Continua la "campagna mediterranea" della Meloni. Dopo Tunisia, Libia, Algeria, è ora la volta dell'Egitto. Sfrutta il marchio Ue, portandosi la von der Leyen e mettendo in pasto all'opinione pubblica la faccenda dei migranti, ma il suo scopo è un altro. L'Italia ha perso il Mediterraneo nel 2011, con la scomparsa di Gheddafi, voluta da Obama, Sarkozy e Napolitano, con Berlusconi, minacciato, costretto a mandare i caccia. Morì quel che definì "un suo amico". Poi ci fu il golpe di Monti e i governi piddini o gialloverdi, tutti incentrati verso...
Il giorno che il presidente Zelensky dichiarò a una giornalista italiana che in Europa c’era troppo filo-putinismo e che i suoi servizi di intelligence erano intenti a preparare delle liste di persone “da mettere a tacere” (più o meno testuale)1, l’inviata non trovò nulla da eccepire. Né hanno avuto da ridire altri capi di stato rispetto al fatto che dei servizi di intelligence di un paese terzo stessero stilando delle liste di proscrizione, con quali criteri poi non è dato sapere, sui propri cittadini. Qualcuno, guarda caso in Italia, non...
Le reazioni scomposte e piagnucolose di Repubblica, dopo le contestazioni di Napoli al direttore Molinari, descrivono in modo chiaro e inequivocabile la discesa negativa del giornale, da tempo ridotto a fogliaccio di propaganda, a rubrica di invettive e schiamazzi (come quelli quotidiani di Cappellini e oggi persino di Augias) contro chi si azzarda ad avere un pensiero differente, soprattutto sulla guerra in Ucraina e su quella in Palestina. La regressione di Repubblica descrive però anche il tracollo morale e culturale di quella borghesia...
Scrive un editoriale di Le Monde: “In verità, la possibilità di una guerra tra Europa e Russia tormenta le menti delle persone. La Svezia, il Regno Unito, la Finlandia, la Polonia e gli Stati baltici stanno discutendo di questa prospettiva. Non senza una buona ragione. Perché la Francia dovrebbe ignorarlo? Perché aver paura delle parole e non dare per scontata l’alleanza con l’Ucraina? Volens nolens, siamo in conflitto con la Russia da due anni ormai”. “Siamo vicini e fermi al fianco dell’Ucraina”, ha dichiarato il cancelliere tedesco Scholz...
L’opera di Carlo Formenti cominciata con il primo volume ‘guerra e rivoluzione. Le macerie dell’Impero‘ si conclude con questo secondo libro, che unisce alla pars destruens che caratterizzava il precedente testo la pars costruens. Il sottotitolo ‘elogio dei socialismi imperfetti’ è significativo della posizione dell’Autore, che si discosta dalle narrazioni che gettano alle ortiche tutto quello che il movimento comunista è riuscito a costruire dal Novecento. Il socialismo con caratteristiche cinesi è quindi centrale, Formenti riprende le...
Stavolta vi sparo dal lanciarazzi multiplo, tipo batteria Katiusha. Tanta roba, visto che tante cose succedono che uno deve fare salti mortali con doppio avvitamento per starci dietro. Così ecco, insieme alla nuova puntata di Mondocane un programma curato da Miriam Gualandi e che ci pone davanti all’orrore di cosa stiamo inventando tra un Crosetto, lobbista degli armieri e, dunque, ministro dell’Offesa e del primato nazionale, europeo e mondiale dei conflitti d’interesse, e una Meloni che, lingua in bocca con l’altro Arlecchino ucraino, gli...
Come "buttare" equipaggiamenti obsoleti e costringere le nazioni europee a spendere - per lo più negli Usa - per acquistarne di nuovi. Il tutto sulla pelle dell'Ucraina “Uno dei miti più ricorrenti nella stampa occidentale e [nei discorsi dei] leader della NATO è che l’equipaggiamento che stanno inviando all’Ucraina li aiuterà a proseguire la guerra contro la Russia. In realtà, la maggior parte delle attrezzature fornite all’Ucraina sono poco più che spazzatura”. Così Brandon Weichert sul National Interest. L’analisi di Weichert è impietosa,...
Nel passato mese di agosto il Presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato che il processo di de-dollarizzazione dei legami economici tra i Paesi BRICS è irreversibile. “Il processo oggettivo e irreversibile di de-dollarizzazione dei nostri legami economici sta acquistando slancio, si stanno compiendo sforzi per elaborare meccanismi efficaci di regolamento reciproco e di controllo valutario e finanziario”, queste le parole pronunciate dal leader russo in occasione di un forum economico in Russia tenutosi alla vigilia del vertice BRICS in...
I primi scricchioli si vedono già. Ma è davvero inutile aspettarsi che il prevedibile aumento della conflittualità all’interno del governo possa produrre un qualsiasi “cambiamento” degno di nota. Al massimo, come in tutte le legislature precedenti, potrebbe avvenire un rimescolamento che lascia le cose come stanno; una diversa maggioranza, insomma, ma non una diversa stagione politica. Come sempre, un cambiamento reale richiede che si faccia avanti e si affermi un soggetto diverso, una presenza di massa – nelle piazze, nei luoghi di lavoro e...
