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domenico de simone

Roma raggiante

di Domenico De Simone

E così, tra alti lai dei partiti tradizionali, pianti dei soliti raccomandati, contumelie dei palazzinari e giubilo del popolo che le ha votate, Roma e Torino hanno una sindaca del M5S. Grande sorpresa a Torino, dove si pensava che il vecchio Fassino avrebbe comnque prevalso, come peraltro indicavano le previsioni della vigilia. Ma mai fidarsi dei sondaggi che con il fiuto politico non hanno niente in comune. E questo diceva che  la gente ha grande voglia di cambiamento e di facce nuove. Ma si sa che i politici sono istupiditi e resi sordi dalla loro arroganza, e le capacità di analisi e di ascoltare la gente le hano buttate nel cestino della spazzatura. Meglio così, ora la possibilità di cambiare è concreta e c’è del gusto a rottamare chi si era presentato come un rottamatore.

Quanto concreta? Ho scritto che non ho avuto una grande impressione dalla neo sindaca di Roma, e tanto meno del suo rivale Giachetti. La ragione, è soprattuto legata a quello che ho sentito sull’economia e la finanza della capitale.  La neo sindaca ha fatto riferimento al Sardex, probabilmente senza sapere di che parlava, come spesso accade a chi affronta questi temi, e Giachetti l’ha presa in burletta, pensando di fare lo spiritoso e snza rendersi conto che così faceva la figura del cretino. L’alternativa è che sia un servo del sistema finanziario. Per me sono entrambi da rottamare, per cui la scelta tra le due alernative è indifferente.

Comunque, quando la Raggi ha annunciato che nella sua squadra avrebbe militato Berdini, l’indice di gradimento nei suoi confronti è salito notevolmente. Adesso aspetto di vedere chi sarà nominato per l’economia e la finanza che sono l’aspetto più importante di ogni vicenda di gestione di una omunità. Questo aspetto sfugge a molti, ma senza dare una logica diversa alla struttura economica di una comunità, nemmeno San Francesco quello vero, non il papa argentino) potrebbe raddrizzare la situazione. L’onestà, la buona volontà, la disponibilità al sacrificio sono importanti, certo, ma senza la soluzione del problema economico non servono a molto, ahimè.

Quindi, lette le cose dette dalla neo sindaca in campagna elettorale sul tema, non sono molto ottimista. Oddio, non sarebbe certo facile cambiare l’indirizzo del sistema finanziario, ma almeno ci si può provare, e il progetto Faz è un contributo in quella direzione. Durante le scorse elezioni, mi organizzarono un convegno per esporre il progetto e le critiche al sisema economico e finanziario della città (a partire dallo spaventoso debito e dai derivati allegramente sottoscritti a suo tempo), ma per queste elezioni non si è fatto sentire nessuno. Nemmeno li ho sollecitati, se qualcuno vuole il progetto è a disposizione così come io e i miei collaboratori.

Comunque, dopo le scorse elezioni scrissi un articolo di cui ora voglio riportare qui ampi stralci, per ricordare quali sono i problemi da affrontare e come affrontarli. L’articolo era del giugno 2013 ed il titolo era “Elezioni a Cinque Stelle”.

” …… Come si batte questa logica clientelare, spartitoria, amicale, di clan, di lobby, che costituisce il tessuto stesso della società italiana?  L’opzione trasparenza non è sufficiente da sola. L’onestà, va bene, la trasparenza, va benissimo, la condivisione pure, ma poi occorre altro. La gente si aspetta risposte immediate ai propri problemi quotidiani, non assicurazioni astratte sull’etica pubblica. Se questa non fa mangiare e non distribuisce lavoro o qualche piccolo privilegio la gente non la sceglie affatto. Inutile nascondersi dietro un dito, l’Italia è un paese di ipocriti, educato nell’ipocrisia cattolica a predicare bene e razzolare male, anzi malissimo. D’altra parte, l’opzione trasparenza da sola, ha funzionato finora solo a Parma, e per ragioni legate alla situazione davvero insostenibile dei due partiti maggiori in quella città. E ora?

