Le parole dovrebbero essere annoverate nell’elenco delle droghe pesanti, e purtroppo a chiunque può capitare di farsi ogni tanto una “pera” eccessiva. Il quotidiano neocon “il Foglio” si è approfittato del “trip” di uno dei padri costituenti, Umberto Terracini, per fargli fare una figuraccia postuma mettendo in evidenza alcune sue frasi poco felici in sostegno di Israele. Dopo averci ammonito sul fatto che anche Terracini considerava l’antisionismo una forma di antisemitismo, ci viene proposta una citazione nella quale il vecchio comunista...
Da questa parte del "mondo democratico occidentale", molti di noi si dibattono tra rabbia e la sensazione drammatica di impotenza nell'assistere allo sterminio in diretta di un intero popolo. A volte questo senso di frustrazione si trasforma in disagio somatizzato, in depressione (parlo per me e per gli amici e compagni con cui mi confronto ogni giorno). In altri casi, invece, rischia di generare reazioni di autoconservazione fatalista, ricerca del deus ex machina, rimozione. Eppure qualcosa si muove. Qualcosa possiamo fare. Una piccola...
1. Seguendo un copione creato a tavolino per ingannare la mente di chi si abbevera ai telegiornali della sera, gli Stati Uniti continuano a tirare il guinzaglio legato al collo del cagnolino d’oltremanica. Quel cagnolino era un tempo l’Impero britannico’, oggi solo un maggiordomo che esegue gli ordini dell’Impero Atlantico: tenere Julian Assange in prigione fino alla morte. Per la più grande democrazia al mondo – da esportare, se del caso, a suon di bombe e che ormai solo i politici europei (e italiani) credono sia tale – il rischio più...
Qualcuno parla di rischio di terza guerra mondiale davanti alla rappresaglia dell’Iran verso Israele, ma cari miei, una terza guerra mondiale sarebbe solo nucleare. Perciò, definitivamente distruttiva dell’umanità. Avete presente l’anime e il manga “Ken il Guerriero”? Lì, almeno, le armi nucleari sono state relativamente innocue: hanno distrutto il mondo, ma non hanno lasciato radiazioni. Ma nella realtà, una guerra di tale portata, ridurrebbe il mondo a una landa desolata radioattiva, invivibile. E per quanto noi siamo governati dai...
Il Governo è in difficoltà, è debole. Questo è il precipitato politico di un ragionamento che prende le mosse dalla scelta del Governo di approvare un Documento di economia e finanza (DEF) privo delle principali informazioni sulle tendenze della finanza pubblica e dei conseguenti effetti macroeconomici. Il DEF è il principale strumento di programmazione economica del Governo, serve a definire il quadro della finanza pubblica per l’anno in corso e per il successivo triennio. In pratica, con il DEF il Governo è chiamato a mettere nero su bianco...
Dopo l’oblio dell’attacco al Crocus da parte dei media d’Occidente, preoccupati solo di discolpare l’Ucraina dalle evidenti responsabilità, come peraltro accaduto varie volte in passato – a parte eccezioni che confermano la regola – per altre azioni oscure di Kiev, anche l’attacco di droni alla centrale atomica di Zaporizhzhia è passato sottotraccia, come qualcosa di marginale. L’attacco alla centrale di Zaporizhzhia e i topos delle guerre infinite E ciò nonostante la gravità dell’accaduto: se l’attacco fosse riuscito al 100% poteva creare...
Il senso di colpa domina incontrastato nella multiforme platea dei sentimenti umani. Senso di colpa per non essere abbastanza, per non aver superato l’esame, per non aver performato quanto desideravamo, per aver disatteso le aspettative, per non aver concluso un lavoro, per aver trascurato passioni e interessi, per aver manifestato rabbia, tristezza e paura, per gli errori commessi, per le azioni compiute, per una parola fuori posto, per non esserci stata, per aver mangiato, per aver risposto nervosamente, per quella carezza non data, quei...
Immancabili, come ogni anno, i dati Istat sull’andamento demografico del paese registrano un deciso segno meno”. Che non è grave soltanto in sé, ma soprattutto perché conferma una tendenza di lunghissimo periodo. Dal 1964 a oggi sono stati pochissimi gli anni in cui le nuove nascite sono state più numerose dell’anno precedente, ma anche a uno sguardo disattento balza agli occhi che la dimensione delle diminuzioni è sempre alta, mente i “rimbalzi” sono sempre appena percettibili. Il risultato finale, al 2023, non lascia dubbi: i nuovi nati...
‘Essere democratici è una fatica immane. Allora perché continuiamo a esserlo quando possiamo prendere una scorciatoia più rapida e sicura?’. Così Michela Murgia, la scrittrice sarda recentemente scomparsa, nel suo pamphlet del 2018 dal titolo provocatorio: ‘Istruzioni per diventare fascisti’. Con una originale sapienza dialettica, com’era suo stile di comunicazione in ogni dibattito pubblico e nel relazionare sulle grandi ingiustizie e ineguaglianze che affliggono le società odierne, Michela Murgia, nel suo saggio, ci invita a sottoporci a...
I due anni della pestilenza da Covid-19 si sono rivelati una grande imprevedibile opportunità per testare il livello di ubbidienza che, si può ottenere applicando un regime disciplinare come lo è stato l’obbligo di vaccinarsi, appunto. La narrativa secondo la quale il barbaro no-vax e chi lo sostiene rappresentano il Male, e quindi vanno denigrati, censurati, emarginati, criminalizzati ha funzionato. Pertanto, lo stesso identico canone è stato applicato su una nuova dicotomia buono-cattivo nella politica internazionale. Stesso manicheismo,...
