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Ecuador e Grecia, due lotte differenti

di Andre Vltchek

vltchekecuadorandgreeceChiedete alla gente a Quito, Ecuador, della lotta della nazione greca contro gli usurpatori e le avide banche europee. E’ probabile che sapranno almeno qualcosa. Quelli istruiti sanno molto. Ho chiesto e sono rimasto impressionato dalle risposte dettagliate, dalla consapevolezza.

Ho anche chiesto, molto recentemente, ad Atene che cosa si sa delle rivoluzioni latinoamericane e della terribile sofferenza della gente, sofferenza che chiaramente è conseguenza delle azioni devastanti delle élite filo-occidentali in Venezuela, Ecuador, Brasile, Bolivia, persino in Argentina e in Cile. Quelle “élite” stanno tentando di far deragliare “il Processo” per conto di governi e multinazionali occidentali. Fanno esattamente quello che hanno fatto i loro predecessori in Cile, nel 1973, prima del colpo di stato contro il presidente socialista Salvador Allende: diffusione di propaganda di destra, creazione di penuria di merci e preparazione a un colpo di stato militare.

Ad Atene ho riscontrato confusione, ignoranza e disinteresse. Ogni volta che ho cominciato a parlare dell’America Latina è stato subito cambiato discorso.

La Grecia è bianca, è europea, è perciò gli occhi dell’intero mondo “progressista” occidentale sono ora puntati su Atene; il suo governo oserà dichiarare bancarotta, la Grecia lascerà l’eurozona e alla fine l’Unione Europea? Come se la risposta a questa domanda potesse cambiare il mondo; come se Atene fosse il luogo in cui sarà deciso il destino dell’umanità.

L’Ecuador è prevalentemente indigeno e perciò abitato da “non persone”, per mutuare la colorita terminologia di George Orwell. Maltrattato dalle proprie “élite” prevalentemente eurocentriche e di pelle chiara che godono di collegamenti estremamente stretti sia con la UE sia con gli Stati Uniti, l’Ecuador e il suo determinato governo di sinistra possono contare ben poco sulla solidarietà internazionale, specialmente sul cameratismo delle forze “cosiddette progressiste” dell’occidente.

Non è il solo: Cina, Sudafrica, Venezuela, Iran e altri paesi in tutto mondo sono stati attaccati e trattati nel modo più spregevole, paternalistico e persino razzista da singoli e gruppi della cosiddetta sinistra dell’occidente.

La sinistra è finita interamente defunta sia in Europa sia in America del Nord. Ma continua a essere angosciosamente ipocrita, autoindulgente, autoritaria e arrogante. Non governa e non ispira quasi nessuno, non più. Ma si comporta come se avesse un qualche misterioso diritto di giudicare e consigliare gli altri: quelli che combattono sul serio, quelli che ispirano sul serio e quelli che governano sul serio. E’ evidente che vuole che i governi e movimenti socialisti e comunisti non occidentali, quelli che oggi governano orgogliosamente in tutto il mondo, vadano direttamente all’inferno.

E’ perché persino la sinistra in Europa e negli Stati Uniti è costruita su una mentalità cristiana ed eurocentrica, con sentimenti di eccezionalismo e suprematismo nel suo nucleo centrale.

Incapace di guidare e molto probabilmente e riluttante a governare, troppo letargica e intellettualmente vuota, la maggior parte dei pensatori occidentali “progressisti” sta costantemente vomitando teorie economiche e politiche folli che nessuno in altre parti del mondo, specialmente del mondo povero, prenderebbe mai sul serio, per non parlare di mettere in pratica.

La maggior parte di loro si cela dietro l’”anarchismo”. Ogni leader di sinistra che sale al governo in Asia, America Latina o Africa è sottoposto a un esame folle e totalmente dettagliato e criticato come “non democratico”, “dogmatico” o peggio.

