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orizzonte48

L'inutile massacro del parlamento per... la sovranità

Siamo già un protettorato

Quarantotto

mario-draghi1-largeNon preoccupatevi dell'Argentina.

Anche se registra il secondo default in 12 anni, anche se ha sbagliato nuovamente a voler mantenere uno "strisciante" aggancio col dollaro, che nascondeva l'andamento effettivo dei rispettivi REER (facendo però politiche espansive oltre i limiti ragionevoli che avrebbe consigliato, ai livelli di crescita e di spesa pubblica tenuti dopo il primo default, una linea ortodossa rigorosamente keynesiana), ebbene, nonostante ciò - e nonostante la scandalosa sentenza USA che ha dato ragione ai fondi-avvoltoio e minato alla base l'efficacia di ogni futuro accordo coi creditori post default-, l'Argentina rimane un paese sovrano e, quindi, può riprendersi.

Cioè, faticando e soffrendo, può comunque uscire da una crisi per la quale dispone di tutti i mezzi monetari e di correzione delle politiche fiscali ed economiche che possono rendere semplicemente ciclica la difficoltà conseguente a questo nuovo default.

L'Italia no: l'Italia non è in default ma è nella diversa situazione di un paese dai conti pubblici sanissimi, i più sani dell'eurozona, considerato lo spaventoso calo del suo PIL post crisi del 2007-2008, e certamente non le si può imputare di aver tenuto politiche espansive e di aver lasciato mano libera all'inflazione. Ma solo, semmai, di aver agganciato il suo cambio alla Germania e di considerare questa realtà come incontestabile, anzi da mantenere ad ogni costo, e persino indifferente sulla sua stessa struttura sociale ed industriale, (le due cose ormai vanno considerate inscindibilmente).

Solo che, ormai, l'Italia non è più un paese sovrano.

Ed è nella diversa condizione di essere assoggettata all'influenza sovranazionale colonizzatrice, che rende la modifica del suo assetto socio-economico, e del suo stesso status nella comunità internazionale (come comprovano le bizzarre vicende della trattativa sulle cariche europee, in cui il governo attuale dimostra di non aver minimamente colto questa ormai irreversibile situazione) una decisione sottratta ad ogni benchè minima interferenza del suo corpo elettorale (ammesso che questo sia ancora in grado di percepire se stesso al di fuori del condizionamento della grancassa mediatica ordoliberista).

In questa situazione, l'Italia è quindi oggetto di una pseudo-crisi che in realtà è LA CONSEGUENZA, ARTIFICIALE, cioè intenzionalmente costruita con attenta pervicacia in nome del "vincolo esterno", DI UN NUOVO ASSETTO DI DOMINIO con FINI STRUTTURALI, dettato dall'assoggettamento a FORZE ESTERE (di natura in ultima analisi privata e finanziaria), che non si fermerà finchè, con ogni mezzo, non avrà raggiunto il suo obiettivo finale di colonizzazione.

Quindi, a fronte della situazione di gratuito suicidio cui si sta sottoponendo, per complice insipienza di un'intera e incontestata classe politica e dirigente auto-colonizzatrice, adesso dovrà prendere atto dello scontato fallimento - annunciato e anzi perseguito con fiera ostinazione- delle politiche economico-fiscali che sono state irreversibilmente stabilite persino in Costituzione.

Mentre, quella stessa Costituzione, è persino sottoposta a un nuovo programma di devastazione teso esclusivamente a minare ogni resistenza parlamentare, cioè democratica, alla prosecuzione del suicidio: ma l'€uropa non considera rilevante e neppure prioritario questo massacro!

Semplicemente perchè, nella sua follia tecnocratica, APPLICATA SU MISURA PRINCIPALMENTE ALL'ITALIA, - che si conferma con ciò la vera posta in gioco dell'intera manovra dell'euro (e nonostante il backfire del disegno si sia rivoltato, in parte, sul socio "Francia" ed a principale vantaggio della Germania)- l'€uropa ha già i mezzi per rendere irrilevante il fastidioso parlamentarismo italiano. E ogni traccia della sua democrazia costituzionale. OGNITRACCIA.

