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manifesto

Rivolta «Autonomen» a Berlino

Sebastiano Canetta

Poliziotti contro attivisti a Friedrichshain: ore di scontri, 86 arresti, 126 agenti feriti

Maxi-rivolta a Berlino Est contro lo «Stato di polizia». La più violenta manifestazione degli ultimi cinque anni nella capitale tedesca.

Da una parte 1.800 poliziotti in assetto di guerra pronti ad assediare il «quartier generale» degli «Autonomen» a Friedrichshain; dall’altra 3.500 attivisti di estrema sinistra che non hanno alcuna intenzione di lasciare gli (ultimi) squat in mano agli speculatori immobiliari.

Risultato: ore di scontri frontali, cariche e contro-assalti, salve di gas lacrimogeni e lancio di oggetti più o meno contundenti. Disordine pubblico e guerriglia urbana mentre bruciano le auto parcheggiate e i paramedici corrono e soccorrono peggio degli infermieri al fronte.

Più di qualunque immagine, degli scatti «virali» nei social-media, delle testimonianze giocoforza parziali, raccontano i numeri ufficiali della «notte del 9 luglio».

Un vero e proprio bollettino di guerra: 86 manifestanti arrestati, 123 poliziotti feriti, altre decine tra fermi e perquisizioni.

È L’epilogo della tensione (senza strategia) delle forze dell’ordine a Berlino, che hanno battuto senza sosta la Rigaerstrasse per oltre un mese. Il risultato delle contromisure per arginare «violenza e illegalità degli estremisti di sinistra» riassumono alla centrale della Landespolizei nella «piazza del ponte aereo», di fronte all’aeroporto (ora centro-profughi) di Tempelhof.

Da qui il casus belli, acceso dai fumogeni all’ultimo piano del centro sociale Abstand (Distanza) da sempre nel mirino della polizia così come del ministero dell’interno della città-Stato. «Fuori i porci da via Riga» è lo slogan scandito contro i Robocop in divisa dagli attivisti berlinesi, che sbattono i cucchiai sul fondo delle pentole e sparano «razzetti» contro i plotoni di agenti. Prima di passare al lancio di bottiglie e sassi che colpiscono le auto di servizio e infrangono le vetrine dei negozi.

«Avete venduto tutta Berlino» spiegano gli «Autonomen» con uno striscione calato dalle finestre dell’Abstand. E «ora volete sgomberare l’ultimo angolo libero di quel che resta della città» riassume uno dei portavoce del centro sociale.

Così, non resta che «resistere» ed estendere il «caso» politicamente fino e oltre il palazzo del Senato e il Municipio Rosso. Qui il sindaco – che è anche governatore del Land – Michael Müller (Spd) prova a spegnere la contestazione, appellandosi ai «residenti di Rigaerstrasse» e chiedendo di aprire un tavolo di confronto su «richieste e necessità».

Ma la sua disponibilità spacca in due la coalizione di governo. Frank Henkel, senatore con delega all’interno (Cdu) boccia anche solo l’ipotesi del dialogo: «Ciò che è accaduto sabato a Friedrichshain è un’orgia di violenza di sinistra».

Di più: i democristiani nel Senato di Berlino avvertono il Bürgermeister Müller: «Il governo si sta dimostrando troppo morbido nei confronti della violenza di sinistra, nonostante i rapporti delle forze dell’ordine continuino a segnalare l’aumento di questo genere di azioni nell’intera Germania».

Intanto, all’Abstand, fanno sapere che la «guerra» è tutt’altro che finita, e «quest’estate sarà calda, molto calda».

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