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Conseguenze italiche del metodo Cipro

(anche senza oligarchi russi)

di Quarantotto

Contr'ordine compagni: il Soviet UE ha deciso che non si fida e che le tranches di pagamento di 20 miliardi di crediti alle imprese, programmate per il 2013 e il 2014, non si possono fare.

Questo perchè, non sia mai, potremmo superare il 3% del deficit (dato che nonostante FMI e studi della stessa BCE, il moltiplicatore non esiste) e non potremmo così accedere alla deduzione dal futuro deficit di altrettanto futuri investimenti pubblici aggiuntivi, c.d. golden rule. La quale si applicherebbe solo se non sia più pendente una procedura di infrazione del limite del 3%, attivata sull'Italia per il deficit 2011 al 3,9.

Inutile dire che la Francia, per il 2011, per il 2012 e giacchè ci sta anche per il 2013 con deficit sopra al 4%, (e probabilmente sopra il 3% fino al 2015, secondo i calcoli di Sapir),  non solo se ne frega ma addirittura fa nuove assunzioni pubbliche, sussidia le imprese nazionali e chiede l'innalzamento del contributo "de minimis", quello che non costituisce aiuto di Stato, da 200.000 a 500.000 euro.

Cioè, come avevamo anticipato, per Olli Rehn, si paghi pure l'arretrato ma con manovre di corrispondente copertura: con tutti gli effetti immaginabili sulla recessione in atto. Perchè, non lo ripeterò mai abbastanza, il moltiplicatore fiscale esiste...e "loro" lo sanno benissimo e anzi ci contano, ormai.

Insomma, non attendiamoci solo manovre di copertura per tali pagamenti ma anche niente c.d. "golden rule", dato che la recessione ci porterà, adottando tali misure di copertura, comunque a sforare autonomamente il limite del deficit.


Notare poi che, anche gli ipotetici investimenti da golden rule, cioè spesa pubblica aggiuntiva, sarebbero giocoforza destinati ad essere spese impegnate e liquidate ma non pagabili, essendo questo, a quanto pare, il metodo del fiscal compact: cioè distruzione dell'economia per asfissia da carenza assoluta di liquidità, a meno che non si provveda a coprire con imposizione patrimoniale le spese di "cassa".

Cioè le uscite effettive dell'anno, sia per debiti arretrati verso i fornitori sia per quelli che dovessero maturare in base a nuovi impegni, ove, appunto, non già rientranti nella misura prevista dal consolidamento del bilancio pianificata col pareggio, cioè nella mera sussistenza dei compiti ormai depotenziati dello Stato.

Da notare, poi, che le entrate, di anno in anno, grazie alla crescente disoccupazione e ai fallimenti di impresa, non possono che diminuire, come è del tutto naturale in recessione: dal 2010 al 2011, il gettito delle imposte sul reddito, è sceso, nel solo bilancio dello Stato, da 160 miliardi a 149,9. E non abbiamo ancora i dati del gettito 2012, nonostante la "lotta all'evasione" che deve cercare di essere più veloce della "morte dei percettori di reddito", a questo punto.

Proprio per essere ripetitivi, in modo che non ci siano equivoci su ciò che significa l'euro-fiscal compact, cioè il meraviglioso sogno europeo, e senza che residui alcun margine di indirizzo politico autonomo di qualsiasi governo, nonostante le illusioni ostentate in campagna elettoralegolden rule o meno, recessione da austerità o meno, le spese vanno coperte con nuove entrate o ulteriori tagli (magari sugli anni successivi, innescando il circolo vizioso stile Grecia).

A maggior ragione dal 2014 quando il pareggio di bilancio tecnico dovrà essere raggiunto: -0,5 tollerato, con possibili correzioni in funzione del ciclo economico, cioè della recessione in corso, puntualmente provocata dagli sforzi di ridurre il deficit. Una sorta di demenziale giro vizioso, che non lascia altra alternativa che misure straordinarie di imposizione patrimoniale, visto che i dati ci confermano che le entrate ordinarie calano e caleranno.

Sulle "forme" delle quali c'è solo da sbizzarirsi: neo imposizione patrimoniale sui valori catastali riportati a quelli di mercato (mentre tali valori vanno a picco), prestiti forzosi, prelievi sui conti correnti e quant'altro.

No, non siamo Cipro, ma anzi, ERAVAMO (prima dello SME, del divorzio Bankitalia e dell'inizio dei vincoli valutari esterni) una delle economie più forti del mondo. E ancora oggi ce la caviamo discretamente, oscillazioni del cambio euro/dollaro permettendo. Ma appunto per questo fastidiosi alquanto.

Ma ci diranno che "abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità". Anche perchè con la Casta e la corruzione, non si può andare avanti, eh no!.

E quindi, vai col metodo Cipro che si preannunzia proprio per quello che è: il via libera all'attacco sistematico al risparmio accumulato, cioè al patrimonio privato, di chi ha il solo torto di stare nella moneta unica e non avere potuto tenere deliberatamente un tasso di inflazione sotto il 2%, accontentandosi di rispettare il trattato UEM, nel quale, si spiega ora, erano tanto ansiosi di farci entrare (v. nota 20).

Insomma gli artifici contabili che ci portavano ad avere un deficit virtuoso, e che secondo l'inesorabile contabilità dei saldi settoriali, significava risparmio negativo, porta i suoi nodi al pettine: se per non acuire la recessione non avevamo ancora abbastanza depresso i redditi delle famiglie, fino a rendere decisamente negativo il risparmio (e quindi, indovinate, gli investimenti privati e pubblici), ora sappiate che l'Europa non si accontenta dell'ampliamento della disoccupazione e della corrispondente deflazione salariale.

L'Europa passa all'incasso, perchè tutto 'sto risparmio, riflesso in questi patrimoni da ricchi, ai tedeschi e soci proprio non gli va giù.

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