È passato oltre un mese dal comunicato di Meta che annuncia la messa al bando dei contenuti politici dalle sue piattaforme ma nessuno sembra intenzionato a fare nulla. Eppure, l’impatto sulla distribuzione e la circolazione delle informazioni sarà gigantesco. Se per gli utenti è certamente complicato organizzare un’azione di difesa coordinata per tutelare la propria libertà di parola dagli abusi delle big tech, lo stesso non può dirsi dei grandi attori dell’informazione e della politica, che dispongono di strutture e risorse economiche più...
Stando a quanto affermano Mattarella e la sinistra, liberal o radical poco importa – leggere in proposito le parole di Nicola Fratoianni è istruttivo, mentre Acerbo e Santoro tacciono furbescamente – i ragazzi che hanno contestato alla Federico II di Napoli l’intervento di Maurizio Molinari, direttore con l’elmetto del quotidiano Repubblichino (schierato con le più ignobili ragioni della guerra in Ucraina e con le feroci logiche del genocidio in atto sulla Striscia di Gaza) quei ragazzi sarebbero “intolleranti e violenti”. Perché la libertà...
In primo luogo ringrazio Bardi per la presentazione in inglese but I'm not that guy, not exactly: “The Skeptical Chemist,” an Italian expatriate in Europe whose real name is unknown but who clearly has a deep knowledge of chemistry, in particular pharmaceutical chemistry. His blog and his pages on social media were very successful during the pandemic when he criticized the various manipulations of the truth by the
L’istituzione negata è un libro del 1968, anno che ognuno ricorda come svolta nel panorama del secondo dopoguerra; il libro esce di nuovo oggi, per la collana La nave di Teseo, di Baldini+Castoldi, a cinquantasei anni di distanza dalla prima e a cent’anni dalla nascita di Franco Basaglia, che lo ha curato e che è, nel mondo, il protagonista di un cambiamento epocale. Dopo Basaglia, la clinica nel campo della mente non è più la stessa. Basaglia non è stato un medico qualunque, era politicamente schierato, aveva un’enorme sensibilità umana e...
Continua la "campagna mediterranea" della Meloni. Dopo Tunisia, Libia, Algeria, è ora la volta dell'Egitto. Sfrutta il marchio Ue, portandosi la von der Leyen e mettendo in pasto all'opinione pubblica la faccenda dei migranti, ma il suo scopo è un altro. L'Italia ha perso il Mediterraneo nel 2011, con la scomparsa di Gheddafi, voluta da Obama, Sarkozy e Napolitano, con Berlusconi, minacciato, costretto a mandare i caccia. Morì quel che definì "un suo amico". Poi ci fu il golpe di Monti e i governi piddini o gialloverdi, tutti incentrati verso...
Il giorno che il presidente Zelensky dichiarò a una giornalista italiana che in Europa c’era troppo filo-putinismo e che i suoi servizi di intelligence erano intenti a preparare delle liste di persone “da mettere a tacere” (più o meno testuale)1, l’inviata non trovò nulla da eccepire. Né hanno avuto da ridire altri capi di stato rispetto al fatto che dei servizi di intelligence di un paese terzo stessero stilando delle liste di proscrizione, con quali criteri poi non è dato sapere, sui propri cittadini. Qualcuno, guarda caso in Italia, non...
Le reazioni scomposte e piagnucolose di Repubblica, dopo le contestazioni di Napoli al direttore Molinari, descrivono in modo chiaro e inequivocabile la discesa negativa del giornale, da tempo ridotto a fogliaccio di propaganda, a rubrica di invettive e schiamazzi (come quelli quotidiani di Cappellini e oggi persino di Augias) contro chi si azzarda ad avere un pensiero differente, soprattutto sulla guerra in Ucraina e su quella in Palestina. La regressione di Repubblica descrive però anche il tracollo morale e culturale di quella borghesia...
Scrive un editoriale di Le Monde: “In verità, la possibilità di una guerra tra Europa e Russia tormenta le menti delle persone. La Svezia, il Regno Unito, la Finlandia, la Polonia e gli Stati baltici stanno discutendo di questa prospettiva. Non senza una buona ragione. Perché la Francia dovrebbe ignorarlo? Perché aver paura delle parole e non dare per scontata l’alleanza con l’Ucraina? Volens nolens, siamo in conflitto con la Russia da due anni ormai”. “Siamo vicini e fermi al fianco dell’Ucraina”, ha dichiarato il cancelliere tedesco Scholz...
L’opera di Carlo Formenti cominciata con il primo volume ‘guerra e rivoluzione. Le macerie dell’Impero‘ si conclude con questo secondo libro, che unisce alla pars destruens che caratterizzava il precedente testo la pars costruens. Il sottotitolo ‘elogio dei socialismi imperfetti’ è significativo della posizione dell’Autore, che si discosta dalle narrazioni che gettano alle ortiche tutto quello che il movimento comunista è riuscito a costruire dal Novecento. Il socialismo con caratteristiche cinesi è quindi centrale, Formenti riprende le...
