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zeroconsensus

Implicazioni geopolitiche del #Grexit

di Giuseppe Masala

Basta guardare una cartina per rendersi conto del disastro geostrategico che si verificherebbe con un eventuale passaggio della Grecia dal blocco occidentale a quello euroasiatico.

Vediamo la cosa in pillole (senza pretese di esaustività):

1) Il mar mediterraneo orientale sarebbe totalmente in mano russa. Ricordo a tale proposito che la Russia ha anche una base navale a Tartus (Syria), e una aeronavale a Cipro (Larnaca), di fatto inoltre l’Egitto gravita sempre in orbita russa. 

2) La Turchia, paese Nato fondamentale, sarebbe completamente slegato dai suoi alleati e circondato da paesi orbitanti nel blocco euroasiatico (A nord la Russia, a sud est l’Iran, a ovest la Grecia, a sud la Syria). La Turchia già è “osservatore” nel gruppo di Shangai (l’alleanza militare russo-cinese + satelliti), diciamo che questa situazione sarebbe un già forte incentivo al passaggio di campo di un paese già mezzo fuori dalla Nato).

3) Il mare Adriatico sarebbe bloccato o bloccabile con missili antinave neanche a lunga gittata (Corfù dista dalla puglia poco più di 100 km).

4) La Serbia e la Macedonia, paesi vicini alla Russia sarebbero non più “circondati” da paesi Nato ostili e sarebbero incentivati a stringere ancora di più l’alleanza con la Russia.

5) Di fatto per la Russia si aprirebbe un “corridoio” energetico (per far passare il famoso gasdotto turk stream) fino a Budapest. Si aprirebbe alla bisogna anche un corridoio militare…fino a Budapest, cuore dell’Europa.

Oltre alla Turchia non sarebbe da escludere – tra l’altro – una tentazione di uscita dalla Nato anche dell’Ungheria.

Ci sarebbe infine da dire che con l’uscita della Grecia, per tutti i motivi elencati sopra, si manderebbero in fumo 25 anni di strategia Nato per demolire e inglobare tutti i Balcani. Strategia che è costata tre guerre almeno (Kossovo, Bosnia, Croazia) delle quali due dirette ((Kossovo e Bosnia) e una per procura (Croazia). Inutile dire che questa strategia – che andrebbe totalmente in fumo – è costata cifre spaventose sia per le spese belliche, che per le operazioni di “mantenimento della pace” che per gli aiuti per la ricostruzione. Uno smacco che per dimensioni – se si verificasse – porterebbe al collasso della Nato o viceversa a risposte sconsiderate (Golpe? Rivoluzione colorata?) della medesima per evitare il passaggio del paese ellenico alla sfera d’influenza russa.

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