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orizzonte48

L'assedio: il pericolo non è l'arrivo della Troika

di Quarantotto

1. Il pericolo non è l'arrivo della trojka che, come dovremmo ormai aver capito, è, nei fatti, già qui da un bel pezzo, (Monti ipse dixit); e forse non è neppure l'inasprimento inevitabile delle politiche attualmente imposte dall'€uropa ad opera del consueto governo tecno-pop, che farebbe ciò che sarebbe stato comunque fatto, solo con un po' più di brutalità nella comunicazione.

Il problema è che non c'è nessuno, ma proprio nessuno, capace di offrire un'alternativa risolutiva a questo scivolare verso il baratro. Peggio: è che non c'è nessuno, ma proprio nessuno, che sarebbe capace di trovare una linea di resistenza diffusa ed efficace a quella "comunicazione brutale" che  sarebbe il perno della propaganda, già dilagante, dell'ennesima "svolta".  

Una comunicazione che, come diceva Orwell, assume la forma dell'assedio.

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By George Orwell

Una comunicazione brutale, per capirci, fatta di:

- "il welfare non ce lo possiamo più permettere", 

- basta con gli "sprechi"

- riformiamo l'amministrazione pubblica a cominciare dalla sanità

- ritroviamo la competitività tramite la contrattazione decentrata

- riduciamo le prestazioni pensionistiche e via dicendo. 

 

2. Tutta questa serie di slogan senza senso è ormai pronta per essere inoculata a dosi orwelliane e  troverebbe persino un vasto consenso.

Come avevamo visto qui:

"Ora, specialmente se si realizza l'ipotesi, allo stato più probabile, di euro-break "esogeno", cioè determinato al di fuori di un'iniziativa dello Stato italiano, l'eliminazione "forzata" dallo scenario della politica economica del vincolo valutario nella forma attuale, provocherebbe il rientro della scissione tra ordoliberisti per il superamento della sua unica ragione (ostinazione nel mantenimento di una facciata politica divenuta ormai, per la maggioranza di essi "irrinunciabile"), e, dunque, porterebbe a questa situazione:

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  complemento

Cioè l'aggregato ordoliberista riacquisterebbe una potenziale (e netta) maggioranza; e proprio grazie al ricongiungimento della componente dei tea-party divenuta, nei fatti sopravvenuti, dei meri "ex"-no euro ("senza causa").

...Da notare che, ancorchè eliminato l'euro, la partita sarebbe spostata immediatamente, e quasi per necessità, sul piano delle riforme costituzionali, di cui già oggi pare  fissata l'agenda e la sua attuazione: dalla esigenza di conservare o meno il pareggio di bilancio in Costituzione, alla stessa preliminare realizzazione della semplificazione decisionale del potere deliberativo delle Camere in materia di revisione costituzionale.

Quest'ultima revisione sarebbe il presupposto per poter più facilmente pervenire, - anche grazie ad un'opportuna legge elettorale-, alla seconda fase di attacco al bersaglio grosso dei diritti fondamentali imperniati sulla tutela del lavoro e sulla piena occupazione in senso keynesiano.

 

3. Ormai, infatti, mancano le risorse culturali collettive, e non esiste più quasi nulla che si opponga al dominio totalitario della versione infeudata 2.0. del Quarto partito...

Abbiamo una trojka autoctona, incorporata con la sua religione, dentro alla parte più profonda delle istituzioni, del pensiero accademico, di ogni possibile comunicazione mediatica.

(da un intervista al Corriere della sera rilasciata da Mario Monti a Gian Antonio Stella)
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4. E dunque, tra astensionismo inconcludente, e identificazione di massa nei pensieri e negli slogan di questa trojka di margravi "autoctoni", andremo al cupio dissolvi, portato avanti per il mero "piacere di vincere in un gioco in cui molti perdono", senza alcun dubbio, senza alcuna memoria: senza neppure la dignità di un popolo che sia capace di identificare se stesso come comunità collettivamente soggetta a una sistematica distruzione.

Non mi si venga poi a dire che denunciare questo stato di cose non è costruttivo: la mancanza di speranza è nei fatti, nelle tendenze irresistibili che sono già in atto, nella prosecuzione delle campagne mediatiche anti-Stato democratico e costituzionale addirittura in accelerazione.

Perchè se si volesse, - da parte di tutte le forze che, in astratto, affermano di opporsi a questo stato di cose-, il fornire un semplice punto di aggregazione, accettabile e comprensibile, sarebbe un compito praticabile e sul quale raggiungere anche un sufficiente grado di unità tra forze che, se oggi non sono coalizzate, ritroverebbero su ciò una comune convenienza.

 

5. Basterebbe supportare questo messaggio centrale, con fermezza, in tutta la comunicazione oggi disponibile alle opposizioni, in ogni spazio e in ogni circostanza:

"In sintesi, il cittadino dovrebbe pensare di non votare per chiunque non ponga la questione della inaccettabilità democratica della banca centrale indipendente, da cui deriva la conseguente inaccettabilità di tutti i corollari che, affermatisi a livello europeo, costituiscono il vincolo esterno.

E' sufficiente notare come, questa opzione di autotutela democratica del cittadino, non implica l'adesione a questa o quella ideologia che (sempre ingannevolmente) si arrogano il ruolo di soluzioni alla crisi (il caso Syriza è evidente, in tal senso): la lotta per la riconquista della sovranità popolare che passa per l'abrogazione del paradigma della banca centrale indipendente, attiene a una pre-condizione minima e coessenziale della democrazia in senso sostanziale, e può prestarsi alla unificazione ed alla confluenza di una pluralità di "visioni del mondo" all'interno della stessa democrazia.

Nella condizione di emergenza democratica attuale, in effetti, la battaglia per la ri-democratizzazione delle istituzioni bancarie e creditizie sarebbe il vero "distinguo" di un nuovo partito di massa, capace di dar voce agli interessi effettivi della maggioranza dei cittadini."

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