Sembra che il modulo di iscrizione alla newsletter non funzioni su Chrome e derivate (Brave, Vivaldi, ecc.). Chi voglia iscriversi avendo a disposizione soltanto uno di questi programmi può farlo utilizzando il cellulare, oppure spedire una email all'indirizzo tonino1@sinistrainrete.info specificando:
1) nome utente,
2) indirizzo email,
3) se si vuole ricevere la Newsletter in formato html o testo semplice,
4) se interessano tutti gli articoli o solo quelli in evidenza.
Ci scusiamo per l'inconveniente.
Notizie sull'operazione speciale condotta dall'esercito russo in Ucraina
Nell’analizzare gli ultimi sviluppi del conflitto mediorientale sono molti i rischi, o le tentazioni, che possono portare fuori bersaglio. Anche l’analisi di classe mostra qualche limite, se si fa attenzione al concreto della struttura sociale israeliana – quanto meno – dove ai “cittadini a pieno titolo dello Stato ebraico” (la definizione è stata assunta nella “legge fondamentale”, para-costituzionale) sono riservati tutta una serie di diritti e privilegi, anche in termini di posizioni lavorative, mentre il “lavoro bruto” o lo sfruttamento...
Il mondo intero è di nuovo con il fiato sospeso, per il terrore di una grande guerra che infiammi il Medio Oriente. L’attacco di ritorsione lanciato dall’Iran, nella lunga notte tra sabato e domenica, ha lasciato senza sonno Israele. Per cinque ore oltre 300 munizioni sono state scagliate contro il territorio israeliano. La rappresaglia per l’attacco dell’1 aprile a Damasco è arrivata dopo quasi due settimane, ampiamente annunciata, lenta ma imponente. Secondo le stime ufficiali riportate dal New York Times, l’Iran ha utilizzato 185 droni...
Molti neuroscienziati notano come il nostro cervello-mente si sia lungamente evoluto, quindi formato, alle prese con problemi vicini (fame, sete, sicurezza), immediati (giorno per giorno, ogni giorno) relativamente semplici (amico/nemico, sesso, utile/inutile), in gruppi piccoli tendenzialmente egalitari, relativamente isolati tra loro, in cui ognuno conosceva ogni altro. Oggi ci troviamo associati in gruppi enormi, di una certa densità territoriale che si estende ormai alla dimensione planetaria, in cui i più ci sono sconosciuti, dentro...
Nonostante sia palese che la guerra ucraina è persa, l’Occidente resta aggrappato ai dogmi neocon, incapace non solo di trovare, ma anche solo di pensare una exit strategy da una guerra disastrosa per Kiev e per l’Europa, che il conflitto sta degradando sia a livello economico che politico. Quest’ultimo aspetto inquieta e interpella sia perché denota un asservimento della Politica europea ai circoli neocon, dipendenza mai registrata in tale misura in precedenza, sia perché evidenzia il degrado delle dinamiche democratiche, dal momento che...
Le parole dovrebbero essere annoverate nell’elenco delle droghe pesanti, e purtroppo a chiunque può capitare di farsi ogni tanto una “pera” eccessiva. Il quotidiano neocon “il Foglio” si è approfittato del “trip” di uno dei padri costituenti, Umberto Terracini, per fargli fare una figuraccia postuma mettendo in evidenza alcune sue frasi poco felici in sostegno di Israele. Dopo averci ammonito sul fatto che anche Terracini considerava l’antisionismo una forma di antisemitismo, ci viene proposta una citazione nella quale il vecchio comunista...
Da questa parte del "mondo democratico occidentale", molti di noi si dibattono tra rabbia e la sensazione drammatica di impotenza nell'assistere allo sterminio in diretta di un intero popolo. A volte questo senso di frustrazione si trasforma in disagio somatizzato, in depressione (parlo per me e per gli amici e compagni con cui mi confronto ogni giorno). In altri casi, invece, rischia di generare reazioni di autoconservazione fatalista, ricerca del deus ex machina, rimozione. Eppure qualcosa si muove. Qualcosa possiamo fare. Una piccola...
1. Seguendo un copione creato a tavolino per ingannare la mente di chi si abbevera ai telegiornali della sera, gli Stati Uniti continuano a tirare il guinzaglio legato al collo del cagnolino d’oltremanica. Quel cagnolino era un tempo l’Impero britannico’, oggi solo un maggiordomo che esegue gli ordini dell’Impero Atlantico: tenere Julian Assange in prigione fino alla morte. Per la più grande democrazia al mondo – da esportare, se del caso, a suon di bombe e che ormai solo i politici europei (e italiani) credono sia tale – il rischio più...
