscenza.

Altrimenti, tanto per cominciare, non avrebbe fatto cenno alla patrimonializzazione dell'Italia, in replica al tedesco...che nel frattempo aveva abbandonato l'aula con una scortesia che Scultz, Scultz! (l'amico del giaguaro), in altri casi avrebbe stigmatizzato; ma non in questo ("strano" no?).

L'argomento in replica usato da Renzi è quello tipico del debitore "scaduto" (dai termini di pagamento), di fronte al creditore che avanza pretese eccessive ma, che si riconoscono comunque fondate. Cioè è una ricognizione di debito, avanzandosi semplicemente una rivendicazione di solvenza di fronte alla pretesa stessa.

Il tedesco, usando un trito argomento di economia ordoliberista pop, ha fatto riferimento all'aumento del debito a seguito di aumento del deficit e all'influenza di ciò sulla crescita (in soldoni).

Se Renzi avesse "capito i nodi", avrebbe potuto replicare:

- che la sostenibilità del debito italiano è, secondo la commissione UE (!), la migliore tra i grandi paesi UEM,

- che tuttavia le misure che hanno portato a questo risultato (che il crucco dovrebbe stamparsi bene nel capoccione semivuoto), stanno conducendo alla morte industriale italiana;

- che la crescita stimolata dal deficit è l'unica via possibile di fronte al molto più reale problema della pluriennale caduta della domanda italiana causata dalle politiche imposte dall'UEM;

- che il problema, in caso di  aumento del deficit pubblico, è semmai la domanda estera, cioè gli squilibri commerciali (debito privato) che proprio le violazioni tedesche citate dallo stesso Renzi avevano contribuito ad aggravare in tutta UEM con atteggiamento doppiamente violativo dei trattati;

- che il problema dunque era essenzialmente l'assetto della moneta unica e che, se non lo si affrontava, questa era a rischio e, perciò, al tedesco conveniva essere più conciliante e meno ignorante, perchè la sua Germania è quella che rischia di più in caso di euro-break.
Devo continuare?

Anche solo accennare ad una parte di queste argomentazioni avrebbe avuto un effetto NEGOZIALE effettivo ed incisivo, per la stessa ottica di rilancio dell'UE che Renzi invoca, non solo per l'Italia.

Ma per farlo occorreva avere una effettiva conoscenza dei "nodi".

Invece, risulta con molta chiarezza, - dalle infinite apparizioni televisive delle "giannizzere" del P.U.O.I. (partito unico ordoliberista italiano), adepte di Renzi, e dalle stesse posizioni ufficiali del governo sulla politica economica e fiscale interna-, come tale chiarezza sia del tutto assente.

Al contrario, come detto in questo post, si continua nell'autoinflizione del consolidamento fiscale suicida. Semmai, in accelerazione sul lato patrimoniale (ben presto in disastrosa devalorizzazione)

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