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coordinamenta

"Ebola"

di Elisabetta Teghil

Non sapremo mai la verità su ebola per quanto riguarda il numero dei decessi e dei contagiati. Forse la verità la conosceremo soltanto fra venti o trent’anni.

Però una cosa è sicura: ebola è un virus micidiale, una malattia estremamente contagiosa che nasce e si sviluppa in condizioni di degrado ambientale e igienico, frutto della povertà estrema e diffusa.

Guinea, Liberia, Sierra Leone, Nigeria, i paesi più colpiti, destabilizzati economicamente, socialmente, militarmente dalle potenze occidentali che hanno importato il neoliberismo a forza di colpi di Stato, guerre neocoloniali, fittizie rivolte interne artatamente provocate, conflitti interetnici….per lo sfruttamento spietato e di rapina delle risorse locali con la distruzione di ogni economia di sussistenza, attraverso governi compiacenti e corrotti mandati appositamente al potere.

Un esempio per tutti quello della Liberia dove nel 2005 è stata eletta la prima donna presidente in Africa, Ellen Johnson Sirleaf, rieletta nel 2012. Un governo tra i più corrotti dell’Africa Occidentale, spietatamente neoliberista, lei economista della Banca Mondiale e della Citibank.

 

Ellen Johnson Sirleaf viene chiamata con l’appellativo di “Signora di ferro” di ben trista memoria e, non a caso, nel 2011 ha vinto il premio Nobel per la pace ( Obama docet) con la seguente motivazione ”per…la battaglia non violenta a favore della sicurezza delle donne e del loro diritto alla piena partecipazione nell’opera di costruzione della pace.”

Per non farci dimenticare mai che le oppressioni di genere e di razza sono inscindibilmente legate a quelle di classe.

Da dieci anni il livello di vita liberiano è assolutamente crollato, mancano acqua corrente ed elettricità nella stragrande maggioranza delle case, disoccupazione e analfabetismo sono altissimi, la popolazione vive sotto i livelli minimi di sussistenza.

L’ONU invierà in Guinea, Liberia e Sierra Leone uomini e mezzi, dice, per arginare l’epidemia, ma non facciamoci ingannare.

La risposta non è umanitaria, bensì strumentale: è l’occasione per mandare in quegli sfortunati paesi migliaia di soldati. E’ evidente che i militari non servono a combattere ebola, bensì a stabilire l’ennesima base statunitense.

Usa, Inghilterra, Francia e i loro reggicoda vari, affamano, bombardano, distruggono le infrastrutture civili, gettano nella disperazione, nella fame, nella morte i cittadini e le cittadine di tanti paesi e poi mandano le ONG, le Associazioni sanitarie, culturali, umanitarie e di supporto logistico, intercambiabili e sovrapponibili alle Agenzie di spionaggio.

Ottengono così un triplice scopo. Passano per democratici e sensibili, collocano le loro Agenzie di Intelligence, studiano gli effetti delle nuove armi e i possibili usi di quelle batteriologiche.

Ebola, non avendo ancora nessuna cura o vaccino certo, è un’arma batteriologica nel senso più preciso del termine.

E gli USA sono fuori controllo.

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