Qualcuno parla di rischio di terza guerra mondiale davanti alla rappresaglia dell’Iran verso Israele, ma cari miei, una terza guerra mondiale sarebbe solo nucleare. Perciò, definitivamente distruttiva dell’umanità. Avete presente l’anime e il manga “Ken il Guerriero”? Lì, almeno, le armi nucleari sono state relativamente innocue: hanno distrutto il mondo, ma non hanno lasciato radiazioni. Ma nella realtà, una guerra di tale portata, ridurrebbe il mondo a una landa desolata radioattiva, invivibile. E per quanto noi siamo governati dai...
Il Governo è in difficoltà, è debole. Questo è il precipitato politico di un ragionamento che prende le mosse dalla scelta del Governo di approvare un Documento di economia e finanza (DEF) privo delle principali informazioni sulle tendenze della finanza pubblica e dei conseguenti effetti macroeconomici. Il DEF è il principale strumento di programmazione economica del Governo, serve a definire il quadro della finanza pubblica per l’anno in corso e per il successivo triennio. In pratica, con il DEF il Governo è chiamato a mettere nero su bianco...
Dopo l’oblio dell’attacco al Crocus da parte dei media d’Occidente, preoccupati solo di discolpare l’Ucraina dalle evidenti responsabilità, come peraltro accaduto varie volte in passato – a parte eccezioni che confermano la regola – per altre azioni oscure di Kiev, anche l’attacco di droni alla centrale atomica di Zaporizhzhia è passato sottotraccia, come qualcosa di marginale. L’attacco alla centrale di Zaporizhzhia e i topos delle guerre infinite E ciò nonostante la gravità dell’accaduto: se l’attacco fosse riuscito al 100% poteva creare...
Il senso di colpa domina incontrastato nella multiforme platea dei sentimenti umani. Senso di colpa per non essere abbastanza, per non aver superato l’esame, per non aver performato quanto desideravamo, per aver disatteso le aspettative, per non aver concluso un lavoro, per aver trascurato passioni e interessi, per aver manifestato rabbia, tristezza e paura, per gli errori commessi, per le azioni compiute, per una parola fuori posto, per non esserci stata, per aver mangiato, per aver risposto nervosamente, per quella carezza non data, quei...
Immancabili, come ogni anno, i dati Istat sull’andamento demografico del paese registrano un deciso segno meno”. Che non è grave soltanto in sé, ma soprattutto perché conferma una tendenza di lunghissimo periodo. Dal 1964 a oggi sono stati pochissimi gli anni in cui le nuove nascite sono state più numerose dell’anno precedente, ma anche a uno sguardo disattento balza agli occhi che la dimensione delle diminuzioni è sempre alta, mente i “rimbalzi” sono sempre appena percettibili. Il risultato finale, al 2023, non lascia dubbi: i nuovi nati...
‘Essere democratici è una fatica immane. Allora perché continuiamo a esserlo quando possiamo prendere una scorciatoia più rapida e sicura?’. Così Michela Murgia, la scrittrice sarda recentemente scomparsa, nel suo pamphlet del 2018 dal titolo provocatorio: ‘Istruzioni per diventare fascisti’. Con una originale sapienza dialettica, com’era suo stile di comunicazione in ogni dibattito pubblico e nel relazionare sulle grandi ingiustizie e ineguaglianze che affliggono le società odierne, Michela Murgia, nel suo saggio, ci invita a sottoporci a...
I due anni della pestilenza da Covid-19 si sono rivelati una grande imprevedibile opportunità per testare il livello di ubbidienza che, si può ottenere applicando un regime disciplinare come lo è stato l’obbligo di vaccinarsi, appunto. La narrativa secondo la quale il barbaro no-vax e chi lo sostiene rappresentano il Male, e quindi vanno denigrati, censurati, emarginati, criminalizzati ha funzionato. Pertanto, lo stesso identico canone è stato applicato su una nuova dicotomia buono-cattivo nella politica internazionale. Stesso manicheismo,...
L’avesse compiuto, per dire, il Ministro degli esteri russo Sergej Lavrov, un gesto come quello del suo omologo britannico David Cameron, recatosi in “visita di lavoro” da Donald Trump in USA, intrattenendosi – magari – in Germania, con Sahra Wagenknecht, per di più alla vigilia delle elezioni, il coro liberal avrebbe subitamente gridato alle «interferenze russe nei processi democratici dei paesi liberi». Ma fatto tra “alleati”, per di più di estrazione anglosassone, la cosa rientra nella normalità e, trattandosi della “democratica Ucraina...
