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“Beneficiario Virginia Raggi”: Una NON notizia diventa fatto politico

by Stefano Alì

Pista: riciclaggio. Pista: lavanderia di mazzette. Pista: “pagamento preventivo per la successiva ipotetica promozione”. Le polizze assicurative di Romeo con beneficiario Virginia Raggi seguono molte piste mediatiche. Nessuna che abbia fondamento

Marco Lillo de “Il Fatto Quotidiano” pare volersi laureare in notizie flop, perché i suoi “scoop” su Virginia Raggi si rivelano sempre “epic fail“.

Voglio ricordare lo scoop sulla “falsa dichiarazione patrimoniale”. La Procura della Repubblica archiviò, ma non era necessario essere competenti in Diritto Amministrativo per prevederlo.

Pur non essendo un “esperto”, immediatamente scrissi che si trattava di una enorme bufala. Bastava leggere (e capire) il D. Lgs 33/2013 per comprendere che il Consigliere comunale deve solo rispondere alle domande poste nel modello.

Se il modello è scritto con i piedi non è colpa di chi lo compila. La procura archiviò per le stesse ragioni espresse da un idiota: IO.

 
Premessa bis

Non sono un fan di Virginia Raggi. L’incomprensibile cocciutaggine rispetto anche ai consigli di Beppe Grillo mi hanno indotto a sospendere il giudizio sul Sindaco di Roma.

“Vergin di servo encomio e di codardo oltraggio” rimango in attesa del momento in cui la Raggi comincerà davvero a governare Roma.

Certo, se un giorno sì e l’altro pure dovrà continuare a difendersi dagli scoop dai flop mediatici tipo quelli di Marco Lillo, sarò costretto a concederle il beneficio del dubbio e – per gli effetti – assolverla fino a prova contraria.

Dell’essere costretto ad assolverla fino a prova contraria, attribuisco la responsabilità a chi la accusa “a prescindere” e la storia delle “polizze con beneficiario Virginia Raggi” è assolutamente stomachevole.

Nessuno che si informi sul funzionamento delle “polizze vita”?

 

Le “polizze vita”

Chiunque abbia un conoscente assicuratore o consulente finanziario (e io ho la fortuna di averne uno estremamente preparato) può informarsi sul funzionamento delle “polizze vita” proposte dalle assicurazioni.

I soggetti richiesti per una polizza vita sono tre: Il Contraente (colui che stipula del contratto), l’Assicurato (colui in capo al quale, al verificarsi di un determinato evento, scatta l’assicurazione), il Beneficiario (colui che, al verificarsi dell’evento oggetto del contratto sottoscritto dal contraente in capo all’Assicurato, ottiene il beneficio).

Io (contraente) posso stipulare una polizza in capo a mio figlio (assicurato) per cui se a mio figlio accade qualcosa viene garantito un “quantum” a mio nipote (beneficiario).

Il contratto deve sicuramente essere firmato dal contraente. Se l’Assicurato è persona diversa dal contraente, anch’egli, deve sottoscrivere il contratto.

Il beneficiario no. Non solo non è obbligato alla sottoscrizione, ma non è necessario che sappia di essere beneficiario di una polizza.

Contraente e assicurato

Spesso coincidono. E quando coincidono, siamo in presenza di strumenti alternativi e complementari di investimento o di previdenza.

Io contraente assicuro me stesso mentre sono ancora in (più o meno) giovane età e in buona salute affinché la mia futura pensione venga integrata, ovvero per avere somme disponibili (in quanto facilmente riscattabili) in caso di bisogno.

 
Il beneficiario

La banca e/o l’istituto che emette l’«assicurazione» richiede che nel contratto venga indicato un “beneficiario”.

Significa che nel caso di premorienza dell’assicurato c’è sempre qualcuno che riscuota le somme .

Se l’assicurazione è stata stipulata quale forma di previdenza integrativa, il beneficiario ha solo un ruolo occasionale. Se il contraente/assicurato muore prima della scadenza, il beneficiario riscuote.