Ieri è stato il grande giorno delle comunicazioni al popolo francese di Emmanuel Macron sulla crisi ucraina. Non si è trattato del solito importante discorso dai toni retorici e roboanti tipici degli eventi bellici, ma di una più “confidenziale” intervista condotta da due giornalisti, ovviamente nel rispetto della parità di genere. Lo sottolineo perché purtroppo nell'occidente dell'ipocrisia farisaica woke gli elementi formalistici legati alla inclusività sono più importanti – evidentemente - della sostanza del rischio di far scoppiare una...
Perché fa così paura Jorit? Perché questa campagna di odio e persecuzione nei confronti dell'artista napoletano? A Roma è stata vandalizzata la sua gigantografia dedicata a Luana D'Orazio, la ragazza di 22 anni morta sul lavoro, anzi di lavoro, a Prato, per l'assenza di elementari norme di protezione. Un ennesimo omicidio sul lavoro che sintetizza il dramma dei morti di lavoro in Italia: pochi giorni fa, ad esempio, a Terlizzi è precipitato nel vano ascensore un capocantiere di 79 anni. Sono stati 585.356 gli infortuni sul lavoro nel 2023...
Stanno preparando la guerra e stanno approntando le condizioni interne per portarci in guerra. Ormai non è più, purtroppo, un modo di dire e lo dimostrano sia le sparate esterne su “aggressione russa”, “guerra nucleare russa”, “necessità di armare l’Ucraina per difendere il mondo libero dalla Russia”, sia le crociate democristian-fasciste per “serrare il fronte interno” contro le “interferenze russe”, e l’ostracismo contro chi venga accusato di essere «al servizio del Cremlino e della sua propaganda». Dunque, all’esterno. Dopo lo “scandalo”...
Le vicende finanziarie dovrebbero essere valutate per quello che sottendono, a volte situazioni negative. Attualmente sono gli Usa che preoccupano perché dal giugno 2023 ogni cento giorni il debito pubblico aumenta di ben mille miliardi di dollari. I dati sono eloquenti. Anzitutto va rimarcato che in dieci anni, dal 2014 a oggi, il debito americano è raddoppiato, passando da 17.000 miliardi all’attuale cifra di 34.500 miliardi. Molti ritengono che il modello “mille miliardi ogni 100 giorni” continuerà in futuro. Il Congressional Budget...
Il mio contributo a questa trasmissione di Francesco Capo riguarda la situazione geopolitica di Africa e dintorni, con i suoi primattori, i suoi figuranti, i suoi complici. Il dato certo è che l’Africa è una volta di più il continente giovane e nuovo, in attesa che riprenda e completi il suo percorso di liberazione, tra andate e ritorni, anche l’America Latina da Haiti in giù. I punti cruciali sono noti: Il Sahel glorioso che si è liberato dalla manomorta colonialista e predatrice francese basata sul pericolo jihadista dallo stesso Occidente...
Ormai da anni andiamo spiegando che, purtroppo, non vi è alcuna possibilità che il conflitto nell'est europeo si concluda con l'eventuale capitolazione del regime di Kiev. Questo può essere affermato con ragionevole certezza in considerazione di innumerevoli ragioni. Innanzitutto i motivi di fondo che hanno fatto deflagrare il conflitto – sarebbe forse più corretto dire, che hanno spinto Washington a farlo deflagrare – sono ancora tutte irrisolte. Mi riferisco, chiaramente, al profondo squilibrio commerciale tra l'Europa e gli USA che vedono...
La locuzione “ha stato Putin” è diventata popolare, addirittura proverbiale, e indica il vezzo occidentalista di ritrovarsi un colpevole già pronto per l’uso, in modo da coprire le proprie responsabilità. Sarà difficile però spiegare la quasi unanime adesione del parlamento italiano alla missione navale “Aspides” nel Mar Rosso con un “ha stato Biden”, cioè nascondendosi dietro la consueta denuncia della servile fedeltà italica all’alleato americano. Una linea politica può non essere nelle condizioni di prevalere, ma deve comunque reggere sul...
Io sono contrario a tutte le guerre, ma questo è un difetto mio. Le guerre a cui io sono contrario si dividono in due tipi: le guerre sbagliate e le guerre giuste. 1940, ascolti alla radio la voce del Duce che annuncia “l’ora delle decisioni irrevocabili è arrivata!” Poi un figlio lo perdi in Africa, un altro in Russia, gli statunitensi ti bombardano casa e tuo fratello finisce deportato in Germania. Ecco, era proprio una guerra sbagliata, non ci piove. Purtroppo da allora in Italia la parola guerra si porta dietro una cattiva nomea spesso...