Stavolta vi sparo dal lanciarazzi multiplo, tipo batteria Katiusha. Tanta roba, visto che tante cose succedono che uno deve fare salti mortali con doppio avvitamento per starci dietro. Così ecco, insieme alla nuova puntata di Mondocane un programma curato da Miriam Gualandi e che ci pone davanti all’orrore di cosa stiamo inventando tra un Crosetto, lobbista degli armieri e, dunque, ministro dell’Offesa e del primato nazionale, europeo e mondiale dei conflitti d’interesse, e una Meloni che, lingua in bocca con l’altro Arlecchino ucraino, gli...
Come "buttare" equipaggiamenti obsoleti e costringere le nazioni europee a spendere - per lo più negli Usa - per acquistarne di nuovi. Il tutto sulla pelle dell'Ucraina “Uno dei miti più ricorrenti nella stampa occidentale e [nei discorsi dei] leader della NATO è che l’equipaggiamento che stanno inviando all’Ucraina li aiuterà a proseguire la guerra contro la Russia. In realtà, la maggior parte delle attrezzature fornite all’Ucraina sono poco più che spazzatura”. Così Brandon Weichert sul National Interest. L’analisi di Weichert è impietosa,...
Nel passato mese di agosto il Presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato che il processo di de-dollarizzazione dei legami economici tra i Paesi BRICS è irreversibile. “Il processo oggettivo e irreversibile di de-dollarizzazione dei nostri legami economici sta acquistando slancio, si stanno compiendo sforzi per elaborare meccanismi efficaci di regolamento reciproco e di controllo valutario e finanziario”, queste le parole pronunciate dal leader russo in occasione di un forum economico in Russia tenutosi alla vigilia del vertice BRICS in...
I primi scricchioli si vedono già. Ma è davvero inutile aspettarsi che il prevedibile aumento della conflittualità all’interno del governo possa produrre un qualsiasi “cambiamento” degno di nota. Al massimo, come in tutte le legislature precedenti, potrebbe avvenire un rimescolamento che lascia le cose come stanno; una diversa maggioranza, insomma, ma non una diversa stagione politica. Come sempre, un cambiamento reale richiede che si faccia avanti e si affermi un soggetto diverso, una presenza di massa – nelle piazze, nei luoghi di lavoro e...
Ieri è stato il grande giorno delle comunicazioni al popolo francese di Emmanuel Macron sulla crisi ucraina. Non si è trattato del solito importante discorso dai toni retorici e roboanti tipici degli eventi bellici, ma di una più “confidenziale” intervista condotta da due giornalisti, ovviamente nel rispetto della parità di genere. Lo sottolineo perché purtroppo nell'occidente dell'ipocrisia farisaica woke gli elementi formalistici legati alla inclusività sono più importanti – evidentemente - della sostanza del rischio di far scoppiare una...
Perché fa così paura Jorit? Perché questa campagna di odio e persecuzione nei confronti dell'artista napoletano? A Roma è stata vandalizzata la sua gigantografia dedicata a Luana D'Orazio, la ragazza di 22 anni morta sul lavoro, anzi di lavoro, a Prato, per l'assenza di elementari norme di protezione. Un ennesimo omicidio sul lavoro che sintetizza il dramma dei morti di lavoro in Italia: pochi giorni fa, ad esempio, a Terlizzi è precipitato nel vano ascensore un capocantiere di 79 anni. Sono stati 585.356 gli infortuni sul lavoro nel 2023...
Stanno preparando la guerra e stanno approntando le condizioni interne per portarci in guerra. Ormai non è più, purtroppo, un modo di dire e lo dimostrano sia le sparate esterne su “aggressione russa”, “guerra nucleare russa”, “necessità di armare l’Ucraina per difendere il mondo libero dalla Russia”, sia le crociate democristian-fasciste per “serrare il fronte interno” contro le “interferenze russe”, e l’ostracismo contro chi venga accusato di essere «al servizio del Cremlino e della sua propaganda». Dunque, all’esterno. Dopo lo “scandalo”...
Le vicende finanziarie dovrebbero essere valutate per quello che sottendono, a volte situazioni negative. Attualmente sono gli Usa che preoccupano perché dal giugno 2023 ogni cento giorni il debito pubblico aumenta di ben mille miliardi di dollari. I dati sono eloquenti. Anzitutto va rimarcato che in dieci anni, dal 2014 a oggi, il debito americano è raddoppiato, passando da 17.000 miliardi all’attuale cifra di 34.500 miliardi. Molti ritengono che il modello “mille miliardi ogni 100 giorni” continuerà in futuro. Il Congressional Budget...
Il mio contributo a questa trasmissione di Francesco Capo riguarda la situazione geopolitica di Africa e dintorni, con i suoi primattori, i suoi figuranti, i suoi complici. Il dato certo è che l’Africa è una volta di più il continente giovane e nuovo, in attesa che riprenda e completi il suo percorso di liberazione, tra andate e ritorni, anche l’America Latina da Haiti in giù. I punti cruciali sono noti: Il Sahel glorioso che si è liberato dalla manomorta colonialista e predatrice francese basata sul pericolo jihadista dallo stesso Occidente...
Ormai da anni andiamo spiegando che, purtroppo, non vi è alcuna possibilità che il conflitto nell'est europeo si concluda con l'eventuale capitolazione del regime di Kiev. Questo può essere affermato con ragionevole certezza in considerazione di innumerevoli ragioni. Innanzitutto i motivi di fondo che hanno fatto deflagrare il conflitto – sarebbe forse più corretto dire, che hanno spinto Washington a farlo deflagrare – sono ancora tutte irrisolte. Mi riferisco, chiaramente, al profondo squilibrio commerciale tra l'Europa e gli USA che vedono...
