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Notizie sull'operazione speciale condotta dall'esercito russo in Ucraina
Le parole dovrebbero essere annoverate nell’elenco delle droghe pesanti, e purtroppo a chiunque può capitare di farsi ogni tanto una “pera” eccessiva. Il quotidiano neocon “il Foglio” si è approfittato del “trip” di uno dei padri costituenti, Umberto Terracini, per fargli fare una figuraccia postuma mettendo in evidenza alcune sue frasi poco felici in sostegno di Israele. Dopo averci ammonito sul fatto che anche Terracini considerava l’antisionismo una forma di antisemitismo, ci viene proposta una citazione nella quale il vecchio comunista...
Da questa parte del "mondo democratico occidentale", molti di noi si dibattono tra rabbia e la sensazione drammatica di impotenza nell'assistere allo sterminio in diretta di un intero popolo. A volte questo senso di frustrazione si trasforma in disagio somatizzato, in depressione (parlo per me e per gli amici e compagni con cui mi confronto ogni giorno). In altri casi, invece, rischia di generare reazioni di autoconservazione fatalista, ricerca del deus ex machina, rimozione. Eppure qualcosa si muove. Qualcosa possiamo fare. Una piccola...
1. Seguendo un copione creato a tavolino per ingannare la mente di chi si abbevera ai telegiornali della sera, gli Stati Uniti continuano a tirare il guinzaglio legato al collo del cagnolino d’oltremanica. Quel cagnolino era un tempo l’Impero britannico’, oggi solo un maggiordomo che esegue gli ordini dell’Impero Atlantico: tenere Julian Assange in prigione fino alla morte. Per la più grande democrazia al mondo – da esportare, se del caso, a suon di bombe e che ormai solo i politici europei (e italiani) credono sia tale – il rischio più...
Qualcuno parla di rischio di terza guerra mondiale davanti alla rappresaglia dell’Iran verso Israele, ma cari miei, una terza guerra mondiale sarebbe solo nucleare. Perciò, definitivamente distruttiva dell’umanità. Avete presente l’anime e il manga “Ken il Guerriero”? Lì, almeno, le armi nucleari sono state relativamente innocue: hanno distrutto il mondo, ma non hanno lasciato radiazioni. Ma nella realtà, una guerra di tale portata, ridurrebbe il mondo a una landa desolata radioattiva, invivibile. E per quanto noi siamo governati dai...
Il Governo è in difficoltà, è debole. Questo è il precipitato politico di un ragionamento che prende le mosse dalla scelta del Governo di approvare un Documento di economia e finanza (DEF) privo delle principali informazioni sulle tendenze della finanza pubblica e dei conseguenti effetti macroeconomici. Il DEF è il principale strumento di programmazione economica del Governo, serve a definire il quadro della finanza pubblica per l’anno in corso e per il successivo triennio. In pratica, con il DEF il Governo è chiamato a mettere nero su bianco...
Dopo l’oblio dell’attacco al Crocus da parte dei media d’Occidente, preoccupati solo di discolpare l’Ucraina dalle evidenti responsabilità, come peraltro accaduto varie volte in passato – a parte eccezioni che confermano la regola – per altre azioni oscure di Kiev, anche l’attacco di droni alla centrale atomica di Zaporizhzhia è passato sottotraccia, come qualcosa di marginale. L’attacco alla centrale di Zaporizhzhia e i topos delle guerre infinite E ciò nonostante la gravità dell’accaduto: se l’attacco fosse riuscito al 100% poteva creare...
Il senso di colpa domina incontrastato nella multiforme platea dei sentimenti umani. Senso di colpa per non essere abbastanza, per non aver superato l’esame, per non aver performato quanto desideravamo, per aver disatteso le aspettative, per non aver concluso un lavoro, per aver trascurato passioni e interessi, per aver manifestato rabbia, tristezza e paura, per gli errori commessi, per le azioni compiute, per una parola fuori posto, per non esserci stata, per aver mangiato, per aver risposto nervosamente, per quella carezza non data, quei...
Immancabili, come ogni anno, i dati Istat sull’andamento demografico del paese registrano un deciso segno meno”. Che non è grave soltanto in sé, ma soprattutto perché conferma una tendenza di lunghissimo periodo. Dal 1964 a oggi sono stati pochissimi gli anni in cui le nuove nascite sono state più numerose dell’anno precedente, ma anche a uno sguardo disattento balza agli occhi che la dimensione delle diminuzioni è sempre alta, mente i “rimbalzi” sono sempre appena percettibili. Il risultato finale, al 2023, non lascia dubbi: i nuovi nati...
‘Essere democratici è una fatica immane. Allora perché continuiamo a esserlo quando possiamo prendere una scorciatoia più rapida e sicura?’. Così Michela Murgia, la scrittrice sarda recentemente scomparsa, nel suo pamphlet del 2018 dal titolo provocatorio: ‘Istruzioni per diventare fascisti’. Con una originale sapienza dialettica, com’era suo stile di comunicazione in ogni dibattito pubblico e nel relazionare sulle grandi ingiustizie e ineguaglianze che affliggono le società odierne, Michela Murgia, nel suo saggio, ci invita a sottoporci a...
I due anni della pestilenza da Covid-19 si sono rivelati una grande imprevedibile opportunità per testare il livello di ubbidienza che, si può ottenere applicando un regime disciplinare come lo è stato l’obbligo di vaccinarsi, appunto. La narrativa secondo la quale il barbaro no-vax e chi lo sostiene rappresentano il Male, e quindi vanno denigrati, censurati, emarginati, criminalizzati ha funzionato. Pertanto, lo stesso identico canone è stato applicato su una nuova dicotomia buono-cattivo nella politica internazionale. Stesso manicheismo,...