Il territorio corrispondente all’attuale Moldavia, una superficie di poco superiore a un decimo di quella italiana, già facente parte dell’impero Ottomano, dopo alterne vicende seguite alla fine del primo conflitto mondiale, divenne nel giugno 1940 – per effetto del patto Molotov-von Ribbentrop e dell’ingresso dell'Armata Rossa in Bessarabia - parte integrante dell'Unione Sovietica, andando a costituire, assieme ad altri territori (compresa la Transnistria), la nuova Repubblica Socialista Sovietica di Moldova, una delle quindici entità...
In un mondo di diseguali che sprofonda nell’orrore di guerre, prevaricazioni, discriminazioni e violenze di ogni tipo, una certa “sinistra” borghese e benestante, spesso di valida provenienza militante, si fa compiaciuta portatrice di effimeri rammendi a una struttura irreparabilmente guasta. Lo fa da privilegiata, totalmente alienata da chi queste ingiustizie e questi orrori li subisce sulla propria pelle. Lo fa perché le è stata amputata la coscienza di classe. Come è avvenuta questa mutilazione e che cosa la alimenta e diffonde? Come...
Il ponderoso libro di Alessandro Pascale è una lettura stimolante che chiunque può leggere, è però pensato innanzitutto per formare i futuri militanti e quadri comunisti. La formazione è stata, dalla nascita di Rifondazione Comunista in poi, la grande assente nella prassi delle organizzazioni comuniste. Ci si avvicina e si entra in un Partito senza essere comunisti formati, il compito del Partito è costruire i futuri quadri dirigenti. Lenin diceva che dopo una sconfitta i comunisti sono quelli che resistono meglio, perché sanno ritirarsi in...
Le reazioni dei media e dell’establishment all’appello che il Papa ha fatto al governo ucraino di arrendersi per porre termine e quello che è un insensato macello sono emblematici della follia che caratterizza il mondo occidentale. Da un lato, i “cani da guardia” con l’elmetto che, in piena sintonia con il governo ucraino, considerano il Papa un traditore, un amico di Putin e così via. Dall’altra la tendenza “riformista”, di chi cerca di ingabbiare quanto detto da Francesco per ricondurlo alla normale amministrazione, all’inefficacia. Il...
Scelta obbligata, almeno per me. Piccola città. Deindustrializzata. Invecchiata. Come molti altri paesoni in Piemonte. La politica? Si vota ogni cinque anni, e tanto basta. Alle urne ci va metà, o poco più, degli aventi diritto. Il volontariato è, in piccola parte, impegnato sul piano culturale. Molto di più nell'assistenza. Attività meritorie. Però non mi sembrano bastanti a porre (se non in piccola parte) rimedio alle deficienze di questo modo di vivere. E alle relative conseguenze... Vorrei incidere, concretamente, sulle cause. Per questo,...
Sindaci del PD che proibiscono film prodotti in Russia, episodi di russofobia da parte di istituzioni di vario genere, Pina Picerno, PD, vicepresidente del Parlamento Europeo che chiede alla Commissione Europea e al Consiglio dell’Unione Europea di inserire il writer napoletano Jorit nella lista delle persone sottoposte a sanzioni, sono solo alcuni esempi del clima che il nostro, come altri paesi atlantisti, respira in un’escalation ossessiva e fanatica propria delle borghesie nazionaliste (in questo caso europeiste) che si preparano alla...
Il Macron-gate (è un termine stupido, scusatemi) si arricchisce di nuovi particolari. I rappresentanti dei partiti d’opposizione sono stati convocati all’Eliseo e ne sono usciti, come diciamo noi qui nell’Iperborea, “carichi di meraviglie“. Secondo Fabien Roussel, il segretario del Partito Comunista francese, Macron ha dichiarato che “non ci sono più linee rosse, non ci sono più limiti” all’impegno francese, il tutto mentre Macron mostrava su una carta dei freccioni che rappresentavano le truppe russe in marcia verso Kiev e Odessa, ossia uno...
La prima cosa che ho visto è stato un mucchietto di persone che usciva dalla sala con gli occhi sbarrati e le teste infastidite dal rumore che si sentiva forte anche da fuori. Come se fossero state costrette a uscire per via del frastuono assordante. Ho avuto paura ma mi sono fatta coraggio. Sapevo almeno come sarebbe finita. Il film è pieno di paesaggio. Inizia anche con un paesaggio. Un fiume, un prato che declina, alberi, lo schermo pieno di verde, foglie, e una famiglia in gita con cestini di cibo e bambini al seguito. E anche durante il...
Se non capisci la storia sei destinato a non capire nulla della filosofia di Karl Marx: tutto parte da lì. Isaiah Berlin, in questa sua “biografia intellettuale” (stando alle stesse parole di Henry Hardy, il quale ha curato il volume – che reca nel suo titolo il nome e il cognome del grande pensatore comunista – per la casa editrice milanese Adelphi, uscito nella traduzione fatta da Paolo Battino Vittorelli dall’originale inglese), non fa che porre l’accento e “specificare” proprio quanto la “storia” – che è sempre in Karl Marx storia di una...
