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GEAB 44 (Aprile) Italiano, completo

Tradotto in esclusiva per Informazione Scorretta
A cura di Eleonora, Marco, Marko, Francesco, Martina di Informazione Scorretta

1- Prospettiva

Crisi sistemica globale / USA-UK.
L’esplosiva coppia della seconda metà del 2010: estate 2010
La battaglia della Banca d’Inghilterra / Inverno 2010
La Fed a rischio di bancarotta


Come anticipato da LEAP/E2020 parecchi mesi or sono, e in contrasto con i resoconti dei media e degli “esperti” delle ultime settimane, l’Eurozona ha effettivamente fornito alla Grecia sostegno e credibilità (in special modo riguardo a una buona gestione futura, la sola garanzia di fuga possibile dal circolo vizioso del crescente debito pubblico)[1]. Pertanto non vi sarà alcun default greco, anche se l’emotività riguardo alla situazione greca è un indicatore autentico di una crescente consapevolezza riguardo alla difficoltà di reperire il denaro necessario per finanziare l’enorme debito pubblico occidentale: una situazione ormai “insostenibile”, come sottolineato recentemente in un report della Bank of International Settlements.

Il polverone sollevato sulla Grecia dai media, in particolare inglesi e statunitensi, mirava a nascondere alla maggior parte dei protagonisti della scena economica, finanziaria e politica il fatto che il problema Grecia non era il segnale di una imminente crisi dell’Eurozona[2] bensì, in effetti, una prima avvisaglia del prossimo grande shock della crisi sistemica globale, vale a dire una collisione tra le economie virtuali britannica e statunitense da un lato, fondate su livelli insostenibili di debito pubblico e privato, e dall’altro la combinazione dei prestiti in scadenza dal 2011 in poi e della carenza globale di fondi disponibili per un rifinanziamento a basso tasso degli stessi.

Come anticipato sin dal febbraio 2006, non si dovrebbe dimenticare che l’attuale crisi è originata dal collasso dell’ordine mondiale creato dopo il 1945, di cui gli USA, assistiti in questo dal Regno Unito, erano il principale sostegno. Inoltre, per comprendere il reale effetto degli eventi causati dalla crisi (il caso Grecia, per esempio), è utile mettere in relazione il loro significato con la debolezza strutturale al cuore di questo mondo in rapida distruzione: per il nostro team, il “dito greco” non indica l’Eurozona, bensì i pericoli esplosivi dell’esponenziale fame di finanziamento del Regno Unito e degli USA[3].

I nostri lettori dovrebbero tenere ben presente che in un periodo in cui le richieste di finanziamento superano i fondi disponibili, come avviene adesso, l’importo totale del debito sovrano è più importante delle percentuali del disavanzo.

Ciò può essere illustrato da un esempio molto semplice: immaginate di disporre di 100 euro e avere due amici, l’uno “povero”, A, che ha bisogno di 30 euro e l’altro “ricco”, B, che ha bisogno di 200 euro. Anche se B vi offre in pegno un costoso orologio da 1,000 euro, mentre A dispone solo di un orologino da 20 euro, non dovreste aiutare B perché non avete soldi a sufficienza per soddisfare le sue necessità finanziarie; ragionando solo su pegni e interessi, potreste decidere di aiutare A. Mutatis mutandis, ciò invalida tutti gli argomenti basati sul disavanzo, secondo i quali sarebbe ragionevole aiutare B perché la percentuale è più favorevole (20%) rispetto a quella di A (150%).

Ma nel mondo in crisi, dove il denaro non è disponibile in quantità illimitate[4], la teoria si frantuma contro il muro della realtà: volere e potere sono due cose ben diverse.

Pertanto, LEAP/E2020 formula due semplici domande:

1 . chi sarà in grado - o vorrà - aiutare il Regno Unito dopo il 6 maggio, quando il caos politico post elettorale esporrà in bella vista l’avanzato stato di decomposizione di tutti i suoi parametri di bilancio, economici e finanziari? La situazione finanziaria è talmente seria che i tecnocrati alla guida del paese hanno formulato un piano, presentato ai partiti che contestano le prossime elezioni politiche, allo scopo di evitare un vuoto di potere che potrebbe portare al collasso la sterlina (già molto debole) e il buoni del tesoro (Gilts) (il 70% dei quali è già stato acquistato dalla Banca d’Inghilterra nelle aste degli ultimi mesi): Gordon Brown rimarrà primo ministro anche se perde le elezioni, a meno che i conservatori non siano in grado di raccogliere voti sufficienti per una vittoria schiacciante[5]. In effetti, in un contesto di crisi economica e politica, i sondaggi inducono a pensare che il paese si stia avviando verso una situazione di “parlamento sospeso” priva di una chiara maggioranza.

L’ultima volta che tale evento si verificò, nel 1974, rappresentò una specie di premessa politica all’intervento del FMI di diciotto mesi dopo[6].

Per il resto il governo dà una spintarella alle statistiche per creare le condizioni per una vittoria (o una sconfitta pilotata). Ad ogni modo la realtà è deprimente. Il settore immobiliare britannico è intrappolato in una depressione che impedirà ai prezzi di ritornare ai livelli del 2007 per molte generazioni (detto altrimenti, mai) secondo Lombard Street Research[7]. I tre partiti si stanno preparando ad affrontare una situazione post elettorale catastrofica[8]. Per LEAP/E2020 il Regno Unito andrà incontro a uno scenario “greco”[9] con i leader britannici costretti ad annunciare che la situazione del paese è decisamente peggiore di quanto dichiarato nel periodo antecedente le elezioni. I numerosi incontri tenutisi alla fine del 2009 tra il cancelliere dello scacchiere, Alistair Darling, e Goldman Sachs è un indicatore assai affidabili di manipolazione del debito sovrano.

Come scritto nell’ultimo GEAB, basta tallonare Goldman Sachs per sapere dove si nasconde il prossimo rischio di insolvenza di un debito sovrano.



Richieste di finanziamento del governo federale USA (2010-2014)[10] (in trilioni di USD) – Scuro: il deficit federale /Chiaro: il debito in maturazione (debito a breve scadenza non incluso) - Fonti: Moodys / S&Ps / Dipartimento del Tesoro / New York Times, 03/15/2010

2. Chi sarà in grado / chi vorrà sostenere gli USA quando la miccia britannica[11] inizierà a bruciare scatenando il panico nel mercato dei titoli di stato (dei quali gli USA sono di gran lunga il principale emittente)?

In special modo, visto che il rifinanziamento del debito sovrano necessario coincide con l’inizio delle scadenze di una valanga di debiti privati USA (immobiliare commerciale e LBO) per un totale di 4,2 trilioni di USD di debito privato in scadenza da adesso al 2014 (in media, un triliardo di dollari l’anno[12]). Per puro caso, è lo stesso importo delle nuove emissioni di titoli di stato per il solo 2010, metà dei quali emessi dal governo federale USA. Se a ciò si sommano le necessità di finanziamento degli altri attori economici (proprietari immobiliari, aziende, amministrazioni locali), gli USA devono reperire all’incirca 5 triliardi di USD nel 2010 per non “restare all’asciutto”. Il nostro team prefigura due risposte nude e crude:

. per quel che concerne il Regno Unito, l’FMI e, forse l’UE[13]; e da questa estate assisteremo alla “Battaglia della Banca d’Inghilterra”[14] mirante a evitare un collasso simultaneo della sterlina e delle finanze pubbliche. In ogni caso, la sterlina non ne uscirà indenne e la crisi nelle finanze pubbliche porterà a un piano di austerità senza precedenti.