L’avesse compiuto, per dire, il Ministro degli esteri russo Sergej Lavrov, un gesto come quello del suo omologo britannico David Cameron, recatosi in “visita di lavoro” da Donald Trump in USA, intrattenendosi – magari – in Germania, con Sahra Wagenknecht, per di più alla vigilia delle elezioni, il coro liberal avrebbe subitamente gridato alle «interferenze russe nei processi democratici dei paesi liberi». Ma fatto tra “alleati”, per di più di estrazione anglosassone, la cosa rientra nella normalità e, trattandosi della “democratica Ucraina...
Un’analisi di cosa succede e di cosa si prospetta in Medioriente, a partire dal genocidio in atto a Gaza, dalla rivolta generale palestinese, dallo scontro tra Stato Sionista e Asse della Resistenza in Libano, Siria, Iraq, Yemen, all’indomani dell’attacco israeliano all’ambasciata iraniana a Damasco. Una panoramica che parte dalla ritirata della FOI (Forza di Offesa Israeliana) dalla metà sud di Gaza, dopo sei mesi di offensiva del presunto “esercito più potente del Medioriente” che non è riuscito a controllare la Striscia, annientare Hamas e...
In vista della settimana di mobilitazione dei lavoratori all’interno dell’accademia italiana, proponiamo qui un resoconto delle linee d’intervento del movimento negli ultimi mesi, mettendo al centro i punti politici principali che stanno caratterizzando le proteste dei lavoratori e delle lavoratrici dell’università di concerto con i movimenti studenteschi. Si tratta di una riflessione che vuole essere un punto di partenza che ci porti allo sciopero del 9 aprile di tutto il mondo universitario, una data che deve essere un punto di partenza per...
Trent’anni dopo il genocidio in Ruanda, innescato dall’abbattimento dell’aereo privato su cui viaggiavano il presidente del Paese e il suo omologo del Burundi, e spacciato per l’esplosione di un conflitto etnico tra Hutu e Tutsi, si continua a discutere sulle cause del massacro di quasi un milione di persone. Dopo tre decenni, si evidenziano implicazioni che gettano una luce meno semplificata su quegli eventi drammatici: a cominciare dal ruolo delle grandi potenze che cercavano di accaparrarsi le enormi risorse strategiche nella regione dei...
È certamente corretto sostenere che le motivazioni che stanno spingendo Washington a mettere sotto assedio Pechino sono di natura economica. Paradossalmente questa tesi è stata infatti espressa indirettamente dalla stessa Segretario al Tesoro Yellen, in una intervista della settimana scorsa che non ha avuto la risonanza che avrebbe meritato nonostante anticipasse i temi che la stessa Yellen sta trattando con l'élite politica cinese nel suo viaggio diplomatico in corso in questi giorni. Di importanza capitale per comprendere la situazione a...
Pubblichiamo un estratto della prefazione del libro “Ucraina, Europa, mondo. Guerra e lotta per l’egemonia mondiale” di Giorgio Monestarolo (Asterios, Trieste, pp.106, euro 13). L’autore è ricercatore presso il Laboratorio di Storia delle Alpi dell’Università della Svizzera italiana e docente di Storia e Filosofia al liceo Vittorio Alfieri di Torino. La prefazione è del generale Fabio Mini, che tra le altre cose è stato generale di Corpo d’Armata, Capo di Stato Maggiore del Comando NATO del Sud Europa e comandante della missione...
Volete uscire dal dominio neoliberista, volete allentare la morsa della gabbia d’acciaio capitalista, volete invertire l’allungamento in corso da decenni della scala sociale di cui tra l’altro vi è vietato l’uso per provare a scalarla. Avete idee di mondo migliore, più giusto, qualsiasi sia la vostra idea di “giusto”. Tutto ciò è politico. Ma la vostra società non è ordinata dal politico, è ordinata dall’economico. È l’economico il regolamento del gioco sociale, è lui a dettare scala di valori, premi, punizioni, mentalità e cultura comune. E...
Nelle Conferenze di La Paz, nel 1995, il teologo e filosofo argentino, tra i pionieri della Teologia della Liberazione e in esilio dalla sua patria durante il regime fascista sviluppa la sua attentissima lettura di Marx dal punto di vista rivendicato dell’esternità e del lavoro ‘vivo’; ovvero della persona effettiva, reale, completa. Questo, declinato nelle sue diverse forme, marginali e ‘poveri’, stati subalterni e periferici, è il tema centrale della filosofia e della prassi politico-culturale ed etica di Dussel. Proviamo, dunque, a...
Come ha potuto succedere? Che mostruosità! Tutte quelle armi che circolano! Ma in che tempi viviamo! Colpa dei genitori….Colpa della scuola…. Sono le esclamazioni dei manigoldi ipocriti che tendono a ottunderci il cervello mentre cerchiamo di farci capaci dell’enormità di un bambino di dodici anni che entra in classe con una pistola e spara e uccide suoi compagni. Si assembrano sugli schermi e nelle paginate psicologi, sociologi, esperti di ogni risma da un euro all’etto a disquisire sul fattaccio. E tutti, indistintamente, a mancare...