Basta che il contraente indichi nome, cognome, luogo, data di nascita e – solo a volte – residenza del beneficiario.

In genere il beneficiario è un congiunto prossimo dell’Assicurato o del Contraente (moglie, fratelli, figli…).

Se l’assicurato/contraente non ha parenti prossimi, si attrezza diversamente.

Il beneficiario è una parte assolutamente marginale del contratto. La banca/assicurazione non lo trascrive neppure nelle anagrafiche e può essere cambiato dal contraente in qualsiasi momento.

La Polizza NON È “INTESTATA” a Virginia Raggi.

Virginia Raggi è SOLO il beneficiario. Contraente e assicurato è Salvatore Romeo.

 

Le polizze vita di Salvatore Romeo

La Procura ha già accertato che le somme investite da Romeo sono sue. In ballo non ci sono mazzette e non c’è riciclaggio di denaro sporco.

La Procura, quindi, avrà già accertato la congruenza fra lo stile di vita di un uomo single, mai stato sposato e senza figli, e le sue entrate e i suoi investimenti.

La Procura ha anche accertato che le polizze con costituiscono fatto di reato.

Anche se avesse parenti cui non avrebbe voluto far sapere dei suoi risparmi, questa vicenda mediatica ha costituito una gran bella invasione dei suoi fatti privati. Il mondo intero adesso sa dei suoi 190.000 euro messi da parte!

È beneficiario Virginia Raggi. Lo scoop Il flop mediatico è assicurato

Le varie polizze di Romeo hanno quali beneficiari amici, colleghi e perfino una figlia inesistente (e neanche questo costituisce reato, sia chiaro).

Per come ha spiegato in un post facebook (non essendo mai stato neppure convocato in Procura per parlarne), nelle sue polizze Salvatore Romeo è sia contraente sia assicurato. Le considera una “forma di investimento” per se stesso.

Immaginare che Romeo possa aver indicato beneficiario Virginia Raggi per ottenerne in cambio la nomina a Capo della Segreteria Politica è semplicemente folle.

Avrebbe dovuto egli stesso morire prima della scadenza della polizza.

E infatti è sempre la Procura a sostenere che non emerge alcuna utilità corruttiva.

Amici e colleghi che neppure sapevano dell’esistenza delle polizze assicurative sono adesso anch’essi esposti alla gogna mediatica. Senza alcuna ragione!

Fossi in loro organizzerei una class action contro i giornalisti Marco Lillo ed Emiliano Fittipaldi.

 

La pubblicità ingannevole

A denunciare i due (Fittipaldi e Lillo e tutto il mainstream che sta “pompando” una non notizia) dovrebbero essere pure tutti coloro che verranno convinti della bontà delle assicurazioni vita quale forma di investimento.

  1. Non è vero che non vengono computati nei cespiti ereditari. La facilità con cui è stato possibile indicare beneficiario Virginia Raggi non si traduce nella facilità di riscossione. In caso di morte dell’assicurato il beneficiario dovrà produrre gli atti di successione. Agli eredi non può essere sottratta la “quota di legittima”. Nel caso l’assicurazione dovesse pagare al beneficiario somme che invece per quota di legittima spettano agli eredi, questi ultimi possono richiedere alla compagnia gli importi indebitamente sottratti loro e riversati con la polizza al beneficiario, salvo poi – la compagnia stessa –  tentare il recupero degli importi presso il beneficiario. Per questo oggi le compagnie pagano al beneficiario quando TUTTA LA SUCCESSIONE è completata.
  2. Non è vero che ci sia un rendimento fisso garantito (del 4%, poi). Il rendimento allegato al contratto è solo “presuntivo”. Leggendo il contratto – anche nelle postille – risulta chiaro che non esiste un rendimento garantito

Infine, vorrei denunciare pure io.

Va a finire che mi fanno diventare simpatica anzitempo il “beneficiario Virginia Raggi”.

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