La locuzione “ha stato Putin” è diventata popolare, addirittura proverbiale, e indica il vezzo occidentalista di ritrovarsi un colpevole già pronto per l’uso, in modo da coprire le proprie responsabilità. Sarà difficile però spiegare la quasi unanime adesione del parlamento italiano alla missione navale “Aspides” nel Mar Rosso con un “ha stato Biden”, cioè nascondendosi dietro la consueta denuncia della servile fedeltà italica all’alleato americano. Una linea politica può non essere nelle condizioni di prevalere, ma deve comunque reggere sul...
Io sono contrario a tutte le guerre, ma questo è un difetto mio. Le guerre a cui io sono contrario si dividono in due tipi: le guerre sbagliate e le guerre giuste. 1940, ascolti alla radio la voce del Duce che annuncia “l’ora delle decisioni irrevocabili è arrivata!” Poi un figlio lo perdi in Africa, un altro in Russia, gli statunitensi ti bombardano casa e tuo fratello finisce deportato in Germania. Ecco, era proprio una guerra sbagliata, non ci piove. Purtroppo da allora in Italia la parola guerra si porta dietro una cattiva nomea spesso...
Il territorio corrispondente all’attuale Moldavia, una superficie di poco superiore a un decimo di quella italiana, già facente parte dell’impero Ottomano, dopo alterne vicende seguite alla fine del primo conflitto mondiale, divenne nel giugno 1940 – per effetto del patto Molotov-von Ribbentrop e dell’ingresso dell'Armata Rossa in Bessarabia - parte integrante dell'Unione Sovietica, andando a costituire, assieme ad altri territori (compresa la Transnistria), la nuova Repubblica Socialista Sovietica di Moldova, una delle quindici entità...
In un mondo di diseguali che sprofonda nell’orrore di guerre, prevaricazioni, discriminazioni e violenze di ogni tipo, una certa “sinistra” borghese e benestante, spesso di valida provenienza militante, si fa compiaciuta portatrice di effimeri rammendi a una struttura irreparabilmente guasta. Lo fa da privilegiata, totalmente alienata da chi queste ingiustizie e questi orrori li subisce sulla propria pelle. Lo fa perché le è stata amputata la coscienza di classe. Come è avvenuta questa mutilazione e che cosa la alimenta e diffonde? Come...
Il ponderoso libro di Alessandro Pascale è una lettura stimolante che chiunque può leggere, è però pensato innanzitutto per formare i futuri militanti e quadri comunisti. La formazione è stata, dalla nascita di Rifondazione Comunista in poi, la grande assente nella prassi delle organizzazioni comuniste. Ci si avvicina e si entra in un Partito senza essere comunisti formati, il compito del Partito è costruire i futuri quadri dirigenti. Lenin diceva che dopo una sconfitta i comunisti sono quelli che resistono meglio, perché sanno ritirarsi in...
Le reazioni dei media e dell’establishment all’appello che il Papa ha fatto al governo ucraino di arrendersi per porre termine e quello che è un insensato macello sono emblematici della follia che caratterizza il mondo occidentale. Da un lato, i “cani da guardia” con l’elmetto che, in piena sintonia con il governo ucraino, considerano il Papa un traditore, un amico di Putin e così via. Dall’altra la tendenza “riformista”, di chi cerca di ingabbiare quanto detto da Francesco per ricondurlo alla normale amministrazione, all’inefficacia. Il...
Scelta obbligata, almeno per me. Piccola città. Deindustrializzata. Invecchiata. Come molti altri paesoni in Piemonte. La politica? Si vota ogni cinque anni, e tanto basta. Alle urne ci va metà, o poco più, degli aventi diritto. Il volontariato è, in piccola parte, impegnato sul piano culturale. Molto di più nell'assistenza. Attività meritorie. Però non mi sembrano bastanti a porre (se non in piccola parte) rimedio alle deficienze di questo modo di vivere. E alle relative conseguenze... Vorrei incidere, concretamente, sulle cause. Per questo,...
Sindaci del PD che proibiscono film prodotti in Russia, episodi di russofobia da parte di istituzioni di vario genere, Pina Picerno, PD, vicepresidente del Parlamento Europeo che chiede alla Commissione Europea e al Consiglio dell’Unione Europea di inserire il writer napoletano Jorit nella lista delle persone sottoposte a sanzioni, sono solo alcuni esempi del clima che il nostro, come altri paesi atlantisti, respira in un’escalation ossessiva e fanatica propria delle borghesie nazionaliste (in questo caso europeiste) che si preparano alla...
Il Macron-gate (è un termine stupido, scusatemi) si arricchisce di nuovi particolari. I rappresentanti dei partiti d’opposizione sono stati convocati all’Eliseo e ne sono usciti, come diciamo noi qui nell’Iperborea, “carichi di meraviglie“. Secondo Fabien Roussel, il segretario del Partito Comunista francese, Macron ha dichiarato che “non ci sono più linee rosse, non ci sono più limiti” all’impegno francese, il tutto mentre Macron mostrava su una carta dei freccioni che rappresentavano le truppe russe in marcia verso Kiev e Odessa, ossia uno...