. per quel che concerne gli USA, nessuno; perché le necessità di finanziamento superano le possibilità dei possibili finanziatori (ivi compreso l’FMI[15]); nell’inverno 2010/2011 questo fatto condurrà all’esplosione della bolla dei buoni del tesoro USA fondata su un ampio aumento dei tassi di interesse mirante a finanziare il debito sovrano e le necessità di rifinanziamento del debito privato, con una conseguente nuova ondata di bancarotte di istituti finanziari. Ma non solo soltanto i paesi che possono interrompere i pagamenti. Anche una banca centrale può andare in bancarotta se il suo bilancio è infarcito di “beni fantasma”[16] e la Fed dovrà affrontare un rischio reale di bancarotta, come analizzato nel presente numero GEAB.

Nell’inverno 2010, inoltre, avrà luogo un altro evento destabilizzante per gli USA: la prima importante tornata elettorale dall’inizio della crisi[17] quando milioni di americani probabilmente esprimeranno la loro “sazietà” per uno stato di crisi permanente[18] che non sembra colpire Washington né Wall Street[19], e che crea un debito pubblico contro-produttivo, con una perdita di 40 centesimi per ogni dollaro prestato (cfr. grafico sotto).


Diminuzione della produttività marginale del debito nell’economia (in USD) (rapporto PIL/ debito 1966-2010) - Fonte: EconomicEdge, 03/2010

Si potrebbe dissentire dalle risposte fornite dal nostro team alle due domande poste.

Tuttavia, siamo convinti che tali domande non possano essere ignorate: nessuna analisi, nessuna teoria sugli sviluppo mondiali nei prossimi nove mesi è credibile se non fornisce chiare risposte a queste due domande: “Chi sarà in grado? Chi vorrà?”.

Dal canto nostro, condividiamo il pensiero di Zhu Min, governatore della Banca Centrale cinese: “Il mondo non ha abbastanza denaro per comprare ancora buoni del tesoro statunitensi”[20].

Nel presente numero, pertanto, il nostro team ha deciso di stilare un elenco dei principali rischi che incombono su Regno Unito e USA, e di anticipare gli sviluppo dei prossimi mesi nel crescente contesto di una “guerra di velluto” tra i poteri occidentali (guerra commerciale, finanziaria e monetaria). Illustreremo inoltre una serie di raccomandazioni per affrontare il doppio shock delle necessità finanziarie britanniche e statunitensi.

 

2. Regno Unito

Estate 2010: la battaglia della banca d'Inghilterra

L'élite Britannica si sta preparando ad affrontare uno dei peggiori periodi della storia moderna del paese.

La combinazione di una situazione politica interna incerta ed una situazione economica, finanziaria e di budget catastrofica contribuisce ad un “indirizzamento” delle prossime Elezioni Generali da parte di dipendenti pubblici di alto rango, in modo da evitare un vuoto politico fatale alla sopravvivenza della valuta/moneta Britannica.

D'altra parte, i leader economici si preoccupano delle due conseguenze della crisi, cioè del crescente rischio del caos sociale e dell'indebolimento duraturo dell'unico pilastro del potere nel paese: la City.

Nell'introduzione di questa edizione del GEAB abbiamo già descritto alcuni di questi aspetti. Qui si tratta di finalizzare il quadro della Gran Bretagna alla vigilia di questo momento chiave che e' rappresentato dalle prossime Elezioni Generali, nonché delle loro conseguenze in termini di possibilità di rovina del paese.

Per tre secoli la City e' stata una componente strategica del potere Britannico. Si potrebbe addirittura dire che, con la deindustrializzazione che si e' svolta a partire dagli anni 1970, la City e' diventata, assieme all'industria militare, uno dei tre pilastri di influenza e di governo del Regno Unito.

Come hanno mostrato le edizioni precedenti del GEAB, la crisi sistemica globale ha direttamente influenzato il potere della City che adesso si trova a dieta stretta di fondi pubblici mentre, per la prima volta nella sua storia, e' obbligata a operare sotto regole imposte esternamente – dall'Unione Europea.

Allo stesso tempo, la crisi ha richiesto al governo Britannico di rivedere completamente la propria politica fiscale che, dagli anni della Thatcher (seguiti dalle politiche di Toni Blair), hanno favorito i grandi guadagni e istituzioni finanziarie.

In effetti, come abbiamo scritto sin dal 2007 nelle varie edizioni del GEAB, in tempi di crisi lo stato prende i soldi dove li può trovare: qualcosa che i banchieri (e non solo quelli della City) sembra abbiano dimenticato. Questa volta, questa nuova politica fiscale fa diventare Londra sempre meno attraente, mentre allo stesso tempo l'Eurozona (Parigi e Francoforte) si prende il compito di accumulare un crescente numero di attività relative all'Euro, che per Londra era una specialità. Per sintetizzare, con una regolamentazione crescentemente sfavorevole, tassazione sempre più pesante e crescente dipendenza dallo stato, il futuro appare cupo per la City Londinese, rinforzando la debolezza di un paese che, per decenni, ha nascosto le proprie debolezze strutturali dietro l'arroganza della City.

L'altro problema Britannico, che e' stato nascosto per decenni sotto il tappeto, e' la potenza militare.

E', effettivamente, una delle rare aree di eccellenza industriale ed è, in particolar modo, lo strumento per eccellenza per la proiezione del potere (e l'idea del potere) a livello mondiale, anche se questa potenza militare e' sempre più limitata alla sola assistenza agli Stati Uniti. Però la direzione che la crisi ha preso sta per ridurre drasticamente la capacita militare del Regno Unito, causando ingenti tagli al budget militare ed una caduta (fino a 70%) in questo settore importante del paese.

E' certo che al massimo dopo due o tre anni la potenza militare Britannici sarà solo l'ombra di quello che e' stata nelle decadi passate.

Pertanto, praticamente ci sono solo due alternative per questo problema: essere completamente avvolta dalla macchina militare Statunitense oppure cercare di creare, in particolar modo con la Francia, una forza militare Europea. Siccome nessuna delle due possibilità può essere contemplata in termini brevi, la cosa più probabile e' che la crisi accentuerà una veloce rimozione del Regno Unito dalla mappa delle maggiori potenze militari.

Infine, un terzo fattore si e' delineato dalla elezione come presidente di Barack Obama (anche se il trend e' più vecchio di questo evento): si e' mantenuta la speciale relazione tra Regno Unito e Stati Uniti. E' una proprietà essenziale nel contesto di questa crisi che affligge il Regno Unito perché, dagli anni 1950, questa relazione privilegiata ha giocato un ruolo di sostentamento della potenza Britannica.

