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cumpanis

Mega-elezioni per il “laboratorio bolivariano”

di Geraldina Colotti

Foto articolo Venezuela ColottiIl presidente del CNE, l’intellettuale Pedro Calzadilla, ha annunciato il calendario di massima che porterà alle elezioni del 21 novembre in Venezuela: le “mega-elezioni”, come sono state definite, giacché si voterà lo stesso giorno per eleggere i 23 governatori o governatrici, i 335 sindaci o sindache e centinaia di membri dei consigli regionali e comunali. Le loro candidature verranno presentate tra il 9 e il 29 agosto, mentre il 26 settembre si svolgerà una simulazione di voto per verificare il funzionamento di tutte le fasi del processo elettorale. La campagna elettorale, ha detto Calzadilla, comincerà il 28 ottobre e terminerà il 18 novembre, mentre si procederà a organizzare, come di consueto, molteplici audit del sistema di voto, altamente automatizzato, per assicurarne il perfetto funzionamento e la trasparenza.

Guardando ai quasi 23 anni di esistenza del processo bolivariano, ognuna delle 25 elezioni che si sono svolte appare un piccolo condensato di storia per comprendere la complessa cartografia del presente, punti di resistenza contro l’imperialismo, disegnati dal “laboratorio bolivariano”. A differenza di quanto avviene nelle democrazie borghesi, il voto in Venezuela non è infatti un feticcio da ostentare a ogni tornata elettorale, ma una leva per far crescere ulteriormente la coscienza delle masse, il potere popolare, per compattare e ampliare il blocco storico che sostiene la rivoluzione, e per decidere quando, come e con quali alleati si deve avanzare tra guerra di movimento e guerra di posizione, manovrando in equilibrio tra conflitto e consenso.

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cumpanis

L’Accordo globale sugli investimenti UE-Cina e il suicidio dell’Europa

di Giambattista Cadoppi

Che cosa è il CAI?

foto articolo Cadoppi scaledIl Comprehensive Agreement on Investment (CAI) è un accordo globale sugli investimenti tra Cina e Unione Europea. L’accordo UE-Cina, negoziato che è durato sette anni a partire dall’ottobre 2013, è andato a rilento ed è stato concordato in linea di principio il 30 dicembre 2020. L’accordo mira a sostituire decine di trattati bilaterali di investimento tra i 27 Stati membri dell’UE e la Cina.

Questo accordo mira a facilitare l’accesso delle due parti ai reciproci mercati e in particolare, per quanto riguarda l’Europa, un’apertura più ampia al mercato cinese.

Il CAI è diverso dall’accordo di Fase Uno USA-Cina, che non solo richiede un maggiore accesso al mercato cinese per le aziende americane, ma obbliga Pechino ad acquistare beni americani, dall’agricoltura alla manifattura. Alcuni di questi sostituiscono beni precedentemente acquistati dall’Europa (Keegan 2020). Comprensibile, dunque, che gli USA si oppongano ad un approfondimento dei rapporti commerciali tra Cina e Europa che eventualmente comporterebbe un danno per Washington. Gli americani, a differenza degli europei, non sono stupidi.

Il CAI non è un accordo di libero scambio. Si tratta di un accordo di investimento internazionale che si situa nella tradizione dei trattati bilaterali di investimento.