La prima cosa che ho visto è stato un mucchietto di persone che usciva dalla sala con gli occhi sbarrati e le teste infastidite dal rumore che si sentiva forte anche da fuori. Come se fossero state costrette a uscire per via del frastuono assordante. Ho avuto paura ma mi sono fatta coraggio. Sapevo almeno come sarebbe finita. Il film è pieno di paesaggio. Inizia anche con un paesaggio. Un fiume, un prato che declina, alberi, lo schermo pieno di verde, foglie, e una famiglia in gita con cestini di cibo e bambini al seguito. E anche durante il...
Se non capisci la storia sei destinato a non capire nulla della filosofia di Karl Marx: tutto parte da lì. Isaiah Berlin, in questa sua “biografia intellettuale” (stando alle stesse parole di Henry Hardy, il quale ha curato il volume – che reca nel suo titolo il nome e il cognome del grande pensatore comunista – per la casa editrice milanese Adelphi, uscito nella traduzione fatta da Paolo Battino Vittorelli dall’originale inglese), non fa che porre l’accento e “specificare” proprio quanto la “storia” – che è sempre in Karl Marx storia di una...
La relazione dell’intelligence italiana al Parlamento illustrata dalla direttrice del Dis Elisabetta Belloni e dal sottosegretario Alfredo Mantovano è purtroppo un riepilogo di luoghi comuni della propaganda Nato senza alcun approfondimento o dato di rilievo. Il ministro Antonio Tajani se ne renderà forse conto. È preoccupante che le competenze dell’intelligence siano, volutamente o meno, incapaci di una visione strategica fondata sulla conoscenza reale degli scacchieri internazionali nei quali si opera. Ci uniamo a Emmanuel Todd che nel suo...
L’associazione nazionale funzionari di polizia ha ritenuto doveroso inviare una lettera aperta alla professoressa Donatella di Cesare, docente di filosofia teoretica presso l’università di Roma La Sapienza, dopo le polemiche scatenate da un suo tweet di cordoglio per la morte della ex dirigente delle Brigate Rosse Barbara Balzerani, scomparsa domenica 3 marzo 2024. Nel suo breve messaggio la professoressa Di Cesare aveva scritto: «La tua rivoluzione è stata anche la mia. Le vie diverse non cancellano le idee. Con malinconia un addio alla...
L’Unione Europea deve fronteggiare, in questo momento, le due più gravi sconfitte storiche subite da quando esiste. Due disfatte in parte intrecciate e che si condizionano a vicenda. La prima è in conseguenza dello scacco inflitto dalla Russia alla Nato in Ucraina, la seconda si racchiude nel bilancio fallimentare delle politiche economiche ordoliberistiche su cui l’Unione è nata, che continuano a ispirare la condotta degli Stati membri. Negli ultimi due anni quasi tutti i governi europei si sono messi a servizio degli USA e della Nato per...
In questa puntata si parla e straparla di un sacco di cose, a partire dell’inesorabile genocidio dei palestinesi, allo sghignazzo tonitruante dedicato alla signora Pina Picierno (PD, ovviamente), vicepresidente – nientemeno – del parlamento UE. Guardatasi in giro e visto come si è bravi a discriminare tra buoni e cattivi, bastonando i primi ed embeddando nell’impunità i secondi, ha scoperto su chi esercitare il suo di ruolo vicepresidenziale della brigata che a forza di cazzotti fa valere i valori dell’Occidente su chi non li trova. Ha...
I numeri sono la chiave di tutto. Semplicemente perché la guerra, questa maledetta guerra a Gaza, si legge anche attraverso queste lenti che spiegano che il tempo è scaduto. Senza il cessate il fuoco, il bollettino attuale di morti e feriti sarà nulla a confronto dell’impatto che avranno le epidemie. Partiamo dal disastro del sistema sanitario, ormai totalmente saltato in aria: 342 i medici feriti o addirittura uccisi, 100 quelli arrestati o fermati, 106 le ambulanze distrutte o danneggiate, il 16% per cento dei bambini soffre di grave...
In occasione della Giornata Internazionale della Donna, spendere qualche parola sullo stato della parità di genere in Italia è quantomeno necessario. Oggi, in particolare, giornali, riviste e trasmissioni televisive presenteranno i loro contributi sulla questione di genere, spesso fornendo dati incompleti e soluzioni inefficaci. Un prima, spesso sottovalutata, questione riguarda il modo in cui misuriamo, e quindi identifichiamo, le discriminazioni di genere. Un primo indicatore, molto in voga, è il cosiddetto gender wage gap. Questo...
La guerra ha molti volti, e l’uso dell’intelligence è sempre un aspetto fondamentale di qualsiasi strategia politica e militare. Ma può sempre capitare di fare autogol, ossia di mettere in circolo una informazione che alla lunga rivela un po’ troppo su di te… Stamattina tutte le agenzie riportano – molto in breve, per carità – che l’Ambasciata statunitense in Russia ha pubblicato un’allerta sul proprio sito web, consigliando ai cittadini americani di evitare i grandi raduni a Mosca, inclusi i concerti, nelle prossime 48 ore a causa di...