E' come nei film di James Bond dove il ruolo della CIA, necessario, ma discreto, da' a 007 l'abilita di sconfiggere i nemici del mondo libero: senza questo aiuto, James non sarebbe durato a lungo. I leader Britannici si trovano adesso a confronto con una situazione analoga ma a livello di paese: gli Stati Uniti non sono più interessati alla loro sorte.

Tutto questo può sembrare astratto oppure molto “geopolitico”. Comunque, dietro queste anticipazioni si trovano scelte difficili che i leader Britannici dovranno prendere dopo il 7 Maggio 2010: politiche, di budget, fiscali, scelte tangibili, con conseguenze molto dolorose ed immediate per interi settori della società Britannica.

Come abbiamo spiegato nell'introduzione di questa edizione, il Regno Unito, è', con gli Stati Uniti, uno dei due paesi con il maggior bisogno di finanziamenti pubblici nel breve e medio termine e che ha un bisogno vitale di mantenere il rating AAA per evitare l'esplosione dei costi relativi ai propri prestiti. Si tratta anche di un paese che, a differenza della Grecia, non potrà contare sull'aiuto di nessuno oltre quello del FMI.

Si tratta di un paese che, come gli Stati Uniti, ha vissuto su un enorme debito dei piccoli risparmiatori e che ha, per questo motivo, un bisogno fondamentale di essere

in grado di attrarre capitale estero: per il benestare dei piccoli risparmiatori e adesso anche per quello dello stato e delle sue banche. Il fascino della City, della potenza militare e della relazione speciale con Washington ha costituito, dalla seconda guerra mondiale, il trittico sul quale il potere del governo del Regno Unito si e' poggiato.

Si può capire che la loro simultanea sparizione e/o indebolimento nel contesto della crisi mondiale, crea una sensazione di panico nel cuore dell'élite del regno.

Poiché, e LEAP/E2020 vuole enfatizzare questo punto, non si tratta solo di una questione di potere, ma di governo: il paese e' stato governato a beneficio di questi tre gruppi negli ultimi trent'anni, e tutti e tre avevano gli interessi maggiori fuori dal paese. In tutta sincerità, per gli ultimi trent'anni gli interessi maggiori dei cittadini Britannici sono stati sacrificati a beneficio della City, a quelli dei loro alleati Americani ed alla tirannia del potere militare.

Le sorti della crisi finanziaria e monetaria, che verrà risaltata dopo le elezioni di maggio, sono, allora politiche: il Regno Unito vivrà un momento decisivo nei prossimi mesi, che determineranno la direzione della storia Britannica per molti decenni a venire.

Come abbiamo spesso detto nelle edizioni del GEAB, la crisi e' una compressione del tempo: i trend attuali sono selvaggiamente accorciati in momenti brevi, creando una sorta di accelerazione nella storia. Dal nostro punto di vista, i britannici si troveranno catapultati in una situazione appena descritta.

Le conseguenze per la Sterlina e per le istituzioni finanziarie Britanniche si possono vedere facilmente: una tripla crisi che anche Bloomberg segnalò direttamente il 10/ 04/2010.

Questo spiega, in larga misura, “l'ossessione” dei media Britannici nei riguardi della “crisi Greca” che cerca di sviare l'attenzione, per il maggior tempo possibile, dai prossimi eventi nazionali. Il ruolo del Financial Times, che e' la voce ufficiale della City, nella divulgazione della “crisi Greca” rimane un esempio unico: falsa informazione pubblicata in pompa magna (il rifiuto della Cina a comprare i bond Greci, stando a Goldman Sachs), dopo di che una smentita quasi invisibile all'occhio e dopo ancora, un'ossessione seguita da una cosi' detta crisi che sporca le varie fasi che poi viene segnalata come meno tragica del previsto. E' giusto soltanto nel contesto della “guerra di velluto” che si svolge adesso tra vari gruppi della fazione ex-occidentale. Però, questa e' solo un altra cosa da tenere d'occhio senza lasciarci avvelenare dalla stampa specializzata relativamente alla crisi e le sue conseguenze.

 

Estate 2010 - La FED a rischio bancarotta

Non solo la Fed ha continuato ad inquinare il suo bilancio con titoli tossici[32], ma, in aggiunta, è obbligata a ricorrere a trucchi contabili sempre meno raffinati per nascondere il fatto che è divenuta una dei principali acquirenti dei buoni del tesoro USA. LEAP/E2020 prevede che nell'estate 2010 la crisi britannica accelererà questi due sviluppi per arrivare, nell'inverno 2010/2011, ad una situazione cui ogni banca, centrale o meno, dovrà fare l'abitudine: quella del rischio di bancarotta[33], o, messa in un altro modo, quella del bisogno urgente di una ricapitalizzazione da parte del tesoro USA che ha esso stesso le spalle al muro.

Quando si comincia a guardare ai rischi che pesano sulla Federal Reserve USA, la difficoltà risiede nel capire da quale rischio iniziare quando ce ne sono così tanti, grandi e interconnessi. Per questo numero del GEAB, il nostro gruppo ha, quindi, deciso di concentrarsi su due di loro che illustrano perfettamente, secondo la nostra opinione, la situazione esplosiva in cui si trova l'istituzione stessa, per cui una crisi della stessa serietà di quella che sconvolgerà il Regno Unito, agirà come detonatore nei mesi a seguire:

•  il bilancio della FED la mette di fronte al crescente rischio di ricapitalizzazione da parte del tesoro USA e quindi di essere messa sotto controllo dell'amministrazione del governo federale[34].
•  sebbene tenti di camuffarlo, la FED sta rapidamente diventando il compratore di ultima istanza dei titoli del tesoro USA.

Riguardo la probabilità di una ricapitalizzazione da parte del tesoro USA, una specie di «bailout» della FED da parte dei contribuenti USA[35], si possono identificare tre distinti fattori:

•  spostamento delle riserve delle banche USA alle voci passivi del bilancio FED (finanziamento a breve termine)
•  inclusione di più titoli collateralizzati da mutui (mortgage backed securities -MBS) alle voci attivi del bilancio FED (1.25 bilioni [1250 miliardi] di dollari di titoli a lungo termine, il 50% in più rispetto all'attuale bilancio.
•  incremento del saggio di interesse.

Con un incremento dei tassi di interesse (cosa che la montante crisi britannica non esiterà ad accelerare velocemente nel contesto complessivo di eccesso di debito di tutte le categorie e le necessità di rifinanziamento), la FED rischia di essere presa in mezzo da una morsa molto pericolosa perché si ritroverà obbligata a finanziare, di fatto, i mutui ad un tasso superiore di quello che pagano i mutuatari[36].

Quando i tassi di interesse salgono, i proprietari di immobili, infatti, tendono a rimandare il rifinanziamento del mutuo perché stanno beneficiando dei tassi migliori di prima dell'aumento.

E così, gli investitori in MBS devono aspettare più tempo per rientrare dall'investimento.