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comuneinfo

Non ce ne andremo. Parlano le donne

di Aseel Jundi

Muna and Nabil al Kurd 1320x880Probabilmente tra qualche giorno del quartiere di Sheikh Jarrah di Gerusalemme Est, dove migliaia di palestinesi vivono in case su cui pendono come macigni gli ordini di demolizione, non si parlerà più. Il ministero degli esteri israeliano ha detto che i “terroristi stanno presentando una controversia immobiliare tra privati ​​per incitare alla violenza a Gerusalemme”. L’articolo che trovate qui sotto, racconta chi sono quei terroristi, anzi quelle terroriste, visto che le donne stavano assumendo ruoli preminenti in questo nuovo episodio di una resistenza che uno degli eserciti più potenti del mondo non riesce a cancellare da oltre settant’anni. Abbiamo scritto “stavano”, perché non saranno le donne, arabe o israeliane, a decidere quel che avverrà nei prossimi giorni. Non sarebbe possibile, perché la guerra, i missili, i razzi, i fiumi di sangue versato si prenderanno ancora una volta l’intera scena. Una scena patriarcale. Il volume di fuoco mediatico sull’opinione che “conta”, quello con il quale Israele vince le sue guerre da decenni, riuscirà a cancellare perfino le granate lanciate dalle forze di occupazione negli “scontri” all’interno della moschea di Al Aqsa, il terzo luogo più santo dell’Islam. Lo Statuto di Roma del 1998, che istituì la Corte Penale Internazionale all’Aia, dichiara che chiunque “diriga intenzionalmente attacchi contro edifici dedicati al culto, all’educazione, all’arte, alla scienza o a scopi umanitari [oppure] a monumenti storici” commette un crimine di guerra. Non è necessario che si riscontrino danni significativi – lo statuto considera un crimine l’attacco in sé, non le conseguenze. Crimini di guerra. A questa notte, la notte di venerdì 14 maggio, sono 103 palestinesi uccisi, tra i quali 27 bambini e adolescenti e 11 donne.

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cumpanis

Colombia, Uribe e la “rivoluzione molecolare”

di Geraldina Colotti

colombia protesteTrema il narco-governo di Ivan Duque per la pressione del popolo colombiano, che da più di dieci giorni sfida le pallottole della polizia. L’hashtag “S.O.S. Basta Duque! No más represión” sta inondando le reti sociali. La repressione subito battezzata dall’ex presidente Alvaro Uribe con un twitter di incitamento al massacro, ha già causato una trentina di morti, un centinaio di scomparsi e circa un migliaio di feriti, alcuni dei quali gravi: colpiti dalla micidiale tecnica di accecamento, nuova forma di repressione che abbiamo visto in azione in Francia, in Cile e in altre parti dell’America Latina.

Numerose anche le violenze sessuali contro manifestanti prevalentemente giovanissimi, che denunciano il furto di futuro nel paese più diseguale dell’America Latina, che già è il continente con più disuguaglianze al mondo. “Nos están matando”, ci stanno uccidendo, denunciano quei giovani in un altro hashtag che sta arrivando ai media e a tutte le grandi istituzioni internazionali.

E le risposte cominciano a farsi sentire, così come emergono i silenzi complici di quanti, come il segretario generale dell’Osa, Luis Almagro, risulta sempre impegnato a tramare contro il Venezuela e Cuba e a impedire la vittoria dei governi non graditi a Washington nella regione. Sono però arrivate le “preoccupazioni” dell’Onu, della Ue e anche di Amnesty International, che ha sostenuto le denunce dei manifestanti.

In Italia, si è fatta sentire anche Laura Boldrini, parlamentare del PD e presidente del Comitato per i diritti umani nel mondo.

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ist onoratodamen

L’imperialismo: fase suprema dello sfacelo capitalistico

di Carmelo Germanà

La parabola discendente del ciclo economico capitalistico del secondo dopoguerra, accelerata dal Covid-19, prosegue inesorabilmente. Vecchie e nuove potenze imperialistiche si confrontano per il predominio del pianeta a sottolineare la permanente conflittualità generata da un sistema economico i cui attori regolano i loro conti con l’esercizio della violenza e della rapina. L’imperialismo moderno è l’espressione del capitalismo giunto a minacciare la stessa vita sulla terra