La società è molto più pacifica e armoniosa della nostra. Quando viaggi in Occidente spesso la tensione è palpabile (caso estremo, la Turchia), lì non esiste. Anche il ruolo della polizia sembra completamente diverso dal nostro: lì le forze dell’ordine sono una presenza spesso presente sulle strade, ma sono privi di pistole, manganelli o qualsiasi altro strumento intimidatorio. Gli unici momenti in cui li ho visti in azione sono stati a Wuhan, quando hanno bloccato il traffico per fare uscire i bambini da scuola, e alla stazione di Shanghai,...
Secondo lo stracitato aforisma di Carl von Clausewitz, la guerra sarebbe la continuazione della politica con altri mezzi. Grazie all’intervento di Ursula von der Leyen del 28 febbraio scorso, quella concezione un po’ naif del vecchio generale prussiano è stata finalmente superata e aggiornata. Secondo la presidente della Commissione Europea la guerra infatti non è altro che continuare a derubare i contribuenti con tutti i mezzi. Non sono stati i soliti complottisti, ma la von der Leyen in persona a richiamare l’affinità con quanto accaduto...
Eric Eustace Williams (Trinidad, 25 settembre 1911 – Trinidad, 29 marzo 1981) è stato professore di Scienze politiche e sociali presso l’Howard University di Washington D.C. Fondatore nel 1956 del partito “People’s National Movement” di Trinidad e Tobago, è considerato da alcuni come il “padre della nazione” dopo aver portato la colonia britannica all’indipendenza il 31 agosto 1962 e allo status di repubblica il 1º agosto 1976, divenendone anche Primo ministro, carica che ricoprì fino alla sua morte. E’ considerato come uno dei più noti...
Cari amici,troverete oggi due articoli. Un commento all'accordo europeo, alquanto negativo. La BCE è la vera vincitrice: essa si disinteressa definitivamente della crisi europea per concentrarsi nella caccia ai fantasmi inflazionistici. Al riguardo, con Lanfranco Turci inviammo al Sole-24 Ore un commento a un apprezzabile articolo di Guido Tabellini (lo trovate nel blog) che perorava, appunto, un ruolo attivo della BCE. Non è stato pubblicato, lo facciamo qui. Peccato per loro, ma nemo profeta in patria. Buona lettura. Sergio
Il mondo sottosopra degli europei*
Sergio Cesaratto
Che giudizio dare dell’ennesimo accordo di “salvataggio della Grecia” stipulato giovedì 21 giugno dai paesi europei? I mercati hanno già dato il loro venerdì 22: i differenziali fra i tassi sui BTP italiani e quelli sui Bund tedeschi erano alla chiusura 258 punti (2,58%), un livello insostenibile per il paese. Il verdetto dei mercati sull’utilità della manovra “lacrime e sangue” approvata in un malsano clima di unità nazionale era stato parimenti negativo. Esaminiamo per sommi capi l’accordo.
1. I due punti principali sono: A) il coinvolgimento del settore privato nell’alleviare il carico debitorio della Grecia; B) l’estensione dei poteri del European Financial Stability Facility (EFSF) già creato nel 2010 con migliori condizioni dei prestiti per i tre piccoli periferici, Grecia, Irlanda e Portogallo (GIP) e nuovi compiti.
2. Non diremo molto per ora circa primo punto che è quello più difficile da giudicare, e comunque volto a placare il Parlamento tedesco (che pensa che a sorreggere la Grecia = rimborsare le banche tedesche siano solo i contribuenti tedeschi!). Le banche hanno allungato la scadenza dei loro crediti e accettato qualche taglio. Evidentemente che i costi della crisi gravino sui profitti dei banchieri è un bene. In che misura accadrà è da vedere e ci torneremo. L’agenzia di rating Fitch ha già giudicato le perdite che le banche incorreranno come un “default selettivo” da parte della Grecia. Poco male, ma è evidente che i mercati non si fidano dei provvedimenti sub B e si attendono che qualcosa del genera accadrà anche per Portogallo e Irlanda – ma a quel punto il contagio a Italia e Spagna sarebbe drammatico -, ragione per cui i differenziali sui tassi pagati dai periferici non si sono ridotti che marginalmente. Comunque, c'è un balletto di cifre sul reale impegno delle banche. (Eurointelligence cita la Frankfurter Allgemeine Zeitung secondo cui le banche tedesche pagherebbero 1 miliardo di euro, le banche francesi 1,5 miliardi, e quelle greche ben 10 miliardi, per perdite complesssive delle grandi banche europee, secondo Bloomberg, di 20 miliardi. Ma allora l'aiuto alla Grecia da parte delle banche tedesche e francesi dov'è? e sarà lo ESFS a farsi carico delle banche Greche, vedi più sotto).
3. Veniamo dunque ai provvedimenti sub B. Lo EFSF (e lo European Stability Mechanism-ESM che lo seguirà dal 2013) sono fondi finanziati dai governi europei. Lo EFSF già ha elargito prestiti ai GIP (mi scuso per gli orribili acronimi ma accorciano).
Punto B1, ne elargirà degli altri alla Grecia, e tutti questi prestiti verranno ora allungati nella scadenza ed elargiti a tassi più bassi (3,5%).