Pizzarotti rivendica giustamente di aver ridotto il debito della città di oltre il 20% in un anno. Bravissimo, ma i tagli ai servizi pubblici, l’aumento delle tasse, una gestione povera di idee e di innovazione non hanno dato a nessuno la sensazione che a Parma si sia compiuta davvero una rivoluzione, o che questa stia per cominciare da un momento all’altro. Una buona e onesta politica di tagli e di tasse, ma soluzione dei problemi zero.

Questo è il punto, che deve fare il M5S dopo aver raccolto a livello nazionale la protesta della gente contro il malaffare, la corruzione, il consociativismo, l’incapacità della politica ad affrontare la crisi e le sue conseguenze e soprattutto, l’indifferenza dei politici “casta” nei confronti dei suoi problemi? Promettere trasparenza, legalità, onestà non basta. Di Pietro nel 1992 prometteva questo con una credibilità ben maggiore – mi perdonino i 5S, ma è oggettivamente così – eppure non ha mai sfondato, così come Ingroia, che è persino più credibile del Di Pietro degli esordi ha raccattato solo schiaffoni in queste elezioni politiche.

Quello di cui ha bisogno la gente è di un progetto compiuto e credibile, ma soprattutto praticabile nell’immediato. Un progetto che coinvolga non solo l’elettorato del M5S, ma anche quello che ha votato per gli altri partiti e che non è legato a lobbies di nessun genere – e ce ne sono! – e soprattutto quelli che non hanno votato affatto. Insomma, la gente deve avere la sensazione che il problema della spesa e quello della trasparenza della politica sono due fatti immediatamente correlati, non in astratto o alla lontana. Per le imprese, il problema è lo stesso, hanno bisogno di risposte immediate, efficaci, praticabili e credibili. Un progetto così si porta appresso tutta la società, non solo una esigua minoranza e riporta alla politica, che non significa al voto, ma all’impegno per una società migliore, tutti quelli che in questi anni se ne sono allontanati. Un progetto di ricostruzione del tessuto sociale dal basso, fondato sulla ricostruzione della solidarietà sociale, dei servizi pubblici, di un ambiente vivibile e bello, di una vita non più segnata dallo stress quotidiano e dalla lotta di tutti contro tutti. In cui chi viene sconfitto perde tutto, casa lavoro, famiglia, la faccia, la vita. Una società in cui non ci siano sconfitti né perdenti, ma tutti siano vincitori del bene fondamentale, la vita.

Il M5S è portatore “sano” degli elementi di questa innovazione radicale: il Reddito di cittadinanza, la moneta complementare sono elementi che in concreto possono cambiare la società. Occorre continuare su questa strada, realizzando i progetti, e per farlo non c’è nemmeno bisogno di stare nelle istituzioni se non per garantire la trasparenza e controllare l’onestà dei comportamenti e battersi contro gli inciuci consociativisti che rischiano spesso di sfociare in inciuci criminogeni. Occorre costruire il nuovo dal basso, dall’unione di imprese, cittadini, precari, lavoratori, impiegati, pensionati per la costruzione di una nuova economia che porti ad una nuova società. Strappando così migliaia, e poi centinaia di migliaia, e poi milioni di persone dalla logica della piccola corruzione, che fa schifo a tutti ma che tutti praticano. Per questo, occorre continuare così, sulla strada della democrazia liquida, della trasparenza, della implementazione della partecipazione sul web e nella società, ma soprattutto sulla strada della costruzione in concreto di un’alternativa economica e sociale, che diventi alternativa politica. Il progetto Faz, che abbiamo presentato a Roma il 15 maggio insieme al candidato sindaco del M5S De Vito è una di queste alternative, credo la più immediatamente praticabile e la più concreta, anche se è quella che ha più alto il senso dell’utopia. La battaglia è appena iniziata, una fetta consistente della popolazione di questa città crede nell’alternativa, in questo genere di alternativa non solo in una diversa gestione degli usuali modi della cosa pubblica. Un altro 50% dell’elettorato aspetta che ci sia un’alternativa del genere per impegnarsi di nuovo e liberarsi degli affanni quotidiani sulla bolletta, sulla multa, sul lavoro che non c’è, sui rapporti sempre più difficili e nevrotici. Possiamo farcela, le premesse ci sono tutte. Possiamo fare in modo che nessuno rimanga indietro e tutti possano avere le loro opportunità per una vita migliore. Ce la meritiamo tutti una vita migliore di questa, compresi quelli che non ci credono.

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