Schermata del 2021 04 27 10 27 09L’antistoricità del sistema capitalista si evidenzia compiutamente nella ricorrenza delle sue crisi, quando le contraddizioni accumulate esplodono in tutta la loro forza. In queste circostanze emerge con grande evidenza il paradosso originato dall’enorme sviluppo delle forze produttive, le quali a un certo punto non sono più in grado di garantire una adeguata redditività del capitale investito. Di conseguenza si palesa il contrasto tra la sempre maggiore ricchezza prodotta e il diffondersi, allo stesso tempo, tra i lavoratori e nella società di incertezza e povertà. L’attuale devastante situazione non è causata dal Covid-19, come vorrebbe far credere la propaganda borghese, la pandemia ha certamente amplificato gli effetti, ma la crisi era già presente da prima ed è tutta interna ai meccanismi dell’accumulazione capitalista. La finanziarizzazione delle economie mature è stata la risposta data dal capitale a questa crisi che si protrae, con alti e bassi, da decenni. Crisi che ha colpito in particolare la maggiore potenza imperialista mondiale: gli Stati Uniti d’America. Le misure messe in atto dagli stati, lungi dal risolvere i problemi, non fanno altro che ampliarli e procrastinarli nel tempo.

Il dominio della finanza significa per gli Usa drenare parassitariamente plusvalore da ogni angolo del pianeta. I meccanismi di tale rapina risiedono nel signoraggio del dollaro e nella produzione di capitale fittizio che permettono alla borghesia americana di incamerare una rendita finanziaria ingente.[1]

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cumpanis

Sulle “sanzioni”, il doppio discorso dell’imperialismo “democratico”

di Geraldina Colotti

BPPochi giorni fa, è morto in carcere della Florida, negli Stati Uniti, un militante delle Black Panthers, Chip Fitzgerald. Era prigioniero da 51 anni, nonostante un ictus che lo aveva ridotto in sedia a rotelle. Gli avevano sempre negato le misure alternative. Aveva 71 anni. Una notizia che sarà forse motivo di giubilo per i forcaioli di casa nostra, che invocano la “certezza della pena”, mentre propongono leggi per condonare chi ruba soldi pubblici per il proprio profitto, e impongono sacrifici a chi non può sfuggire al controllo, i lavoratori dipendenti.

Un modello basato sul “diritto penale del nemico”, una tendenza intrinseca all’economia di guerra su cui si sta riassestando il sistema capitalista a livello globale per rispondere alle lotte per il potere delle classi popolari. In Perù, ci sono comunisti in carcere che hanno quasi novant’anni, e si mettono in galera anche gli avvocati. Stesso sistema in Colombia, in Spagna, in Francia, dove George Ibrahim Abdallah, militante libanese-palestinese è stato liberato dopo oltre 37 anni di carcere e dove ancora si trova il comandante Carlos, palestinese di origine venezuelana, detenuto dal 1994.

E che dire dell’ergastolo ostativo, della tortura bianca del 41 bis in Italia e dei prigionieri politici ai quali, in perfetto stile da Inquisizione viene chiesto di pentirsi per avere accesso alle misure alternative? Il fronte dei pacifisti con l’elmetto, che all’occorrenza si dicono persino comunisti, sostiene questo apparato in nome della legalità borghese a cui dovrebbero affidarsi le classi popolari.

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ilponte

Il virus atlantico

di Lanfranco Binni

marwan barghouthiSul fronte occidentale niente di nuovo. L’uso politico della pandemia sta scatenando gli arcaici armamentari di un atlantismo per tutte le borse: la dichiarata “guerra al virus” (ma non alle sue cause naturali e sociali) sta accelerando processi di tradizionale confronto militare tra Occidente e Oriente, tra Nord e Sud. Le miserabili ragioni finanziarie e speculative della “guerra dei vaccini” sono nobilitate, nelle narrazioni al servizio delle multinazionali farmaceutiche, dalle loro implicazioni geopolitiche: i vaccini del “mondo libero” contro la peste dell’impero del male (la Cina, la Russia, Cuba, ecc.). In prima linea, ancora una volta, gli Stati Uniti d’America con il loro potente apparato industriale-militare capace di mobilitare schieramenti e alleanze, minacce e deterrenze, azioni di forza e intrighi internazionali. La nuova amministrazione Biden, impegnata a gestire un paese post-trumpiano profondamente diviso, ancora una volta cerca soluzioni esterne alle complesse difficoltà interne, economiche e politiche, liberando gli istinti animali di un capitalismo di mercato ossessionato dalla perdita della supremazia sul mondo minacciata dai successi economici e geopolitici delle complesse strategie del Partito comunista cinese. Il multilateralismo dichiarato dai democratici statunitensi nella campagna elettorale contro la trumpiana America first sta riassumendo i toni e la sostanza di un’aggressività unipolare da sostenere con determinazione nello scenario globale. I “vaccini della libertà” e i nuovi missili ipersonici sono branditi come strumenti intercambiabili con disinvoltura maccartista («meglio morti che rossi», minacce di rappresaglie a chi collabora con il “nemico”, campagne di mobilitazione e schieramento delle opinioni pubbliche).