Naturalmente, la FED farà di tutto per evitare di alzare i tassi mentre esiste tale rischio, ma LEAP/E2020 ricorda ai sottoscrittori che la FED ha perso la sua capacita di controllare i tassi di interesse fin dall'estate 2008.

Per esempio, basta leggere gli eloquenti titoli nel Mortgage New Daily sui tassi dei mutui USA per vedere fino a che punto essi sono dipendenti dalla situazione economica e finanziaria generale. Per il nostro gruppo è, quindi, lo sviluppo della economia USA e le prossime crisi dei mercati finanziari internazionali che determineranno i futuri tassi di interesse USA e non la FED. In altre parole, quest'ultima sta entrando in un periodo estremamente pericoloso dove i cambiamenti della struttura del suo bilancio potrebbero far perdere alla FED la sua indipendenza alla fine del 2010, obbligandola a confrontarsi con pesanti perdite (provenienti dalla finanza votata al passivo degli MBS che ora pervadono il bilancio FED) e richiedendo una ricapitalizzazione da parte del tesoro USA.

Allo stesso modo, la Federal Reserve USA è seduta su un vulcano riguardo il suo ruolo nel finanziare il crescente deficit di bilancio degli Stati Uniti. Nonostante lo neghi, è ora possibile affermare che la FED è diventata un elemento essenziale nel finanziare il deficit USA senza che l'intera bolla dei buoni del tesoro USA esploda immediatamente.


Emissioni di buoni del tesoro americano (2000-2011 stim.) (blu: nuove emissioni, giallo buoni in scadenza) - Fonte: ZeroHedge, 04/2010

In un mondo dove l'emissione di debito sovrano è diventato un gioco fortemente dominato dalle nazioni occidentali, è impossibile aspettarsi che il «resto del mondo» corra a «fagocitare» i buoni del tesoro USA ancora per molto.

LEAP/E2020 ha sottolineato, per molto tempo, che questa è davvero al situazione odierna e che, se la velocità di circolazione della moneta è collassata nell'economia USA, evitando temporaneamente l'inflazione attraverso enormi iniezioni di liquidità, l'opposto è vero riguardo il finanziamento del deficit pubblico USA: dipende sempre di più sul finanziamento a breve implicando una crescente velocità nel cuore del mercato dei titoli del tesoro USA. Così, mentre le emissioni di nuovo debito pubblico USA hanno raggiunto gli 1.5 bilioni (1500 miliardi) di dollari nel 2009[37], si può contare un flusso di di 8.5 bilioni (8500 miliardi) di dollari nel centro dello stesso mercato.

Se la musica dovesse improvvisamente fermarsi, l'intero mondo finanziario del pianeta si fermerebbe; cosa che richiederà che la FED e il tesoro USA assicurino che le aste di buoni del tesoro siano sempre coperte… con ogni mezzo.

Il modo più facile[38], naturalmente, è che la FED faccia il lavoro da sola (o attraverso i suoi «soci primari»), anche camuffando la cosa in modo che il mondo e gli altri detentori dei T-Bond e T-Bill non si accorgano che, in effetti, non ci sono quasi più acquirenti. Il primo trimestre 2010 è, inoltre, la prova dell'inevitabile arrivo della fine dell'appetito di titoli del debito USA da parte del resto del mondo[39].

Dopo una crescita di quasi il 25% su base annua degli acquisti di buoni del tesoro da parte estera, il primo trimestre 2010 mostra un incremento massimo del 5% mentre l'ammontare di emissioni dal tesoro USA continuano a crescere.

Confronto tra il debito federale USA e le spese militari (1950-2009) - Fonte: UncommonWisdomDaily, 04/2010

Quindi, i proprietari di case USA faranno un passo avanti per riempire il «buco»? Questo è quello che la FED vuole che gli altri credano, includendo la categoria dei «proprietari di case» tra gli acquirenti dei 530 miliardi di dollari di prestiti nel 2009. Il problema è che questo ammontare supera i risparmi dei proprietari di case dell'ultimo anno, rafforzando la convinzione che siano proprio sussidiari della FED che si sono accollati il buoni del tesoro invenduti[40].

Riguardo il resto degli argomenti in esame, il mondo nel 2010 è molto più trasparente di quello del 2009:

•  La Cina si sta disfacendo di dollari più velocemente possibile, comprando materie prime in modo da mostrare una bilancia commerciale in negativo. Quindi non ha più l'avanzo né la motivazione richieste per comprare mucchi di T-Bond[41].
•  La Zona Euro, grazie alla propria abbondante emissione di debito, non ha i mezzi per andare a comprare debito USA.
•  Il Giappone e il Regno Unito si stanno confrontando con situazioni critiche riguardo il proprio debito pubblico e le loro banche centrali sono occupate a mascherare l'acquisto del loro stesso debito. Questi sono, quindi, «vecchi clienti» con nessuno futuro riguardo i titoli del tesoro USA.
• Gli stati del Golfo stanno facendo sempre meno sforzi dato che i loro commerci con l'estero riguardano sempre più la Zona Euro e, in ogni caso, sono davvero troppo piccolo rispetto alle immense emissioni che arrivano da Washington.

Questa situazione internazionale rende il mito dell'«appetito» globale per i T-Bond insostenibile. Dato che i proprietari di case US non hanno i mezzi per assorbire tale quantità di debito pubblico e che le banche sono al supporto vitale sostenuto dalla stessa FED, la lista si riduce da sola. Una volta fatto il giro tra i «soliti sospetti» e aver visto che nessuno di loro è coinvolto, bisogna necessariamente guardare altrove per cercare chi siano i responsabili di questi acquisti massivi di buoni del tesoro USA. L'unico candidato rimasto può essere solo la FED (direttamente o tramite sussidiari).

La mossa della Cina di arrivare ad un bilancia commerciale in negativo comporterà meno dollari da reinvestire - Confronto tra la bilancia commerciale cinese e l'ammontare (in rosso) delle riserve cinesi sotto forma di titoli del tesoro USA (cambiamento su base semestrale) (06/2000 – 06/2010 stim.) - Fonte: Société Générale, CEIC, 03/2010

Questo stato di un acquirente che è sempre più il «solo» acquirente per i titoli del tesoro USA, come lo stato dei bilanci della FED, costituisce un grave rischio per la banca centrale USA: ora, in un qualunque momento, potrebbe rivelarsi il fatto che essa abbia una parte attiva nella monetizzazione del debito USA, una realtà che porterebbe direttamente al collasso dei buoni del tesoro USA e del Dollaro[42]. Di nuovo, la maturazione della crisi britannica sarà il catalizzatore: rivelerà che il tesoro britannico sta facendo lo stesso con il debito del Regno Unito, creando immediatamente il sospetto sul vero ruolo della FED riguardo il debito USA. Comunque, quello che sarebbe più sorprendente è che nella situazione corrente la FED non stesse comprando buoni del tesoro in modo massiccio.