Infatti, già ora, vigente il twopacks, che fissa l'assoggettamento della manovra di bilancio attuale all'approvazione della Commissione UE, e rende una semplice formalità ogni tipo di dibattito parlamentare in sede di sua approvazione, inscenato in guisa di illusoria facciata per un'opinione pubblica, neurologicamente sterilizzata dai media, e quindi senza capacità di comprendere e di reagire.

Se infatti il parlamento intervenisse a mitigare, - peraltro per disorganiche esigenze clientelari, e dando spettacolo di semi-assalto alla diligenza, (per di più da parte degli stessi soggetti politici che hanno trionfalmente appoggiato Monti, la costituzionalizzazione del pareggio di bilancio e lo stesso twopacks)-, i "saldi" della manovra di "stabilità" (ma nulla porta più instabilità socio-economica che il seguire l'€uronomics ad ogni costo per favorire i paesi creditori-concorrenti), poi l'€uropa (id est. "i mercati") può imporre non solo interventi correttivi ulteriori, MA BEN ALTRE SANZIONI MANIFESTAZIONE DI UNA SOVRANITA' ESTERNA ORMAI CONCLAMATA.


E lo può fare in base ad uno strapotere che non si nutre delle procedure di infrazione e della defatigante applicazione delle sanzioni nei termini previsti dai trattati.

I trattati, infatti, sono ormai un canovaccio, neppure troppo rammentato nelle sue formulazioni originarie, che ha lasciato il posto al vero nuovo ordine antiitaliano a cui, sostanzialmente, si può oggi ridurre l'€uropa.

Questa infatti, a livello di sanzione effettiva e imposta de facto al di fuori di ogni ratifica ed esecuzione di trattato "di secondo grado" (e normalmente illegittimo o nullo per violazione del TUE-TFUE) ha il potere di decidere, attraverso vie nascoste, o meglio occulte, rispetto ad ogni procedimento democratico-costituzionale, ogni eventuale cambio di governo italiano per garantire, con la massima sanzione politica possibile (cioè il controllo extraordinem della sovranità nella sua più delicata espressione democratica), che la colonia Italia non dia segni di ribellione.

E che sia prontamente passibile di (auto)rappresaglia.

Questo potere dell'istituzione ordoliberista sovranazionale è così evidente, come sanno Letta e prima ancora Berlusconi, eppure così compattamente ignorato.

Questo ci fa capire qualcosa sulla giustificazione della "governabilità" data alla riforma del Senato: si vuole stabilizzare il governo che la propone, ponendolo al riparo dalla rappresaglia della ghost institution ordoliberista €uropea, credendo che ciò sia sufficiente per dimostrarsi preventivamente più realisti del Re, cioè spingendo, per via interna, verso la pratica sterilizzazione della funzione parlamentare.

Risultato, come abbiamo visto, certamente perseguito dalla governance UEM e senza alcun dubbio ed equivoco.

Ma, ripetiamo, è un calcolo sbagliato.

L'€uropa questo risultato l'ha già ottenuto per vie ben più efficaci: e quindi dell'obolo della distruzione del Senato ci fa ben poco.

Non si può garantire la propria posizione rispetto al creditore che ha già posto in vendita i beni pignorati dicendo che li venderai tu stesso; per di più, a un creditore che ha già accumulato il titolo per estendere il pignoramento e che può dare per scontato quanto già ottenuto.

Per questo, il tempo che ci separa dalla presentazione della nota di aggiornamento del DEF, entro il 20 settembre 2015, e dalla conseguente "vera" approvazione della manovra da parte di Bruxelles, entro il 15 ottobre, si prospetta come il più drammatico della Storia della Repubblica italiana.

Perchè preannuncia di segnarne non solo la fine in termini di sovranità democratica, ma di vera e propria indipendenza politica da quella "tutela" sovranazionale che, ormai, è solo il velo per nascondere i giochi di due contendenti - USA E GERMANIA- che, però, sono concordi con lo smantellamento degli artt.1 e 4 Cost.(a carico nostro, perchè, specialmente gli USA, a casa loro, un gioco equivalente non lo farebbero mai).

Per i loro interessi di capofila degli investitori stranieri e PER LA IMPERANTE RELIGIONE DEGLI IDE (il gran argomento dell'unanimità di espertoni e media autorazzisti), rispetto ad un paese che "deve" essere ridotto al rango di "emergente", cioè a fabbrica cacciavite e hub turistico estero-controllati.

Per sempre.

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