L’apparente moderazione dell’Iran di fronte all’aggressione israeliana non dovrebbe essere confusa con la debolezza. Teheran esercita costantemente pressioni su Tel Aviv attraverso i propri metodi, preparando attentamente il terreno per il disfacimento di Israele. «La leggenda narra che una rana posta in una pentola poco profonda piena d’acqua riscaldata su un fornello rimarrà felicemente nella pentola d’acqua mentre la temperatura continua a salire, e non salterà fuori anche se l’acqua raggiunge lentamente il punto di ebollizione e uccide la...
Più passano i giorni, più Israele procede nella sua campagna di sterminio, più si isola dal resto del mondo, più comprendo che il pogrom del 7 ottobre, pur essendo, come non può che essere un pogrom, un’azione atroce moralmente inaccettabile, è stato un atto politico capace di cambiare la direzione del processo storico. La conseguenza immediata di quell’azione è stata lo scatenamento di un vero e proprio genocidio contro la popolazione di Gaza, ma il genocidio era in corso in modo strisciante da settantacinque anni, nei territori occupati, in...
Marx era consapevole della difficoltà che l’idea di classe poneva come categoria che rappresenta un insieme eterogeneo di lavoratori, perché sapeva che il proletariato era composto non solo dagli operai di fabbrica ma da tanti altri lavoratori che, al pari di oggi, avevano in comune il fatto di trovarsi nella stessa posizione nei rapporti di potere. Tuttavia, nel pieno del capitalismo industriale, la classe in termini marxiani ha rappresentato una categoria utile a descrivere l’asimmetria dei rapporti di produzione e come questi fossero...
Premettendo che l'uscita di CS dai social ebbe molte ragioni circostanziate e che continuo a pensare che i social network siano già da tempo "territorio nemico", cominciamo mettendo in rilievo l'annuncio nell'articolo: Sabato 11 Maggio alle ore 10 presso il Centro Congressi Cavour sito a Roma in Via Cavour 50/a, ci riuniremo per il decennale de L’Interferenza e sarà l’occasione, oltre che per un dibattito politico sui vari temi di politica e di politica internazionale, anche per lanciare una battaglia per la libertà di informazione, per...
I ricchi sono sempre più ricchi, i poveri sono sempre più poveri. Alla base del divario, tra gli altri fattori, anche le eredità che in molti Paesi passano di mano senza essere tassate, o quasi. Così per la prima volta in 15 anni, secondo i dati di Forbes, tutti i miliardari sotto i 30 anni hanno ereditato la loro ricchezza. Detto in altri termini: nessuno di loro ha un’estrazione socio-economica familiare differente e si è “fatto da solo”. Addio ascensore sociale: il “grande trasferimento di ricchezza” – 84.000 miliardi di dollari nei...
Il giornale statunitense Politico ha intervistato alcuni ufficiali militari ucraini di alto rango che hanno prestato servizio sotto il generale Valery Zaluzhny silurato a febbraio da Zelenski. Le conclusioni sono che per l’Ucraina “il quadro militare è cupo”. Gli ufficiali ucraini affermano che c’è un grande rischio che le linee del fronte crollino ovunque i generali russi decidano di concentrare la loro offensiva. Inoltre, grazie a un peso numerico molto maggiore e alle bombe aeree guidate che stanno distruggendo le posizioni ucraine ormai...
L’assassinio del generale Reza Zahedi in un edificio dell’ambasciata iraniana di Damasco, assassinato insieme ad altri membri delle guardie rivoluzionarie, supera un’altra delle linee rosse che normalmente hanno limitato la portata dei conflitti del Secondo dopoguerra, evitando al mondo escalation ingestibili (il mondo guidato da regole esisteva prima dell’89; dopo il crollo del Muro, le regole sono state riscritte a uso e consumo degli Usa…). Anzitutto perché Israele ha colpito un alto ufficiale di una nazione non ufficialmente in guerra....
Sul quotidiano La Stampa di ieri è stata pubblicata una significativa intervista al fisico Carlo Rovelli che ha preso posizione a sostegno delle mobilitazioni degli studenti che chiedono la sospensione della collaborazione tra le università italiane e le istituzioni israeliane. Qui di seguito il testo dell’intervista Carlo Rovelli, fisico teorico, autore dei bestseller di divulgazione scientifica “Sette brevi lezioni di fisica” e “L’ordine del tempo”, non è uno da giri di parole. Nemmeno quando le idee rischiano di essere impopolari. Di...
Riporto questo articolo di Xi Jinping uscito ieri sul L’Antiplomatico, che conferma quanto ho avuto modo di analizzare in un mio contributo apparso si Carmilla e ripreso da Sinistrainrete poche settimane or sono. Non starò a ripetermi in queste sede e in estrema sintesi, mi limito a ribadire che quello cinese non è socialismo, ma nell’ambito di un processo internazionale multipolare occorre sostenere tutte le forze e i paesi che vanno in quella direzione e che di fatto contribuiscono al declino storico e generale dell’imperialismo atlantista,...
Mi scuso con chi legge questo articolo perché era mia intenzione aprire alla grande con una congrua citazione marxiana dai Grundrisse, quella che si avvia con: «Der Krieg ist daher eine…». Poi ho assistito in TV a una pensosa trasmissione condotta dal noto filosofo con nome primaverile, Fiorello, e ho cambiato idea. Il pensatore ha introdotto la categoria post-postmoderna di Ignoranza Artificiale. A questo punto ho meditato. Grande LLM di GPR-3! Grandissimo PaLM-2 che è addestrato da 340 miliardi di parametri! Grandioso GPT-4 addestrato da un...