Il problema è che nel mondo come l'abbiamo conosciuto dal 1945, le faccende non dovrebbero andare avanti in quel modo. L'inverno 2010 aiuterà certamente a confutare tale credo. Come al solito, non è ironico che nella storia spesso sono gli errori degli alleati fedeli che trascinano i più forti nella tempesta? Washington farebbe meglio a tenere d'occhio il Regno Unito piuttosto che concentrarsi sulla Cina.

 

3 - Focus

Primi elementi per una metodologia dell'anticipazione politica

Ad Ottobre 2010 LEAP pubblicherà il suo "Manuale di Anticipazione Politica", che darà un quadro, per la prima volta, dei principali elementi del suo metodo di anticipazione politica.  Sarà venduto tramite internet da LEAP e sarà un complemento teorico e pratico al libro sul mondo dopo la crisi che Frank Biancheri pubblicherà contemporaneamente.

Per ringraziarli della loro fiducia e lealtà, LEAP ha deciso di dare un'anticipazione di estratti di questo manuale agli abbonati del GEAB.

Estratto N 1: Elementi fondamentali di una metodologia dell'anticipazione politica.

Il metodo di anticipazione politica si è evoluto, grosso modo, dalla fine degli anni '80, incorporato in una visione sistemica dei grandi cambiamenti in corso nel nostro mondo "chiuso" del 21 secolo. E' principalmente basato sull'importanza accordata all'informazione ed all'analisi degli esperti (al contrario degli istituti classici di analisi delle tendenze, i quali generalmente corroborano gli input di accademici specializzati) ed armonizza un processo molto complesso di interpretazione dei segnali emessi dai principali attori di un sistema. Esso mira a permettere a ciascuno di decidere (sia esso un attore individuale, istituzionale o pubblico). Non ha alcun ruolo nel predire il futuro, ma solo nell'indicare quando e come si possono prendere delle decisioni per evitare rischi identificabili.

1. Definire l'obiettivo dello studio

L'anticipazione politica opera in due passi: descrivere ed interpretare la situazione attuale da una parte, e tracciare ipotesi circa il futuro dall'altra.

Cosa stiamo osservando? Descrizione della situazione (parti costitutive, flussi) Qualunque sia il soggetto studiato, i fatti rilevati dall'anticipazione sono essenzialmente di due tipi:

. gli attori coinvolti in un particolare evento (paesi, organizzazioni, opinione pubblica, gruppi rappresentanti vari interessi, ...) che rappresentano le sue parti costitutive e che è necessario identificare chiaramente (la parte stabile o tendente a una certa stabilità della situazione in esame).

. le relazioni di queste parti costituenti fra di loro, o flussi, che generano il cambiamento (la parte dinamica della situazione).

Cosa stiamo cercando? Tracciare ipotesi (aree di tensione, punti di rottura) Se ogni parte componente lavora per la propria sostenibilità o crescita lineare, le relazioni che queste entità sostengono fra loro rende illusorio qualunque sogno di stabilità: la "fine della Storia" è la morte di tutti gli attori. L'anticipazione politica, integrando questo concetto dinamico di storia, si concentra sull'identificazione dei

rischi in una rottura delle tendenze identificate al passo precedente. A tale scopo, definisce ipotesi sullo sviluppo di queste tendenze nel futuro, e sulle aree di tensione:

. al cuore di una tendenza: sparizione attraverso la debolezza, o esplosione tramite un "botto" o "reazione incontrollata". ~~~

. e tra trends differenti: correlazione, o collisione tra tendenze.

Questa interpretazione del fenomeno del cambiamento sistemico mira ad aiutare i decisori preoccupati a muoversi con questi cambiamenti piuttosto che lasciarsi sopraffare da essi alla fine di un periodo di resistenza inevitabilmente futile. C'è, in effetti, la stessa differenza tra cambiamento e rottura che c'è tra evoluzione e rivoluzione. Il secondo termine dell'equazione è sempre sinonimo di sofferenza diffusa nella società.

Accelerazione o rallentamento degli eventi di una tendenza.

L'anticipazione deve anche sforzarsi di includere l'accelerazione o rallentamento degli eventi nel suo studio. Il tasso di sviluppo di una tendenza può mostrarsi chiaramente ad un certo momento e durare per qualche tempo, spingendo l'analista ad estrapolare il trend quando, improvvisamente, il sistema reagisce e vengono prese decisioni impreviste (ma, in effetti, parzialmente prevedibili) che cambiano radicalmente la velocità di avanzamento. La reazione dei sistemi alla percezione di una tendenza è una branca completamente separata dell'anticipazione.

Esempio: Nel caso della crisi sistemica globale come anticipata da LEAP, il 2008 è stato una continua conferma pratica di tutte la assunzioni espresse nel 2006/2007, avvenute tutte nell'ordine e seguendo il ritmo da noi predetti. Il pericolo è, allora, perdere l'attenzione e pensare che i concetti ~~~ che sono stati messi in moto non possano più essere alterati. In realtà, secondo la nostra attuale visione il sistema, come un animale ferito, è stato sorpreso ed ha impiegato un certo tempo per capire cosa gli è successo e cosa deve fare. L'analista dal canto suo, convinto che fosse troppo tardi per controllare la tendenza, non ha visto, non avendolo considerato ~~~, che essa poteva essere rallentata. E' stato cosi' nel 2009: a seguito dell'iniezione di migliaia di miliardi nell'economia e nei mercati finanziari, tutte le tendenze sembrano essere invertite, facendo saltare la tempistica di molte delle anticipazioni di LEAP, che non aveva previsto la portata, senza precedenti storici (e portatrice quindi di enormi rischi nel medio termine) delle misure di sopravvivenza adottate dal sistema.

Cosa non può essere visto? (l'imprevisto, eventi tipo “ultima goccia”). L'anticipazione deve conoscere i propri limiti e specialmente la sua incapacità di predire gli eventi cosiddetti “ultima goccia”, che controllano ~~~ le rotture di tendenza, o gli eventi inaspettati. Questi episodi inattesi agiscono generalmente in una direzione soltanto: come meccanismo di azionamento-rilascio ~~~ che determina la data dell'evento più che l'evento stesso.

Se l'Arciduca Ferdinando non fosse stato assassinato a Sarajevo qualcos'altro, un po' più tardi forse, avrebbe causato lo scoppio della Prima Guerra Mondiale; in ogni caso, è inevitabile che qualcosa accada e determini la rottura.

Tuttavia l'intensità di queste tensioni può essere misurata e si può pertanto calcolare la verosimiglianza che accada un evento “ultima goccia”... Ma non si può prevedere l'evento inaspettato (e, pertanto, il momento esatto della rottura).

2. Sapere da dove vengono le anticipazioni.

La realtà è un oggetto complesso che è inutile tentare di afferrare interamente. Il ricercatore in anticipazione politica studia gli aspetti di questo oggetto che hanno senso dalla sua posizione nel tempo e nello spazio. Essere a conoscenza di questa posizione è pertanto essenziale per la qualità dell'anticipazione ed il nome dato allo studio.

