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Divertimento, giro di soldi e posti di lavoro, in un vortice di emozioni

di Miguel Martinez

Uno.

Un bell’articolo su The Guardian a proposito di Harmony of the Seas, la più grande nave crociera del mondo: ricordiamo che il settore delle crociere cresce dell‘8,5% l’anno da oltre vent’anni, e impiega a tempo pieno quasi un milione di persone. Insomma unisce tutto ciò che il Luogo Comune vuole: divertimento, giro di soldi e posti di lavoro.

Harmony of the Seas si autodescrive in questa maniera:

Un vortice di emozioni

sarà in assoluto la nave più grande al mondo. Con […] l’introduzione di sensazionali elementi di classe Quantum:

Il Bionic Bar, il primo bar gestito da barman-robot,
Le camere con balcone virtuale,
La connessione wi fi più veloce mai esistita su una nave da crociera

Tre scivoli multipiano, con curve e avvitamenti mozzafiato a tutta velocità;
Ultimate Abyss;lo scivolo più alto che esista su una nave da crociera, coi suoi 45 metri di altezza dal livello del mare, che vi farà vivere un adrenalinico avvitamento alto 10 ponti.


Grease; il musical di Broadway più amato dagli italiani sbarca a bordo di Harmony!

Sei pronto ad essere nuovamente stupito?

PARTI DALL’ITALIA CON HARMONY E PREPARATI A UN’ESPERIENZA SENZA EGUALI!”

Ora, i mari e i cieli sono stati esclusi dagli obiettivi di Kyoto del 1997, e quindi per offrire questo vortice di emozioni, Harmony of the Seas brucia quasi 35.000 litri al giorno di gasolio, e del tipo più inquinante; con effetti – in termini di emissioni di zolfo, NO2 e particelle sottili – paragonabili a quelli di alcuni milioni di automobili. E poiché l’aria si muove, in particolare verso i porti, l’Armonia dei Mari e le sue sempre più numerose sorelle si stanno lasciando dietro una scia di malattie respiratorie e tumori.

 

Due.

L’asse terrestre si sposta leggermente ogni anno. Recentemente, ha cambiato verso, e alla NASA hanno scoperto che la causa sta nel prosciugamento massiccio delle falde acquifere tra il Mar Caspio e l’India, causato a sua volta dall’intenso utilizzo agricolo industriale e dalla rete di dighe.

 

Tre.

Ai tempi degli accordi di Kyoto, nel 1997, a ogni paese fu lasciata libera scelta riguardo alla modalità con cui ridurre le proprie emissioni di gas serra.

I politici europei si accorsero che il gasolio brucia in maniera più efficiente della benzina; risparmiando quindi sulla quantità, riduce le emissioni di CO2. Perciò, l’UE incentivò in tutti i modi l’acquisto di auto con motori diesel: in Italia salirono da meno del 10% dei veicoli in circolazione nel 1995 a oltre il 50% nel 2009.

E’ un processo piuttosto familiare.

Sorge un problema (creato dall’uomo), arrivano i tecnici che ne sanno più di noi, e con la forza dello Stato e dell’interesse privato, riescono a trovare una soluzione che permette anche all’economia di continuare a crescere.

Suona perfetto, come l’orgia a tre tra divertimento, crescita economica e posti di lavoro offerta dall’industria delle crociere.

Solo che il gasolio produce grandi quantità di inquinanti. Sommate alle emissioni di altre fonti (come l’industria meccanica o l’agricoltura industriale), le tre componenti principali dell’inquinamento da gasolio – PM2.5, O3 e NO2 – causano rispettivamente 59.500, 21.600 e 3.300 morti premature ogni anni in Italia, come numero, più o meno gli abitanti di Treviso. Non lo dice qualche gruppo di vegane arrabbiate, ma l’Agenzia Europea per l’Ambiente.

Facciamo gli scongiuri, ma c’è da temere che le istituzioni faranno qualcosa che permetterà di ridurre l’inquinamento e promuovere la crescita sostenibile. A volte è meglio quando le istituzioni non se ne accorgono (e infatti negli Stati Uniti, almeno il problema gasolio è quasi inesistente).

 

Quattro.

Torniamo a Firenze, alla Piana dove centinaia di migliaia di persone vive incastonate tra l’autostrada più puzzolente d’Italia, un inceneritore e un aeroporto internazionale.

La notizia, quasi noiosa nella sua ovvietà, è questa:

piana tumori

Chi sa cosa dovranno scrivere tra un po’ visto che l’area è attualmente oggetto di tre Grandi Opere:

Il primo consiste nell’allargare l’autostrada, per farci correre più traffico

Il secondo consiste nel sostituire l’inceneritore attuale con un altro, molto ma molto più grande

Il terzo consiste nel trasformare l’aeroporto internazionale in un aeroporto intercontinentale, definito dai suoi fan

“precondizione per costruire la competitività del territorio, la capacità attrattiva per l’insediamento e lo sviluppo di ogni tipo di attività e di evento (economico, culturale, sportivo, ecc.), supporto strategico per il sistema produttivo e l’occupazione.”

Divertimento, giro di soldi e posti di lavoro, insomma.

* * *

P.S. Il commentatore Andrea Di Vita, da buon genovese, aggiunge alcune interessanti precisazioni:

La nave citata da Martinez consuma 35000 litri di carburante al giorno, il che fa un poco meno di 35 tonnellate al giorno. Una portacontainer arriva di solito a 200 tonnellate al giorno, ossia 73000 tonnellate l’anno. Un’automobile che fa un pieno di 50 litri alla settimana in un anno totalizza un poco meno di 2 tonnellate, per cui una nave CONSUMEREBBE quanto 36500 automobili circ SE la combustione avvenisse nelle stesse condizioni di un’auto. Ma allora non sarebbe così convenente mandar le merci per nave, i motori della quale bruciano QUALSIASI COSA in qualsiasi temperatura (non si dovrebbe, ma ci si buttano pure gli stracci sporchi per avere lavato la sentina, piena di topi morti ecc.). In tali condizioni l’inquinamento navale somiglia a quello automobilistico di tanti anni fa, cioè un centnao di volte superiore in termini di CO2, NOx ecc. a parità di potenza prodotta. Ecco che da 36500 si arriva a cinque milioni. Navi pulite sarebbero poco concorrenziali.

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