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ilsimplicissimus

Guerra di Libia: 81 morti dimenticati

di ilsimplicissimus

Le vacanze o meglio, in tempi di crisi , l’aria e l’atmosfera delle vacanze  sono la più nefasta alleata della disinformazione. Una settimana fa abbiamo saputo che vi sono truppe italiane in Libia, una rivelazione clamorosa per le sue implicazioni, ma che non ha avuto alcun seguito nonostante il sito dei servizi segreti israeliani abbia rivelato che nostri reparti sono lì da mesi, che sarebbero stati uccisi e presi prigionieri alcuni uomini delle forze speciali, non si sa bene da chi, se dall’Isis o dallo stesso esercito di Misurata che ha liberato la città o da altri indistinguibili briganti che non leggono la Washington Post e dunque non sanno quale ruolo è stato loro assegnato dalle acute menti dell’amministrazione imperiale. Su questi eventi c’è il silenzio più assoluto e di conseguenza anche il più assoluto disinteresse nonostante la partecipazione alla guerra di dissoluzione libica voluta da Obama, sia gravida di conseguenze dirette per noi.

Del resto è bizzarro che nessuno abbia notato come questa guerra americana di natura carsica, a volte sommersa, altre volte evidente,  in corso da oltre trent’anni e che ci vede nel bene e nel male protagonisti non fosse altro che per contiguità geografica, ha già fatto 81 vittime collaterali, tutte civili e tutte italiane, ovvero i passeggeri del tragico volo di Ustica. Vittime ancora prive di una verità ufficiale visto che da una parte non si può attribuire apertamente la colpa ai francesi o agli americani, dall’altra non si possono rivelare i patti segreti con il Colonnello.

Lo spettacolo di un intero complesso militare dedito al depistaggio, all’occultamento e all’omertà come fosse un corpo estraneo al Paese una sorta di truppa di occupazione e quello della politica terrorizzato dalla verità e da ciò che essa avrebbe potuto mettere in moto. Tamponare bisognava e andare avanti perché si realizzasse il triumvirato Andreotti-Forlani-Craxi e Gelli potesse cantare vittoria vantando la vittoria della P2. Lasciando che la destra extraparlamentare si facesse portatrice dell’ipotesi della bomba che ancora oggi è nella mente di imbecilli storici come Giovanardi nonostante i documenti desecretati dall’amministrazione americana e quelli pubblicati da wikileaks  che mostrano tutta la volontà di tenere nascosta la verità.

E adesso siamo di nuovo in Libia a guerreggiare per procura. All’insaputa persino del Parlamento per la verità più allarmato  da quei profughi, conseguenza delle guerre americane  che minacciano le loro proprietà. Ma forse non ci si rende conto che da ci vorranno anni per venire fuori da quel caos e che Isis, esercito di Misurata,  Ansar al sharia, Alba libica sono soltanto sigle che non esprimono nessuna differenza sostanziale se non  la volontà di prendersi più potere possibile e non è detto che quelli che fanno o facevano riferimento all’Isis siano i più pericolosi. Di fatto si tratta solo di una sorta di feticcio dietro il quale vengono pudicamente nascosti gli enormi interessi petroliferi, gli stessi che hanno consigliato di far fuori Gheddafi che si apprestava a nazionalizzare tutto il settore. Quindi una cosa si può stare sicuri che lo spettro dell’Isis  sarà ancora agitato a lungo fino a che  non sarò possibile una soddisfacente spartizione tra società petrolifere e gruppi armati. Spartizione che ovviamente ci vedrà perdenti da tutti i punti di vista. Anzi siamo perdenti da treent’anni.

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