L’avesse compiuto, per dire, il Ministro degli esteri russo Sergej Lavrov, un gesto come quello del suo omologo britannico David Cameron, recatosi in “visita di lavoro” da Donald Trump in USA, intrattenendosi – magari – in Germania, con Sahra Wagenknecht, per di più alla vigilia delle elezioni, il coro liberal avrebbe subitamente gridato alle «interferenze russe nei processi democratici dei paesi liberi». Ma fatto tra “alleati”, per di più di estrazione anglosassone, la cosa rientra nella normalità e, trattandosi della “democratica Ucraina...
Un’analisi di cosa succede e di cosa si prospetta in Medioriente, a partire dal genocidio in atto a Gaza, dalla rivolta generale palestinese, dallo scontro tra Stato Sionista e Asse della Resistenza in Libano, Siria, Iraq, Yemen, all’indomani dell’attacco israeliano all’ambasciata iraniana a Damasco. Una panoramica che parte dalla ritirata della FOI (Forza di Offesa Israeliana) dalla metà sud di Gaza, dopo sei mesi di offensiva del presunto “esercito più potente del Medioriente” che non è riuscito a controllare la Striscia, annientare Hamas e...
In vista della settimana di mobilitazione dei lavoratori all’interno dell’accademia italiana, proponiamo qui un resoconto delle linee d’intervento del movimento negli ultimi mesi, mettendo al centro i punti politici principali che stanno caratterizzando le proteste dei lavoratori e delle lavoratrici dell’università di concerto con i movimenti studenteschi. Si tratta di una riflessione che vuole essere un punto di partenza che ci porti allo sciopero del 9 aprile di tutto il mondo universitario, una data che deve essere un punto di partenza per...
Trent’anni dopo il genocidio in Ruanda, innescato dall’abbattimento dell’aereo privato su cui viaggiavano il presidente del Paese e il suo omologo del Burundi, e spacciato per l’esplosione di un conflitto etnico tra Hutu e Tutsi, si continua a discutere sulle cause del massacro di quasi un milione di persone. Dopo tre decenni, si evidenziano implicazioni che gettano una luce meno semplificata su quegli eventi drammatici: a cominciare dal ruolo delle grandi potenze che cercavano di accaparrarsi le enormi risorse strategiche nella regione dei...
È certamente corretto sostenere che le motivazioni che stanno spingendo Washington a mettere sotto assedio Pechino sono di natura economica. Paradossalmente questa tesi è stata infatti espressa indirettamente dalla stessa Segretario al Tesoro Yellen, in una intervista della settimana scorsa che non ha avuto la risonanza che avrebbe meritato nonostante anticipasse i temi che la stessa Yellen sta trattando con l'élite politica cinese nel suo viaggio diplomatico in corso in questi giorni. Di importanza capitale per comprendere la situazione a...
Pubblichiamo un estratto della prefazione del libro “Ucraina, Europa, mondo. Guerra e lotta per l’egemonia mondiale” di Giorgio Monestarolo (Asterios, Trieste, pp.106, euro 13). L’autore è ricercatore presso il Laboratorio di Storia delle Alpi dell’Università della Svizzera italiana e docente di Storia e Filosofia al liceo Vittorio Alfieri di Torino. La prefazione è del generale Fabio Mini, che tra le altre cose è stato generale di Corpo d’Armata, Capo di Stato Maggiore del Comando NATO del Sud Europa e comandante della missione...
Volete uscire dal dominio neoliberista, volete allentare la morsa della gabbia d’acciaio capitalista, volete invertire l’allungamento in corso da decenni della scala sociale di cui tra l’altro vi è vietato l’uso per provare a scalarla. Avete idee di mondo migliore, più giusto, qualsiasi sia la vostra idea di “giusto”. Tutto ciò è politico. Ma la vostra società non è ordinata dal politico, è ordinata dall’economico. È l’economico il regolamento del gioco sociale, è lui a dettare scala di valori, premi, punizioni, mentalità e cultura comune. E...
Nelle Conferenze di La Paz, nel 1995, il teologo e filosofo argentino, tra i pionieri della Teologia della Liberazione e in esilio dalla sua patria durante il regime fascista sviluppa la sua attentissima lettura di Marx dal punto di vista rivendicato dell’esternità e del lavoro ‘vivo’; ovvero della persona effettiva, reale, completa. Questo, declinato nelle sue diverse forme, marginali e ‘poveri’, stati subalterni e periferici, è il tema centrale della filosofia e della prassi politico-culturale ed etica di Dussel. Proviamo, dunque, a...
Come ha potuto succedere? Che mostruosità! Tutte quelle armi che circolano! Ma in che tempi viviamo! Colpa dei genitori….Colpa della scuola…. Sono le esclamazioni dei manigoldi ipocriti che tendono a ottunderci il cervello mentre cerchiamo di farci capaci dell’enormità di un bambino di dodici anni che entra in classe con una pistola e spara e uccide suoi compagni. Si assembrano sugli schermi e nelle paginate psicologi, sociologi, esperti di ogni risma da un euro all’etto a disquisire sul fattaccio. E tutti, indistintamente, a mancare...