Un’analisi di cosa succede e di cosa si prospetta in Medioriente, a partire dal genocidio in atto a Gaza, dalla rivolta generale palestinese, dallo scontro tra Stato Sionista e Asse della Resistenza in Libano, Siria, Iraq, Yemen, all’indomani dell’attacco israeliano all’ambasciata iraniana a Damasco. Una panoramica che parte dalla ritirata della FOI (Forza di Offesa Israeliana) dalla metà sud di Gaza, dopo sei mesi di offensiva del presunto “esercito più potente del Medioriente” che non è riuscito a controllare la Striscia, annientare Hamas e...
In vista della settimana di mobilitazione dei lavoratori all’interno dell’accademia italiana, proponiamo qui un resoconto delle linee d’intervento del movimento negli ultimi mesi, mettendo al centro i punti politici principali che stanno caratterizzando le proteste dei lavoratori e delle lavoratrici dell’università di concerto con i movimenti studenteschi. Si tratta di una riflessione che vuole essere un punto di partenza che ci porti allo sciopero del 9 aprile di tutto il mondo universitario, una data che deve essere un punto di partenza per...
Trent’anni dopo il genocidio in Ruanda, innescato dall’abbattimento dell’aereo privato su cui viaggiavano il presidente del Paese e il suo omologo del Burundi, e spacciato per l’esplosione di un conflitto etnico tra Hutu e Tutsi, si continua a discutere sulle cause del massacro di quasi un milione di persone. Dopo tre decenni, si evidenziano implicazioni che gettano una luce meno semplificata su quegli eventi drammatici: a cominciare dal ruolo delle grandi potenze che cercavano di accaparrarsi le enormi risorse strategiche nella regione dei...
È certamente corretto sostenere che le motivazioni che stanno spingendo Washington a mettere sotto assedio Pechino sono di natura economica. Paradossalmente questa tesi è stata infatti espressa indirettamente dalla stessa Segretario al Tesoro Yellen, in una intervista della settimana scorsa che non ha avuto la risonanza che avrebbe meritato nonostante anticipasse i temi che la stessa Yellen sta trattando con l'élite politica cinese nel suo viaggio diplomatico in corso in questi giorni. Di importanza capitale per comprendere la situazione a...
Pubblichiamo un estratto della prefazione del libro “Ucraina, Europa, mondo. Guerra e lotta per l’egemonia mondiale” di Giorgio Monestarolo (Asterios, Trieste, pp.106, euro 13). L’autore è ricercatore presso il Laboratorio di Storia delle Alpi dell’Università della Svizzera italiana e docente di Storia e Filosofia al liceo Vittorio Alfieri di Torino. La prefazione è del generale Fabio Mini, che tra le altre cose è stato generale di Corpo d’Armata, Capo di Stato Maggiore del Comando NATO del Sud Europa e comandante della missione...
Volete uscire dal dominio neoliberista, volete allentare la morsa della gabbia d’acciaio capitalista, volete invertire l’allungamento in corso da decenni della scala sociale di cui tra l’altro vi è vietato l’uso per provare a scalarla. Avete idee di mondo migliore, più giusto, qualsiasi sia la vostra idea di “giusto”. Tutto ciò è politico. Ma la vostra società non è ordinata dal politico, è ordinata dall’economico. È l’economico il regolamento del gioco sociale, è lui a dettare scala di valori, premi, punizioni, mentalità e cultura comune. E...
Nelle Conferenze di La Paz, nel 1995, il teologo e filosofo argentino, tra i pionieri della Teologia della Liberazione e in esilio dalla sua patria durante il regime fascista sviluppa la sua attentissima lettura di Marx dal punto di vista rivendicato dell’esternità e del lavoro ‘vivo’; ovvero della persona effettiva, reale, completa. Questo, declinato nelle sue diverse forme, marginali e ‘poveri’, stati subalterni e periferici, è il tema centrale della filosofia e della prassi politico-culturale ed etica di Dussel. Proviamo, dunque, a...
Come ha potuto succedere? Che mostruosità! Tutte quelle armi che circolano! Ma in che tempi viviamo! Colpa dei genitori….Colpa della scuola…. Sono le esclamazioni dei manigoldi ipocriti che tendono a ottunderci il cervello mentre cerchiamo di farci capaci dell’enormità di un bambino di dodici anni che entra in classe con una pistola e spara e uccide suoi compagni. Si assembrano sugli schermi e nelle paginate psicologi, sociologi, esperti di ogni risma da un euro all’etto a disquisire sul fattaccio. E tutti, indistintamente, a mancare...