Il lavoro fatto da LEAP dal 2006 è sempre stato chiarissimo sul fatto che si trattava di un punto di vista specificamente europeo sulla situazione economica e finanziaria del pianeta. Il punto di vista è europeo e gli aspetti studiati sono quelli che, in un modo o nell'altro, influenzano lo sviluppo dell'Unione Europea. D'altra parte, è la condizione "sine qua non" per cui l'anticipazione porti a indicazioni operative. Necessariamente, gli aspetti della realtà che influenzano il nostro destino europeo collettivo, pur sembrando lontanissimi dalle nostre leve d'azione, può a sua volta essere influenzato dalle nostre azioni in un modo o nell'altro. La sfida è trovare i punti di connessione che ci uniscono a questa realtà e quali sono quelli su cui possiamo agire.

Conoscere il punto di vista di qualcuno serve anche ad evitare di generalizzare il discorso, di volerlo applicare a chiunque, asserendo che la nostra visione degli eventi è la stessa di chiunque altro. Il punto di vista dall'Europa è un punto di vista egualmente importante per il mondo, ma solo se proposto per ciò che è: un punto di vista europeo.

D'altra parte, in un mondo così grande e interconnesso come il nostro, alcuni punti di vista sono troppo limitati per essere di qualche utilità. Quasi sicuramente, uno studio degli effetti della crisi su questo e quel paese europeo è utile per la gestione del paese in questione, ma tali analisi hanno solo valore locale e non possono rappresentare un contributo utile per l'analisi globale della realtà. E' anche il motivo per cui il punto di vista europeo considerato da LEAP ha una rilevanza oltre le frontiere dell'UE, costituendo un utile contributo per una comprensione globale della situazione economica e finanziaria.

Ma non bisogna rischiare di correre troppo e chiamare "punto di vista europeo" praticamente tutto. Il fattore temporale in Europa è anche il fattore della diversità dei suoi punti di vista. Per un'anticipazione sul futuro dell'Europa è necessaria una rete europea, rappresentante, come minimo, le maggiori famiglie culturali dell'UE (latina, germanica e slava). E' il problema degli aspetti della realtà. L'Europa ha

diverse sfaccettature e per comprendere quali tendenze la influenzano ad un dato momento, la diversità di questi punti di vista incorporati in un sistema è essenziale. Ciò spiega perché le anticipazioni diffuse da entità o individui di una singola nazionalità europea (Francese, Tedesca, Inglese o altre) non hanno reale rilevanza europea ma esprimono, infatti, solo una visione nazionale dello sviluppo mondiale.

Il punto di vista europeo nell'ambito dell'anticipazione politica ha due caratteristiche particolari senza eguali a livello mondiale:

•    è alimentato dal più grande gruppo linguistico esistente: il gruppo linguistico europeo (rete di contatti, media, analisi... ), specialmente con l'Inglese, il Francese, lo Spagnolo e il Portoghese, copre "de facto" tre quarti del pianeta.

•  è caratterizzato da ampie disparità.

Queste due caratteristiche consentono di portare potenziale vitale al "punto di vista europeo" nell'area dell'anticipazione politica: esso ha, naturalmente, i suoi "punti ciechi", aree che non copre, ma molte meno e/o minori rispetto ad altri punti di vista (Americano, Cinese, ...). Si tratta, ovviamente, solo di un potenziale che dipende dall'abilità dell'anticipatore di trarne il massimo.

3. Una visione dibattuta, razionale e comprensibile.

Il problema della relazione con il futuro è che è pieno di un mucchio di cose, la forma razionale delle quali è piuttosto debole: Gypsy Rose Lee, palla di cristallo, profezie, la vista centenaria, un migliaio di anni... L'anticipazione deve, quindi, riuscire ad affermarsi, malgrado il contesto di reputazione sfavorevole. Lo si è appena visto di nuovo recentemente con i problemi dell'IPCC sul cambiamento climatico.

Argomentazione: L'idea dell'argomentazione razionale è, quindi, indispensabile. Vengono proposti argomenti razionali, ragionati, per affermare "questo è il perché noi pensiamo che questa tendenza sia all'opera". Oltre tutto, senza argomentazione, non è possibile alcuna critica, ma una richiesta di adesione non soggetta alla possibilità di smentita. Il ricercatore/autore di un'anticipazione politica (e anche in questo senso l'anticipazione è politica) è orientato al destinatario dell'anticipazione, chiunque esso possa essere. Non soddisfatto col fornire soltanto numeri lui/lei sviluppa una tesi che fa appello all'intelligenza, alla critica da parte ~~~ del destinatario. L'anticipazione mostra, senza imporre, una situazione sotto una luce differente. Per questa ragione, perfino quando non è completamente corretta, contribuisce ad una migliore comprensione dei fatti perché si richiede di dubitare delle idee preconcette, emotive o semplicemente acquisite.

Razionalità: Affinché l'argomentazione non sia manipolatrice, le sue ragioni devono essere perfette,la sequenza d'argomenti, esempi, espressioni di idee che presentano le minime aree di dubbio possibili. Specialmente tutti gli appelli alle emozioni dovrebbero essere banditi e il destinatario avvertito di stare in guardia contro

possibili tentativi di menzogne, che siano intenzionali o no. Per questa ragione, questo manuale non solo spiega come creare un'anticipazione, ma come leggerla, come valutarne il valore, come ottenere il meglio da essa. L'anticipazione ha, in effetti, un valore intrinseco per via della riflessione ~~~ che stimola, almeno tanto quanto per le ipotesi che avanza. L'impressione finale è tanto importante quanto il ragionamento e i fatti usati per arrivare lì; e il lettore ha, quindi, il dovere di essere attivo/critico con riferimento al lavoro che deve aiutarlo a formare la propria visione.

Chiarezza: Le analisi devono essere tali da poter essere lette e capite da chiunque possieda un'intelligenza e un'educazione medie. Un'anticipazione del futuro non chiara e confusa è un ricordo di Sibilla e dei suoi incomprensibili brontolii d'intestino dove si trovava ciò che si voleva a posteriori. La chiarezza e il fatto di essere comprensibili è, da un lato, una promessa che a priori si sono veramente viste certe tendenze per essere capaci di descriverle e, dall'altro lato, un mezzo per accettare le perdite e i successi di qualcuno. E' quindi anche una questione d'onestà intellettuale e di lavoro d'anticipazione responsabile. In realtà, si dovrebbe dubitare di tutto il lavoro d'anticipazione o d'analisi dei trend dove, dopo 10-15 righe, non si capisce niente o che addirittura richiedono lo schieramento di mezzi intellettuali super sofisticati padroneggiati soltanto dopo anni di studio.

Esempio: Inoltre, un buon esempio è fornito dalla crisi finanziaria. I Banchieri si fidavano delle persone che stavano creando stupendi strumenti che dicevano tutto sul prezzo dei titoli nel futuro.. il resto della storia è noto: tutti questi strumenti intelligenti erano così complicati che la loro abilità nel predire gli sviluppi del mercato o persino i prezzi nel medio termine si dimostrò essere falsa. Erano stupidaggini basate su formule teoriche senza alcun fondamento nella realtà. Se i banchieri avessero richiesto una semplice e chiara spiegazione sulla natura dei mezzi e degli strumenti usati, forse ci sarebbe stata una sistematica crisi globale. Si va a mostrare come chiarezza e anticipazione sono legate.