A questi compiti se ne aggiungerà un altro, B2, importantissimo, quello di intervenire nei mercati per calmierarli ogni qualvolta si scateni una tempesta sui titoli pubblici (evenienza assai probabile). I miei studenti diranno: ma prof., questo è compito della banca centrale! Già, ci torneremo. In effetti alla BCE rimarrà il compito di decidere quando intervenire mentre il come lo EFSF lo farà è indefinito – vi lascio immaginare con quale tempestività tutto questo potrà avvenire, giorni laddove le tempeste finanziarie sono fulminee, come anche un bimbo sa. Di più, si interverrà a sostegno di titoli sovrani imponendo condizioni (le ennesime manovre restrittive) ai paesi: decise da chi non è dato sapere, così il nostro governo ha firmato l’ennesima cambiale in bianco all’Europa.
E, infine, B3, lo EFSF deve garantire il valore dei titoli greci anche se le agenzie di rating dovessero dichiarare il default parziale della Grecia. Si assicura in tal modo che la BCE possa continuare ad accettare titoli sovrani greci in cambio della liquidità necessaria alla sopravvivenza delle banche greche. Ma anche, guarda un po’, i governi europei garantiscono il valore facciale dei titoli greci già in pancia della BCE sicché, in caso di default, questa non incorre in perdite. In un mondo non up side down sarebbe la banca centrale a garantire i titoli pubblici. Last but not least, lo EFSF ha il compito di ricapitalizzare le banche.
4. Tutti questi impegni sono un bene in fondo, no? No, non lo sono. Questi fondi europei hanno un difetto congenito dal loro concepimento: a mettere i soldi sono anche i grandi paesi indebitati - in particolare Italia e Spagna. Quindi ogni lira che l’Italia presta alla Grecia mentre procrastina la redde rationem greca, aggrava la situazione debitoria italiana, avvicinando la redde rationem italiana. E che senso hanno fondi indirizzati a sostenere i titoli sovrani italiani in cui la stessa Italia deve emettere titoli sovrani per finanziare i propri titoli sovrani? E’ assai chiaro perché i mercati non si fidino. I soldi veri li mette solo la Germania, e in parte la Francia (che ricordate non è un paese che poi stia benissimo).[1] Per ora li mettiamo anche noi, ma indebitandoci, e a caro prezzo (vedi sotto punto 5). Per alleviare il debito di un fratello, un altro si indebita, i mercati ben capiscono che quella famiglia è inaffidabile. Di più. Ora lo EFSF ha ancora più compiti di prima, con le medesime (e in buona parte improbabili) risorse (v. NYT 25 luglio qui).
5. E qui una digressione fra il comico e il tragico, come si confà al nostro paese. Esso è ora nella condizione assurda di indebitarsi a 5 o 6% per prestare ai GIP al 3,5, bell’affare! (la Germania per contro si indebita al 2%e presta al 3,5% con un guadagno netto). Se andate in un blog irlandese molto seguito, Irish economy, il fondatore del blog stamane (sabato 23) giubilava scrivendo: “Well thanks Silvio! If it weren’t for the comical actions of Signor Berlusconi, I doubt if we would have obtained yesterday’s long-hoped-for interest rate cut on our EU loans.” Non è chiaro cosa il comico nostrano abbia combinato. Di certo ha accettato provvedimenti penalizzanti per il nostro paese.
6. Tiriamo un po’ le somme. La vera vincitrice giovedì è stata la BCE (si veda il NYT).Essa si è definitivamente sottratta al compito, proprio delle banche centrali, di sostenere il debito sovrano. Naturalmente la BCE ha difeso un ruolo (o un non ruolo) che l’architettura istituzionale europea le aveva sciaguratamente assegnato impedendole per statuto di intervenire a sostenere debiti sovrani pericolanti. Come ogni studente del primo anno di economia sa, sono tuttavia le banche centrali che devono intervenire nei mercati a sostenere i titoli sovrani. In un importante articolo Guido Tabellini ha sottolineato questo punto, sebbene non una novità per noi. Sono le banche centrali a essere i prestatori di ultima istanza del sistema bancario (anzi, come ricorda Mallaby sul FT, sono state inventate a questo scopo). Scriveva anche il Sole-24 Ore : “Chi sarà il prestatore di ultima , si chiedevano inoltre gli investitori?”. E’ assolutamente improprio che tale ruolo sia stato attribuito all’EFSF, a parte le difficoltà tecniche e soprattutto le improbabili risorse sopra ricordate. Ed è assolutamente ridicolo, veramente capovolgere il mondo, che siano i governi a garantire i titoli detenuti dalla banca centrale e non viceversa. E’ vero che dio acceca chi vuole perdere!
7. Abbiamo ad nauseamscritto che il ruolo della BCE è assolutamente necessario per tamponare la crisi europea dei debiti sovrani.[2]Condivisibilmente Mallaby scrive sul FT di oggi (sabato 23):
“The truth is that, even in America, crisis lending is mostly done by the central bank. In the dark days after the Lehman bust, Hank Paulson, Treasury secretary, begged Congress for $700bn of bail-out funds. He got it – but not before panicking the markets by being rejected the first time. Even then, the Treasury’s intervention was massively surpassed by the Federal Reserve, which pumped $3,300bn into distressed markets. It turns out that the best lenders of last resort are, in fact, the traditional lenders of last resort; central banks that do not have to deal with sluggish parliaments, but can print money. Their responsibility for financial stability is arguably equal to their responsibility for fighting inflation. Indeed, Europeans who gaze enviously at the US should recall that, when the Fed was established in 1913, its central purpose was crisis lending….