Terminata la lettura delle scarse 150 pp. del volume di Stefano Isola, A fin di bene: il nuovo potere della ragione artificiale (Asterios, 2023), la sensazione è di inquietudine. Il dibattito sulle potenzialità della cosiddetta “intelligenza artificiale” (AI) è salito al punto da echeggiare i temi della fantascienza sulla “rivolta delle macchine”. Impressiona il fatto che la denuncia dei rischi venga non da qualche sorta di “primitivista”, ma da imprenditori del settore e da ricercatori. “Il 49% dei ricercatori di intelligenza artificiale ha...
Aleksandr Herzen diceva che il nichilismo non è il voler ridurre le cose a nulla, bensì riconoscere il nulla quando lo si incontra. La nulliloquenza non sarebbe difficile da individuare, dato che consiste nel muoversi costantemente su categorie astratte senza mai scendere nel dettaglio concreto. Purtroppo a volte è sufficiente drammatizzare la mistificazione nel modo giusto per far cascare l’uditorio nell’illusione. Nel gennaio scorso ci hanno raccontato la fiaba sul liberista, “libertario” e “anarco-capitalista” Xavier Milei, neo-presidente...
Ieri sera nel salotto di Floris il padre di Ilaria Salis ha pronunciato le seguenti parole: “Mia figlia è in carcere perché è una donna, perché è antifascista e perché non è ungherese”. Ora, un padre direbbe e farebbe di tutto pur di tirar fuori la propria figlia dalla galera, e questo ci sta tutto ed è ciò che lo nobilita. Dopo di che se crede o meno in ciò che dice o sia solo una escamotage per aiutare la figlia non lo sappiamo perché non siamo nella sua testa e, tutto sommato, è anche irrilevante saperlo. Chiarito questo, lo spropositato...
In prima serata per modo di dire, ovviamente. Come diceva qualcuno, se campi abbastanza ne vedi di tutte le specie. Aggiungerei che finisci per vedere tutto e il contrario di tutto. Esce su Netflix Il problema dei tre corpi e improvvisamente tutti parlano di caos deterministico, il che è molto curioso ai miei occhi. È molto curioso perché mi ricordo molto bene di quando iniziai a parlare di teorie del caos. Fu nel 2016 e il partito de lascienza ci mise poco a classificare la cosa: "le teorie del caos sono un marker dell'antivaccinismo". Mi...
Quattro autorevoli personalità tedesche – Peter Brandt, storico e figlio del cancelliere Willy Brandt, il politologo Hajo Funke, il generale in pensione Harald Kujat e Horst Teltschik, già consigliere del cancelliere Helmut Kohl – hanno presentato un piano di pace (qui il testo tradotto) altamente competente e realistico su come si potrebbe porre fine alla guerra in Ucraina attraverso un cessate il fuoco e successivi negoziati di pace. Si tratta probabilmente della proposta di pace più completa e innovativa che sia stata avanzata da un...
Quando il conflitto in Ucraina passerà alla storia, le passioni si placheranno e gli storici professionisti inizieranno ad analizzare gli eventi del recente passato, rimarremo tutti scioccati: come è potuto accadere che abbiamo accettato per oro colato un'ovvia menzogna? È consuetudine ironizzare sul passato di Vladimir Zelenskyj nel mondo dello spettacolo, ricordando come simulava suonare il pianoforte con i genitali per il divertimento del pubblico. C'erano altre battute di basso livello nel suo repertorio. Ma questo fu l’inizio, e...
Il libro di Giorgio Monasterolo, Ucraina, Europa mondo. Guerra e lotta per l’egemonia mondiale, pubblicato dalla casa editrice Asterios (2024), affronta l’argomento guerra in Ucraina e quella fra Israele e palestinesi della striscia di Gaza rispondendo contemporaneamente a due domande: come scoppiano i conflitti militari e perché. E’ opportuno, sostiene, spostare l’attenzione dal “come”, dalla logica aggressore-aggredito – secondo la quale la guerra ucraina è iniziata nel 2022, con l’attacco russo e quella di Gaza nell’ottobre 2023 con il...
«Indipendentemente dalla volontà degli uomini e delle autorità che li dirigono», scrive Fernand Braudel, i fenomeni collettivi si generano, accadono, tramontano, mutano (Civiltà materiale, economia e capitalismo (secoli XV-XVIII), vol. III, I tempi del mondo, trad. di C. Vivanti, Einaudi, Torino 1982, p. 65). Una volta avviate, le dinamiche sociali e politiche vivono di vita propria, seguendo regole certo non rigide come quelle che guidano il mondo fisico ma molto forti e a volte assai simili ai principi che sottendono le trasformazioni...
Dall’intelligenza artificiale allo sfruttamento dei satelliti. Dai dati sul traffico marittimo alle operazioni di compravendita che si chiudono in millesimi di secondo. Vale tutto sui mercati finanziari, pur di vincere la gara. Arrivare per primi, avere le informazioni una frazione di istante prima degli altri. Essere i più veloci a realizzare qualsiasi operazione di acquisto o vendita. Secondo un recente articolo di Les Echos alcuni fondi analizzano le foto satellitari dei porti per monitorare il numero di container in attesa. L’analisi di...
