Il saggio "consiglio dei saggi" e la via italiana al ...rilancio dell'occupazione
di Quarantotto
"Ciao Quarantotto, un saluto a tutto il forum. Io credo che siamo all'interno di una follia collettiva paragonabile solo a quella delle due grandi guerre. Leggevo oggi su Voci Dall'Estero che anche nella ricca Germania due lavoratori su tre guadagna meno del 2000.
Ora ditemi con questi dati, come è possibile che all'interno della CGIL, in particolar modo i loro quadri, si difenda questa Unione in modo fideistico, religioso ed ultraterreno.
Non c'è verso di fargli capire che l'UEM è stata fatta per permettere ai paesi forti di colonizzare i paesi deboli, e all'interno dei singoli paesi per favorire il grande Capitale a tutto discapito del Lavoro e dei diritti acquisiti.
Qui secondo me non è più un problema Economico/Giuridico/Storico, ma un problema che investe la Psichiatria. Perchè tanti nostri concittadini ai quali viene sottratto redditi/diritti/futuro si sono innamorati del loro carnefice e nulla scalfisce questo amore, nemmeno la condizione dei propri figli disoccupati e privi di futuro?"
Mi piacerebbe poter analizzare notizie positive, almeno nel senso che nel mondo stesse prevalendo un minimo di buon senso. Ma la morsa liberista-finanziario-liberoscambista è implacabile; più o meno come nei primi anni del secolo scorso (ha ragione Cesare Pozzi che vede il parallelismo con periodo a cavallo dell'inizio della prima guerra mondiale. E' inevitabile, in tempi di riprisitino dell'imperialismo commerciale contrabbandato come...garanzia della pace).
Naturalmente queste news non le traggo dalla realtà italiana, che si è chiusa nella consueta spirale di ottusa autoflagellazione agli ordini dell'€uropa.
Benjamin Weigert, Secretary General of the German Council of Economic Experts, (scusate se è poco: fonte ufficiale dal cuore della linea Merkel-Schauble), in una conferenza nella "provincia" irlandese di Dublino, organizzata dallo "Institute of International and European Affairs (IIEA)" ci racconta: German policy has ‘double standards.
Questo perchè, nei primi anni dello scorso decennio, il governo tedesco introdusse una serie di dolorose riforme, in particolare nel mercato del lavoro. Ciò implicò la deregolazione delle leggi sull'impiego. Weigert ora lamenta che una parte notevole di cittadini e politici tedeschi crede ora che queste riforme non abbiano nulla a che fare col miglioramento della performance economica dei tardi anni '10. E accusano queste riforme per la disuguaglianza crescente (in Germania). Ma questa visione non è supportata dai fatti, dice Weigert. La disuguaglianza nei redditi delle famiglie era stata largamente stabile nel passato decennio.
Commento irlandese (asciutta registrazione, prendendo atto di dichiarazioni che avrebbero potuto trovare clamorose): "il "German Council of Economic Experts", noto anche come Consiglio dei saggi, è un corpo indipendente (da che?) molto influente nel consigliare le politiche al governo"; il che, quantomeno, significa che il governo tedesco non è tanto indipendente nel tener conto delle indicazioni dell'elettorato. Ma questo è il paradigma €uropeo generale, di cui parleremo ancora in dettaglio, cioè la tecnocrazia dell'efficienza che prescinde dalla prefissazione democratica degli obiettivi. Esattamente quello che viene imposto in Italia ma di cui non si parla...
"Nel fine settimana, al summit del G20 in Australia, gli Stati membri hanno esortato l'eurozona a supportare la domanda. Il presidente della BCE Mario Draghi, nel meeting bancario dello scorso mese, ha richiesto, agli Stati membri con spazio per attuare un'espansione fiscale, di muoversi in tal senso."
Queste pur sintetiche notazioni ci portano ad un tumultuoso trend di rilievi:
- ci dice pure che queste, di certo, non corressero ma, al più, confermarono una disuguaglianza stabile. Anticipiamo subito che Weigert si sbaglia o...mente: Questo infatti l'indice di Gini nel periodo considerato in Germania:
- ma più che mai, le riforme Hartz si dimostrano "dolorose" perchè certamente portarono alla compressione dei redditi da lavoro e della domanda interna. Weigert su questo non lascia molti dubbi. E smentisce la vulgata trionfale di media ed esponenti politici governativi e para-governativi italiani (leggi: grandi intese ormai de facto). Tra l'altro, rammentiamo che risultarono dolorose, per espressa ammissione dei suoi propugnatori, pur essendo realizzate in un periodo non di recessione per la Germania e, in più, comportando una biennale sforatura del limite UE del 3% del deficit pubblico (cioè non avendo altrettanto effetto pro-ciclico di quello che provocherebbero in un'Italia in recessione fiscalmente indotta);
- eppure, in questa "lunare" visione, asseverata in TV-h.24 dai Giavazzi e via discendendo (per legittimazione nella "competenza") il mainstream italico-governativo si mette contro quanto dice lo stesso G20.
NO, solo supply side, dato che anche il sussidio universale di disoccupazione e lo sgravio IRAP, sono null'altro che questo. Il primo, tra l'altro, è soggetto ad una bellissima regoletta (che lo accomuna a tutte le altre formule similari, compreso il "reddito di cittadinanza"): vigendo il principio del "pareggio di bilancio", che noi dichiariamo a ogni piè sospinto di voler rispettare, il finanziamento di tale neo-labour welfare non può eccedere limiti ben precisi, riducendolo necessariamente nel volume erogato per evitare di deprimere ancor più la domanda interna con brutali tagli alla spesa pubblica (che pure...);
E, a questo punto, la retorica e deprimente domanda è: ma, i nostri governanti e giornalisti, quando straparlano di mercato del lavoro, neppure i tedeschi ascoltano "veramente"?
Ma questa è la parte che non viene mai affrontata: battere i pugni sul tavolo è un po' come il rilancio dell'occupazione introducendo le riforme del lavoro tedesche.
E questo, a quanto pare, non è un problema: il tavolo su cui si battono i "pugnetti" è quello dei sindacati; che, per lo più, si adeguano, se non altro accettando un contraddittorio altrettanto "lunare".