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L'Abenomics, i sovranisti e l'Impero che decide

di Gengis Kant

Se la recessione avesse un suono, quella del Giappone di Shinzo Abe arriverebbe come un boato, altrettanto forte quanto i rumori della "Premiata Stamperia Yen" con cui sin qui la banca centrale nipponica aveva prodotto una massa abnorme di moneta. "Nel terzo trimestre, il Pil giapponese è scivolato dell'1,6% su base annua" [CNBC].

Vedete dunque la fine che sta facendo l'Abenomics, con tutto che il debito pubblico nipponico è in mano ai giapponesi stessi?

Ma il Quantitative Easing non era salvifico? Ma la moneta "indipendente" (sic!) non era salvifica?

Quante idiozie sono state dette dai "sovranisti"! Idiozie uguali e speculari a quelle dei monetaristi. Dopo tutto il modo di ragionare è il medesimo.

Il Quantitative Easing è, temporaneamente, salvifico solo se lo fai con una moneta che gode di un "exorbitant privilege". Non era il caso dello Yen. E non sarebbe il caso né della Dracma, né di una rediviva Lira.

Temiamo che non sia nemmeno il caso dell'Euro. Mario Draghi manda a quel paese Angela Merkel solo per tuffarsi nelle braccia del Dollaro.

Perché lo stampare moneta come indemoniati funziona sulle altre valute in modo diverso dal dollaro? Paul Craig Roberts lo ha spiegato bene: «Forse la risposta sta nella potentissima alleanza tra il governo USA e il settore bancario/finanziario e sull'obbligo che Washington impone ai suoi stati vassalli affinché sostengano il dollaro come valuta di riserva mondiale.» Questione non di tecnica monetaria, ma di politica, di intelligence, soft power, controllo e ricatto delle classi dirigenti, minacce, alleanze. Impero. E mica un impero ordinatore, un impero del Caos, che ha aggiunto un motore sovralimentato al classico "divide et impera" che muoveva i vecchi imperi.

Le dichiarazioni bellicose della Cancelliera non promettono una scissione dall'impero statunitense e, di conseguenza, dall'Euro. Possiamo anche immaginarci che la Merkel e Putin si siano dette cose ben diverse da quelle ufficiali, ma gli USA sanno che tenere in pugno la Germania vuol dire tenere in pugno l'Europa. Quindi tra promesse e minacce cercheranno in tutti i modi di continuare a tenerla in pugno.

I nostri sovranisti queste cose non le concepiscono nemmeno lontanamente. Nemmeno quelli che impostano la battaglia di uscita dall'Euro come una battaglia politica e non monetaristica.

A onor del vero, fra gli studiosi MMT, c'erano quelli che avevano previsto in tempi non sospetti che «l'ampliamento della base monetaria che avviene riassorbendo Titoli di Stato non ha meccanismi di trasmissione diretta sull'economia reale»: ossia l'Abenomics non poteva funzionare, e avrebbe accompagnato alla stagnazione anche una svalutazione dei salari. Le "riforme strutturali" somigliano in ogni emisfero.

Nell'emisfero nostro non tutti gli umori popolari sono chiari. La sensazione è che - mugugni o meno - una netta maggioranza di cittadini non abbia intenzione di «uscire dall'Europa». Provate solo a pensare a quella gran massa di giovani che vede nella mobilità intraeuropea l'unica ancora di salvezza.

Ad ogni modo, Alberto Bagnai, che è un abile ragioniere e un prolifico tabellista, ma non molto di più più, ha criticato Grillo per il referendum sull'Euro, perché dice che non essendo riconosciuto dalla legge italiana non serve a nulla. Sembrerebbe tecnicamente ineccepibile. Ma politicamente? Non si può affatto trascurare l'utilità politica. Il referendum non impegna per un'uscita dall'Euro, ma per una diversa politica. Se giocata bene è una buona iniziativa.

Già la raccolta di firme per un referendum che non si può fare può essere una buona occasione per porre il problema e risvegliare le coscienze.

 

Diceva Hegel che il vero è l'intero. Ma chi oggi è in grado di pensare l'intero? Pensiamo a porzioni. Così è anche per la moneta. La moneta non è la struttura principale del sistema, anzi è decisamente una sua funzione conseguente. La moneta è una di quelle funzioni che ha il senso solo in un verso, quello che le dà il sistema. Cioè non è una funzione attraverso la quale si può cambiare il sistema, ha solo un senso, preordinato da altri apparati. I critici dell'euro agiscono correttamente quando criticano l'Euro, ma molti di loro agiscono scorrettamente quando si avventurano nel piano delle soluzioni poiché mentre la parte destruens si riferisce ad un oggetto semplice (la moneta, appunto), la parte construens implica un intero, fatto di molte altre cose di cui sanno poco e di cui non sanno come maneggiare le implicazioni sistemiche.

Difficile fare previsioni.

E quindi non ci avventuriamo a chiederci se l'Euro (così come lo conosciamo) ci sarà al capodanno del 2015.

Né ci avventuriamo sul futuro del Giappone. Quelle isolette, gravitanti intorno alla massa iperdensa del Paese di Mezzo, sembrano poter diventare una periferia cinese: cosa che è praticamente impossibile da digerire per la mentalità nipponica. Ecco, lì, qualche previsione si può fare. Ci saranno dei problemini, all'ombra di navi, aerei e cannoni nuovi fiammanti.

 

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