L’apparente moderazione dell’Iran di fronte all’aggressione israeliana non dovrebbe essere confusa con la debolezza. Teheran esercita costantemente pressioni su Tel Aviv attraverso i propri metodi, preparando attentamente il terreno per il disfacimento di Israele. «La leggenda narra che una rana posta in una pentola poco profonda piena d’acqua riscaldata su un fornello rimarrà felicemente nella pentola d’acqua mentre la temperatura continua a salire, e non salterà fuori anche se l’acqua raggiunge lentamente il punto di ebollizione e uccide la...
Più passano i giorni, più Israele procede nella sua campagna di sterminio, più si isola dal resto del mondo, più comprendo che il pogrom del 7 ottobre, pur essendo, come non può che essere un pogrom, un’azione atroce moralmente inaccettabile, è stato un atto politico capace di cambiare la direzione del processo storico. La conseguenza immediata di quell’azione è stata lo scatenamento di un vero e proprio genocidio contro la popolazione di Gaza, ma il genocidio era in corso in modo strisciante da settantacinque anni, nei territori occupati, in...
Marx era consapevole della difficoltà che l’idea di classe poneva come categoria che rappresenta un insieme eterogeneo di lavoratori, perché sapeva che il proletariato era composto non solo dagli operai di fabbrica ma da tanti altri lavoratori che, al pari di oggi, avevano in comune il fatto di trovarsi nella stessa posizione nei rapporti di potere. Tuttavia, nel pieno del capitalismo industriale, la classe in termini marxiani ha rappresentato una categoria utile a descrivere l’asimmetria dei rapporti di produzione e come questi fossero...
Premettendo che l'uscita di CS dai social ebbe molte ragioni circostanziate e che continuo a pensare che i social network siano già da tempo "territorio nemico", cominciamo mettendo in rilievo l'annuncio nell'articolo: Sabato 11 Maggio alle ore 10 presso il Centro Congressi Cavour sito a Roma in Via Cavour 50/a, ci riuniremo per il decennale de L’Interferenza e sarà l’occasione, oltre che per un dibattito politico sui vari temi di politica e di politica internazionale, anche per lanciare una battaglia per la libertà di informazione, per...
I ricchi sono sempre più ricchi, i poveri sono sempre più poveri. Alla base del divario, tra gli altri fattori, anche le eredità che in molti Paesi passano di mano senza essere tassate, o quasi. Così per la prima volta in 15 anni, secondo i dati di Forbes, tutti i miliardari sotto i 30 anni hanno ereditato la loro ricchezza. Detto in altri termini: nessuno di loro ha un’estrazione socio-economica familiare differente e si è “fatto da solo”. Addio ascensore sociale: il “grande trasferimento di ricchezza” – 84.000 miliardi di dollari nei...
Il giornale statunitense Politico ha intervistato alcuni ufficiali militari ucraini di alto rango che hanno prestato servizio sotto il generale Valery Zaluzhny silurato a febbraio da Zelenski. Le conclusioni sono che per l’Ucraina “il quadro militare è cupo”. Gli ufficiali ucraini affermano che c’è un grande rischio che le linee del fronte crollino ovunque i generali russi decidano di concentrare la loro offensiva. Inoltre, grazie a un peso numerico molto maggiore e alle bombe aeree guidate che stanno distruggendo le posizioni ucraine ormai...
L’assassinio del generale Reza Zahedi in un edificio dell’ambasciata iraniana di Damasco, assassinato insieme ad altri membri delle guardie rivoluzionarie, supera un’altra delle linee rosse che normalmente hanno limitato la portata dei conflitti del Secondo dopoguerra, evitando al mondo escalation ingestibili (il mondo guidato da regole esisteva prima dell’89; dopo il crollo del Muro, le regole sono state riscritte a uso e consumo degli Usa…). Anzitutto perché Israele ha colpito un alto ufficiale di una nazione non ufficialmente in guerra....
Sul quotidiano La Stampa di ieri è stata pubblicata una significativa intervista al fisico Carlo Rovelli che ha preso posizione a sostegno delle mobilitazioni degli studenti che chiedono la sospensione della collaborazione tra le università italiane e le istituzioni israeliane. Qui di seguito il testo dell’intervista Carlo Rovelli, fisico teorico, autore dei bestseller di divulgazione scientifica “Sette brevi lezioni di fisica” e “L’ordine del tempo”, non è uno da giri di parole. Nemmeno quando le idee rischiano di essere impopolari. Di...
Riporto questo articolo di Xi Jinping uscito ieri sul L’Antiplomatico, che conferma quanto ho avuto modo di analizzare in un mio contributo apparso si Carmilla e ripreso da Sinistrainrete poche settimane or sono. Non starò a ripetermi in queste sede e in estrema sintesi, mi limito a ribadire che quello cinese non è socialismo, ma nell’ambito di un processo internazionale multipolare occorre sostenere tutte le forze e i paesi che vanno in quella direzione e che di fatto contribuiscono al declino storico e generale dell’imperialismo atlantista,...
Mi scuso con chi legge questo articolo perché era mia intenzione aprire alla grande con una congrua citazione marxiana dai Grundrisse, quella che si avvia con: «Der Krieg ist daher eine…». Poi ho assistito in TV a una pensosa trasmissione condotta dal noto filosofo con nome primaverile, Fiorello, e ho cambiato idea. Il pensatore ha introdotto la categoria post-postmoderna di Ignoranza Artificiale. A questo punto ho meditato. Grande LLM di GPR-3! Grandissimo PaLM-2 che è addestrato da 340 miliardi di parametri! Grandioso GPT-4 addestrato da un...