L’apparente moderazione dell’Iran di fronte all’aggressione israeliana non dovrebbe essere confusa con la debolezza. Teheran esercita costantemente pressioni su Tel Aviv attraverso i propri metodi, preparando attentamente il terreno per il disfacimento di Israele. «La leggenda narra che una rana posta in una pentola poco profonda piena d’acqua riscaldata su un fornello rimarrà felicemente nella pentola d’acqua mentre la temperatura continua a salire, e non salterà fuori anche se l’acqua raggiunge lentamente il punto di ebollizione e uccide la...
Più passano i giorni, più Israele procede nella sua campagna di sterminio, più si isola dal resto del mondo, più comprendo che il pogrom del 7 ottobre, pur essendo, come non può che essere un pogrom, un’azione atroce moralmente inaccettabile, è stato un atto politico capace di cambiare la direzione del processo storico. La conseguenza immediata di quell’azione è stata lo scatenamento di un vero e proprio genocidio contro la popolazione di Gaza, ma il genocidio era in corso in modo strisciante da settantacinque anni, nei territori occupati, in...
Marx era consapevole della difficoltà che l’idea di classe poneva come categoria che rappresenta un insieme eterogeneo di lavoratori, perché sapeva che il proletariato era composto non solo dagli operai di fabbrica ma da tanti altri lavoratori che, al pari di oggi, avevano in comune il fatto di trovarsi nella stessa posizione nei rapporti di potere. Tuttavia, nel pieno del capitalismo industriale, la classe in termini marxiani ha rappresentato una categoria utile a descrivere l’asimmetria dei rapporti di produzione e come questi fossero...
Premettendo che l'uscita di CS dai social ebbe molte ragioni circostanziate e che continuo a pensare che i social network siano già da tempo "territorio nemico", cominciamo mettendo in rilievo l'annuncio nell'articolo: Sabato 11 Maggio alle ore 10 presso il Centro Congressi Cavour sito a Roma in Via Cavour 50/a, ci riuniremo per il decennale de L’Interferenza e sarà l’occasione, oltre che per un dibattito politico sui vari temi di politica e di politica internazionale, anche per lanciare una battaglia per la libertà di informazione, per...
I ricchi sono sempre più ricchi, i poveri sono sempre più poveri. Alla base del divario, tra gli altri fattori, anche le eredità che in molti Paesi passano di mano senza essere tassate, o quasi. Così per la prima volta in 15 anni, secondo i dati di Forbes, tutti i miliardari sotto i 30 anni hanno ereditato la loro ricchezza. Detto in altri termini: nessuno di loro ha un’estrazione socio-economica familiare differente e si è “fatto da solo”. Addio ascensore sociale: il “grande trasferimento di ricchezza” – 84.000 miliardi di dollari nei...
Il giornale statunitense Politico ha intervistato alcuni ufficiali militari ucraini di alto rango che hanno prestato servizio sotto il generale Valery Zaluzhny silurato a febbraio da Zelenski. Le conclusioni sono che per l’Ucraina “il quadro militare è cupo”. Gli ufficiali ucraini affermano che c’è un grande rischio che le linee del fronte crollino ovunque i generali russi decidano di concentrare la loro offensiva. Inoltre, grazie a un peso numerico molto maggiore e alle bombe aeree guidate che stanno distruggendo le posizioni ucraine ormai...
L’assassinio del generale Reza Zahedi in un edificio dell’ambasciata iraniana di Damasco, assassinato insieme ad altri membri delle guardie rivoluzionarie, supera un’altra delle linee rosse che normalmente hanno limitato la portata dei conflitti del Secondo dopoguerra, evitando al mondo escalation ingestibili (il mondo guidato da regole esisteva prima dell’89; dopo il crollo del Muro, le regole sono state riscritte a uso e consumo degli Usa…). Anzitutto perché Israele ha colpito un alto ufficiale di una nazione non ufficialmente in guerra....
Sul quotidiano La Stampa di ieri è stata pubblicata una significativa intervista al fisico Carlo Rovelli che ha preso posizione a sostegno delle mobilitazioni degli studenti che chiedono la sospensione della collaborazione tra le università italiane e le istituzioni israeliane. Qui di seguito il testo dell’intervista Carlo Rovelli, fisico teorico, autore dei bestseller di divulgazione scientifica “Sette brevi lezioni di fisica” e “L’ordine del tempo”, non è uno da giri di parole. Nemmeno quando le idee rischiano di essere impopolari. Di...
Riporto questo articolo di Xi Jinping uscito ieri sul L’Antiplomatico, che conferma quanto ho avuto modo di analizzare in un mio contributo apparso si Carmilla e ripreso da Sinistrainrete poche settimane or sono. Non starò a ripetermi in queste sede e in estrema sintesi, mi limito a ribadire che quello cinese non è socialismo, ma nell’ambito di un processo internazionale multipolare occorre sostenere tutte le forze e i paesi che vanno in quella direzione e che di fatto contribuiscono al declino storico e generale dell’imperialismo atlantista,...