Molti compagni cinesi con i quali ho parlato a Pechino hanno già completamente rinunciato alla sinistra occidentale; la considerano, prevalentemente, come la forza estremamente reazionaria (ideologicamente) che pugnala alla schiena l’opposizione vera all’imperialismo occidentale.

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E così, mentre i greci votano sul loro futuro finanziario, l’Ecuador affronta una delle peggiori sovversioni della sua storia. L’affronta da solo. Pare che tutti quelli della sinistra non latinoamericana siano oggi ad Atene, e per quanto ne so non ci sono ‘delegati’ della solidarietà che scendono a Quito!

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La mia priorità è oggi l’Ecuador. La mia priorità è l’America Latina. E’ qui che vedo aver luogo una grande battaglia per il futuro dell’umanità. Qui e in Asia; decisamente non in Europa!

I governi latinoamericani non sono perfetti. Ma stanno facendo tutto ciò che possono, dopo decenni e secoli di saccheggio, dopo che l’Europa, gli Stati Uniti, all’unisono con le élite locali e le imprese multinazionali hanno depredato e devastato ogni cosa “a sud del confine”.

Ho descritto tutto questo nel mio libro di 800 pagine ‘Exposing the Lies of the Empire’ [Denuncia delle menzogne dell’impero]. Ho dimostrato come l’Impero stia destabilizzando un paese dopo l’altro. L’Ecuador può essere il prossimo.

La corruzione non si può sradicare in un anno, o in un decennio. Le cose possono migliorare, moltissimo, in un decennio o anche in un anno, ma le strutture dell’orrore costruite nel corso di lunghi secoli di colonialismo e neocolonialismo europeo e nordamericano non si possono rovesciare in un breve arco di tempo. “Il Processo” deve essere in atto per molti anni, e deve fluire ininterrotto.

Sì, non siamo perfetti, ma stiamo tentando di migliorare nel procedere. E, sì, l’America Latina sta progredendo. Stiamo tentando, inciampando e cadendo, attraversando il fuoco, il lerciume, le cospirazioni e gli intrighi. Sta progredendo, dannazione! Come stanno facendo altri, come Russia, Cina, Sudafrica e Iran!

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Le élite ecuadoriane manifestano e sabotano tutto ciò di grande che è stato realizzato da Correa e dal suo governo.

Molti dei miei amici e compagni in Ecuador ritengono che il colpo di stato può aver luogo in qualsiasi momento, più probabilmente dopo che papa Francesco avrà terminato la sua visita in Sud America.

Nemmeno una parola è pronunciata su questo grande progresso: nuove autostrade e aeroporti, ospedali moderni e scuole, postazioni mediche, innumerevoli spazi di gioco per bambini, eventi culturali gratuiti, librerie … La destra in Ecuador possiede la maggior parte dei media di massa: stazioni televisive e giornali. Ma non molto di positivo è scritto sull’Ecuador neppure dai canali mediatici “progressisti” dell’occidente.

Naturalmente l’élite della sinistra occidentale non scrive molto di buono neppure su Cina, Vietnam, Eritrea, Sudafrica, Zimbabwe o Iran. Per il “puristi” della sinistra occidentale tutti questi paesi in realtà non sono “buoni abbastanza”, non socialista abbastanza, perché non seguono lo stesso corso socialista o comunista approvato dall’occidente. Cina, Russia e persino Ecuador, per parte loro, vedono la democrazia in modo estremamente diverso dalla sinistra europea o nordamericana. Perciò possono contare su pochissimo sostegno.

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La Grecia dovrebbe dichiarare bancarotta. Quella fortezza, l’Unione Europea fascista, non dovrebbe farla franca nel prevaricarla.

Ma la Grecia dovrebbe battersi per ideali internazionalisti, globali, non solo per il proprio utile.

Quando le cose andavano bene, quando il denaro affluiva, quando i contadini greci si godevano la guida degli ultimi modelli delle auto tedesche sulle loro scorrevoli autostrade di nuova costruzione, il popolo greco era contento. Non chiedeva da dove veniva il denaro. Ovviamente il denaro veniva principalmente dal saccheggio del mondo non occidentale, dallo sfruttamento di quelle “non persone”. Ciò andava bene, vero?