Terminata la lettura delle scarse 150 pp. del volume di Stefano Isola, A fin di bene: il nuovo potere della ragione artificiale (Asterios, 2023), la sensazione è di inquietudine. Il dibattito sulle potenzialità della cosiddetta “intelligenza artificiale” (AI) è salito al punto da echeggiare i temi della fantascienza sulla “rivolta delle macchine”. Impressiona il fatto che la denuncia dei rischi venga non da qualche sorta di “primitivista”, ma da imprenditori del settore e da ricercatori. “Il 49% dei ricercatori di intelligenza artificiale ha...
Aleksandr Herzen diceva che il nichilismo non è il voler ridurre le cose a nulla, bensì riconoscere il nulla quando lo si incontra. La nulliloquenza non sarebbe difficile da individuare, dato che consiste nel muoversi costantemente su categorie astratte senza mai scendere nel dettaglio concreto. Purtroppo a volte è sufficiente drammatizzare la mistificazione nel modo giusto per far cascare l’uditorio nell’illusione. Nel gennaio scorso ci hanno raccontato la fiaba sul liberista, “libertario” e “anarco-capitalista” Xavier Milei, neo-presidente...
Ieri sera nel salotto di Floris il padre di Ilaria Salis ha pronunciato le seguenti parole: “Mia figlia è in carcere perché è una donna, perché è antifascista e perché non è ungherese”. Ora, un padre direbbe e farebbe di tutto pur di tirar fuori la propria figlia dalla galera, e questo ci sta tutto ed è ciò che lo nobilita. Dopo di che se crede o meno in ciò che dice o sia solo una escamotage per aiutare la figlia non lo sappiamo perché non siamo nella sua testa e, tutto sommato, è anche irrilevante saperlo. Chiarito questo, lo spropositato...
In prima serata per modo di dire, ovviamente. Come diceva qualcuno, se campi abbastanza ne vedi di tutte le specie. Aggiungerei che finisci per vedere tutto e il contrario di tutto. Esce su Netflix Il problema dei tre corpi e improvvisamente tutti parlano di caos deterministico, il che è molto curioso ai miei occhi. È molto curioso perché mi ricordo molto bene di quando iniziai a parlare di teorie del caos. Fu nel 2016 e il partito de lascienza ci mise poco a classificare la cosa: "le teorie del caos sono un marker dell'antivaccinismo". Mi...
Quattro autorevoli personalità tedesche – Peter Brandt, storico e figlio del cancelliere Willy Brandt, il politologo Hajo Funke, il generale in pensione Harald Kujat e Horst Teltschik, già consigliere del cancelliere Helmut Kohl – hanno presentato un piano di pace (qui il testo tradotto) altamente competente e realistico su come si potrebbe porre fine alla guerra in Ucraina attraverso un cessate il fuoco e successivi negoziati di pace. Si tratta probabilmente della proposta di pace più completa e innovativa che sia stata avanzata da un...
Quando il conflitto in Ucraina passerà alla storia, le passioni si placheranno e gli storici professionisti inizieranno ad analizzare gli eventi del recente passato, rimarremo tutti scioccati: come è potuto accadere che abbiamo accettato per oro colato un'ovvia menzogna? È consuetudine ironizzare sul passato di Vladimir Zelenskyj nel mondo dello spettacolo, ricordando come simulava suonare il pianoforte con i genitali per il divertimento del pubblico. C'erano altre battute di basso livello nel suo repertorio. Ma questo fu l’inizio, e...
Il libro di Giorgio Monasterolo, Ucraina, Europa mondo. Guerra e lotta per l’egemonia mondiale, pubblicato dalla casa editrice Asterios (2024), affronta l’argomento guerra in Ucraina e quella fra Israele e palestinesi della striscia di Gaza rispondendo contemporaneamente a due domande: come scoppiano i conflitti militari e perché. E’ opportuno, sostiene, spostare l’attenzione dal “come”, dalla logica aggressore-aggredito – secondo la quale la guerra ucraina è iniziata nel 2022, con l’attacco russo e quella di Gaza nell’ottobre 2023 con il...
«Indipendentemente dalla volontà degli uomini e delle autorità che li dirigono», scrive Fernand Braudel, i fenomeni collettivi si generano, accadono, tramontano, mutano (Civiltà materiale, economia e capitalismo (secoli XV-XVIII), vol. III, I tempi del mondo, trad. di C. Vivanti, Einaudi, Torino 1982, p. 65). Una volta avviate, le dinamiche sociali e politiche vivono di vita propria, seguendo regole certo non rigide come quelle che guidano il mondo fisico ma molto forti e a volte assai simili ai principi che sottendono le trasformazioni...
Dall’intelligenza artificiale allo sfruttamento dei satelliti. Dai dati sul traffico marittimo alle operazioni di compravendita che si chiudono in millesimi di secondo. Vale tutto sui mercati finanziari, pur di vincere la gara. Arrivare per primi, avere le informazioni una frazione di istante prima degli altri. Essere i più veloci a realizzare qualsiasi operazione di acquisto o vendita. Secondo un recente articolo di Les Echos alcuni fondi analizzano le foto satellitari dei porti per monitorare il numero di container in attesa. L’analisi di...
Dopo sole 24 ore dall’orribile eccidio del 22 marzo al Crocus City Hall di Mosca, che ha provocato la morte di almeno 137 persone innocenti e il ferimento di altre 60, i funzionari statunitensi avevano attribuito la responsabilità del massacro all’ISIS-K, la branca di Daesh dell’Asia centro-meridionale. Per molti, la rapidità dell’attribuzione aveva sollevato il sospetto che Washington stesse attivamente cercando di spostare l’attenzione dell’opinione pubblica occidentale e del governo russo dai veri colpevoli – l’Ucraina e/o la Gran...