Mi scuso con chi legge questo articolo perché era mia intenzione aprire alla grande con una congrua citazione marxiana dai Grundrisse, quella che si avvia con: «Der Krieg ist daher eine…». Poi ho assistito in TV a una pensosa trasmissione condotta dal noto filosofo con nome primaverile, Fiorello, e ho cambiato idea. Il pensatore ha introdotto la categoria post-postmoderna di Ignoranza Artificiale. A questo punto ho meditato. Grande LLM di GPR-3! Grandissimo PaLM-2 che è addestrato da 340 miliardi di parametri! Grandioso GPT-4 addestrato da un...
Terminata la lettura delle scarse 150 pp. del volume di Stefano Isola, A fin di bene: il nuovo potere della ragione artificiale (Asterios, 2023), la sensazione è di inquietudine. Il dibattito sulle potenzialità della cosiddetta “intelligenza artificiale” (AI) è salito al punto da echeggiare i temi della fantascienza sulla “rivolta delle macchine”. Impressiona il fatto che la denuncia dei rischi venga non da qualche sorta di “primitivista”, ma da imprenditori del settore e da ricercatori. “Il 49% dei ricercatori di intelligenza artificiale ha...
Aleksandr Herzen diceva che il nichilismo non è il voler ridurre le cose a nulla, bensì riconoscere il nulla quando lo si incontra. La nulliloquenza non sarebbe difficile da individuare, dato che consiste nel muoversi costantemente su categorie astratte senza mai scendere nel dettaglio concreto. Purtroppo a volte è sufficiente drammatizzare la mistificazione nel modo giusto per far cascare l’uditorio nell’illusione. Nel gennaio scorso ci hanno raccontato la fiaba sul liberista, “libertario” e “anarco-capitalista” Xavier Milei, neo-presidente...
Ieri sera nel salotto di Floris il padre di Ilaria Salis ha pronunciato le seguenti parole: “Mia figlia è in carcere perché è una donna, perché è antifascista e perché non è ungherese”. Ora, un padre direbbe e farebbe di tutto pur di tirar fuori la propria figlia dalla galera, e questo ci sta tutto ed è ciò che lo nobilita. Dopo di che se crede o meno in ciò che dice o sia solo una escamotage per aiutare la figlia non lo sappiamo perché non siamo nella sua testa e, tutto sommato, è anche irrilevante saperlo. Chiarito questo, lo spropositato...
In prima serata per modo di dire, ovviamente. Come diceva qualcuno, se campi abbastanza ne vedi di tutte le specie. Aggiungerei che finisci per vedere tutto e il contrario di tutto. Esce su Netflix Il problema dei tre corpi e improvvisamente tutti parlano di caos deterministico, il che è molto curioso ai miei occhi. È molto curioso perché mi ricordo molto bene di quando iniziai a parlare di teorie del caos. Fu nel 2016 e il partito de lascienza ci mise poco a classificare la cosa: "le teorie del caos sono un marker dell'antivaccinismo". Mi...
Quattro autorevoli personalità tedesche – Peter Brandt, storico e figlio del cancelliere Willy Brandt, il politologo Hajo Funke, il generale in pensione Harald Kujat e Horst Teltschik, già consigliere del cancelliere Helmut Kohl – hanno presentato un piano di pace (qui il testo tradotto) altamente competente e realistico su come si potrebbe porre fine alla guerra in Ucraina attraverso un cessate il fuoco e successivi negoziati di pace. Si tratta probabilmente della proposta di pace più completa e innovativa che sia stata avanzata da un...
Quando il conflitto in Ucraina passerà alla storia, le passioni si placheranno e gli storici professionisti inizieranno ad analizzare gli eventi del recente passato, rimarremo tutti scioccati: come è potuto accadere che abbiamo accettato per oro colato un'ovvia menzogna? È consuetudine ironizzare sul passato di Vladimir Zelenskyj nel mondo dello spettacolo, ricordando come simulava suonare il pianoforte con i genitali per il divertimento del pubblico. C'erano altre battute di basso livello nel suo repertorio. Ma questo fu l’inizio, e...
Thomas Piketty non è solo il brillante economista che riscrive la storia della disuguaglianza degli ultimi secoli; ma un fantastico narratore, ora di estrema attualità
Mercoledì sera, nell'ascensore che portava giù all'auditorium da 400 posti presso la City University del New York Graduate Center, un uomo di mezza età che sembrava un economista si vantava così con una coppia di persone di mezza età che sembravano economisti: «io in realtà ho visto per la prima volta Pikettygià nel 2001. Un posticino al Village. Suonava "Capitalismo Patrimoniale", versione acustica, e Emmanuel Saez è uscito per il bis».
