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orizzonte48

La percezione inversa

Margin call's count down

di Quarantotto

diagramma che mostra percezione visiva un essere umano 480964631. Proviamo a capire "l'implicito" (cioè quello che conta, essendo "l'esplicito" di un governatore di BC, generalmente, una tautologia) di questa ennesima dichiarazione di Draghi: 

Draghi (a Washington, al FMI): Qe in piedi fino a quando serve.

 Che poi sarebbe a dire:

"Il quantitative easing della Bce resterà in piedi per tutto il tempo necessario, è presto per dichiarare vittoria. Lo ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi, durante un intervento al Fondo monetario internazionale a Washington".

Quindi la domanda è: per tutto il tempo necessario...a chi?

I mercati azionari europei (naturalmente eccettuata la Grecia...perchè sarebbe fuori dal QE) sono in forte rialzo e certamente c'era da aspettarselo.

 

2. C'è chi dice che il rally azionario dell'eurozona "non è una bolla";  si tratterebbe di aspettative giustificate dalla prospettiva di un rialzo dei profitti - dovuto naturalmente al traino delle esportazioni da "svalutazione"- per le euro-equities. Queste sarebbero ancora convenienti (rispetto ai titoli scambiati a Wall Street), registrando un rapporto prezzo/utili ancora dimezzato rispetto alle azioni scambiate a Wall Street; così il Sole 24 ore, riportando l'opinione di Goldman&Sachs!

Anche se poi, ammette:

"Per questo praticamente tutti gli investitori, economisti e analisti ritengono che il rally del mercato azionario europeo sia destinato a continuare. E ritengono che in Borsa non ci sia una bolla speculativa: del resto i listini europei non stanno facendo altro che anticipare l'auspicata ripresa economica del Vecchio continente. Il rischio è però che questa sbornia di liquidità faccia perdere il senso della realtà agli investitori: se in Borsa ancora non si vedono veri eccessi, altrove se ne vedono eccome.

È il caso probabilmente delle obbligazioni emesse da aziende poco affidabili (i cosiddetti «junk bond»): la domanda per questi titoli è così forte che i rendimenti continuano a scendere (ormai quelle con rating «BB» rendono meno del 3%) e le emissioni ad aumentare. In Europa, calcola Fitch, le emissioni nel 2014 hanno superato il record per il quinto anno di fila. Tanti economisti sentono odore di bolla anche in alcuni mercati immobiliari, per esempio nei Paesi nordici. E gli eccessi stanno tornando nella finanza strutturata americana. Ma nel mondo fantastico del «quantitative easing» è difficile capire se si tratti di vere bolle o di «nuova normalità». Fin che qualche banca centrale stampa denaro, del resto, la realtà resterà distorta. La vera domanda è: poi cosa accadrà?"

 

3. In aggiunta, Vito Lops ci parla dell'obbligazionario pubblico, il più legato agli effetti diretti del QE:

"Il “qe” dopo appena un mese di vita ha creato però un paradosso sui titoli di Stato. In alcuni casi i tassi sono scesi talmente tanto che la Bce tecnicamente non può più acquistarli.  E’ previsto che non possono essere acquistati bond con un tasso inferiore a quello sui depositi, fissato al momento a -0,2%. Bene, alla chiusura di venerdì c’erano titoli di quattro Paesi dall’area ad avere fino a certe scadenze rendimenti ancor più bassi: la Germania (su scadenze fino a 3 anni); Austria, Finlandia e Paesi Bassi (sulla scadenza a 2 anni). 

Nel complesso (escludendo i titoli annuali che non rientrano nella manovra) ci sono più di 300 miliardi di euro in bond dell’Eurozona che non sono più acquistabili dalla Bce perché i tassi sono troppo bassi da essere persino usciti dalla coperta del “qe”."