La relazione dell’intelligence italiana al Parlamento illustrata dalla direttrice del Dis Elisabetta Belloni e dal sottosegretario Alfredo Mantovano è purtroppo un riepilogo di luoghi comuni della propaganda Nato senza alcun approfondimento o dato di rilievo. Il ministro Antonio Tajani se ne renderà forse conto. È preoccupante che le competenze dell’intelligence siano, volutamente o meno, incapaci di una visione strategica fondata sulla conoscenza reale degli scacchieri internazionali nei quali si opera. Ci uniamo a Emmanuel Todd che nel suo...
L’associazione nazionale funzionari di polizia ha ritenuto doveroso inviare una lettera aperta alla professoressa Donatella di Cesare, docente di filosofia teoretica presso l’università di Roma La Sapienza, dopo le polemiche scatenate da un suo tweet di cordoglio per la morte della ex dirigente delle Brigate Rosse Barbara Balzerani, scomparsa domenica 3 marzo 2024. Nel suo breve messaggio la professoressa Di Cesare aveva scritto: «La tua rivoluzione è stata anche la mia. Le vie diverse non cancellano le idee. Con malinconia un addio alla...
L’Unione Europea deve fronteggiare, in questo momento, le due più gravi sconfitte storiche subite da quando esiste. Due disfatte in parte intrecciate e che si condizionano a vicenda. La prima è in conseguenza dello scacco inflitto dalla Russia alla Nato in Ucraina, la seconda si racchiude nel bilancio fallimentare delle politiche economiche ordoliberistiche su cui l’Unione è nata, che continuano a ispirare la condotta degli Stati membri. Negli ultimi due anni quasi tutti i governi europei si sono messi a servizio degli USA e della Nato per...
In questa puntata si parla e straparla di un sacco di cose, a partire dell’inesorabile genocidio dei palestinesi, allo sghignazzo tonitruante dedicato alla signora Pina Picierno (PD, ovviamente), vicepresidente – nientemeno – del parlamento UE. Guardatasi in giro e visto come si è bravi a discriminare tra buoni e cattivi, bastonando i primi ed embeddando nell’impunità i secondi, ha scoperto su chi esercitare il suo di ruolo vicepresidenziale della brigata che a forza di cazzotti fa valere i valori dell’Occidente su chi non li trova. Ha...
I numeri sono la chiave di tutto. Semplicemente perché la guerra, questa maledetta guerra a Gaza, si legge anche attraverso queste lenti che spiegano che il tempo è scaduto. Senza il cessate il fuoco, il bollettino attuale di morti e feriti sarà nulla a confronto dell’impatto che avranno le epidemie. Partiamo dal disastro del sistema sanitario, ormai totalmente saltato in aria: 342 i medici feriti o addirittura uccisi, 100 quelli arrestati o fermati, 106 le ambulanze distrutte o danneggiate, il 16% per cento dei bambini soffre di grave...
In occasione della Giornata Internazionale della Donna, spendere qualche parola sullo stato della parità di genere in Italia è quantomeno necessario. Oggi, in particolare, giornali, riviste e trasmissioni televisive presenteranno i loro contributi sulla questione di genere, spesso fornendo dati incompleti e soluzioni inefficaci. Un prima, spesso sottovalutata, questione riguarda il modo in cui misuriamo, e quindi identifichiamo, le discriminazioni di genere. Un primo indicatore, molto in voga, è il cosiddetto gender wage gap. Questo...
La guerra ha molti volti, e l’uso dell’intelligence è sempre un aspetto fondamentale di qualsiasi strategia politica e militare. Ma può sempre capitare di fare autogol, ossia di mettere in circolo una informazione che alla lunga rivela un po’ troppo su di te… Stamattina tutte le agenzie riportano – molto in breve, per carità – che l’Ambasciata statunitense in Russia ha pubblicato un’allerta sul proprio sito web, consigliando ai cittadini americani di evitare i grandi raduni a Mosca, inclusi i concerti, nelle prossime 48 ore a causa di...
La società è molto più pacifica e armoniosa della nostra. Quando viaggi in Occidente spesso la tensione è palpabile (caso estremo, la Turchia), lì non esiste. Anche il ruolo della polizia sembra completamente diverso dal nostro: lì le forze dell’ordine sono una presenza spesso presente sulle strade, ma sono privi di pistole, manganelli o qualsiasi altro strumento intimidatorio. Gli unici momenti in cui li ho visti in azione sono stati a Wuhan, quando hanno bloccato il traffico per fare uscire i bambini da scuola, e alla stazione di Shanghai,...
Secondo lo stracitato aforisma di Carl von Clausewitz, la guerra sarebbe la continuazione della politica con altri mezzi. Grazie all’intervento di Ursula von der Leyen del 28 febbraio scorso, quella concezione un po’ naif del vecchio generale prussiano è stata finalmente superata e aggiornata. Secondo la presidente della Commissione Europea la guerra infatti non è altro che continuare a derubare i contribuenti con tutti i mezzi. Non sono stati i soliti complottisti, ma la von der Leyen in persona a richiamare l’affinità con quanto accaduto...