Dopo sole 24 ore dall’orribile eccidio del 22 marzo al Crocus City Hall di Mosca, che ha provocato la morte di almeno 137 persone innocenti e il ferimento di altre 60, i funzionari statunitensi avevano attribuito la responsabilità del massacro all’ISIS-K, la branca di Daesh dell’Asia centro-meridionale. Per molti, la rapidità dell’attribuzione aveva sollevato il sospetto che Washington stesse attivamente cercando di spostare l’attenzione dell’opinione pubblica occidentale e del governo russo dai veri colpevoli – l’Ucraina e/o la Gran...
Perché gli USA usano l'ISIS per conquistare l'Eurasia
di Piotr
Una straordinaria analisi a firma Piotr. Cos'è la Terza guerra mondiale a zone di cui parla il papa. I veri confini del dibattito su ISIS, Di Battista, l'Ucraina, i curdi
1. I corsari erano dei privati (spesso armatori) che ingaggiavano comandanti abili nella navigazione per perseguire propri interessi in condominio con quelli politici di una potenza che li forniva, appunto, di una "lettera di corsa". Tale lettera li abilitava ad attaccare e saccheggiare navi di altre potenze sotto particolari condizioni (solitamente una guerra).
Le attività dei pirati e quelle dei corsari erano praticamente le stesse. Cambiavano solo le coperture politiche ufficiali. Diversi corsari finirono la loro carriera come pirati, a volte impiccati dagli stessi governi che li avevano ingaggiati.
Di fatto i corsari potevano permettersi di fare quelle cose che uno Stato riteneva politicamente e/o economicamente imprudente fare.
Una variante molto più in grande ed organizzata erano le Compagnie commerciali dotate di privilegi, come la famosa Compagnia Inglese delle Indie Orientali, che benché totalmente private (la Corona inglese non possedeva nemmeno un'azione delle Compagnie inglesi) avevano il nulla osta per condurre guerre e attività di governo.
Corsari e pirati hanno smosso le fantasie romantiche e libertarie di generazioni di persone che invece storcevano il naso per le imprese dei loro mandanti.
Oggi la storia si ripete. In peggio.
2. I reparti armati dei (cosiddetti) fondamentalisti islamici sono da più di trenta anni una forma ancor più perversa di simili compagnie di ventura, al servizio dell'impero statunitense. I prodromi di questa alleanza-servizio furono gettati durante la Prima Guerra Mondiale da persone come St John Philby e Gertrude Bell, brillanti e preparatissimi agenti inglesi che lavoravano in stretto contatto con i principi sauditi.
L'alleanza è stata vista all'opera in Afghanistan negli anni Ottanta, sotto la sapiente regia criminale di Zbigniew Brzezinski, poi in Bosnia, in Kosovo, in Cecenia, in Libia, in Siria e ora in Iraq. È verosimile che la sua longa manus arrivi fino in India, via Pakistan, e nello Xinjiang Uyghur, in Cina.
L'ISIS, cioè lo Stato Islamico dell'Iraq e del Levante (Siria), è la forma più sofisticata di questa strategia corsara. Più ancora che Israele - che, essendo formalmente uno stato internazionalmente riconosciuto deve sottoporsi alla legalità internazionale, anche se non lo fa praticamente mai e si avvale di ampie deroghe e ha un'organizzazione politico-istituzionale complessa (ma questo conta sempre meno, lì come da noi) - l'ISIS è la quadratura del cerchio: uno stato-non-stato che essendo per definizione un'entità terrorista ha il "diritto" di essere al di fuori di qualsiasi legalità. Bene fanno, dal loro punto di vista, gli USA a chiamarla "organizzazione terrorista": il sostegno politico diretto, quello organizzativo via Arabia Saudita e proprio quella stessa definizione costituiscono la "lettera di corsa" che la Superpotenza gli fornisce. In altri termini, hanno il diritto-dovere di essere terroristi.
Esattamente come succedeva coi corsari di un tempo, sotto le mentite spoglie di "combattenti per la libertà" (anti Assad) hanno smosso le fantasie romantiche di ingenui buonisti - a volte, ahimè, persino caduti nella mortale tela del ragno - e di sedicenti internazionalisti fatti perdere da Giove. Possiamo immaginare che ora essi si sentano confusi. Noi, al contrario, iniziamo a vedere con più chiarezza i contorni di un disegno sufficientemente preciso.
3. Già negli anni Ottanta la Rand Corporation aveva "previsto" che le guerre future sarebbero state un misto di conflitti stellari e di conflitti premoderni condotti da entità substatali. Una previsione non difficile, visto che la Rand faceva parte di quel complesso che stava preparando tale scenario.
È una strategia sostenuta da un'ottima logica. Le "guerre stellari", infatti, se condotte fino alle loro estreme conseguenze non posso trasformarsi che in conflitti nucleari. La guerra di corsa tramite entità substatali, condotta dagli USA dopo i primi colpi "ortodossi" inferti dalla genia dei Bush e da Clinton, ha invece permesso alla Superpotenza di lanciare quella serie di firststrike che sarebbero stati rischiosissimi, e quindi impossibili, in termini di guerre ortodosse tra stati, sebbene fossero contemplati dalla New Nuclear Posture elaborata dai neocons sotto Bush Jr.
L'iniziale sbandamento dei competitor strategici dimostra che la mossa ha una sua genialità, ovviamente criminale. Anzi, c'è la sensazione che questi competitor preferiscano correre il rischio di guerre substatali terroristiche piuttosto che quello di un conflitto aperto contro un avversario spregiudicato e sempre più aggressivo perché sempre più in difficoltà. Una difficoltà, comunque, relativa e che cercheremo di precisare.