If Mr Trichet’s ECB really did emulate the Fed, the ring fence for Italy and Spain could be established instantly. He could simply declare that he stands ready to buy sovereign bonds issued by both. The combined net sovereign debt of Italy and Spain comes to around €2,200bn. Mr. Trichet could plausibly promise to buy the whole lot – which would guarantee he would never have to.” (traduzione in fondo)
La sostanza delle ultime righe è: se Trichet desse la propria garanzia sulla redimibilità dei titoli sovrani europei, una barriera di sicurezza sarebbe stesa attorno al debito sovrano italiano e spagnolo, e la fiducia impartita ai mercati sarebbe tale che Trichet non dovrà mai in pratica intervenire.[3]
E perché concetti tanto elementari non vengono capiti dai governi europei? Ignoranza, certo, anche quella. Ma la questione è politica: la Germania non vuole una BCE modello FED americana, bensì modello Bundesbank tedesca, guardiamo della stabilità monetaria fondamento del mercantilismo di quel paese.
8. Per concludere. L’accordo di giovedì è un passo indietro proprio perché segna l’arroccamento della BCE in una posizione di mero guardiano del’inflazione e non di banca sovrana degli stati europei. Tant’è che dovremo attenderci in quel ruolo altri nefasti aumenti dei tassi di interesse.
9. Dulcis in fundo, in quegli accordi non c’è traccia – tranne un retorico accenno a un piano Marshall per la Grecia (put your money were your mouth is, direbbero gli inglesi) – a come affrontare le radici di fondo della crisi europea, aver costretto in un gold standard paesi dalla diversa forza strutturale che non possono più ricorrere agli aggiustamenti del cambio per ripristinare la loro competitività. Un bel pasticcio, il più difficile, da affrontare perché implica che la Germania muti modello. Ma se non lo si fa, neppure le proposte più adeguate per tamponare la crisi, quelle sopra delineate, potrebbero alla lungo risolvere un bel niente.
I mercati anche questo sanno, come di nuovo nota Il Sole: “non c'è alcun progetto per coniugare la sostenibilità del debito dei singoli Paesi con la crescita dell'economia”. In verità né sostenibilità, né tantomeno crescita sono state assicurate. Intanto un passo in più si è compiuto verso il baratro europeo.
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Tabellini visita il Levy Institute
di Sergio Cesaratto e Lanfranco Turci
L’articolo di Tabellini su Il Sole-24 Ore del 14 luglio ci appare uno spartiacque nelle posizioni sulla crisi europea sinora prevalenti su queste pagine, e una crepa fra quelli che, per comodità, definiamo economisti bocconiani. Dando ragione implicitamente agli avvertimenti degli economisti Minskiani del Levy Institute, Tabellini afferma che la solvibilità dei debiti sovrani è legata alla presenza di una banca centrale che li sostenga. Le analisi del Levy avevano infatti falsificato le tesi assai popolari degli economisti Reinhart e Rogoff che fissano una soglia del 90% del rapporto debito/Pil oltre il quale un default si farebbe probabile senza specificare che ciò è vero solo per paesi che rinunciano alla piena sovranità monetaria - come hanno fatto molti paesi europei a favore della BCE. Tabellini suggerisce dunque, con apprezzabile franchezza, che l’Europa deve decidere se la BCE è causa o soluzione del problema. Il disegno che Tabellini – sostenuto anche dal prof. Benigno sempre sul Sole – sembra suggerire è che: a) l’Unione Monetaria Europea (UME) si doti di una politica fiscale comune che, per cominciare, non può che consistere nel trasferimento di quota dei debiti sovrani a una istituzione europea che emetterebbe i famosi Eurobonds; b) la politica monetaria agisca in maniera cooperativa sostenendo i titoli del debito sovrano, operando come tradizionalmente agisce la banca centrale di uno stato sovrano. Si osservi che ciascun paese, sebbene si liberi di una quota del debito, continuerà a pagarvi gli interessi, ma minori per la garanzia europea e della BCE. In tal modo si sdrammatizzerebbe la crisi del debito senza creare alcuna “transfer union”. Dietro le posizioni espresse da Tabellini, Benigno, da noi su altri quotidiani e blog e un anno fa in una lettera di 250 economisti italiani c’è l’idea che la crisi sia stata conseguenza della stessa costituzione dell’UME che ha facilitato l’indebitamento della periferia, particolarmente nel settore privato (l’elevato debito pubblico italiano era preesistente).
Ancora prevalente è tuttavia una seconda impostazione che vede la causa della crisi nella dissipatezza degli stati (così gli interventi di Reichlin, e Perotti-Zingales). La periferia europea deve rendere il settore pubblico più efficiente, ma manovre di riduzione della spesa, oltre che foriere di instabilità sociale, sono recessive soprattutto se condotte su scala europea: manovra chiamerà manovra nella chimera di guadagnare credibilità presso i mercati – i quali san bene che questo aggiustamento è la classica fatica di Sisifo. Pericolosa ci appare poi la proposta di Perotti-Zingales di far cassa con le dismissioni delle aziende pubbliche – bocconcino appetibile perché agiscono in regimi semi-monopolistici. Male se gli acquirenti fossero italiani, pessimo se fossero stranieri (per sempre loro sarà la rendita su quelle attività).