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ist onoratodamen

Sul declino degli Usa e l’inasprirsi della guerra imperialista permanente

di Giorgio Paolucci

usakillNel nostro vocabolario esiste una parola che più di tutte
rappresenta una speranza per il futuro; questa parola è: Comunismo
(G. Greco)

Le ha davvero provate tutte Donald Trump pur di ribaltare il risultato delle elezioni presidenziali. Ha perfino spinto i suoi sostenitori più accaniti a occupare e a mettere a soqquadro la sede del Congresso convocato -come previsto dalla costituzione - per certificare la vittoria di Joe Biden. Un’irruzione con armi alla mano e che pare mirasse a bloccare i lavori dei deputati e a sequestrare la speaker della Camera, la democratica Nancy Pelosi e a dare una lezione, in stile Klu Klux Klan, al vicepresidente Pence per non essersi opposto alla procedura parlamentare per la ratifica della vittoria di Biden da Trump ritenuta illegittima perché, a suo dire, conseguita per mezzo di gravi brogli elettorali. Accusa mai ritirata nonostante tutte le corti statali e quella federale ne abbiano certificata l’infondatezza.

Definirlo un tentativo di golpe, nell’accezione classica del termine, forse è eccessivo, benché -stando alle ultime indagini dell’Fbi - non sia mancata una qualche complicità da parte di qualche dirigente e agente della polizia locale e di alcuni parlamentari del partito repubblicano.

In ogni caso, sarebbe fuorviante considerarlo un episodio isolato, frutto della personalità disturbata di Trump come si trattasse di un aspirante dittatorello di una qualsiasi repubblica delle banane e non il presidente della prima potenza imperialistica mondiale.

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contropiano2

I giganti della rete dietro la repressione in India; e poi nel mondo

di Giacomo Marchetti

In calce un articolo di Naomi Klein da Intercept

giganti rete repressione india 720x300Rispetto a ciò che sta accadendo in India, ciò che colpisce è il miope eurocentrismo di un gran parte del movimento ecologista – e non solo – occidentale, nonostante la repressione contro il vasto movimento che sostiene la lotta dei contadini indiani abbia coinvolto anche Disha Ravi – una ventenne fondatrice di Friday For Future – e la condivisione di massa di un “toolkit” (versione digitale di un manuale di base per l’attivismo politico) elaborato da Greta Thumberg.

Eppure il caso giudiziario della ventenne ecologista e dell’altra giovane sindacalista Nodeep Kaur sono solo la punta dell’iceberg della profonda torsione autoritaria in corso in India, nel tentativo di stroncare il più grande movimento sociale mondiale del XXI secolo.

Forniamo due cifre sulle due più recenti iniziative nazionali basandoci su ciò che riporta la Monthly Review Online. Nella giornata di blocco stradale del 6 febbraio (Chakka Jaam) sono stati mobilitati milioni di contadini in più di 3.000 centri, in più di 600 distretti dell’Unione. Mentre alla giornata di blocco delle ferrovie (rail roko) del 18 febbraio sono stati interessati 600 centri, nella maggior parte degli Stati indiani. Come riporta la storica rivista statunitense: “è stato per l’India il blocco ferroviario più esteso della storia recente”.