All’estero ha avuto molta eco il libro di Thomas Piketty dal titolo Il Capitale nel XXI secolo, e c’è da credere che anche in Italia, dove è appena uscito, farà molto discutere senza peraltro essere letto da molti che ne parleranno. Vale la pena acquistare e leggere questo libro di 928 pagine? Dipende da ciò che ci si aspetta e soprattutto se si è disposti a dare retta alle molte fraudolente bugie che racconta, e credere che l’origine della disuguaglianza di reddito sia anche la causa fondamentale delle crisi capitalistiche (e non semplicemente un effetto, per quanto dirompente), e che tale disuguaglianza possa essere ricomposta in qualche modo per via politica, con una tassazione progressiva della ricchezza. Ecco dunque in sintesi la tesi fondamentale di questo ennesimo cialtrone.
Dico subito che non m’interessa perdere tempo con tali cialtronate proposte a buon mercato dagli indirizzi e dalle scuole del pensiero borghese. Né sarà tema di questo post – ma di un prossimo – il trattamento che questo Achille Loria del XXI secolo riserva nel suo libro a Marx, volgarizzando e falsificando in modo indecente, nel sesto capitolo, la legge sulla caduta tendenziale del saggio di profitto, spacciandola anzi per sua, e sostenendo che la legge scoperta da Marx non avrebbe supporto ed evidenza matematica!
Va comunque ancora una volta rilevato che in alcun modo la teoria economia borghese, sempre più in crisi, ha interesse a fare riferimento alle leggi concrete e reali di movimento del sistema economico capitalista, perché ciò porterebbe in luce le contraddizioni reali ed oggettive del modo di produzione capitalistico, e ciò sarebbe oltremodo pericoloso dal punto di vista politico e dell’ordine sociale.
In nessun caso la teoria economia borghese si occuperà d’indagare nell’ambito della produzione la contraddizione su cui si fonda l’intera società capitalistica, ossia l’opposizione tra valore d’uso e valore di scambio, perché ciò significherebbe indagare il capitalismo nel suo sviluppo e nella sua rovina, e sia perché la contraddizione interna alla merce rimanda al duplice carattere del lavoro (lavoro concreto/lavoro astratto; processo tecnico di lavoro e processo di valorizzazione), vale a dire al movimento in senso inverso della massa dei valori d’uso, da una parte, e dei valori, dall’altra, in seguito all’aumento della forza produttiva del lavoro.
Agli economisti sono demandati due compiti: il primo è di tentare di restituire alla teoria economica una parvenza di solidità e di scientificità in forza dell’uso “neutrale” ed “obiettivo” di formule matematiche, statistiche e stratagemmi di stampo monetarista, con risultati che perfino una Merkel si è sentita in fregola di ridicolizzare in pubblico; il secondo – assai più importante – è quello di sviare l’attenzione, come detto, dalle contraddizioni reali ed oggettive del sistema, ossia dalle cause reali della crisi,non più ciclica ma storica, facendo gioco – anche da parte di coloro che a chiacchiere dicono di opporvisi – al carattere strumentale e di classe delle politiche di austerità e di smantellamento del welfare, in buona sostanza curando il paziente che non vuole (almeno secondo la vulgata) rimettersi in forze, sottoponendolo a continui salassi (*).
Piketty, nel suo libro non può esimersi dal citare, all’inizio e poi in modo molto vago nel sesto capitolo, l’opera più famosa in tema di “capitale”, ossia Il Capitale di Karl Marx. E basta leggere cosa scrive a p. 23 per farsi un’idea del livello scientifico del libro di Piketty e di come egli falsifichi, da subito, screditandolo presso il lettore ingenuo e preconcetto, il fondamentale contributo marxiano alla critica dell’economia politica:
Marx nei due decenni successivi [alla pubblicazione del Manifesto], si dedicherà alla stesura del voluminoso trattato che dovrà giustificare la conclusione del Manifesto e porre le fondamenta dell’analisi scientifica del capitalismo e del suo crollo. L’opera resterà incompiuta: il Libro I del Capitale viene pubblicato nel 1867, ma marx muore nel 1883 senza aver terminato i due volumi successivi, che verranno pubblicati postumi dall’amico Engels, sulla base dei frammenti manoscritti, a tratti oscuri, che Marx ha lasciato.
L’idea che se ne può fare il lettore di cui sopra è che l’opera critica di Marx sia rimasta incompiuta per larga parte e che ciò che ci è pervenuto dopo la sua morte sia costituito meramente da “frammenti” (ciò è vero solo per alcuni capitoli del III Libro), e che insomma il suo apporto all’analisi scientifica del capitalismo sia lontano da averci dato una teoria esaustiva che ponga in luce le contraddizioni reali ed oggettive del modo di produzione capitalistico, sulla base delle sue leggi di movimento, delle sue tendenze e controtendenze, e che invece illustri, a tratti con oscurità, una teoria del “crollo”.
E tutto ciò, come sa chiunque si sia effettivamente approcciato all’opera di Marx, ossia come sanno tutti quelli che non parlano per sentito dire o per aver leggiucchiato di seconda e terza mano, è assolutamente falso, a cominciare dal fatto che Marx abbia postulato, in quanto tale, una teoria del “crollo” del capitalismo come scrive Piketty. Ma di questo dirò, appunto, in un prossimo post, mentre ora è mio desiderio mettere in luce quali sono effettivamente i meriti scientifici di Marx e che tronfi economisti borghesi di ogni epoca hanno tentato di falsificare e di screditare, oggi con più successo di ieri stante la pigrizia teorica e la tristezza politica dei nostri giorni.