4. Cosa c'è di meglio per gli USA che installare nel centro nevralgico dell'Eurasia (già oggetto degli incubi e dei desideri del "veggente" consigliere di Carter per la sicurezza, Zbigniew Brzezinski) uno stato-non-stato, uno stato-zombie, un essere-non-essere, un'organizzazione territoriale che al riparo della sua bandiera nera pirata può minacciare di azioni raccapriccianti tutti gli stati vicini, a partire da Siria, Russia, Iran, Cina, repubbliche centroasiatiche e poi lungo il corridoio che tramite il Pakistan penetra in India e che attraverso lo Xinjiang Uyghur prende alle spalle la Cina? Difficile pensare a un'arma non convenzionale migliore. Proprio difficile. Un temibile cuneo piazzato nel bel mezzo dell'Organizzazione di Shanghai.
Non solo, ma anche l'Europa può essere minacciata (non è già stato fatto?). Può essere utile qualora si mostrasse troppo recalcitrante al progetto neoimperiale statunitense, con annessi e connessi tipo il rapinoso TTIP.
La difficoltà statunitense di cui si parlava prima, non sta nel fatto che gli Stati Uniti siano inesorabilmente in declino per chissà quali leggi geopolitiche o economiche. In realtà la difficoltà è insita nel sistema capitalistico stesso che oggi è ancora incentrato sugli USA, cosa che si può contestare solo se si pensa che il sistema capitalistico sia misurabile solo a suon di profitti, PIL, scambi commerciali e riserve valutarie. Anche, ma non "solo", perché il sistema capitalistico è un sistema di potere.
In più, le potenze emergenti sono emerse, diciamo così, "in ritardo" (non poteva essere altrimenti) ovvero quando le capacità distruttive militari, industriali, ecologiche e finanziarie mondiali erano già state ipotecate massicciamente da uno stato-continente denominato Stati Uniti d'America e dai suoi vassalli. È vero che noi paesi occidentali a capitalismo maturo contiamo solo per un settimo della popolazione mondiale, ma questo dà proprio l'inquietante misura del problema, perché contiamo immensamente di più in quanto a capacità distruttiva.
5.Il regista Oliver Stone e lo storico Peter Kuznick con molto acume hanno fatto notare che con Hiroshima e Nagasaki gli USA non solo volevano dimostrare al mondo di essere superpotenti, ma anche - cosa ancor più preoccupante - che non avrebbero avuto alcuno scrupolo nella difesa dei propri interessi: erano pronti a incenerire in massa uomini, donne e bambini.
Le popolazioni libiche, siriane e irachene martirizzate dai corsari fondamentalisti sono la raccapricciante dimostrazione di questa mancanza di scrupoli, episodi di genocidi compiuti a rate al posto del singolo sterminio atomico, troppo rischioso. In questo senso preciso l'ISIS è utilizzato come arma di distruzione di massa a consumo.
6. In Occidente questa strategia rimane incomprensibile ai più. È vero che è complessa perché fa leva su un gioco intricato di interessi differenziati, da quelli puramente ideologici a quelli puramente mafiosi, ma la cosa è sorprendente perché oltre ad essere ormai chiara negli obiettivi - evidentemente perché gli USA stessi se li sono chiariti -, come si è visto è anche la riedizione di una strategia già nota e stranota.
Confusa poteva essere la sua percezione durante il conflitto afgano degli anni Ottanta. Era forse difficile capire allora la connessione tra Volkershock, invasione sovietica e nascita della guerriglia islamista sostenuta e organizzata dagli USA. Tuttavia alcuni studiosi, benché pochi e trattati come eccentrici, avevano già fatto notare le connessioni tra crisi sistemica, reaganomics, finanziarizzazione, conflitti geopolitici e la ripresa d'iniziativa neoimperiale degli USA dopo la sconfitta in Vietnam (quante volte gli Stati Uniti sono stati dati per spacciati?). Mi riferisco agli studiosi raccolti nella scuola del "sistema-mondo".
È comunque singolare che una sinistra così determinata negli anni Sessanta e Settanta a lottare per la difesa del filosovietico Vietnam, pochissimi anni dopo si trovasse a strizzare l'occhiolino a fondamentalisti sostenuti dagli USA contro una Unione Sovietica ora considerata l'impero da sconfiggere a tutti i costi.
Con le Torri Gemelle, inizio della Terza Guerra Mondiale a Zone di cui oggi parla persino il papa (ci sono veramente voluti tredici anni per capirlo in Vaticano?), la deriva totale della sinistra veniva preannunciata con uno spettacolare canto del cigno: le enormi dimostrazioni contro le guerre di Bush Jr e le politiche neoliberiste globalizzate. Si era sulla strada giusta, perché erano esattamente i due lati complementari del connubio denaro-potere messo a nudo dalla crisi sistemica. Eppure è bastato il peggioramento di questa crisi e il suo irrompere nei centri capitalistici occidentali e l'elezione santificata di Barack Hussein Obama per far deragliare ogni ragionamento e centinaia di migliaia di ex militanti venivano trasformati in supporter attivi, passivi o incoscienti della nuova politica imperiale.
Non è un'esagerazione: basta confrontare i 3 milioni di persone in piazza a Roma nel 2003 contro la guerra all'Iraq e le 300 (trecento) persone in piazza a Roma nel 2011 contro la guerra alla Libia.