Eric Eustace Williams (Trinidad, 25 settembre 1911 – Trinidad, 29 marzo 1981) è stato professore di Scienze politiche e sociali presso l’Howard University di Washington D.C. Fondatore nel 1956 del partito “People’s National Movement” di Trinidad e Tobago, è considerato da alcuni come il “padre della nazione” dopo aver portato la colonia britannica all’indipendenza il 31 agosto 1962 e allo status di repubblica il 1º agosto 1976, divenendone anche Primo ministro, carica che ricoprì fino alla sua morte. E’ considerato come uno dei più noti...
Nel febbraio 2022 (lo scrissi già all’epoca) Vladimir Putin assunse forzatamente l’iniziativa, reputando un azzardato salto nel buio meno pericoloso della supina accettazione dell’imminente insediamento di truppe e missili NATO a un tiro di schioppo da Mosca. La dimostrazione di forza avrebbe dovuto convincere gli ucraini a scendere a più miti consigli, ma i conti non vanno mai fatti senza l’oste, in veste stavolta di sponsor e “suggeritore”. Alla luce degli avvenimenti successivi direi che, dopo il sabotaggio angloamericano dei colloqui di...
Con queste parole, William Shakespeare, l'immortale bardo, cattura la psicologia degli uomini che, credendo di trovarsi di fronte a una situazione per la quale non c'è speranza di risoluzione, intraprendono azioni che inevitabilmente li condurranno alla morte. Anche se ambientata nella Mantova del XIV secolo, in Italia, la tragedia di Shakespeare potrebbe facilmente essere trasportata nel tempo fino alla Francia di oggi, dove il presidente francese Emmanuel Macron, nel ruolo di un moderno Romeo, dopo aver appreso della scomparsa del suo vero...
Con il genocidio palestinese in corso da quasi cinque mesi, la gravissima crisi nella striscia di Gaza e i crimini di Israele sono al centro della campagna elettorale anche negli Stati Uniti. L’opposizione alle politiche di totale complicità dell’amministrazione Biden si sta rapidamente allargando, fino a includere un certo numero di membri del Congresso, in buona parte riconducibili all’ala “progressista” del Partito Democratico. Quest’ultima fazione non avrà però vita facile alle urne, nonostante il largo consenso che trova tra gli elettori...
La guerra d’ucraina compie due anni. Due anni di massacri, morti, distruzioni e dissesti economici che avrebbero potuto essere facilmente evitati. La verità è venuta a galla: questa è una guerra causata da un cinico sforzo trentennale degli Stati Uniti per mantenere la Russia debole, anche attraverso l’espansione della Nato in Ucraina. L’Europa, purtroppo, è uno dei due grandi sconfitti della politica statunitense, il più grande dei quali è naturalmente l’ucraina. Non ci sarebbe stata nessuna guerra se gli Usa non avessero spinto per...
Tra fallimenti nascosti e incostituzionalità conclamate
Quarantotto
1. Una delle cose più tristi della crisi italiana è che la stragrande maggioranza degli italiani non ne capisce gli eventi, limitandosi a subirne le conseguenze come un fatto ineluttabile.
Tutto quel che i media consentono di "capire", attraverso un'attenta disseminazione di slogan e paralogismi di espertoni vari, è che le cose vanno male per via della corruzione e, in stretta connessione, dell'eccesso di spesa pubblica; questi "mali", ormai plebiscitariamente considerati incontestabili, confluiscono nell'indicare la causa dell'eccesso di prelievo fiscale, la cui attenuazione viene promessa, appunto,come conseguenza dell'abbattimento di corruzione e spesa pubblica (senza alcuno spiraglio di credibilità delle misure proposte, che non sia mero annuncio, che dico, bombardamento!, mediatico).
Mi potrete obiettare che queste cose ve le ho dette molte volte e con mille sfaccettature: ma la premessa serve a richiamare il "perchè", ora e in concreto, cioè nei fatti in preparazione per tutti noi, la situazione promette di virare dal male al peggio.
Siamo di fronte ad un accanimento che si avvale della saldatura di un duplice livello istituzionale: cioè di scelte politiche che si traducono in super-norme che realizzano lo schemino propagandistico riassunto in premessa, con l'effetto di acutizzare la crisi, operando in modo inutile ed anzi opposto rispetto all'obiettivo (immaginifico) della sua risoluzione.
Doppio livello istituzionale significa, come immaginerete, €uropeo e nazionale.
Cominciamo dal primo.
2. Da pag. 9 de "Il Messaggero" di oggi, (fonte che trovo particolarmente esponenziale dell'orientamento dei media, proprio per la sua natura più "popolare" rispetto ai sentenziosi giornaloni...in caduta libera di lettori), ci troviamo questo titolo: "Padoan incassa l'ok dell'Eurogruppo: priorità alla crescita".
E' forse il contenuto dell'articolo coerente con un titolo di questo genere?
Certamente no. Ma occorre disporre di adeguate conoscenze, che, auspicabilmente, i lettori di questo blog dovrebbero aver acquisito (ed essere pronti a diffondere....).
