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ilsimplicissimus

Da Deutsche Bank ai venti di guerra

di ilsimplicissimus

Magari è scorretto cominciare così, con l’esortazione a votare no al referendum costituzionale per darci almeno una chance di evitare la guerra. Sembrano due cose che apparentemente non c’entrano nulla eppure la manipolazione della carta fondamentale della Repubblica, avvenuta per giunta in modo così cialtrone e banditesco,  apre la strada a un suo ribaltamento completo e a un regime di servi sciocchi all’ultimo stadio che potrebbe votarci facilmente alla distruzione. Forse è scorretto e appare inutilmente catastrofico, ma borsa canta e i segnali dello scontro si moltiplicano: in questi giorni abbiamo assistito al progressivo crollo dei titoli di Deutsche Bank, prima a Wall Street nella giornata di giovedì e poi in Europa nelle prime ore di ieri. Panico assoluto perché Bloomberg ha fatto sapere che alcuni fondi di investimento tra i più importanti avevano deciso di abbandonare gli investimenti su Deutsche e andare altrove. E non abbiamo collegato le notizie tra un fatto che pare economico nel suo senso più banale e la geopolitica.

Ma basta pensarci e le cose appaiono davvero strane perché è noto da anni, da almeno sei, che la maggiore banca tedesca ha una concentrazione di titoli spazzatura da far paura, equivalente a quattro o cinque volte il pil europeo, se non di più e secondo le famose leggi dell’economia le sue azioni avrebbero dovuto implodere da tempo, spargendo uno tsunami di proporzioni catastrofiche, ma si sa che quelle leggi valgono quando si tratta di rapinare un lavoratore o un pensionato, mica per i padroni del vapore. Quindi Deutsche navigava maestosa e tranquilla, nonostante vi fossero falle da naufragio fino a quando… è interessante ricostruire con precisione gli eventi per capirne qualcosa.

Una decina di giorni fa il Dipartimento di Giustizia Usa chiede alla banca tedesca un risarcimento di 14 miliardi dollari per il caso subprime, una cifra in grado di azzerare la sua base patrimoniale. Certo si tratta del bue che dà del cornuto all’asino, ma si sa che i padroni sono prepotenti e in questo caso le borse hanno interpretato la mossa nell’ambito della guerra sotterranea Usa – Germania che Washington conduce per separare senza possibilità di scampo l’Europa dalla Russia e come una risposta quasi immediata dopo le multe ad Apple. Quindi hanno pensato a una scaramuccia diplomatica di lungo termine, sapendo bene quali guai potrebbero derivare alle oligarchie liberiste dall’apertura di uno dei maggiori vasi di Pandora dell’economia di carta. In ogni caso si sarebbero dovuti aspettare mesi e l’insediamento reale del nuovo presidente per vedere che direzione prendevano le cose .

Per questo i contraccolpi sono stati modesti, troppo modesti per avere l’effetto che ci aspettava, ma intanto si erano poste le basi per la mossa successiva praticata attraverso Bloomberg e le sue indiscrezioni, evidentemente più credibili, sull’abbandono dei grandi investitori che giovedì scorso hanno sortito  l’effetto sperato con  la caduta dei titoli sulla piazza di NY. Naturalmente a Berlino è scattata la messa a punto di un piano di emergenza per salvare la banca nonostante sia noto che i tedeschi siano a grande maggioranza contrari ai salvataggi bancari e ciò avrebbe significato allargare ancora lo spazio per l’Afd. Quando però il mattino dopo il calo di Deutsche ha raggiunto il record di -8% alla borsa di Francorforte e sostanziose perdite sulle altre piazze, la Merkel si è attaccata al telefono e ha chiamato Obama. Un’ora dopo, sempre Bloomberg, rilancia altre indiscrezioni raccolte su Twitter secondo il cui il Dipartimento della giustizia americano sarebbe disponibile a chiudere la questione dei subprime con “appena” 4,5 miliardi dollari e non con 14. A questo punto chi aveva venduto ricompra, aspettandosi un aumento dei titoli dopo la buona notizia, sia pure priva di qualsiasi conferma e ufficialità e Deutsche recupera quasi tutto, arrivando a un + 6, 18. Insomma ogni cosa  pare magicamente rientrata e c’è più tempo per sistemare le cose visto che lunedì le borse tedesche saranno chiuse per il giorno dell’unificazione.

Però secondo la verità di stato Obama e la Merkel non hanno affatto parlato della banca, ma di altro, tanto che la Casa Bianca ha emesso un comunicato in cui si dice tutt’altro, ovvero che Barack e Angela ” hanno condannato con forza i barbari raid aerei di Russia e Siria ad Aleppo”. Ecco il vero terreno di scambio, far sì che la Germania metta il suo peso nel tentativo americano di salvare i terroristi amici di Aleppo sotto schiaffo dell’apparato militare russo e siriano. E perciò fra un errore e l’altro (ieri gli aerei Usa hanno bombardato i ponti di Deir El Zor per fermare l’avanza delle truppe siriane contro i terroristi di Al Nusra – Al Qaeda, vedi nota)  pretendono appoggio nella ennesima e miserabile campagna delle vittime infanti, chiamando anche l’Unicef a testimoniare le sceneggiate multimedia della fox medio orientale. Lasciamo perdere questa ennesima infamia di Obama divenuto ormai un fantoccio, se non un  kapò che ad ogni costo vuole ottenere compagnia nella solitudine del proprio fallimento e delle proprie colpe: il fatto è che ormai qualsiasi arma di ricatto, qualsiasi strumento, anche quelli che teoricamente dovrebbero essere autonomi rispetto all’amministrazione, viene buono per spingere l’Europa contro la Russia e indurla a sostenere il sanguinoso caos americano, costi quel che costi. E questo segnala in modo drammatico la vicinanza del baratro davanti al quale ci troviamo, semplicemente perché si è arrivati al limite della guerra globale..

Le cose sono talmente in marcia che nemmeno ci si preoccupa di nascondere più di tanto i fili, basta una elementare ricostruzione di sequenze temporali per arrivare al nocciolo. Certo magari queste cose sfuggono a quella genia di sordidi cretini che voteranno sì in nome del cambiamento pour soi meme o pro domo sua, entrambe le cose perché l’intelligenza è analitica, l’idiozia e la sub cultura sono confuse intellettualmente ed eticamente sincretiche. Non si accorgono di preparare con ragliante leggerezza gli strumenti e le premesse del prossimo grande massacro, non vedono altro che il loro piccolo mondo. Così torneranno ad essere carne da cannone, la cui natura non è stata cancellata né dalla democrazia, né dalle speranze, né dalla obliviosa contemporaneità dell’eterno presente.

Nota Per chi non lo sapesse o non volesse saperlo i terroristi che gli Usa di Obama difendono, intendono ufficialmente rovesciare il governo di Assad per creare uno stato islamico con un sistema legale basato sulla sharia. Ovvero quella contro cui ci si vanta di essere andati in Afganistan e contro il quale si grida alla guerra di civiltà.

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