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aldogiannuli

Rifacciamo l’Italicum? Ma va! Non mi dire…

di Aldo Giannuli

Tanto tuonò che piovve: dopo reiterate dichiarazioni di intangibilità dell’Italicum proclamate da Renzi, Boschi, Del Rio e via di seguito, il capobanda fiorentino dichiara che si può benissimo rivedere la legge elettorale. Che problema c’è? Certo ci è voluto il richiamo ufficiale del Presidente della Repubblica tutt’ora in carica, Giorgio Napolitano (mentre quello nominale fa come al solito scena muta), ma ormai ci siamo. Come mai questa “inattesa” svolta? I motivi sono diversi.

In primo luogo, Renzi (illuminato dal Sommo Presidente) butta le mani avanti rispetto alla sentenza della Corte ed ai giochi interni al Pd in vista della sua sentenza (ne abbiamo parlato un po’ di giorni fa): a questo punto, anche una sentenza sfavorevole della Corte sarebbe disinnescata in anticipo (“Tanto avevamo già deciso di rifare la legge elettorale”).

Poi questo serve a prendere all’amo quei pesci bolliti della “sinistra Pd”, non tanto perché portino voti che non hanno, quanto perché qui si sta mettendo male ed andare al referendum con un partito spaccato non fa bene, per cui presentiamolo almeno nominalmente unito.

Poi, in effetti, se il referendum va male e vincono i No c’è davvero il rischio che vincano i 5 stelle, per cui è necessario ricorrere all’ortopedia elettorale per metterci una toppa.

Napolitano ha detto che non sta pensando ad alcun marchingegno per far perdere le elezioni al M5s: Nooo, e noi ci crediamo! Vi sembra il tipo capace di fare certe cose?! Si è accorto ora che con il doppio turno può vincere anche quello che arriva secondo al primo e questo non va bene. Le intenzioni sono quelle di fare un buon sistema elettorale, si tratta solo di capire buono per chi.

L’ideale sarebbe una legge che stabilisca che i voti al Pd valgono  doppio, ma pare che si sarebbero dei problemi con la Corte Costituzionale… Ed allora. Ed allora, che diavolo possono fare?

Il compito non è semplice perché ci sono i limiti già posti dalla Corte ed altri che probabilmente ne verranno, inoltre la destra è in ripresa –presumibilmente a danno del Pd- e non è il caso di fare troppo affidamento sulla flessione del M5s per le vicende romane: è una fluttuazione che fa presto a rientrare (soprattutto se al referendum vincessero i No). Dunque, a turno secco il M5s potrebbe anche arrivare primo ed a doppio turno è praticamente certo che prenderebbe i voti della destra, battendo il Pd. Neppure il ripristino delle coalizioni servirebbe a molto, a parte il fatto che quello non è il disegno di Renzi che vuole un regime di partito.

Ed a complicare tutto, questi del Pd hanno tecnici che sono delle capre, come ha dimostrato l’infelicissima vicenda dell’Italicum. Dunque il problema non è semplice da risolvere. Per la verità io avrei in testa quattro possibili sistemi elettorali per fregare il M5s e ripristinare una qualche parvenza di bipolarismo, ma, ovviamente, non ne scrivo perché non mi va di dare idee all’avversario. Va bene fare il consulente dei 5 stelle, ma mai della banda Renzi & c. Ci pensino i D’Alimonte, i Giachetti, i Passigli, gli Speranza…

Magari faranno qualche mossa ad ottobre in Parlamento per sabotare il referendum, (segno che per loro si sta mettendo davvero male) ma il problema è che sarà difficile trovare un accordo. Dai che ci divertiamo!

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