Le questioni che vengono poste ci riguardano da vicino visto che, tra l’altro, l’India è un laboratorio per ciò che saranno i socials nord-americani nel futuro e di come l’informazione sia diventata uno dei principali campi di battaglia nella guerra asimmetrica che contrappone le élites mondiali ed il resto del pianeta.

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ilpungolorosso

Il nuovo assalto all’Africa, eterno vaso di miele per i vecchi e i nuovi colonialisti

di Il Pungolo Rosso

coltanPur se occultato in mezzo a una nauseante melassa di stato vetero/neocoloniale, alle orecchie del “grande pubblico” (dalle micro-informazioni) dovrebbe essere arrivato in questi giorni il nome coltan, l’oro bianco degli ultimi tre decenni. Il sottosuolo del Congo ne detiene l’80% delle riserve mondiali, ed è questa la causa prima (a seguire i diamanti, l’uranio, il cobalto, il patrimonio idro-elettrico, etc.) del terribile massacro avvenuto a cavallo del secolo in Congo, che lo ha trasformato, anche a guerra “finita”, in un permanente terreno di scontri armati, condotti sostanzialmente per procura. Per procura delle società multinazionali affamate del minerale, e dei vecchi e nuovi colonialisti.

Il coltan, una miscela complessa di columbite e tantalite, è un minerale preziosissimo per la fabbricazione di telefoni cellulari, computer portatili, GPS, auto (air bag), equipaggiamenti chimici, satelliti, armi guidate, motori di jet, missili, macchine fotografiche, apparecchi per la visione notturna, televisori al plasma, console per i videogiochi, strumenti per l’odontoiatria e la chirurgia, a causa della sua eccezionale resistenza al calore e alla corrosione, della sua capacità di aumentare la rifrangenza del vetro, di ottimizzare il consumo di corrente elettrica, nonché per il suo contenuto di uranio, e chi più ne ha più ne metta. L’inizio dell’estrazione dei minerali che compongono il coltan precede la seconda guerra mondiale, ma è solo degli ultimi tre decenni lo scatenato arrembaggio mondiale al coltan, guidato dalle multinazionali dell’elettronica, della chimica, etc. statunitensi, francesi, giapponesi, tedesche, britanniche e via dicendo: Apple, Microsoft, Thomson, Sony, Nokia, Bayer, etc., con l’accompagnamento dei relativi stati (e ambasciate) – la massima delle multinazionali italiane traffica, invece, soprattutto in petrolio, gas, energia elettrica.

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lacausadellecose

Nell’inferno del saccheggio africano

di Michele Castaldo

5788453 2032 congo obbligo perL’uccisione nella Repubblica Democratica del Congo dell’ambasciatore italiano e del carabiniere che gli faceva da scorta offre l’occasione per riflettere su quello che è un vero e proprio inferno causato dalle potenze coloniali in quel continente in una fase di crisi, come quella attuale, del moto-modo di produzione capitalistico, aggravata per di più dalla pandemia del Covid-19.

Ovviamente si sprecano da una parte le parole di riprovazione e di orrore nei confronti dei responsabili del fatto di sangue, mentre dalla parte opposta si sprecano gli elogi per le qualità delle due vittime cadute nell’imboscata in quel paese. E il popolo “beve”. Passano pochi giorni e tutto si dimentica, tutto riprende come prima. Eppure

tutti quelli che devono sapere sanno, ma tutti fingono di non sapere. Tutti conoscono la verità, ovvero gli interessi da cui sono mosse determinate strutture statali e/o umanitarie, ma tutti mentono spudoratamente sapendo di mentire. Eppure la verità è talmente evidente in certi ambienti che nel darne notizia – come nel caso del telegiornale delle 20 de La7, il suo direttore Mentana dice due cose in netto contrasto fra loro: « Diamo notizia del tremendo fatto di sangue avvenuto nel Congo, un paese poverissimo », per poi proseguire affermando, poche parole dopo: « una nazione ricchissima di materie prime di importanza strategica ». Una realtà talmente forte che, come la tosse, non può essere contenuta e fuoriesce dalle labbra di un noto asservito al potere del capitale.