Le proposte più solide per sdrammatizzare la situazione ci paiono dunque quelle di Tabellini e Benigno, un esempio, ci si consenta la digressione, di come la buona analisi economica non sia ortodossa o eterodossa – da cui un nostro appello a preservare la pluralità accademica delle idee. Al di fuori di quelle proposte rimane la questione di fondo di come far recuperare competitività ai paesi periferici. Gli impegni sulla crescita presentati dal Sole del 16 luglio si rifanno tuttavia prevalentemente alla seconda impostazione sopra delineata. Non potendo entrare nel merito di tutte le proposte, ci sembra che pur raccogliendo quella degli eurobonds, si tralasci il ruolo che una diversa politica monetaria dovrebbe avere nell’assicurare il successo di questa operazione (ruolo trascurato anche da V.Visco). Una politica monetaria più accomodante, suggerita da Tabellini, sosterrebbe anche la domanda aggregata, mentre un tocco di inflazione in più nei paesi più competitivi contribuirebbe al riequilibrio nell’Eurozona. Attraverso un mutamento profondo delle politiche europee, ciascun paese potrebbe trovare risorse e agire nel sostenere la propria modernizzazione in un clima di concordia sociale. Da noi le forze imprenditoriali non dovrebbero sfruttare la drammaticità dei giorni per fare i conti definitivi con uno stato sociale visto come avversario e non come elemento di cooperazione sociale, né dovrebbero sostenere riforme fiscali volte a mortificare ulteriormente i salari dei lavoratori. Dovrebbero invece favorire una svolta nella leadership politica verso il rigore intellettuale e morale, e l’apertura alle istanze sociali.
*(questo commento è stato pubblicato anche da www.melogranorosso.eu accanto alla traduzione di quello di Yanis Varoufakis, grazie Lanfranco Turci!)
[1] In verità, essendo la Germania (e la Francia) piena di crediti inesigibili, è dubbio che persino la Gerrmania sia in grado di mettere soldi veri (come notavamo quando lo EFSF fu creato). In famiglia la soluzione non può essere trovata. La BCE è il deus ex machina della faccenda.
[2]Mentre condividiamo del tutto le considerazioni sull’accordo di Yanus Varoufakis (traduzione qui) ci sembra che egli trascuri il ruolo chiave della BCE nella questione europea.
[3] Martedì 12 luglio, il martedì nero dei titoli di stato italiani, sono bastate voci dell’intervento della BCE per fermare la speculazione. Sappiamo ora che la BCE non è effettivamente intervenuta. Ciò dimostra come la semplice minaccia sia efficace. Traduzione passo da FT:
“La verità è che, persino in America, i prestiti di emergenza sono sopratutto effettuati dalla banca centrale. Nei giorni bui del collasso della Lehman,Hank Paulson, il segretario al Tesoro pietì 700 miliardi di $ al Congresso per i salvataggi. Li ottenne – ma non prima di spaventare i mercati all’iniziale rifiuto. Persino a quel punto, l’intervento del Tesoro fu massicciamente sorpassato da quello della Federal Reserve (la banca centrale americana ndr) che pompò 3.300 miliardi nei mercati così turbati. Si comprende così che i prestatori di ultima istanza sono, infatti, i tradizionali prestatori di ultima istanza; le banche centrali non hanno a che fare con farraginosi parlamenti, ma possono stampare moneta. La loro responsabilità nei riguardi della stabilità finanziaria è sullo stesso piano della lotta all’inflazione. In realtà, gli europei che osservano invidiosamente gli Stati Uniti dovrebbero ricordare che, quando la Fed fu creata nel 1913, il suo scopo centrale era di prestatore in tempi di crisi….
Se Mr. Trichet della BCE veramente emulasse la Fed, il recinto di protezione per Italia e Spagna sarebbe immediatamente creato. Egli dovrebbe semplicemente dichiarare che egli è pronto ad acquistare i titoli sovrani emessi da entrambe i paesi. Il debito sovrano combinato di Italia e Spagna assomma a circa $ 2.200. Mr. Truchetpotrebbe plausibilmente promettere di comprarselo tutto – il che assicurerebbe che egli non lo dovrà mai fare”
Enrico Grazzini è giornalista economico, autore di saggi di economia, già consulente strategico di impresa. Collabora e ha collaborato per molti anni a diverse testate, tra cui il Corriere della Sera, MicroMega, il Fatto Quotidiano, Social Europe, le newsletter del Financial Times sulle comunicazioni, il Mondo, Prima Comunicazione. Come consulente aziendale ha operato con primarie società internazionali e nazionali.
Ha pubblicato con Fazi Editore "Il fallimento della Moneta. Banche, Debito e Crisi. Perché bisogna emettere una Moneta Pubblica libera dal debito" (2023). Ha curato ed è co-autore dell'eBook edito da MicroMega: “Per una moneta fiscale gratuita. Come uscire dall'austerità senza spaccare l'euro" ” , 2015. Ha scritto "Manifesto per la Democrazia Economica", Castelvecchi Editore, 2014; “Il bene di tutti. L'economia della condivisione per uscire dalla crisi”, Editori Riuniti, 2011; e “L'economia della conoscenza oltre il capitalismo". Codice Edizione, 2008
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