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L’elaborazione dei concetti fondamentali dell’economia politica marxista ha il suo periodo culminante negli anni 1850-1863. È in questo periodo che Marx sviluppa in modo organico la sua teoria del valore e del plusvalore, nonché la sua teoria del profitto medio, prezzo di produzione e rendita fondiaria.
Tuttavia, già prima di tale periodo, Marx, a 29 anni, scrive la sua prima opera di carattere economico, ossia La miseria della filosofia, edita a Parigi e Bruxelles, in cui indica chiaramente il difetto metodologico principale dell’economia politica borghese, cioè il suo carattere astorico, il suo tentativo di esporre le leggi economiche del capitalismo come leggi eterne (vedi più avanti). Formula quindi l’importantissima tesi: i rapporti di produzione non sono, come sostengono gli economisti borghesi, rapporti tra cose, bensì rapporti tra uomini in relazione a cose. Inoltre mostra come l’economia di Proudhon rappresenti un passo indietro rispetto a Smith e Ricardo.
Marx in quest’opera resta però ancora sostanzialmente sul terreno delle “teoria del valore-lavoro di Ricardo”, mancando la duplice distinzione del carattere del lavoro (lavoro concreto/lavoro astratto) e, quindi, l’individuazione della merce come unità contraddittoria di valore d’uso – valore di scambio.
In un opuscolo del dicembre dello stesso anno, Lavoro salariato e capitale, raccolta di lezioni tenute presso l’Associazione dei lavoratori tedeschi di Bruxelles, Marx mette al centro della sua analisi la “merce lavoro”, la relazione tra capitale e lavoro salariato, e giunge a un passo dalla soluzione del problema dello scambio tra lavoro salariato e capitale. Definisce il lavoro che si scambia con capitale “forza creativa, attraverso cui l’operaio conferisce al lavoro accumulato un valore maggiore di quel che prima possedeva”.
Nel 1849 a Londra Marx ha modo di approfondire lo studio della storia dell’economia politica inglese, soprattutto Petty, Smith, Ricardo. Dall’agosto 1850 al giugno 1853, riempie oltre 24 grossi quaderni che egli stesso enumera I-XXIV (inoltre esiste una serie di quaderni di estratti non numerati). Nel luglio 1857, scrive lo Schizzo sugli economisti Bastiat e Carey (rimasto incompiuto), dove per la prima volta delinea esattamente i confini storici dell’economia politica inglese: fine sec. XVII (Petty e Boisguillebert), primo ventennio del sec. XIX (Ricardo e Sismondi); gli economisti successivi li definisce “epigoni o critici reazionari dei classici”.
Tra la fine dell’agosto e l’inizio di settembre 1857, scrive la celebre Einleitung(Introduzione a Per la critica dell’economia politica). A metà settembre ne interrompe la stesura e, più tardi, dichiarerà: “sopprimo un’introduzione generale che avevo abbozzato perché, dopo aver ben riflettuto, mi pare che ogni anticipazione di risultati ancora da dimostrare disturbi, e il lettore che voglia seguirmi deve decidersi a salire dal particolare al generale”.
L’Einleitung mostra comunque che nell’estate del 1857, Marx aveva già elaborato dettagliatamente i fondamenti metodologici della sua teoria economica. In essa afferma per la prima volta il primato della produzione sociale: produzione, distribuzione, scambio e consumo sono parti di una totalità unitaria in cui ha luogo interrelazione. Osserva che gli economisti classici, che si attenevano alla “teoria del valore-lavoro”, avrebbero dovuto essere “i teorici della produzione”, e tuttavia dichiarano che la distribuzione è l’unico oggetto dell’economia politica, come del resto avviene ancor oggi per tutti loro, prescindendo dagli attuali fantasmagorici approdi teorici.
È importante sottolineare questo fatto, poiché essi ritenevano (e ritengono) la produzione eterna ed immutabile ed invece le forme di distribuzione, indipendenti dalla produzione, storiche. In tal modo, gli economisti si precludono la possibilità di studiare scientificamente le forme di distribuzione, perché queste ultime non sono altro che espressioni delle forme della produzione. Al contrario, solo lo studio delle forme di produzione, concepite come storiche, permette di capire anche le forme storiche in cui avviene la distribuzione.
È proprio la mancata comprensione di questo aspetto, come di altri importanti, che impedisce a quest’asino di Thomas Piketty di afferrare, posto che egli sia in buona fede, cosa sulla quale possiamo fortemente dubitare, come la critica dell’economia marxiana non sia riducibile agli aspetti circolatori e della distribuzione, né la sua contraddizione fondamentale risulti semplicemente, come pretende di attribuire a Marx questo falsificatore, dall’inarrestabile tendenza all’accumulazione (tra l'altro assimila tra loro concetti come ricchezza privata e accumulazione di capitale). Inoltre, quando Piketty afferma che Marx “come Ricardo intende concentrare il proprio lavoro nell’analisi delle contraddizioni logiche connotate al sistema capitalistico”, ciò rivela che egli non sa nulla del metodo d’indagine marxiano, della vera e propria rottura epistemologica compiuta da Marx, la quale costituisce un altro suo merito scientifico, filosofico e storico.