Anche oggi, anche recentemente, molti greci si sono lamentati aspramente dell’immigrazione illegale dall’Africa! Mi sono state raccontate cose vergognose che in precedenza associavo ai neonazisti tedeschi. Quei giornalisti che scrivono i loro articoli adulatori, glorificando la nazione greca, non lo sanno? O fingono di non vedere e non udire?

C’è così tanto aperto razzismo in tutta la Grecia! E c’è così poca solidarietà con il resto del mondo.

La Grecia sta combattendo per i propri obiettivi. I suoi redditi sono calati da 1.400 euro a 800 euro al mese, pro capite, in molti casi. Terribile, ma in molte nazioni africane dalle quali spesso è arrivato in passato  il denaro per sostenere i contadini greci (la UE era indaffarata a schiacciare l’agricoltura africana, rendendola dipendente dalla propria produzione alimentare) i redditi sono tuttora di circa 30 euro il mese. Ho cercato di affrontare questi temi ad Atene ma ho incontrato facce di pietra e totale sconcerto, persino ostilità. Mi è stato detto: “Ma noi siamo abituati a standard diversi! Noi non siamo africani. Siamo europei!”

E perciò ripeto: ciò che sta avvenendo in Grecia non è una qualche rivoluzione di sinistra, internazionalista.

I greci si battono per la Grecia. E l’America Latina si sta battendo per l’umanità! Non ha mai sfruttato nessuno. Invia medici, insegnanti in tutto il mondo. Invia petrolio ai poveri, persino negli Stati Uniti. Ha fornito istruttori a paesi disgraziati come Timor Est. Offre solidarietà a Palestina, Iran e tantissimi altri!

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Se l’Ecuador finirà sotto il fuoco diretto io tornerò e mi schiererò con il suo popolo, facendo tutto ciò che è in mio potere per sostenerlo. La rivoluzione può sopravvivere oppure no. Sarà estremamente duro combattere con un risultato incerto. Molti moriranno.

Come scrivono molti, la Grecia sopravvivrà. “Dopotutto è in Europa”. Persino quando è in difficoltà sta in qualche modo bene. Non scomparirà; non sarà stuprata. Non ci saranno di nuovo carri armati nelle strade, a uccidere la sua gente.

Noi, “quaggiù”, possiamo non avere un’altra possibilità. L’Impero tenterà di reprimere l’intera resistenza in America Latina, in quello che considera il proprio cortile posteriore. Allora se noi cadremo l’intero mondo non occidentale sarà costretto a ripartire da zero!

Ma tutti oggi sono ad Atene!

Andre Vltchek è un filosofo, romanziere, regista e giornalista d’inchiesta. Ha seguito guerre e conflitti in dozzine di paesi. I suoi libri più recenti sono “Exposing Lies of the Empire [Smascheramento delle menzogne dell’Impero] e “Fighting Against Western Imperialism[Lotta contro l’imperialismo occidentale]. La sua discussione con Noam Chomsky “On Western Terrorism[Sul terrorismo occidentale]. Point of No Return[Punto di non ritorno] è il suo romanzo politico acclamato dalla critica. Oceania – un libro sull’imperialismo occidentale nel Pacifico meridionale. Il suo libro provocatorio sull’Indonesia: “Indonesia – The Archipelago of Fear[Indonesia, l’arcipelago della paura]. Andre realizza documentari per teleSUR e Press TV. Dopo aver vissuto per molti anni in America Latina e in Oceania, Vltchek attualmente risiede e lavora in Asia Orientale e in Medio Oriente. Può essere raggiunto sul suo sito web o su Twitter.
Da Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo
www.znetitaly.org
Originale: http://journal-neo.org/2015/07/08/ecuador-and-greece-two-different-struggles/
traduzione di Giuseppe Volpe

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