L'OK asseritamente carpito da Padoan è invece fondato su decisioni che equivalgono, piuttosto, a una sconfitta, (di misura o con 3 goals di scarto, secondo il futuro dispeigarsi delle riforme strutturali, come vedremo), se mai fosse coinvolta la preoccupazione per l'interesse nazionale.
Riassumendo: l'Ecofin (non l'Eurogruppo richiamato nel titolo, vabbè...) concorda che la disoccupazione sia un problema,- e d'altra parte lo aveva già (asseritamente) detto (e dibattuto da lungo tempo, fin dal 2011!)-, senza che occorresse alcuno sforzo diplomatico di Padoan; ammette che la disoccupazione si combatta con la crescita (e anche questo era stato già detto da tempo, negli stessi vani termini che implicano che la crescita equivalga alla "competitività" raggiunta attraverso la deflazione salariale).
Ma la soluzione che Padoan starebbe cercando di negoziare, come posizione comune Ecofin (cioè dei ministri economici UE-UEM) sarebbe (condizionale d'obbligo) quella di applicare la c.d. golden rule (stesso copione seguito da Monti e, per ora, stessi risultati solo "verbali" e, ovviamente, mediatici "interni").
In base a tale regola, la spesa pubblica per investimenti sarebbe calcolata, in qualche modo, al di fuori dell'indebitamento annuo (deficit) considerato ai fini del rispetto dei limiti UE (art.126 del TFUE, tante volte qui richiamato).
Attenzione, nonostante i giornali e le TV italiani, l'art.126 parla proprio di "spesa pubblica per investimenti", ma nè i giornali nè Padoan si esprimono, per quanto risulta, usando queste "brutte parole" (e infatti, almeno nell'articolo in questione, non le trovate).
Se Padoan incassa un "OK" ci sarebbe da supporre che l'Ecofin abbia deliberato una risoluzione in questo senso: dai fatti esposti si ricava proprio il contrario.
Padoan, invero, non parrebbe aver detto "(please) cari colleghi, eccettuate la spesa pubblica per investimenti dai limiti del deficit pubblico"; la sua "spiegazione" finale non fa riferimento a questa precisa proposta, ma dice "C'è sostegno alla linea presa dalla presidenza italiana" (del semestre che ancora deve cominciare! ndr.) "in particolare per "capire l'impatto delle riforme strutturali sul bilancio".
Questo "cercare di capire" è tutto quanto costituisce il clou della linea di Padoan per porre come priorità "crescita e occupazione".
Dunque sicuramente nessun OK su alcuna misura che promuova la crescita; ma, come si comprende dall'articolo, l'idea che "la presidenza italiana condurrà le trattative per valutare gli effetti di Six Pack e Two Pack", cioè di fiscal compact e monitoraggio sui risultati del consolidamento fiscale imposto con esso, affidato alla Commissione Ue, con criteri contabili che escludono l'individuazione di un plausibile moltiplicatore fiscale, e che può condurre al diretto comissariamento di governo-Parlamento nazionali impegnati a varare una legge di bilancio, finanziaria o di "stabilità" (che dir si voglia).
Insomma, l'ambizioso progetto di salvezza della nostra economia non è avallato da alcun OK a poter eccettuare la SPESA PUBBLICA per investimenti dal calcolo del deficit (che poi dovrà arrivare, come vedremo, al pareggio di bilancio, peralto già costituzionalizzato...con contraddizioni), ma partorisce solo il topolino di una futura intenzione di studiare gli effetti per capire, pensate un pò, cosa diavolo sia accaduto negli ultimi anni, via via che i feroci consolidamenti di bilancio sono stati applicati.
E con risultati, in termini di miglioramento dei deficit e del debito pubblico dei vari paesi "debitori" assoggettati al Six Pack e al Two Pack, del tutto opposti agli scopi prefissati.
Vale a dire, i deficit sono stati ben lontani dal limite del 3% per Spagna, Irlanda, Francia e, se vogliamo, Grecia; il pareggio di bilancio appare un miraggio, affastellato di procedure di infrazione sopite e troncate e proroghe più o meno plausibili per il rientro, non nell'agognato pareggio, ma nel 3%. TRANNE CHE PER L'ITALIA, l'unico grande malato che rispetta i patti e che se sgarra di qualche decimale viene coperto da vituperi razzisti, imputandogli la ulteriore crescita del suo debito pubblico.
Dimenticando che non solo intanto il debito privato intra-UEM è lievitato in tutti i paesi soggetti ad austerity, incrementandosi in proporzione più che in Italia, ma che lo stesso si può dire del debito pubblico in tutti quegli stessi paesi, performanti peggio dell'Italia.
Producendosi, tra gli altri questo "effetto", su cui vorrebbero ancora "studiare":
Insomma di fronte a questa imponente dimostrazione, nei fatti, della demenzialità delle politiche seguite in Europa, l'Italia deve persino chiedere di cominciare a studiare gli effetti di queste politiche per trovare, mumble mumble, una spiegazione che tutto il resto del mondo ha già indicato, da anni, e che, forse, non si sa, pare in effetti di no, porterà, chissà quando, ad "ammorbidire" l'applicazione del consolidamento fiscale.