Già nell’Einleitung Marxespone il metodo scientifico del “salire dall’astratto al concreto” e critica, nello stesso tempo, la concezione idealistico-hegeliana di esso. L’interpretazione dialettico-materialistica di questo metodo implica che la realtà (concreto sensibile), che costituisce il punto di partenza dell’analisi, al termine dell’indagine si esprima come “unità del molteplice”, sintesi di molteplici determinazioni (concreto del pensiero). È questo un punto che magari tratterò più diffusamente in un post successivo.
Dall’ottobre 1857 al maggio dell’anno dopo, Marx scrive il manoscritto Lineamenti fondamentali della critica dell’economia politica, più noti come Grundrisse (pubblicati nel 1939-41). Iniziano con il Capitolo del denaro, che Marx contrassegna con il n. II. Ciò si spiega con il fatto che aveva intenzione di premettergli un capitolo a cui voleva dare originariamente il titolo di Valore e che più tardi, in Per la critica dell’economia politica, intitolò La merce.
Nel capitolo successivo, il Capitolo sul capitale, vengono analizzati: il duplice carattere del lavoro e della merce; il concetto di forza-lavoro; il plusvalore; il plusvalore assoluto e relativo; la composizione organica del capitale; il saggio del profitto; la caduta del saggio del profitto; il capitale fisso, il capitale circolante; la trasformazione del plusvalore in profitto; l’interesse. Tale capitolo è diviso in tre sezioni: 1) Il processo di produzione del capitale; 2) Il processo di circolazione del capitale; 3) Il capitale fruttifero. Interesse, profitto.
Nei Grundrisse, Marx espone per la prima volta organicamente la sua teoria economica, evidenziandone le profonde differenze con quella dei “classci” e di Ricardo in particolare. Partito dall’acquisizione del carattere storico delle leggi economiche, Marx individua nel lavoro, nello specifico modo di produzione capitalistico, un duplice carattere: in quanto produttore di “oggetti utili” è lavoro concreto; in quanto produttore di “oggetti vendibili” è lavoro astratto.
Ciò vale a dire che nel capitalismo ogni prodotto del lavoro assume la forma di merce, caratterizzandosi così per due specifiche determinazioni: come “oggetto utile” possiede un valore d’uso, come “oggetto vendibile” possiede un valore di scambio. In questa duplicità di carattere, quello dominante è il valore di scambio, tanto che Marx definisce il modo di produzione capitalistico “produzione di valori d’uso in forma esclusiva di valori di scambio”.
Al contrario dei modi di produzione precedenti, quello capitalistico è un modo di produzione duale, unità dialettica di due momenti contraddittori tra loro compenetranti: quello del “valore d’uso” e quello del “valore di scambio”. Mettere in luce le leggi specifiche di questo modo di produzione vuol dire allora analizzare il movimento di questa contraddizione fondamentale.
In questo sta la profonda differenza dell’economia marxista da quella classica. Infatti, Ricardo e con lui gli economisti borghesi più in generale, abbagliati dal “feticismo della merce”, eleggono ad oggetto privilegiato della loro ricerca i fenomeni del mercato, il “valore di scambio” in particolare. Ma limitando, in tal modo, ad un solo aspetto della contraddizione, non sono in grado di spiegare nemmeno i movimenti di questo (sintomatica l’incapacità di Ricardo a motivare la nascita del profitto-plusvalore in base alla sua stessa legge del valore-lavoro).
La teoria economica marxista, invece, partendo dalla produzione, può individuare la contraddizione fondante e seguirne il movimento nella sua globalità. Espone così le leggi di sviluppo del sistema complessivo e scioglie, nel contempo, i nodi lasciati irrisolti dalla limitata impostazione classica.
Per contro, ogni teoria borghese, di destra o di sinistra che essa si proclami, privilegiando i fenomeni del mercato, si illude inevitabilmente di trovare la soluzione degli “squilibri” capitalistici nella “regolamentazione” dei movimenti del valore di scambio, o in una tassazione progressiva "più equa"!!!.
Il marxismo, al contrario, individuando nella contraddizione valore d’uso-valore di scambio la causa prima degli “squilibri”, indica, come unica possibilità per la loro soluzione, l’abolizione della stessa produzione di valori di scambio. Come diceva Marx: “Non attacca solo singoli risultati del modo di produzione capitalistico, ma tutti i suoi presupposti”.
Nel gennaio 1859, Marx invia all’editore il manoscritto del Primo Quaderno di Per la critica dell’economia politica, che verrà pubblicato nell’estate. Questo Quaderno contiene il primo capitolo dei Grundrisse (quello sul Valore, diventato ora La merce) e il secondo (il Capitolo del denaro). Il Capitolo del capitale, nel quale è esposta la teoria del valore e del plusvalore, e che doveva costituire il Secondo Quaderno, non apparve. Al suo posto fu pubblicato, nel 1867, il Primo Libro de Il Capitale. Vediamo perché.
Nell’agosto 1861, Marx si accinge a lavorare al Secondo Quaderno di Per la critica dell’economia politica. Dall’agosto 1861 fino al luglio 1863, scrive un grosso manoscritto, abbastanza disomogeneo, di ben 23 quaderni. I primi cinque quaderni, scritti tra agosto e dicembre 1861, riflettono il suo lavoro al Secondo Quaderno. In essi vengono trattati la trasformazione del denaro in capitale e la produzione del plusvalore assoluto e relativo. Giunto però al Capitolo sulle macchine s’interrompe l’esposizione in positivo e, nel gennaio 1862, inizia una minuziosa analisi critica della storia dell’economia politica borghese.
