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Ebola: un'emergenza pro  FMI

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Il governo ha lanciato l'ennesimo allarme. In Italia si produce troppa energia elettrica e, dato che non c'è speranza in una rapida risalita dei consumi a causa della crisi, una centrale su quattro dovrà sparire. Ovviamente almeno la metà dei posti di lavoro del settore elettrico è a rischio. Appena sei anni fa ci era stato detto che senza la costruzione di centrali nucleari, il rischio sarebbe stato invece il black-out.
Stime sbagliate? Questa è la versione che ci viene imposta al momento. Persino il Fondo Monetario Internazionale si mette a fare l'autocritica, ammettendo di aver sbagliato le previsioni di crescita, offrendo un quadro molto più ottimistico di quanto i fatti avrebbero rivelato.

Qualcuno potrebbe rilevare il carattere ideologico di certe posizioni degli "organi competenti", che usano i loro errori passati per riconfermare la propria credibilità: visto che abbiamo sbagliato in passato, allora dateci ancora più retta per il futuro. Ma forse anche l'ideologia è un concetto sovrastimato; non c'è infatti la preoccupazione di provvedersi di una visione del mondo, ma soltanto di servirsi di volta in volta della pubblicità ingannevole più utile per ottenere certi vantaggi di business. Mentì il governo del 2008 per poter costruire le centrali nucleari, e mente il governo attuale, esagerando a proposito della sovrapproduzione di elettricità. Probabilmente i pubblicitari del governo stanno preparando la strada per spingere ad un'ulteriore privatizzazione dell'ENEL.

Ci sono sempre un'emergenza o una catastrofe annunciata che possano giustificare un business. Oggi il FMI e la sua consorella, la Banca Mondiale, "sposano" l'emergenza-Ebola. Le "previsioni" del FMI e della Banca Mondiale a proposito dell'Africa sono, naturalmente, apocalittiche. Il FMI veste i panni della longanimità e consente ai Paesi africani di sforare col deficit pur di finanziare il fronteggiamento dell'emergenza. Il direttore della Banca Mondiale incita i governi, compresi quelli europei, a spendere ora per non affrontare costi più elevati in futuro (sempre le solite attendibili previsioni!). Si tratta di versare miliardi nelle casse delle multinazionali farmaceutiche, altruisticamente già impegnate nella lotta contro il virus. Se i soldi non li hai, ci saranno pur sempre anime buone, come il FMI e la Banca Mondiale, disposte a prestarteli, chiaramente con adeguati interessi.

I dubbi e i sospetti sull'emergenza-Ebola non mancano; anzi, vengono avanzate ovvie obiezioni. Il Paese più "infetto", secondo i media, sarebbe la Liberia, che però è anche il Paese storicamente più infestato dalla CIA, dato che la Liberia fu il primo Stato creato oltreoceano dagli USA. L'Organizzazione Mondiale della Sanità è notoriamente una lobby delle multinazionali farmaceutiche; mentre per il FMI e per la sua consorella c'è la possibilità di tenere ancora più strettamente per il collo l'Africa e l'Europa.

Sempre a proposito di sovrastime, soltanto chi sopravvaluta la categoria dei giornalisti può ritenere che sia necessario un complotto per creare queste bolle mediatiche. Non tutti i giornalisti sono lobbisti di professione, come quelli di "Report", o agenti dei servizi segreti, come Renato Farina ("l'agente Betulla": uno dei rari casi venuti alla luce, ancora coperto di complicità e ipocrisie). Ma per vedere compattamente schierati gli "operatori dell'informazione" dietro la bandiera dell'emergenza di turno, è più che sufficiente fare affidamento sul loro conformismo e sul loro carrierismo. Qualche testata giornalistica finge di voler approfondire la notizia, ma ci si serve sempre della consulenza di medici, i quali, se tentassero di esporre anche timidi dubbi su quanto afferma l'OMS, si ritroverebbero radiati dall'albo prima ancora di finire la frase. Se si volesse fare appena sul serio, occorrerebbe rivolgersi quantomeno a dei biologi, meno esposti a rischi di rappresaglia immediata. Dato che le notizie non controllate sono non-notizie, si può constatare tranquillamente che non esiste un'informazione sull'Ebola, ma solo propaganda.

Intanto si crea confusione per prevenire la circolazione su internet di dettagli che possano smontare l'emergenza-Ebola. Alcuni "seri" giornali di lingua inglese fanno circolare la "notizia" secondo cui le amministrazioni ospedaliere invierebbero attori a presentarsi ai pronti soccorsi per manifestare i sintomi dell'Ebola; ciò allo scopo di testare la reattività dei medici in prima linea. La "notizia" è assurda, poiché nessun attore è in grado di simulare in modo credibile una grave infezione virale, se non portandosi dietro un tecnico degli effetti speciali. Ma pseudo-notizie del genere intasano la rete a discapito di chi cerca dettagli concreti.

Eppure la smentita più efficace sull'emergenza-Ebola proviene dalla stessa OMS, la quale ammette candidamente di operare le sue statistiche sulla mortalità in base a casi "sospetti". L'OMS non si preoccupa neppure di corredare queste sue statistiche "sospette" con delle comparazioni con la mortalità media dei Paesi interessati, per rilevare se ve ne sia stato o meno un aumento. Sarebbe la prima cosa da fare prima di lanciare allarmi-epidemia, ma non se ne parla nemmeno. Chissà perché.

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