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illatocattivo

Ancora su Covid-19 e oltre

Un aggiornamento

di Il Lato Cattivo

adobestock 333508830«L’inizio della Grande Depressione nel 1929 – o più esattamente il tracollo dell'economia mondiale e la rovina del capitalismo liberale – segnalò uno stato di emergenza per l'intero mondo capitalista. […] Il disastro economico e l'angoscia esistenziale divisero la società in due fronti politico-ideologici, inasprendo il conflitto. Quello che un individuo pensava o faceva non era più una faccenda personale, ma era diventato di colpo, che piacesse o no, espressione dello scontro politico in atto sulle cause e sulle possibili soluzioni della crisi globale.» (Wolfgang Schivelbusch, Tre New Deal)

 

Introduzione

A distanza di dieci mesi dalla pubblicazione di Covid-19 e oltre1, è venuta l’ora di riesaminare sommariamente l'insieme di quelle analisi e ipotesi formulate più o meno «in presa diretta», per vedere dove avevamo colto nel segno e dove invece è necessario, alla luce degli ulteriori accadimenti, aggiustare il tiro. In seconda istanza, procederemo ad isolare alcuni momenti forti di questa prima fase della crisi mondiale, e ne proporremo un'analisi.

Cominciamo col ricapitolare gli elementi della nostra diagnosi che ci sembrano confermati dal corso degli eventi. In essa, la pandemia da Covid-19 assumeva una pluralità di significati e di funzioni oggettive, che proveremo qui a riassumere. Essa appariva ad un tempo (e in ordine sparso):

  • come fatto di accertata gravità dal punto di vista puramente medico-sanitario (sembra un'ovvietà, ma a scanso di equivoci…), destinato dunque a perdurare per un certo tempo;

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contropiano2

Forum Cina /2. La linea di Mao

di Roberto Sassi

Intervento al convegno La Cina nel mondo multipolare il 16 Gennaio 2020

forum cina linea maoPremessa

La mia relazione coprirà un arco di tempo piuttosto ampio ed affronterà problemi complessi, fortunatamente come introduzione ai temi trattati posso rimandare all’ottimo intervento del compagno Angelo D’Arcangeli per l’Accademia Rebelde il 27 novembre 2020 (https://youtu.be/ltRjeWEkAuo), che ripercorre in maniera sintetica le origini della rivoluzione cinese, il suo sviluppo e i primi decenni dell’edificazione socialista.

Nel periodo che va dalla fondazione della Repubblica Popolare Cinese nel 1949 al 1976, anno in cui muoiono Zhou Enlai e Mao Zedong e la Cina cambia profondamente, esulando dai dati meramente macroeconomici, l’aspettativa di vita è passata da 40 a 65 anni (in India, nello stesso periodo, è passata da 38 a 54); la popolazione cinese è cresciuta da circa 550 milioni a circa 900 milioni di abitanti; il tasso di alfabetizzazione è passato dal 20% ad oltre il 65%; l’emancipazione della donna ha raggiunto grandi traguardi.

In questi anni, il governo è stato saldamente in mano al Partito Comunista Cinese, che pure ha sviluppato al suo interno e riversato nella società un ampio e spesso aspro confronto sui temi dell’edificazione della società socialista, così come ampio ed aspro fu spesso il confronto durante il precedente sviluppo della guerra di popolo.

Le figure di Mao Zedong e Zhou Enlai sono espressione con una certa evidenza di due tendenze: una dinamica, volta al movimento, al superamento degli assetti raggiunti, l’altra equilibratrice, volta alla stabilizzazione, al consolidamento dei risultati ottenuti.