Naturalmente, l'idea ribadita dallo stesso FMI, che occorra sostenere la domanda (non fare supply side policies)- e questo, secondo il FMI, attraverso investimenti pubblici, per poter rilanciare gli investimenti e i consumi privati, e persino reflazionare, risolvendo il problema dell'occupazione -, non sfiora nemmeno i ministri Ecofin, che al massimo accettano di "studiare" gli effetti delle politiche che...si affrettano a confermare dopo quattro anni di disastri.
E tanto Padoan non incassato nessun OK, tantomeno sulla golden rule, e tantomeno ancora sul riconoscimento della dannosità delle politiche UE finora seguite, che lo stesso, lungi da additarne l'erronea impostazione, "esclude una revisione del patto", lasciandone l'ammorbidimento a "misure specifiche nell'ambito di regole che ci sono e che sono sufficientemente flessibili".
Il che si risolve non in una critica ma in una difesa del fiscal compact-Six Pack e ogni altra pattuizione analoga (il solo fatto che esista questa moltitudine di patti, acronimi, formule, tutte belle sovrapposte e inestricabilmente connesse tra loro, la dice lunga su quanto il diritto europeo, lungi dall'essere semplice, sia solo una selva oscura in cui i cittadini non devono mai scorgere una luce e una comprensione, travolti da un mumbo-jumbo per super-tecnici che difficilmente, a loro volta, conoscono e sanno spiegare cosa diavolo mai abbiano escogitato).
Ma la dichiarazione di Padoan, a sostegno del Six-Pack-fiscal compact&co., porrebbe a qualsiasi osservatore "razionale" questo interrogativo: ma se le regole ci sono già, per rendere più flessibile questo inestricabile diritto sovranazionale, perchè mai non sono state ancora applicate?
E come mai per applicarle occorre addirittura una trattativa anche solo sullo studio degli effetti della parte di regole che sono state applicate, senza rivendicare la parte di regole che non sono state, evidentemente, finora applicate?
Insomma, pacta sunt servanda, in toto, mica solo per la parte di essi che fa comodo al più forte. O no?
L'OK immaginario e la mera fase di "studio degli effetti", che viene data come contentino (francamente patetico) da spendere sul fronte interno italiano, confermano questa ipotesi.
Anzi, non ipotesi, certezza: infatti l'articolo conclude,- senza scomporsi troppo, contraddicendo il titolo e pure tutto il resto (delle dichiarazioni di Padoan...difensive del fiscal compact)- dicendo che "nell'immediato, però, l'Italia continua a ritroversi nel mirino del Patto di Stabilità. L'Ecofin ha approvato le raccomandazioni della Commissione, chiedendo al governo" italiano di "operare un sostanziale rafforzamento della strategia di bilancio per garantire il rispetto del requisito della riduzione del debito". Anzi, i ministri Ecofin "hanno rafforzato le raccomandazioni, chiedendo di raggiungere l'obiettivo di medio termine" (il pareggio di bilancio ndr.) entro il 2015".
E non è "Il Messaggero" in sè che pare incorrere in questo difetto di..."comprensione", dato che il Sole24ore (articolo di Beda Romano a pag.8), grosso modo, riporta l'andamento dell'Ecofin negli stessi termini, evitando di far cenno alla questione della scadenza del 2015 per il "pareggio strutturale":
Repubblica, a sua volta, ci parla di una trattativa notturna proprio su questo punto: "Dalle raccomandazioni per Paese, approvate oggi dal Collegio dei commissari, è stata tolta durante una trattativa notturna la frase in cui si chiudeva alla richiesta italiana di una deviazione del percorso concordato per l'aggiustamento dei conti pubblici".
Insomma, nessuna approvazione del pareggio strutturale al 2016, ma solo un compromesso che lascia la pistola carica sul tavolo della governance UEM contro l'Italia, tacendo ambiguamente sul punto, fintanto che l'Italia farà le "riforme strutturali" (del lavoro, anzitutto, mica PER l'occupazione, non potendosi, come sapete, confondere la flessibilità di licenziamento con l'incentivazione dell'occupazione, dato che la deflazione salariale, che la prima consente, implica esattamente l'opposto dell'aumento dell'occupazione).
Ora, se le cose stanno così, cioè se questo è l'esito dell'Ecofin, COME SI PUO' PENSARE DI ESSERE ANCORA IN UNA DEMOCRAZIA SE I MEDIA NON SONO IN GRADO O NON VOGLIONO CONNETTERE LE NOTIZIE CHE LORO STESSI HANNO DATO IN PRECEDENZA E IL LORO OGGETTIVO SIGNIFICATO?
3. E passiamo al fronte istituzionale interno.
Molte cose si potrebbero dire, ma vorrei focalizzarne una.
Perchè è veramente clamorosa.
Della riduzione del Senato a compartecipe secondario della funzione legislativa, limitando il suo intervento deliberativo alla revisione costituzionale (per ora e per non dover affrontare la spinosa questione della "revisione" dell'art.138 Cost., che è assai dubbio poter modificare), ed eliminando il suo intervento deliberativo in generale, ma, in particolare sulla legge finanziaria/di stabilità, e, (udite-udite!), sulla ratifica dei trattati UE e sull'assetto degli enti territoriali - prevedendosi in materia un suo vago e spuntato "potere di controllo"- abbiamo già detto.
