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Il caldo fa male

Mario Tronti e l’enciclica Lumen fidei

di Maria Turchetto

Che dire dell’entusiastica accoglienza che Mario Tronti riserva all’enciclica Lumen fidei (L’Enciclica e la critica dell’individualismo)?

Da un certo punto di vista lo capisco. A noi anziani il caldo fa male, tanto male. Ci frigge quei pochi neuroni che restano e qualche volta non ce la facciamo proprio più a pensare come si deve. Quando capita a me, mi ficco sotto il ventilatore con la Settimana enigmistica – che richiede solo una parvenza di pensiero. Tronti si è ficcato sotto il ventilatore a fare il giochino “quale pezzo dell’enciclica è stato scritto da papa Ratzinger e quale da papa Bergoglio?”.

Il quiz è suggerito da Rino Fisichella nell’introduzione all’edizione paolina di Lumen fidei. Suggerito in modo per l’appunto enigmistico, imbrogliando le carte in perfetto stile pretesco: “Papa Francesco con Lumen fidei si pone in continuità con il magistero di Benedetto XVI”, anzi riconosce esplicitamente “che ha ricevuto dal suo predecessore del materiale che ha voluto poi rielaborare”, insomma il grosso l’ha scritto Ratzinger, eppure “è pienamente un testo di Papa Francesco”, “può essere ritenuta l’ultima enciclica di Benedetto e la prima di Francesco”. Ragazzi! Sembra il mistero della trinità, Dio è uno, ma anche trino, è trino, ma anche uno, ecc. finché il cervello va in pappa. Tronti però a questo punto della lettura era ancora abbastanza lucido e ha tagliato corto: è un testo scritto a quattro mani e il giochino per l’estate è indovinare l’attribuzione delle varie parti all’uno o all’altro papa. Divertente!

Così ci si è messo di buzzo buono, adottando in prima battuta un criterio abbastanza semplice: se si parla di speranza, è Bergoglio (toh, è vero! Lo dice in continuazione, “esperanza”: mi par di sentirlo con quella deliziosa zeta moscia argentina, uguale identico a Armando De Raza quando cantava “Esperanza Descobar”): perché Ratzinger invece è disperato. E ci credo! Col servizio che gli hanno fatto i ricattatori dello IOR, sarei disperata anch’io. Poveraccio: costretto a dimettersi, praticamente sequestrato ai domiciliari, scommetto che da un bel pezzo non s’arrischia più a bere un caffè.

Ma torniamo al nostro Mario Tronti. Buona la prima mossa, dicevo. Ma poi il caldo aumenta e il nostro comincia a confondersi. Legge l’enciclica ma gli viene in mente il Manifesto comunista di Marx e Engels che leggeva da ragazzo, nell’enciclica c’è scritto che “non bisogna credere da soli” e a lui suona come “proletari di tutti i paesi, unitevi!”. No, Mario, no: la stai cannando. Non è un richiamo all’azione collettiva contro l’inanità dell’azione individuale. È un richiamo all’autorità della chiesa contro il fai-da-te religioso. E per Santa Romana Chiesa non è mica una novità. Pensa a Martin Lutero. Diceva: ognuno la Bibbia se l’interpreta da sé, anzi eccola qua tradotta in volgare e stampata, alta tiratura, costa poco, non occorre sapere il latino e il greco. E papa Leone X: libero esame delle Scritture, senza la Nostra mediazione, ma siamo matti?! Venga un po’ qua, Lutero, le facciamo un bel processo, anzi magari l’arrestiamo subito, la condanniamo e via. Ah, non si presenta? Bolle, scomuniche… e poi risse, rivolte, repressioni, lacrime, sangue… Dài, Mario, la sai questa storia, sei colto, l’hai studiata, cerca di ricordare. Non ci si può fidare dei papi.

Anche quando scrivono “la fede non è un fatto privato”, non ti confondere. Non stanno dicendo abbasso la proprietà privata, viva la proprietà di tutto il popolo. Stanno rivendicando l’ingerenza della chiesa nella sfera pubblica, l’ingerenza nelle nostre leggi – e naturalmente il loro bravo ottopermille insieme a tutti gli altri privilegi. Dagli un po’ più di velocità a quel ventilatore.

Macché. Alla fine il caldo prevale, Tronti si beve l’enciclica come se fosse limonata fresca, si beve pure il cervello e alla fine parla proprio come un prete. Sentite qua: l’ “esistenza credente” è “l’unica figura di esistenza veramente libera”; “se la fede è ‘toccare con il cuore’, come dice Agostino e come sta praticando Bergoglio, allora c’è da introdurre, nel mondo così com’è, la passione di un altro futuro, per le persone, per la società”. Credi, credi, Mario. Credi e sentiti libero. Credi, credi: vedrai che papa Francesco e Santa Romana Chiesa ti faranno il comunismo, cosa che non hanno fatto i Quaderni rossi, né il PCI, né tanto meno il PD. Credi, se ti mette di buon umore e ti fa sopportare meglio questo caldo maledetto che – non ti do torto – deprime. Ma io in fondo ti voglio bene e spero che l’inverno, o forse già le prossime perturbazioni e i primi flussi d’aria fresca, ti riportino la facoltà del pensiero critico. Che magari non rende ottimisti, ma almeno evita di passare per rincoglioniti.

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