Quel che era peggio, è che questo non era il risultato di un sofisticato programma di condizionamento, ma l'esito delle strategie di comunicazione introdotte ai suoi tempi dal nazista Goebbels ricanalizzate attraverso i vecchi e i nuovi media, con una variante decisiva. Non solo balle grosse come case ripetute all'unisono ovunque e con ogni mezzo, ma anche condite coi termini e coi concetti che più piacevano alla sinistra: se gettare bombe faceva storcere il naso, bastava dire che esse erano intelligenti o addirittura umanitarie, se non proprio aiuti umanitari sic et simpliciter. L'impero ora parlava con un linguaggio ad ampio spettro, da quello reazionario a quello del progresso, tecnico, sociale e politico. Non proprio una novità, ma il bersaglio era una società in via di disarticolazione a causa della crisi sempre più feroce, abbandonata e addirittura tradita dagli intellettuali e politici a cui si era affidata e dove purtroppo anche nelle poche roccaforti rimaste gli effetti mutageni del linguaggio imperiale facevano danni.
Come commentò allora una vignetta di Altan: "Il trucco c'è, si vede benissimo, ma non gliene frega niente a nessuno". Il perché dovrebbe essere studiato in modo molto più approfondito rispetto agli scarni suggerimenti precedenti, per capire come uscire da questo limbo sospeso sopra il baratro.
Ad ogni modo la "guerra al terrorismo" non sconfiggeva alcun terrorismo, banalmente perché non c'era nessun terrorismo da sconfiggere. In compenso distruggeva stati, prima l'Afghanistan poi l'Iraq.
Il terrorismo nel frattempo entrava "in sonno" e si rifaceva vivo con alcune necessarie dimostrazioni di esistenza a Madrid e a Londra, nel cuore dell'Europa. In realtà era in fase di riorganizzazione, nel senso che lo stavano riorganizzando per i nuovi teatri operativi, forse all'inizio ancora non molto chiari nelle menti degli strateghi statunitensi perché nelle crisi sistemiche anche chi genera e utilizza il caos risente delle sue conseguenze.
7.Con Obama gli obiettivi e la strategia si sono progressivamente chiariti. Una volta riorganizzato e potenziato l'esercito corsaro, scattava la nuova offensiva che ha avuto due preludi: il discorso di Obama all'Università del Cairo nel 2009 e le "primavere arabe" iniziate l'anno seguente.
In entrambi i casi la sinistra ha sfoggiato una strabiliante capacità di non capire nulla.
Avendo ormai scisso completamente l'anticapitalismo dall'antimperialismo, la maggior parte del "popolo di sinistra" si faceva avviluppare dalla melassa della coppia buonismo-diritti umanitari (inutile ricordare i campioni italiani di questa pasticceria), elevando ogni bla-bla a concetto e poi a Verbo. Obama dixit. Che bello! Che differenza tra Obama e quel guerrafondaio antimusulmano di Bush! Avete sentito cosa ha detto al Cairo?
Nemmeno il più pallido sospetto che l'impero stesse esponendo la nuova dottrina di alleanza con l'Islam politico (alleanza che ha il centro logistico, finanziario e organizzativo nell'Arabia Saudita, il partner più fedele e di più lunga data degli USA in Medio Oriente).
Peggio ancora con le "primavere arabe". Nemmeno a bombardamenti sulla Libia già iniziati la sinistra ha avuto il buon senso di rivedere il proprio entusiasmo per quelle "rivolte". Apodittico è stato il demenziale e sgradevole appello di Rossana Rossanda ad arruolarsi nelle fila dei tagliagole di Bengasi (il cui capo veniva direttamente da Guantánamo con copertura della Nato), come gli antifascisti avevano fatto in Spagna. Un appello che è stato il segno di una corruzione aristotelica non già di un cervello anziano, bensì di alcune generazioni di sognatori cresciuti sotto il cielo dell'impero americano, naturale come il firmamento e invisibile come il tempo, quindi non percepibile. Sotto questa cupola stellata e globalizzata il capitalismo diventava non più un rapporto sociale vivente in società e luoghi geografici materiali, bensì un concetto che si contrapponeva a un altro concetto: il "capitale" al "lavoro". La cosa meno materialista dai tempi delle discussioni sul sesso degli angeli.
Disaccoppiare il capitalismo dall'imperialismo è come pretendere di dissociare l'idrogeno dall'ossigeno e avere ancora acqua. Per un cristiano è come dissociare Cristo dallo Spirito Santo. Rimane qualcosa che pendola tra il libresco e il buonismo istintivo in preda ad ogni demonio furbo e determinato.
Si è giunti al punto che un capo di stato maggiore statunitense, il generale Wesley Clark, rivela che Libia e Siria erano già nel 2001 nella lista di obiettivi selezionati dal Pentagono e che sedicenti marxisti continuino incuranti a credere a "rivolte popolari", quelle rivolte popolari che loro non sono stati e non sono in grado di suscitare nel proprio paese. Insomma, effetti da crisi di astinenza.
8.Ma questi ormai sono dettagli residuali, che riguardano cioè residui storici, privi di valore politico. Servono al più ad illustrare il ben più grave fenomeno di una sinistra tutta che è di fronte alla Terza Guerra Mondiale e ci arriva totalmente disattrezzata, teoricamente, politicamente e ideologicamente. Più disattrezzata del "popolo di destra" e spesso apertamente dalla parte dei guerrafondai.
Ah, Pasolini, quanta ragione avevi di inveire contro gli "irresponsabili intellettuali di sinistra"! A che punto siamo giunti!