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carmilla

Mi è semblato di vedele un gatto!

di Nico Maccentelli

Schermata 2020 01 02 alle 08.48.44 300x293Il balzo del gatto “rosso”

In questo periodo la Cina è balzata alla ribalta nel mondo per la sua poderosa crescita economica, con le sue svolte pianificate sia a livello interno che nei rapporti internazionali, e non ultima per la capacità di affrontare velocemente crisi d’ogni tipo, compreso quella pandemica del covid. Ovviamente il mainstream prosegue la sua demonizzazione con la stantia vulgata anticomunista, con le solite modalità di amplificare e distorcere ogni episodio repressivo, quando poi tace sui crimini in Colombia, Cile, Palestina, Ucraina, Siria, nei feudi dell’impero USA-UE-NATO. Ma in realtà si tratta di comprendere una realtà sociale e culturale nettamente diversa dalla nostra, al di là delle veline di regime. Anche nell’ambito della sinistra anticapitalista le posizioni sono variegate e spesso in polemica tra loro. Ma l’esigenza di approfondire il tema della Cina da più approcci, economico, sociale, politico e culturale è un’esigenza sempre più sentita tra i compagni: proprio oggi alle ore 15,00 è possibile assistere al forum dal titolo: La Cina nel mondo multipolare, organizzato dalla Rete dei Comunisti, su fb con interventi di spessore (1). Inoltre segnalo due contributi: l’opera di Pasquale Cicalese: Piano contro mercato (2) e per quanto riguarda la storia della Cina nel periodo della Rivoluzione Socialista (fino alla Rivoluzione Culturale inclusa), suggerisco il seminario tenuto da Roberto Sassi nel 2017 a Pisa, dal titolo: Ribellarsi è giusto! visionabile su youtube (3)

Il mio scopo in questo intervento è però quello di partire da un approccio politico, che investe la visione stessa di socialismo sulla scorta di un’esperienza in buona parte già esaurita, e che riguarda principalmente quella porzione di mondo che la vulgata borghese occidentale definisce tutt’oggi come “comunismo” e che costituiva la quasi metà del pianeta. Una porzione di mondo che comprendeva con la Cina il socialismo reale sovietico.

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lantidiplomatico

2021, il risveglio dei popoli dell'America Latina. Sfide e prospettive

di Geraldina Colotti

720x410c50Per la rivoluzione bolivariana, l’anno politico si è aperto con l’assunzione del nuovo Parlamento, a maggioranza chavista, frutto delle elezioni del 6 di dicembre. Una vittoria della democrazia partecipata e protagonista, che continua a scommettere sulla coscienza e l’organizzazione popolare per affrontare le sfide a cui deve far fronte, sia all’interno che all’esterno del paese.

Basta confrontare le immagini convulse e grottesche diffuse dopo l’assalto trumpista al Campidoglio negli USA con quelle corali, sorridenti e piene di dignità dei 277 deputati e deputate della nuova legislatura in Venezuela, per rendersi conto della diversità dei due modelli, della prospettiva e degli effetti divergenti che producono.

Basta confrontare la levatura del discorso di Jorge Rodriguez, psichiatra e poeta, figlio di un rivoluzionario ucciso dalle democrazie camuffate della IV Repubblica, eletto a capo della giunta direttiva, con il semplicismo torvo e minaccioso di Trump e dei suoi accoliti, per capire quale sia la “minaccia inusuale e straordinaria” rappresentata dalla rivoluzione bolivariana per l’imperialismo.

Da una parte, i versi di Pablo Neruda, con i quali Rodriguez ha concluso il suo discorso, dall’altra le urla suprematiste dei continuatori del Ku Klux Klan. Da un lato, le proposte chiare e dirette, aperte al dialogo ma con rispetto, dei deputati chavisti, dall’altra un sistema in crisi conclamata, che affida i suoi piani all’aggressione aperta o a quella nascosta, ma che risulta comunque nefasto per il suo stesso popolo e per quelli che vorrebbe sottomettere.