Sto scherzando, naturalmente. Ma non si può evitare di essere presi alla sprovvista nel vedere quale accoglienza da rockstar abbia ricevuto Thomas Piketty, un economista francese, da quando il suo libro "Il Capitale nel XXI secolo"è stato pubblicato nella sua traduzione in inglese il mese scorso.
Se il mondo dei giornali e riviste di centro-sinistra fosse una stanza, non si potrebbero far oscillare le braccia lì dentro senza urtare una recensione del libro di Piketty (quasi certamente positiva).
Matthew Yglesias su Vox ("Puoi darmi il ragionamento di Piketty in quattro punti chiave?").
The Nation gli ha dedicato la copertina e quasi 10.000 parole.
Martin Wolf - il Paul Krugman britannico (a meno che Krugman non sia il Martin Wolf americano) - ha appena detto anche lui la sua sulle colonne del Financial Times.
Anche la destra non ha potuto scansarlo del tutto.
Il libro di Piketty si guadagna il suo grandioso titolo con il confluire, tutta in una volta, di un'intera generazione: utilizza risme di dati nuovi di zecca per raccontare la storia più convincente a disposizione sul problema sociale e politico già ora al primo punto dell'ordine del giorno, cioè la disuguaglianza economica.
E così l'evento di ieri sera al CUNY dava la sensazione della tappa clou di una sorta di vorticosa grande tournée del Nord America (Piketty ha 11 tappe in tre città questa settimana.
«Questo sembra essere il posto giusto dove stare!», è quel che l'economista in ascensore effettivamente ha detto ai due economisti in ascensore.
Chase Robinson, presidente ad interim del Graduate Center, analogamente ha detto nel suo discorso di apertura: «mi hanno detto che è il biglietto più figo in città» La sala non era proprio al pieno, anche se è stato dichiarato il tutto esaurito. A giudicare da Twitter, c'è stato un uso estensivo del live-stream, tra cui una gara di bevute interrotta presso gli uffici di The Nation.
Il sottotesto dell'evento avrebbe potuto essere quello di una generazione - i tre interlocutori principali e, direi, la maggior parte del pubblico era composta da Baby Boomers - messa di fronte ai propri errori da parte di un uomo più giovane. Piketty ha solo 42 anni. «Alcuni di noi si sono laureati in un periodo particolare di questa curva, quando le cose sembravano andare benissimo», ha osservato l'economista della Columbia Joseph Stiglitz, «e ciò ci ha dato una visione particolarmente distorta del mondo».
A loro la serata ha fornito una opportunità di riscatto, non solo nella forma del riconoscimento della precedente «visione distorta del mondo», ma anche per proporre i criteri per far sì che il mondo torni indietro al modo in cui pensavano che fosse.
Per i più giovani spettatori, nel frattempo, la serata risultava ancora più importante: se non otteniamo che il mondo torni a quel modo, in tal caso, suggerisce il libro di Piketty, la disuguaglianza dilagante - che è già diventata un fattore fondamentale nella vita americana - potrà solo peggiorare.
Piketty, che appare persino più giovane dei suoi anni, e indossa un abito grigio e una camicia bianca con colletto parzialmente aperto - un look che forse richiama il suo connazionale Bernard-Henri Lévy - ha iniziato con un breve riepilogo. (Piketty parlava inglese con moderato accento. Il libro è stato tradotto da Arthur Goldhammer, che, vi rivelo, è mio cugino.) Ha fatto clic su un paio di diapositive, in stile PowerPoint, tra cui una che conduceva chiunque al suo sito web. Ma era così preso dalla sua storia che alla fine si è reso conto che non era riuscito a scegliere più di una dozzina di slides.
Vedere Piketty raccontare la sua storia fin qui familiare, di persona, ha fatto capire quanto sia importante la narratività della sua narrazione, ossia la sua qualità narrativa. Piketty non sarebbe diventato questo grosso argomento se, usando gli stessi dati e le medesime intuizioni, non avesse modellato un grande filo conduttore, con il suo inizio, la sua metà e il suo finale premonitore.
La storia è questa. In precedenza, grazie al lavoro dell'economista di metà del secolo scorso Simon Kuznets, il consenso diffuso riteneva che la disuguaglianza stesse tendendo a restringersi. Ma utilizzando i dati fiscali di quasi 50 Paesi, e facendolo risalire nel tempo di svariati decenni e, nel caso della Francia, indietro fino al XVIII secolo, Piketty dimostra che Kuznets, che ha sviluppato la sua omonima Curva negli anni cinquanta e sessanta, ha vissuto la sfortunata coincidenza di stare presso l'unico punto nel tempo in cui la disuguaglianza poteva apparire in via di riduzione: subito dopo che due guerre mondiali e una depressione avevano demolito i patrimoni accumulati dai più ricchi del mondo.
