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La coalizione sociale di Landini? Come la Corazzata Potemkin

di Fabrizio Tringali

Da settimane il leader della Fiom imperversa sulle TV. Ospitato e intervistato ovunque, Landini lancia la proposta di costituzione di una "coalizione sociale".

Chiunque conosca un minimo gli intrecci fra media e potere, può facilmente intuire quanto possa essere davvero "rivoluzionaria" una proposta politica strombazzata su tutte le TV nazionali.

E infatti, basta provare a capire meglio le reali intenzioni di Landini, per accorgersi che la "coalizione sociale" è l'ennesima trovata utile a rivestire con uno slogan ciò che il sindacato al quale anche io sono iscritto offre davvero nel panorama politico italiano: il nulla assoluto.

E ovviamente non lo fa per caso. La Fiom avrebbe le potenzialità per essere uno degli strumenti utili a scardinare il sistema di potere che ci sta devastando. Ma la sua classe dirigente ha scelto, come sempre da almeno quarant'anni, la via della subordinazione al ceto politico.

Se la Camusso mantiene la CGIL in orbita PD, Landini prova la solita mossa dello spostamento a sinistra dell'asse del governo.
La finalità della "coalizione sociale", infatti, è tutta qui: preparare il terreno alla nascita della "Syriza" italiana, cioè il partito di Cofferati, l'ennesimo agglomerato di ceto politico sinistroide e maleodorante, recuperato dai cassonetti della spazzatura, ove è stato destinato dall'elettorato.

Ovviamente la proposta di Landini ha scatenato un entusiasmo pari a zero. Dirigenti davvero interessati al bene dei lavoratori la cestinerebbero immediatamente.

Dubito che i protagonisti in causa lo faranno, ma poco importa, perchè comunque vada, ciò che faranno sarà comunque irrilevante per i lavoratori italiani.

E lo sarà finché il sindacato non si sarà del tutto liberato dall'abbraccio mortale della sinistra politica.

Pensate: da quando Renzi ha varato il jobs-act, nei direttivi della Fiom si discute quasi solo del fatto che il sindacato ha perso il proprio riferimento politico.

Una tale affermazione farebbe sorridere, se non fosse che viene pronunciata seriamente, dalla stragrande maggioranza dei dirigenti.

Peccato che i lavoratori, ed in generale le fasce meno abbienti, non abbiano un riferimento politico da molte decine di anni.

E che per queste decine di anni, semmai, è stato il sindacato a permettere ai soggetti politici "amici" di devastare la vita e le condizioni di lavoro di milioni di cittadini. Quando al governo c'era la destra, allora si bloccava il Paese ad ogni accenno di attacco alla legislazione sociale. Quando i posti di potere venivano occupati dalla sinistra, tutto veniva concesso. Così la sinistra ha introdotto il precariato, attaccato le pensioni e pian piano preparato il campo a Renzi.

Anche nelle regioni e nelle città è stato lo stesso. Duri e puri con la destra, zitti e fermi con la sinistra. E giù colate di cemento, privatizzazioni dei servizi, finanziamenti alle scuole private.

Il tutto, ovviamente, ha causato una continua emorragia di consensi.

Il sindacato ha perso ogni capacità di lotta. E' riuscito a combattere solo le battaglie che le forze dominanti gli hanno voluto lasciar vincere, come quella sull'articolo 18 del 2002 (all'epoca alla Confindustria non importava un fico secco di cancellare l'articolo 18, e tutti furono ben contenti del fatto che la questione fosse tolta dall'agenda di governo. Tutti tranne la UE, ovviamente, che fece buon viso a cattivo gioco, e capì che era meglio aspettare il momento buono per tornare alla carica...,).

Il sindacato oggi diventato, di fatto, uno degli strumenti in mano al ceto politico, che può usarlo a suo piacimento. E Renzi ha deciso di usarlo per dimostrarsi forte, umiliandolo e mostrando che avrebbe potuto agire contro i lavoratori senza provocare alcuna resistenza reale.

La coalizione sociale di Landini merita il giudizio che il ragioner Fantozzi riservava alla Corazzata Potemkin. Ed anzi, questo giudizio pare addirittura troppo generoso. La Corazzata di Landini è già naufragata.

Poichè la crisi della CGIL e della stessa Fiom sono sotto gli occhi di tutti, avrei una timida proposta per i leader sindacali: tutti i dirigenti e i funzionari, a qualunque livello, che sono in possesso di una tessera di partito, diano dimissioni irrevocabili.

Non si tratta di una richiesta da "caccia alle streghe". Si tratta di rendersi conto che la via della connivenza con i partiti ha portato alla totale distruzione di ogni possibilità di vita per un sindacato che difenda gli interessi dei lavoratori e non quelli delle forze politiche "di riferimento".

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