4. Lo stato mentale di cui si ha bisogno (indipendenza, audacia ed umiltà).

Indipendenza: contro la terna argomentazione/razionalità/chiarezza si potrebbero mettere ideologia/utopia/zelo messianico. Per poter condurre anticipazioni efficaci non si dovrebbe aver nulla da vendere: ne' idee ne' prodotti. Intellettualmente, questo dà la capacità di essere neutrali nei confronti del futuro, che è fondamentale. Se non ci si premura di mantenere costantemente questo punto di vista di neutralità, verranno commessi degli errori. Questo sembra ovvio ma è in effetti una limitazione sulla quale deve esser posta la più grande attenzione (è solo la natura umana a favorire le cose che si si desiderano, o che ci fanno piacere o che servono come percezione del mondo...). Da ciò si materializza la completa incompatibilità tra ideologia ed anticipazione: più la visione della società, del mondo e dei suoi meccanismi è fissata, meno si è in grado di anticipare la realtà perché si è già eliminata questa realtà dal gioco, perché si vedono gli eventi su una scacchiera morale, buoni e cattivi, che è completamente incompatibile con la neutralità necessaria.

Incidentalmente, all'anticipazione, come alla storia, non è mai interessato niente del bene o del male. Questo non significa che una persona non possa essere preoccupata nel vedere accadere certi fatti, questo non vuol dire che come cittadino non si debba avere il diritto di cercare quali tendenze daranno battaglia contro gli sviluppi che non si vogliono. Piuttosto il contrario! Ma, nell'anticipazione, le analisi personali dovrebbero essere messe da parte e non mischiare le cose. Certamente, la neutralità non può mai essere perfetta, l'essere umano è inevitabilmente soggettivo, ma questa limitazione deve essere tenuta sotto controllo il più possibile.

Questo spiega perché i tentativi nell'istituzionalizzare i lavori di analisi delle tendenze e di anticipazione sono falliti. Le istituzioni hanno ovviamente interessi molto chiari, obbiettivi e finalità (obbiettivi vs oggettività). Hanno poi difficoltà nell'accettare che, in mezzo a loro, le persone discutano e diffondano idee che non sono in accordo con quelle che invece loro vogliono promuovere e che pongono un problema riguardo l'esito richiesto. Questa è la ragione per cui I dipartimenti di analisi dei trend istituzionali sono generalmente marginalizzati o chiusi, o peggio, trasformati in promotori di disinformazione o propaganda.

Esempio: il dipartimento di analisi dei trend della Commissione Europea, una buona idea durante gli anni di Delors, è stato progressivamente soffocato dai burocrati che non hanno apprezzato il fatto che le persone dicessero loro cose incompatibili con ciò che volevano fare. Invece di avere un legame diretto con la gestione (idealmente, avrebbe dovuto funzionare con tre grandi istituzioni: commissione, parlamento, consiglio), è stato scostato e le linee di comunicazione del dipartimento d'analisi dei trend sono state sempre più redirette attraverso la burocrazia: reports riscritti, ogni contenuto di qualche interesse rimosso... I decisori non ricevevano niente più che irrilevanti verbali ed il dipartimento fu stato presto inutile...

Audacia: l'audacia è un'altra importante caratteristica dell'anticipazione politica, non senza relazioni con l'indipendenza: è più facile essere audaci, dicendo cose scomode, quando non si è coinvolti con quelli che vengono infastiditi, per esempio quando non si viene pagati da loro o quando il proprio vettore non dipende da loro. Ciò detto l'anticipazione per sua natura comporta molti rischi:

•  . osare andare contro l'opinione prevalente, predicendo processi di rottura

•  . osare competere con gli interessi acquisiti, rivelando le loro debolezze e suggerendo cambi di strategia

•  . assumere ed accettare il rischio di sbagliare

L'abilità di mettere da parte il proprio ego: ciò detto, si deve sapere quando affrontare rischi, e ugualmente quando fermarsi: si dovrebbe avere la sensibilità, l'intuizione, che qualcosa è vero, ma se non si trovano fattori oggettivi che supportino questa intuizione (anche se questo non dice necessariamente che l'intuizione è sbagliata), si deve essere capaci di lasciar perdere. Sapendo che questa non è una caratteristica naturale della mente umana, questo è un punto che vale la pena sottolineare.

Raccomandazioni strategiche ed operative

Una volta ancora, lasciateci ricordare che il nostro consiglio non è allo scopo di speculazioni a breve termine, non mira a fare più soldi ma piuttosto a perderne meno (o perfino per niente) perché in mezzo ad una crisi globale sistemica, è l'unico obbiettivo realistico.

Avvertimento di una nuova tempesta valutaria

Come ha mostrato la recente offensiva contro l'Euro, compiuta all'interno dello scenario di "guerra di velluto" che ora coinvolge l'ex campo Occidentale, stiamo ora entrando in un periodo di forte volatilità della valuta: la prossima crisi della Sterlina, quindi quella del Dollaro nell'inverno 2010/2011, causeranno instabilità di una tale estensione che certe valute nazionali, fortemente legate a queste due, rischieranno ugualmente il collasso.

Dall'altro lato, le valute asiatiche legate più o meno fortemente allo Yuan (che sarà il caso dello Yen data la crescente dipendenza dell'economia giapponese dal mercato cinese) spiccheranno rivalutandosi fortemente su tutte le altre maggiori valute.

Contro il Dollaro, l'Euro recupererà in fretta i livelli precendenti all' "Affare Grecia" e continuerà ad aumentare in valore contro la Sterlina.

Le valute dei paesi ricchi di materie prime continueranno ad essere forti.

NOTE

1 Il Regno Unito dovrà imporsi questo tipo di restrizioni dopo le prossime elezioni politiche, autonomamente o tramite l’intervento del FMI; gli USA, per contro, non saranno in grado di operare un analogo intervento senza una grave crisi del proprio debito pubblico.

2 La paura non è stata soltanto diffusa dagli esperti tramite le dichiarazioni senza fondamento delle proprie interviste: il caso Grecia è servito a puntino per costringere l’Eurozona a fornirsi degli strumenti e delle procedure di cui difettava nel campo della governance. Non menzioneremo neppure la chiara frustrazione di numerosi commentatori ed esperti che sognavano di vedere la Germania rifiutare il proprio sostegno e/o che consideravano la Grecia l’esempio vivente delle proprie teorie economiche sulle zone monetarie. Su tale argomento, il team LEAP/E2020 desidera ricapitolare la propria visione: le teorie economiche, che riguardino le zone monetarie o altri temi, somigliano parecchio agli oroscopi. Non dicono molto della realtà, ma rivelano tutto riguardo ai pensieri di chi le formula e dei “bersagli” delle loro analisi. Una zona monetaria esiste solo e finché sussiste una politica forte e durevole per la condivisione di un destino comune - com’è il caso dell’Eurozona. Per comprendere ciò, si dovrebbe studiare la storia piuttosto che l’economia. Pertanto, al fine di evitare le continue ripetizioni delle proprie teorie dogmatiche e deviate da babyboomer, un premio Nobel per l’economia come Paul Krugman farebbe meglio a studiarsi un po’ di storia, consentendo così ai lettori del New York Times e di numerose altre pubblicazioni che fotocopiano il suo lavoro di distogliere la concentrazione da quei due o tre alberi che nascondono la foresta.