In realtà, Piketty dimostra che quel periodo - i circa trent'anni economicamente gloriosi che hanno seguito la Seconda Guerra Mondiale, noti in Francia letteralmente come Les Trente Glorieuses - era anomalo, mentre di fatto, in generale, la disuguaglianza si allarga, perché, dopo le imposte, il tasso di remunerazione del capitale (r)1 supera il tasso di crescita delle economie» (g) di più volte.
Traduzione: i redditi da capitale tendono ad essere più grandi e a crescere a tassi più veloci di quanto facciano i salari, il che significa che chi è già ricco, poiché fa comunque la maggior parte dei propri soldi attraverso investimenti ed eredità, diventa ancora più ricco. Se i graffitari dovessero mai scoprire Piketty, allora l'equazione
r>g
apparirà su tutti i muri delle città.
Tutti i conti tornano, e sono comprensibili. Chiunque abbia familiarità con l'ascesa dell'industria della finanza - o anche solo con la magia degli interessi composti - capirà perché rsupererebbe g. Chiunque può capire in che modo gli Stati Uniti, come Piketty ha riconosciuto, potrebbero temporaneamente rompere lo stampino, trasformando in miliardari delle emerite nullità non attraverso l'accumulazione di capitale, ma tramite salari sbalorditivi per dei "supermanager", sebbene questi supermanager naturalmente continueranno, attraverso i loro eredi, quel che Piketty definisce "capitalismo patrimoniale", e anche se, come ha notato Krugman, uno sguardo al Forbes 400, con i suoi quattro Walton nella top ten, rivela che l'America non è immune dalla ricchezza ereditaria. Chiunque può capire perché il capitale può aver perso terreno in favore dei salari all'incirca nel periodo 1913-1950, e se non ci riuscisse a capirlo, si potrebbe osservare il grafico di Piketty (come quello poco più sotto, che deriva dal suo lavoro) e vedere così il gigantesco cratere che rappresenta la distruzione di capitale che si è verificata durante tale periodo:
Nell'imparare la storia, si può anche capire perché l'opera di Piketty abbia preso piede presso un pubblico più ampio ancora. E si può similmente capire perché gli economisti sarebbero così entusiasti in merito, al di là dei suoi notevoli progressi nell'ambito della professione stessa (che, ci hanno ricordato gli altri economisti, sono prodigiosi): ecco un modo, tanto sofisticato quanto facile da capire, che sa raccontare il passato economico, è in grado di spiegare la nostra crisi attuale e perfino di suggerire ciò che potrebbe riservare il futuro. E che cosa ci riserva il futuro? Beh, in parte perché siamo sperabilmente fuori da delle guerre mondiali, il divario tra r e g continuerà a crescere, a un ritmo sempre più veloce. L'unica cosa che non sappiamo è come possiamo evitare che ciò accada.
A cercare di rispondere a questa domanda finale e cruciale c'erano Stiglitz e Krugman, ciascuno dei quali ha pronunciato un breve intervento dopo che aveva parlato Piketty.
Stiglitz - vincitore del Nobel per l'Economia - ha insistito sul fatto che la politica può correggere i saccheggi che il rapporto r>g presagisce:
«La disuguaglianza non è solo il risultato di forze economiche», ha affermato, «ma gli stessi processi politici sono influenzati dal livello e dalla natura della disuguaglianza». Ha inoltre aggiunto: «non è inevitabile che r sia maggiore di g. È l'effetto delle nostre politiche». Nel citare distintamente la sentenza Citizens United, ha osservato che una maggiore disuguaglianza consolida un maggiore potere in mano ai ricchi, che utilizzeranno tale maggiore potere per raddoppiare in peggio quelle politiche (tassi in ribasso sulle plusvalenze, tasse di successione più basse, ostacoli bassi per il finanziamento stesso delle campagne elettorali), che garantiscono una disuguaglianza ancora più grande, e così via, in un circolo vizioso.
Krugman, in un discorso che in gran parte ricalcava un post sul suo blog pubblicato il precedente mercoledì, ha riconosciuto la forza del libro nel fornire prove empiriche a sostegno delle denunce a lungo formulate dai liberals in merito alle disuguaglianze, oltreché nel raccontare quella storia - «questa analisi non è solo importante, è bella», ha scritto. Nel corso di tutti i loro interventi, Piketty sedeva vicino al podio, raggiante di soddisfazione. Sembrava reduce da un orgasmo. Chi potrebbe biasimarlo?