C'è solo qualche sprazzo di sereno in questa estate nuvolosissima. Non si può che essere d'accordo con Movimento 5 Stelle e SEL per la loro opposizione all'invio di armi ai Curdi (intanto: a quali Curdi?). Diversi ragionamenti ci accomunano, come l'indecenza di esportare armi e l'inutilità della cosa per la risoluzione del conflitto. Ma la vera inutilità e l'indecenza stanno nel fatto che quel conflitto è una partita di giro in cui ci andranno di mezzo migliaia di persone, al 90% civili, come succede in tutti i conflitti moderni e da tempo avvertono organizzazioni come Emergency.
Il senatore John McCain, in apparenza battitore libero ma nella realtà executive plenipotenziario della politica di caos terroristico di Obama, si è messo d'accordo sia coi leader del Governo Regionale Curdo in Iraq sia con il Califfo dell'ISIS, Abu Bakr al-Baghdadi, già Abu Du'a, già Ibrahim al-Badri, uno dei cinque terroristi più ricercati dagli Stati Uniti con una taglia di 10 milioni di dollari. Ci sono testimonianze e prove fotografiche (e su queste si basa la denuncia all'autorità giudiziaria del senatore McCain come complice del rapimento in Libano da parte dell'ISIS di alcune persone, sporta dai loro famigliari).
Così come Mussolini aveva bisogno di un migliaio di morti da gettare sul tavolo delle trattative di pace, gli USA, l'ISIS e i boss curdo-iracheni hanno bisogno di qualche migliaio di morti (civili) da gettare sul palcoscenico della tragedia mediorientale, per portare a termine la tripartizione dell'Iraq e lo scippo delle zone nordorientali della Siria (altro che Siria e USA uniti contro i terroristi, come scrivono cialtroni superficiali e pennivendoli di regime). Il tutto a beneficio del realismo dello spettacolo.
Caro Di Battista e caro Movimento 5 Stelle e anche cara SEL (mi rivolgo a loro perché sono gli unici che in Parlamento abbiano mostrato barlumi di intelligenza e di decenza), avete avuto ottime intuizioni, ma cercate di andare oltre alle intuizioni, perché con questa tremenda crisi sistemica destinata a peggiorare la pura intuizione alla lunga non basta più e tutti i racconti di fate diventeranno racconti di orchi, specialmente in politica internazionale dove dovreste attrezzarvi un po' meglio.
Nel 1979 Zbigniew Brzezinski aveva capito e scritto che il futuro problema degli Stati Uniti era l'Eurasia e che quindi occorreva balcanizzarla, in particolare la Russia e la Cina. All'inizio del secolo scorso, in piena egemonia mondiale dell'impero britannico, il geografo inglese Halford Mackinder scriveva «Chi controlla l'Est Europa comanda l'Heartland: chi controlla l'Heartland comanda l'Isola-Mondo: chi controlla l'Isola-Mondo comanda il mondo».
L'indefesso girovagare di McCain tra Ucraina e Medio Oriente non è dunque un caso. Il pensiero dominante è sempre lo stesso. Ciò che è cambiato è che gli USA hanno capito che non è necessario che siano le proprie truppe a fare tutto il lavoro sporco.
L'analisi fatta da Piotr è precisa e puntuale, senz'altro da condividere: Ma non in toto. L'articolista è il classico uomo troppo immerso nella foresta per poterla cogliere nella sua totalità.
Sintomatico quanto scrive: "Sotto questa cupola stellata e globalizzata il capitalismo diventava non più un rapporto sociale vivente in società e luoghi geografici materiali, bensì un concetto che si contrapponeva a un altro concetto: il "capitale" al "lavoro". La cosa meno materialista dai tempi delle discussioni sul sesso degli angeli". Anche se usa più volta l'espressione "crisi sistemica", non coglie il fatto che se questa crisi è sistemica, non lo è perché è una crisi del capitalismo (in tal caso si parlerebbe di "crisi strutturale"), ma perché è una crisi del capitale: del suo processo di accumulazione. Inoltre non c'è niente di più materialista del rapporto/conflitto tra capitale e lavoro, alla radice e spiegazione ultima dei conflitti generati dal capitalismo, compreso quello della sua finanziarizzazione: ovvero dell'illusione di creare plusvalore staccato dal pluslavoro, finendo con l'accumulare capitali non frutto di lavoro svolto, ma di lavoro che verrà svolto negli anni futuri. Altro che sesso degli angeli.
Enrico Grazzini è giornalista economico, autore di saggi di economia, già consulente strategico di impresa. Collabora e ha collaborato per molti anni a diverse testate, tra cui il Corriere della Sera, MicroMega, il Fatto Quotidiano, Social Europe, le newsletter del Financial Times sulle comunicazioni, il Mondo, Prima Comunicazione. Come consulente aziendale ha operato con primarie società internazionali e nazionali.
Ha pubblicato con Fazi Editore "Il fallimento della Moneta. Banche, Debito e Crisi. Perché bisogna emettere una Moneta Pubblica libera dal debito" (2023). Ha curato ed è co-autore dell'eBook edito da MicroMega: “Per una moneta fiscale gratuita. Come uscire dall'austerità senza spaccare l'euro" ” , 2015. Ha scritto "Manifesto per la Democrazia Economica", Castelvecchi Editore, 2014; “Il bene di tutti. L'economia della condivisione per uscire dalla crisi”, Editori Riuniti, 2011; e “L'economia della conoscenza oltre il capitalismo". Codice Edizione, 2008
Salvatore Minolfi: Le origini della guerra russo-ucraina
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