Questa parte storico-critica del manoscritto (18 quaderni) fu chiamata da Marx stesso Teorie sul plusvalore. In essa Marx non si limita a sottoporre l’economia politica borghese ad una considerazione storico-critica, ma elabora ulteriormente la sua teoria economica. Qui, infatti, è sviluppata per la prima volta la teoria del profitto medio, prezzo di produzione, valore di mercato, prezzo di mercato, rendita fondiaria, lavoro produttivo e improduttivo.
Alla fine del 1862, Marx decide di cambiare il titolo della sua opera economica, che doveva essere pubblicata in un volume e non più in forma di singoli Quaderni (cfr. lettera a Kugelmann del 28 dicembre 1862). La chiama: Il Capitale. Per la critica dell’economia politica. Il manoscritto del 1861-’63, nel suo complesso, costituisce il primo abbozzo di tutti e quattro i libri de Il Capitale.
Negli anni 1864-’65, Marx riscrisse i primi tre libri de Il Capitale, mentre la parte di Storia della teoria (il quarto libro) mantenne la sua forma originaria degli anni 1862-’63. Scrive Marx a tale proposito nella sua lettera a S. Schott del 3 nov. 1867: “Di fatto ho iniziato in privato Il Capitale esattamente nell’ordine inverso (cominciando con la terza parte storica) rispetto a quello in cui esso viene presentato al lettore, con la sola limitazione che il primo libro, che fu iniziato per ultimo, fu preparato subito per la stampa, mentre gli altri due rimasero nella forma grezza [ma tutt’altro che frammentaria come pretendono i falsificatori odierni] che ogni indagine possiede all’origine”.
Un anno prima della pubblicazione del Primo Libro deIl Capitale, nella lettera aKugelmann del 13 ott. 1866, Marx delinea per la prima volta e chiaramente la struttura definitiva de Il Capitale: “Tutta l’opera si divide nelle seguenti parti: Libro I, processo di produzione del capitale; Libro II, processo di circolazione del capitale; Libro III, configurazione del processo complessivo; Libro IV, per la storia della teoria”.
Come tutte le cose di questo mondo, anche l’economia politica marxista ha avuto un processo storico di formazione. Questo processo, che ha negli anni 1850-1863 il periodo culminante, trova nei Grundrisse il suo primo momento di sintesi: in essi, infatti, la nuova teoria è già delineata nei suoi tratti fondamentali. Gli anni successivi (fino al 1867, pubblicazione de Il Capitale) sono anni di messa a fuoco, approfondimento e inquadratura storica di aspetti particolari di essa. Vi è, quindi, una stretta continuità logica e sostanziale tra i Grundrisse e Il Capitale; proprio per questo i Grundrisse vengono anche chiamati Primo Abbozzo de Il Capitale.
(*) Dal lato della teoria, per coloro che si richiamano al neokeynesismo – comunque denominato – il sistema capitalistico, lasciato alla sua spontaneità, non tende all’equilibrio ma allo squilibrio dei vari fattori a causa della crescente divaricazione tra domanda e offerta. All’origine di tale divaricazione – secondo costoro – sta la legge psicologica della “diminuzione della propensione al consumo” (di questa “legge” ne esistono ormai diverse varianti). Per ricondurre il sistema all’equilibrio di piena occupazione, è necessario produrre una domanda aggiuntiva (“aggregata”) tramite l’intervento della spesa pubblica che si esplica essenzialmente mediante la definizione del saggio d’interesse (ormai ridotto allo zero), dunque l’emissione di credito, la politica fiscale, forme di controllo sulla massa complessiva degli investimenti per determinarne il volume complessivo, ecc.. Questo genere d’interventi subisce ovviamente le determinazioni della situazione di ogni singola epoca. Oggi, per esempio, questo tipo d’interventi deve tener conto dell’enorme debito pubblico e del fallimento delle banche, in altri termini dell’ulteriore aggravarsi della crisi storica del capitalismo.
Questo genere di teorie prendono atto di una contraddizione reale, ma sono impossibilitate, data la posizione di classe di coloro che le esprimono, di individuarne le cause reali, ed ecco dunque privilegiare l’aspetto “umano”, o “politico”, della crisi, e dunque escogitare “soluzioni” dal lato della spesa pubblica, della distribuzione e del controllo politico di essa.
Enrico Grazzini è giornalista economico, autore di saggi di economia, già consulente strategico di impresa. Collabora e ha collaborato per molti anni a diverse testate, tra cui il Corriere della Sera, MicroMega, il Fatto Quotidiano, Social Europe, le newsletter del Financial Times sulle comunicazioni, il Mondo, Prima Comunicazione. Come consulente aziendale ha operato con primarie società internazionali e nazionali.
Ha pubblicato con Fazi Editore "Il fallimento della Moneta. Banche, Debito e Crisi. Perché bisogna emettere una Moneta Pubblica libera dal debito" (2023). Ha curato ed è co-autore dell'eBook edito da MicroMega: “Per una moneta fiscale gratuita. Come uscire dall'austerità senza spaccare l'euro" ” , 2015. Ha scritto "Manifesto per la Democrazia Economica", Castelvecchi Editore, 2014; “Il bene di tutti. L'economia della condivisione per uscire dalla crisi”, Editori Riuniti, 2011; e “L'economia della conoscenza oltre il capitalismo". Codice Edizione, 2008
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