All'inizio della sua presentazione, Steven Durlauf dell'Università del Wisconsin si è impegnato a recitare il ruolo del "guastafeste" e a portare una "prospettiva da secchione". Non ci ha deluso. In prevalenza ha tirato fuori dei cavilli, senza dubbio importanti nell'ambito della professione, circa l'uso che Piketty fa dei dati. Sono esitante nell'analizzare la sua presentazione, perché era francamente al di sopra della mia portata, ma in ogni caso ritiene in generale che il libro sia valido, importante, brillante, e tutto il resto. Dopo l'evento, ho chiesto a Piketty se fosse preoccupato del fatto che i suoi metodi e le sue conclusioni fossero abbastanza complesse da poter essere usate male da mani inesperte. Ha scosso la testa e ha dichiarato: «Quando l'economia appare troppo complicata, di solito è un brutto segno».
Ci sono stati abbastanza economisti eminenti e ben ferrati di centro e di sinistra - davvero tutti costoro - ad aver dato al libro il loro Sigillo di Approvazione della Brava Massaia per far sì che la maggior parte dei non esperti rimanga soddisfatta. E purtroppo, un impegno in profondità che scrutini da destra il libro di Piketty deve ancora emergere [...].
Pertanto, come chiedeva quel rivoluzionario: che fare?
La soluzione di Piketty al problema r>g è una imposta progressiva globale sulla ricchezza degli individui. Questa è di gran lunga la parte del suo libro che ha ricevuto il maggior numero di critiche: non per la sua saggezza, ma per la sua praticabilità. (Tassare i ricchi in un paese è già abbastanza difficile.)
Piketty minimizza la questione; nel rilevare che le aliquote marginali delle imposte per le fasce più alte raggiunsero i loro picchi storici più elevati negli anni cinquanta, proprio quando la disuguaglianza era comunque al suo punto più basso, ha sostenuto con un sorriso: «La storia della tassazione è piena di sorprese».
È chiaro che occorra inserire alcuni cunei per bloccare i raggi del ciclo ricchezza-potenza che Krugman ha definito «spirale politico-economica di disuguaglianza, in cui una grande ricchezza porta a un grande potere, che viene utilizzato per rinforzare la concentrazione della ricchezza».
Senza citare Piketty, Mark Schmitt ha suggerito che la riforma del finanziamento elettorale sia l'ingresso giusto all'interno del talvolta nebuloso dibattito sulla disuguaglianza. Ciò sembra avere molto senso.
Krugman ha chiuso con una nota insolitamente ottimistica. Teddy Roosevelt, ha osservato, pronunciò il suo famoso discorso sul Progressivismo facendo appello a una tassazione progressiva sul reddito e sulle successioni delle "grandi fortune", già nel 1910, ben prima dei cataclismi che hanno rallentato temporaneamente il fattore r. Perfino le radici del New Deal, ha affermato Krugman, risalgono a decenni prima del 1933. In altre parole, degli americani riflessivi erano in grado di riconoscere il problema delle disuguaglianze e di proporre soluzioni per risolvere tutto da soli, senza l'ausilio di abitudini sociali né tendenze impersonali. Una legge economica come r>g ha il potenziale per essere in ogni bit l'ossimoro che il termine "legge economica" suggerisce. Krugman è sembrato voler sostenere che per tutte le strutture accattivanti e anche "belle" che Piketty descrive, la politica, non l'economia, resti l'arte finale del possibile.
Enrico Grazzini è giornalista economico, autore di saggi di economia, già consulente strategico di impresa. Collabora e ha collaborato per molti anni a diverse testate, tra cui il Corriere della Sera, MicroMega, il Fatto Quotidiano, Social Europe, le newsletter del Financial Times sulle comunicazioni, il Mondo, Prima Comunicazione. Come consulente aziendale ha operato con primarie società internazionali e nazionali.
Ha pubblicato con Fazi Editore "Il fallimento della Moneta. Banche, Debito e Crisi. Perché bisogna emettere una Moneta Pubblica libera dal debito" (2023). Ha curato ed è co-autore dell'eBook edito da MicroMega: “Per una moneta fiscale gratuita. Come uscire dall'austerità senza spaccare l'euro" ” , 2015. Ha scritto "Manifesto per la Democrazia Economica", Castelvecchi Editore, 2014; “Il bene di tutti. L'economia della condivisione per uscire dalla crisi”, Editori Riuniti, 2011; e “L'economia della conoscenza oltre il capitalismo". Codice Edizione, 2008
Salvatore Minolfi: Le origini della guerra russo-ucraina
Add comment