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goofynomics

La tragedia greca: senza anagnorisis non c'è catarsis*

di Charlie Brown

Nessuno può negare che la situazione greca sia una tragedia vera. Quale sia l’entità delle sofferenze del paese lo si intuisce leggendo  "The Lost Continent" di Gavin Hewitt, editore della BBC per l’Europa.

Parlo di questo.

Secondo Aristotele, la sfortuna dell’eroe tragico è da ricondurre alla sua hamartia, ossia ad un suo errore di fondo che lo precipita in una serie di eventi negativi provocandone la rovina. Dalla sua disgrazia l’eroe tragico attiene però una illuminazione circa la realtà vera, l’anagnorisis. Esito del tutto è la catarsi, una purificazione ed un rinnovamento.

Insomma: vederci chiaro dopo il proprio fondamentale errore, purificandosi e rinnovandosi.

Nulla di ciò è presente nella attuale tragedia greca, che assume quindi i connotati di una sordida disavventura.

L’hamartia, il tragico errore di fondo c’è, eccome. Alberto ha più volte sottolineato che   tale errore consiste nell’aver consegnato al mercantilismo ed agli appetiti della finanzia internazionale il “sogno europeo”. L’incarnazione di tale errore, di tale  ripugnante e mostruoso  accoppiamento tra ideali ed egoistiche  mire è l’euro,  vincolo assurdo e strumento di sopraffazione.

L’attuale crisi greca, come le precedenti, non è che la manifestazione pratica di tale voluta ottusità. È una crisi che non ammette soluzione razionale perché è il sintomo di una irrazionalità di fondo.

Tecnicamente si possono confrontare le “ipotesi” e le pie intenzioni dell’ultima lista di "riforme"  con  l'andamento reale   dell’economia greca la quale, sulla base dei propri flussi finanziari interni, ha già fatto default sull'ultima rata dovuta al FMI .

Chi poi sia responsabile dell’insostenibile debito greco e come l'imbroglio  e l'avidità dei grandi interessi economici e finanziari abbiano peggiorato una situazione già in partenza assurda è noto a tutti coloro che si informano un minimo.

È l’anagnorisis, l’apertura degli occhi alla realtà, che manca del tutto.

Edipo che continua pervicace nell’incesto perché non vuole capire.
Vederci chiaro sulla Grecia è l’ultima cosa che gli Euro geni vogliono. Un po’ per superbia un po’ per paura  e per terrore .

Raggiungiamo noi l’anagnorisis dunque: apriamo gli occhi alla fondamentale verità di questa lunghissima crisi:

1) Se la crisi si  “risolve” (con un commissariamento ed con nuovi “aiuti” – si mormora ad alta voce di un nuovo bail out se il paese capitola alle condizioni dei creditori) l’euro è fallito politicamente poiché è fallito l’ideale di mettere in comune le proprie istituzioni per progredire insieme ed in pace.  Emerge in tale scenario che,  soprattutto a causa dell’Euro, nel continente vale la regola del più forte e del più furbo. “Might is right”.

2) Se la crisi non si risolve (e la Grecia esce dall’eurozona o fa la fine di Cipro) l’euro è fallito tecnicamente. Ma è fallito anche politicamente poiché esso è stato dichiarato  chiave d'arco dell’intera costruzione europea.

Il risultato non cambia: l’euro è già ampiamente fallito.

Quale la catarsi?

Molto semplice: la purificazione dalla velenosa menzogna  che indentifica l’euro con la convivenza ed il progresso in Europa.

Una menzogna  alla quale si vuole continuare a credere e per la quale si vuole continuare a “combattere” ma che resta sempre e solo questo: una bugia.

* Da Charlie Brown, un economista che preferisce non essere individuato, ricevo e volentieri pubblico. Inutile dire che condivido [a.b.].

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