Il tutto si fonda su questo meccanismo:
"Dunque, L'ANTIPARLAMENTARISMO (sarà contento Lorenzo che evidenzia ciò costantemente), che è fenomeno direttamente connesso al preventivo condizionamento mediatico ed al conseguente forte consenso sondaggistico di cui gode la riforma stessa.
Una connessione che è una progressione:
a) si individua uno pseudo-rimedio - cioè la possibilità "monocameralista" di fare leggi, tante leggi "veloci", e possibilmente di taglio alla spesa pubblica- come risposta alla crisi;
b) la gente lo ingurgita come un veleno (che infatti porterà a soffrirne, senza più antidoti democratici);
c) quindi vota (solo) mediaticamente a sostegno di ciò che gli si abbatterà addosso, senza averne veramente compreso il significato.
Nell'attuale "accordo" si trova però un'autentica perla.
Si prevede, infatti, che "le leggi elettorali, sia per la Camera che per il Senato, possano essere sottoposte, in via preventiva, a un giudizio di legittimità costituzionale su ricorso presentato da almeno 2/5 di una Camera".
Questa previsione, noterà bene l'attento lettore del blog, è limitata alle sole leggi elettorali!
E la cosa non si comprende molto bene: perchè solo queste, quando tutte le leggi, comprese quelle di ratifica dei trattati, sono utilmente suscettibili di tale sindacato preventivo?
"La clausola di salvaguardia e di emendabilità solo "in melius" della Costituzione andrebbe accoppiata con la possibilità, subito dopo l'approvazione e prima della stessa promulgazione (lasciando un adeguato spazio temporale di "riflessione" a tal fine, es. 15 giorni, prima dei quali non può essere inviato al PdR per la promulgazione), di deferire alla Consulta, su iniziativa di una minoranza qualificata del parlamento, le leggi di ratifica dei trattati e quelle che incidono direttamente su diritti previsti in articoli non soggetti a revisione costituzionale (una volta riformulato l'art.139 Cost.). Ciò rafforzerebbe concretamente la rivalorizzazione del parlamento e la garanzia costituzionale democratica.
Ricordiamoci di queste soluzioni, perchè se non le inserissimo in sede "(ri)costituente" rischiamo di azzerare ogni possibile vittoria..."
Ma poi: perchè tanta preoccupazione di evitare la illegittimità potenziale della composizione delle Camere, a seguito di legge elettorale incostituzionale, proprio da parte della stessa legislatura che è sicuramente affetta da questo vizio insanabile, il quale avrebbe dovuto condurre, se si fosse voluta comprendere correttamente la portata della sentenza della Corte costituzionale, alla sua legittimazione limitata a deliberare solo una nuova legge elettorale per andare poi ad immediate elezioni?
Cioè, le camere che potrebbero fare solo una legge elettorale, una volta inteso in modo lineare e non tortuoso l'effetto "conformativo" della sentenza della Corte, pongono mano alla più imponente riforma costituzionale della storia repubblicana e, per di più, cercando per il futuro un rimedio a ciò che esse stesse ritengono di ignorare?
E per finire: non ha molto senso, neppure per la sola (e incongruente) legislazione elettorale consentire il sindacato preventivo e poi prevedere una minoranza del 40% (cioè i 2/5) legittimata a richiederla. E' un modo di rendere praticamente inoperativo tale strumento, tanto più se la legge elettorale in precedenza vigente, come nel caso, porta a "grandi intese" che rendono praticamente impossibile il raggiungimento di tale quorum da parte dell'opposizione.
In questo ci pare di scorgere una furbizia che, peraltro, non è accompagnata, (nella stessa restrizione dello strumento), da altrettanta competenza...sul senso profondo dell'interesse democratico della Nazione.
Enrico Grazzini è giornalista economico, autore di saggi di economia, già consulente strategico di impresa. Collabora e ha collaborato per molti anni a diverse testate, tra cui il Corriere della Sera, MicroMega, il Fatto Quotidiano, Social Europe, le newsletter del Financial Times sulle comunicazioni, il Mondo, Prima Comunicazione. Come consulente aziendale ha operato con primarie società internazionali e nazionali.
Ha pubblicato con Fazi Editore "Il fallimento della Moneta. Banche, Debito e Crisi. Perché bisogna emettere una Moneta Pubblica libera dal debito" (2023). Ha curato ed è co-autore dell'eBook edito da MicroMega: “Per una moneta fiscale gratuita. Come uscire dall'austerità senza spaccare l'euro" ” , 2015. Ha scritto "Manifesto per la Democrazia Economica", Castelvecchi Editore, 2014; “Il bene di tutti. L'economia della condivisione per uscire dalla crisi”, Editori Riuniti, 2011; e “L'economia della conoscenza oltre il capitalismo". Codice Edizione, 2008
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