 

4. A questo punto vi ripropongo questo bel grafico sul saldo delle partite correnti USA, che "casualmente" riporta il livello del saldo negativo a quello del momento di lancio del QE3, nel 2012:

united states current account

E riproduciamo, anche, il CAB della Gran Bretagna:

 united kingdom current account

Il prezzo del petrolio è una chiave di comprensione importante, dicono...

oilpricechart20002015

 

Insomma, si possonofare molte analisi sul trade-off, tra gli effetti negativi sull'industria "oil" (e quella dei servizi e produzioni connessi), e quelli positivi sui restanti settori industriali, quanto a investimenti, profitti, e occupazione.

Ma di certo c'è un importante "core" di paesi anglosassoni che, a questi livelli di prezzo del petrolio, non ci guadagna tanto in benessere, convenienza esportativa, livelli occupazionali e rivalutazione della propria divisa che "incentiva" le importazioni (non oil). E forse si stanno accorgendo che non è questo il dispetto "giusto" che possono fare a Putin.

Quindi per loro, la continuata svalutazione dell'euro e il calo dei rendimenti del settore obbligazionario, non sono un grande affare. Anzi, con la loro tradizionale "potenza di fuoco" sui mercati finanziari, hanno tutto l'interesse a che questi tassi ritornino in alto...

E nemmeno hanno interesse a che si prolunghi pericolosamente una bolla sul proprio azionario. Ma chi controlla e anticipa questi processi di aggiustamento, ormai?  

 

5. Se la FED aumentasse i tassi, le "sofferenze" sui mutui decollerebbero; e i relativi ABS, e derivati vari, sul sistema "oil" salterebbero a gran velocità. Ma se non lo facesse, dovrebbe assistere al fallimento di un'epoca passivamente: l'effetto ricchezza creato dall'azionario gonfiato dal QE, non smuove gli investimenti e i consumi USA (semmai ha creato una bolla speculativa su solo settore immobiliare, il "residential") e ha scatenato un'orgia di buyback (acquisto delle proprie azioni) delle imprese quotate, a unico giovamento dei "premi" attribuiti agli a.d.

La coperta da un lato o dall'altro è troppo corta. E forse lo starnuto diventerà un'esplosione, dopo giugno o dopo settembre, visto che così i media "specializzati" sembrano credere (c'è da aspettarsi che la Yellen, se pure lo farà quest'anno, inizialmente alzerà i tassi in modo praticamente simbolico)...Ma poi, chi assorbe il prodotto dell'area euro (fuori o dentro di essa)? 

Cioè, come faranno le azioni €uro-area a giustificare i futuri, crescenti, profitti da export e la "non speculatività" del rialzo attuale (che non si fermerebbe certamente ad aspettare i bilanci del prossimo anno)?

A 'sto punto fatevi due calcoli e vedete quanto manca per un bel "margin call". 

Steen Jakobsen: Get Ready For The Biggest Margin Call In History:

"...0% interest rates at $0 down has not created the additional momentum to the economy the Fed was hoping for. The trickle down effect, the wealth effect, has instead made for bigger inequality in society. So I think we’re set for a rate hike in either in June or in September. I think this will be the biggest margin call in history on the asset inflation created by the Fed .

That’s where I differ from most Fed watchers. Everyone else is looking at employment, inflation targeting. I don’t think Fed is at all looking at those. They are saying “Listen, the 0% interest rate is getting us absolutely nowhere, we think it’s very, very important for us to move to a more neutral place”. At the same time we will communicate that we are open-minded to additional programs or whatever needs to be done to secure the long term growth of the economy. But that will be on the down side, not on the up side. And as year has progressed, and I’ve said this publicly, I think 2015 is already lost in terms of recovery here. And that will take the market by surprise.

The market will ask in September when the Fed hikes: “Why are you hiking interest rate when growth is below target, inflation below target”? Well, the Fed's response will be “Because this is the biggest asset inflation we’ve seen in human history and we need to address it”.

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