3 Come abbiamo spesso ripetuto ai lettori da un anno a questa parte, è piuttosto chiaro che alcuni paesi dell’Eurozona stanno affrontando un sostanziale deficit di risorse e che ciò contribuisce a creare un ambiente ostile per qualsiasi rifinanziamento del debito pubblico su ampia scala - tenendo presente che USA e UK sono campioni assoluti in tutte le categorie di caccia al finanziamento/ rifinanziamento..

4 Desideriamo porre l’enfasi su questo dato fondamentale: i fallimenti bancari, e d’ora in poi i fallimenti degli stati stessi, illustrano il fatto che diversamente da quanto dichiarato nei rassicuranti articoli dei media, il denaro non è disponibile in quantità illimitate. Quando tutti ne hanno necessità ce ne rendiamo ben conto.

5 Fonte: Guardian, 03/30/2010

6 Fonte: BBC / National Archives, 12/29/2005

7 Fonte: Telegraph, 04/06/2010

8 Fonte: The Independent, 04/06/2010

9 I nuovi leader greci hanno dichiarato, dopo la vittoria elettorale, che la situazione del bilancio statale era ben peggiore di quanto precedentemente detto.

10 Tali stime sono basate sulle previsioni ufficiali del governo federale che, secondo LEAP/E2020, sono di gran lunga troppo ottimistiche non solo riguardo agli introiti fiscali (non più affidabili) ma anche riguardo ai costi degli stimoli all’economia (che sono maggiori).

11 In numerosi numeri del GEAB, a partire dal 2006, abbiamo ampiamente illustrato i legami strutturali tra City e Wall Street e il ruolo di “giubbotto di salvataggio” che il Regno Unito gioca nei confronti della nave USA. In tale occasione, la sfiducia verso il debito di Londra sarà causa di irrevocabile sfiducia verso quello di Washington.

12 Fonte: Brisbane Times, 15/12/2009

13 Forse, poiché non esiste alcun meccanismo UE che obblighi al sostegno finanziario, in special modo verso un paese che per decenni ha rifiutato di rispettare qualsiasi obbligo verso i partner europei. Lo “splendido isolamento” può trasformarsi in una tremenda trappola quando il vento cambia. E così, rimane solo l’FMI, i cui forzieri Gordon Brown era misteriosamente ansioso di riempire l’anno scorso!

14 Contrariamente alla Battaglia d’Inghilterra (06/1940 – 10/1940), in cui i piloti RAF, aiutati dai radar, impedirono l’infasione nazista delle isole britanniche, i “piloti” delle istituzioni finanziarie della City, con l’aiuto di internet, contribuiranno ad aggravare il problema volando in Asia o nell’Eurozona.

15 LEAP/E2020 ha evidenziato all’inizio del 2009 che dopo l’estate dello stesso anno sarebbe stato impossibile governare la crisi. L’anno scorso un FMI, ricapitalizzato a 500 miliardi di USD (dopo il meeting G20 di Londra) avrebbe ancora potuto coprire le necessità finanziarie statunitensi. Oltre al fatto che tale importo complessivo non è più disponibile, in quanto l’FMI è stato obbligato a versare più di 100 miliardi in aiuti ai paesi più colpiti dalla crisi, quest’anno una simile somma coprirebbe solo il 10% delle necessità USA a breve termine; in altre parole, una goccia nell’oceano.

16 Come dimostrato dalle informazioni infine fornite dalla Fed sulle condizioni del suo bilancio. Fonte: Huffington Post,

22/03/2010; Le Monde, 04/06/2010

17 L’elezione presidenziale 2008 ha coinciso con la percezione dell’inizio della crisi. Nel novembre 2010 gli elettori esprimeranno il proprio punto di vista dopo due anni di piena crisi. Una grande differenza.

18 A dispetto delle dichiarazioni di Wall Street e Washington, la crisi è ancora qui e le piccole imprese statunitensi diventano sempre più pessimiste. Un dettaglio molto utile per comprendere le statistiche USA: in genere, non tengono conto dei dati riguardanti le piccole imprese. Ben sapendo che anche negli Stati Uniti le piccole imprese rappresentano lo zoccolo duro dell’economia, tali statistiche

(sempreché non siano addirittura falsate) assumono tutt’altro valore. Fonte: MarketWatch, 13/04/ 2010

19 Per valutare la portata del problema sociopolitico USA ciò che conta non è tanto seguire la lotta Democratici/Repubblicani, quanto i progressi compiuti dagli estremisti dei due schieramenti e il dispiegarsi degli eventi esterni.

20 Fonte: Shanghai Daily, 18/12/2009 [...]

[32] O costituiti in misura sempre maggiore di «titoli fantasma» per citare la terminologia del GEAB. Fonte: Le Monde,

04/06/2010 [33] Fonte: ZeroHedge, 03/08/2010

[34] Il nostro gruppo non si esprime sul fatto se tale amministrazione rappresenti un fatto positivo o negativo.

Semplicemente si concentra sul fatto che tale situazione rappresenterebbe un cambiamento essenziale rispetto alla situazione precedente e probabilmente anche rispetto al tipo di politiche che la FED ha portato avanti fino ad oggi.

[35] I contribuenti americani hanno già ridato fiato al settore immobiliare, bancario e automobilistico del paese. Perché non anche alla banca centrale, allora? [36] Su questo argomento, si legga l'articolo davvero interessante di Mustafa Chowdhury and Marcus Huie pubblicato da Deutsche Bank il 02/05/2010, così come la presentazione di Christopher Sims di Princeton University con conclusioni interessanti sull'indipendenza della FED. Fonte: ZeroHedge, 06/22/2009.

[37] Raggiungerà probabilmente i due bilioni (2000 miliardi) di dollari nel 2010. [38] Naturalmente ce n'è un altro come il grafico seguente mostra: un taglio drastico delle spese militari.

[39] Fonte: Bloomberg, 03/29/2010 [40] Fonte: Chris Martenson, 04/05/2010

[41] Una lettura utile su questo argomento è questo articolo in Seeking Alpha del 13/04/2010 intitolato "And if the USA were for sale, would you invest?", che termina con la frase "please don't show this article to China!" . Esso raffigura gli Stati Uniti come un'azienda che cerca di rifinanziarsi sul mercato. Rivelatorio!

[42] Di fatto il differenziale del rischio di insolvenza sul debito sovrano mostra che gli Stati Uniti sono divenuti più rischiosi della Zona Euro. Fonte: Wall Street Journal, 03/24/2010

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