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linterferenza

Riforma anticostituzionale imposta a Renzi dalla grande finanza e dal padronato

di Antonello Boassa

Non è un colpo di stato, è la continuazione di un progetto autoritario che parte almeno dagli anni ’80, che ha modo di rafforzarsi lungo un trentennio nell’assenza di una vera opposizione (anzi, con l’approvazione di molti provvedimenti iniqui, proprio da parte della ex sinistra-vedi D’Alema e le banche)1 e che, grazie all’euro e ai trattati europei ferisce mortalmente la Costituzione, precipuamente tra il 2011 e il 2014.

Tra l’estate del 2008 e la primavera del 2010 il debito pubblico in Europa sale di venti punti corrispondenti all’incirca ai 4 trilioni di euro elargiti alle banche2 eppure i governi hanno attribuito tale incremento alle spese per lo stato sociale. Un inganno che oltre a nascondere le enormi responsabilità della classe politica di governo nel salvataggio di un sistema bancario fraudolento reso tale dagli interventi legislativi e dalla assenza di controlli, offre il destro per accusare i cittadini di aver vissuto al di sopra dei propri mezzi e quindi per “alleggerire” la spesa sociale. Un “atto dovuto” per risanare le casse pubbliche, asserisce l’oligarchia politica di destra, di centro, di ex sinistra. Un inganno che riuscirà nel suo intento. Convincere i cittadini che è giusto “fare sacrifici” per far fronte alla crisi ( una sorta di catastrofe naturale).

Il successo di tale operazione ideologica non sarebbe stato possibile se non ci fosse stato il fattivo concorso della allora già ex sinistra e dei sindacati confederali. Come dimenticare la necessità di “fare sacrifici” propinata da Luciano Lama, in tempi più remoti? E come dimenticare di fronte alla resistenza sopratutto operaia il richiamo al “senso di responsabilità” evocato dai dirigenti più in vista della allora già ex sinistra? Del resto in molti documenti degli alfieri del neoliberismo si rimarcava la necessità di cooptare a livello ideologico, particolarmente in Italia, i dirigenti dell’opposizione politica e dei sindacati più “rappresentativi” perché la strategia di attacco contro lo stato sociale potesse risultare credibile ed essere accettata passivamente nella sciagurata convinzione che i loro dirigenti sapessero quel che facevano per tutelare il loro lavoro…

2011-2014. Le bordate terrificanti che provengono dalla casta dirigente europea (al fine di ridurre debito e deficit !) conducono l’Italia ad una vistosa contrazione dell’economia, allo shopping dell’industria locale da parte di imprese o finanziarie straniere, all’aumento del debito pubblico. Vediamo le più importanti:

PATTO EURO PLUS. In sintesi: a) eliminazione dei contratti nazionali di lavoro b) riduzione della spesa pubblica per la sanità e per le pensioni c) revisione legislativa di un mercato del lavoro (sfavorevole all’impresa) d) eliminazione delle forme di sostegno precedente ed introduzione della “flessicurezza”;

LETTERA OLLI REHN, commissario europeo a Giulio Tremonti, allora ministro dell’economia e delle finanze. In sintesi: a) aumento dell’età pensionabile b) eliminazione delle pensioni di anzianità c) fiscalità in aumento sull’Iva più che sull’Irpef d) tassazione sulla abitazione di proprietà;

SIX PACK. In sintesi: a) deficit di bilancio non superiore al 3% del Pil b) riduzione del debito fino ad arrivare entro 20 anni al 60% del Pil c) controllo accurato e severo dell’andamento del deficit e del debito sovrano e forte penalizzazione per gli Stati che non rispettano i limiti fissati

PATTO DI STABILITA’ 2012. In sintesi a) il bilancio pubblico indirizzato verso il pareggio annuo e preferibilmente fissato a livello costituzionale b) riproposizione di forti penalità in caso di verifiche negative.

Tali accordi, accompagnati da altre numerose direttive e regole prescrittive costituiscono la messa in stato di mora dello stato italiano, lo svuotamento dei poteri democratici dello Stato e l’annullamento dei principi fondamentali della fu Costituzione italiana miranti al perseguimento della dignità del lavoro e della giustizia sociale.

E dunque quali gli obiettivi perseguiti nello smantellamento dello stato sociale? Non certo quelli venduti alle masse popolari: recupero dell’efficienza, abbattimento della corruzione e del parassitismo bensì annichilimento dei diritti naturali (e acquisiti in seguito a lotte estenuanti) ad una istruzione di ogni ordine e grado, alle cure mediche, alla salute, a un lavoro dignitoso e adeguatamente remunerato, alla casa, all’ assistenza sociale, alla partecipazione democratica. I tagli alla scuola, alla sanità, all’assistenza sono attuati scientemente perché vi siano carenze e malfunzionamento nelle istituzioni pubbliche in modo che si aprano degli spazi per l’iniziativa privata che possa mercificare tutte le aree della vita sociale.

La “riforma” di Boschi/Renzi intende dare il colpo di grazia ad una Costituzione già falcidiata da leggi che hanno intaccato non solo la seconda parte ma anche la prima parte relativa ai diritti e ai doveri. Contrariamente a quanto ipocritamente va dicendo Roberto Benigni, la “riforma” riguarderà e colpirà non solo la seconda parte ma anche la prima. E come potrebbe essere altrimenti dato che sono previsti ben 47 nuovi articoli che intendono”distruggere l’autonomia di tutte le istituzioni della repubblica, dal Parlamento alla Magistratura, agli enti locali. I sindacati, anche per le complicità di Cgil,Cisl, Uil, vengono soggiogati al sistema di potere”3.

Una repubblica autoritaria, a sovranità limitata (vedi Unione europea) con un capo, solo al comando (vedi Italicum) è quello che ci propone la Boschi… Tocca a noi, con una moltitudine di Comitati e con grande energia militante, far sì che un tale macigno non ci seppellisca.


NOTE
1) Non vanno dimenticati i meriti (demeriti) dell’allora ministro del Tesoro Beniamino Andreatta con la sua epocale decisione nel 1981 di realizzare la separazione tra Stato e Banca centrale che , in piena autonomia, non sarà più obbligata ad acquistare le obbligazioni dello stato. Stato che dunque sarà costretto a ricorrere al mercato e a subire gli alti interessi che favoriranno l’aumento del debito pubblico a tutto vantaggio delle banche private ( con Maastricht assisteremo ad un ulteriore ridimensionamento del potere statuale) .
2) Luciano Gallino,”Il colpo di stato di banche e governi” 2013 . Vedi in proposito dello stesso autore “Il denaro,il debito e la doppia crisi 2015
3) Giorgio Cremaschi,” Soros con Renzi : sì al referendum, cioè al diktat della Bce” in Micromega 31/7/2016

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