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web e politica

#Ross@: da contenitore spurio a progetto politico compiuto

Ovvero il cerino vs la luce piena

Oltrepassiamo le ragioni apparentemente incomprensibili della difficoltà di decollo di Ross@; una ipotesi realistica di decodifica e una proposta: procediamo!

rossaDopo un anno vissuto pericolosamente, ma troppo marginalmente per quanto ci riguarda, nel contesto politico e sociale italiano, Ross@ è tornata a riunirsi a Bologna.

Pericolosamente perché sono stati 12 mesi intensissimi sul piano degli assestamenti politici a livello di governo (si pensi al governo Letta, alle primarie del PD -sostitutive delle elezioni, che hanno portato all’ascesa extra-istituzionale di Renzi alla guida dell’esecutivo), dell’assunzione del ruolo e delle funzioni del regime politico che si sta costruendo, alle sempre maggiori drammatiche condizioni nelle quali versano le masse popolari, impiegate o disoccupate, alle quali si sottraggono reddito, servizi sanitari, istruzione, diritti: in una parola il “futuro”.Marginalmente perché la non strutturazione in termini politici di Ross@ a livello nazionale ha impedito che fossero portate all’onor del mondo idee, progetti e obiettivi strategici. L’inconsistenza formale e di contenuto ha relegato, ovviamente, questa nascente formazione a non avere voce autorevole. Né con i movimenti autonomi né verso altre soggettività.

Dobbiamo comunque ringraziare chi, facendo parte del gruppo promotore di Ross@ nel 2013, ha consentito il riattivarsi della circolazione di idee ed elaborazioni.

Una partenza preziosa, prosecuzione di precedenti sperimentazioni (si pensi al No Debito) che per la loro natura aggregante su temi circoscritti – e mai portati a sintesi – non potevano proseguire oltre la propria funzione.

 

Funzione che invece è stata assolta, seppur con dislocazione a macchia di leopardo, sui territori che hanno visto crescere collettivi che hanno risposto alle sollecitazioni politiche, al primo programma di Ross@ e alla dichiarazione comune: con iniziative di lotta locali a volte promuovendole; creando contesti di riflessione politica e di analisi (dai temi sull’Europa alla stretta istituzionale).

Nel contempo però abbiamo assistito – col proseguire dei mesi – alla mancata partecipazione alle riunioni di singole personalità che pure avevano dato vita a Ross@ nel 2013 a nome (quasi) personale.

In particolare faccio accenno a quelle più percepibili: si pensi a Russo Spena, a Eleonora Forenza e ad altri Compagn* del PRC ,  rifluiti nell’alveo della propria organizzazione perché calamitati dalla campagna elettorale con la lista Tsipras che ha permesso “del tutto casualmente” (?) a Rifondazione un seggio in Europa; non entro nel merito né dell’esperienza elettorale (sulla quale è già stato scritto molto e molto si scriverà se non altro per le gatte da pelare che avranno da risolvere), né sulla capacità di alcune formazioni residuali di far “quadrato” per spirito di mera sopravvivenza.

Inoltre -e qui mi rifaccio ancora alla riunione partecipatissima di domenica 8 giugno a Bologna- Sinistra Anticapitalista ha espresso ancora una volta serie perplessità a proseguire il cammino di Ross@ qualora ci si discosti dalle intenzioni iniziali di contenitore spurio (anche post elettorale! Non dimentichiamo che nel 2013 eravamo a ridosso del – per altro annunciato – fallimento della lista Ingroia ed oggi nel nido scottante del post europee).

Accanto a tante e tanti Compagn* che si sono aggiunti via via, rimangono del vecchio gruppo promotore alcune presenze importanti e rappresentative, come – per citarne alcune – i/le compagn* dell’USB e la Rete dei Comunisti.

Oltre al compagno Cremaschi che però -se si guarda con attenzione le dinamiche delle ultime riunioni nazionali – pare rimasto con il cerino in mano che non sa come spegnere e questo forse spiega le ragioni del procrastinare sine die la risoluzione: chi si è sentito garante del percorso sin qui attuato si trova nelle spiacevoli condizioni di non poter procedere all’impegno assunto un anno fa (un ipotetico contenitore associativo) proprio con e verso quelle forze, variamente e singolarmente interpretate, presenti originariamente. Forze verso alcune delle quali, a dire il vero, non sono mai mancati giudizi severissimi (inefficacia della sedicente sinistra radicale, marcescenza, per citare quelli più bonari).

Garanzia che, come scritto sopra, non può essere rispettata perché sono cambiate le condizioni. Quali? Oltre a quella citata poc’anzi (il rifluire al proprio interno delle aggregazioni partitiche) vediamo le altre:

1- il programma iniziale di Ross@ ha consentito l’aggregazione dal basso, che ha “superato” – nella realtà di tutti i giorni – le controversie e le bocciature stroncanti del composito e non omogeneo vertice nazionale; questo ha prodotto una evidente disparità: a fronte della stragrande maggioranza di incitamenti a proseguire (pur con le dovute cautele, perché non siamo mica inconsapevoli della grande scommessa che vogliamo affrontare) la risoluzione non trova un punto fermo per ormai residuali veti verticistici più o meno espliciti; occorre quindi prendere atto che il progetto ipotizzato inizialmente è stato scompigliato, si è trasformato ben oltre le aspettative degli iniziali proponenti e con questo dobbiamo misurarci;

2 – la situazione politica e sociale nazionale e internazionale si è ulteriormente aggravata dando ragione alle motivazioni della nascita di Ross@, che però, per chi scrive, deve ormai incanalarsi verso una strutturazione politico-organizzativa abbandonando la sua ispirazione iniziale di mero contenitore e camera di compensazione/decantazione.

3 – la fotografia degli esiti elettorali (da quello europeo sino alle amministrative) indica l’assoluta assenza di una forza politica anti-capitalista, alternativa e di sinistra, che si ponga in opposizione al sistema italiano imposto, di cui si sente forte la necessità per dare rappresentanza e voce ad un progetto di classe.

Come accennato a Bologna molte sono le risposte che da tempo andiamo cercando, e non è possibile sopperire nel tempo di una riunione- seppur partecipata e dai toni appassionati (a volte anche con qualche eccesso), se non con l’apertura di una fase congressuale.

Vi sono visioni articolate su molti temi, dalla politica estera all’analisi del voto o di formazioni politiche come il M5S o ancora ai rapporti col sindacalismo democratico e conflittuale, e tutte convergono su di un punto: all’orizzonte non è presente ancora nulla di alternativo.

Sinora la mancanza di dibattito, di analisi compiuta, di sedi e luoghi di condivisione collettiva politica ha consentito un florilegio di ideazioni spesso individuali (o poco oltre) mai messe realmente a confronto (con fare scherzoso dobbiamo essere consapevoli che avere una “connessione internet” non necessariamente coincide col “saper fare analisi e proposta politica complessiva”).

Addirittura siamo all’impressione che non vi sia più la propensione a produrre sintesi!

A Bologna in alcuni interventi si è parlato di percorso: il percorso non è solo quello organizzativo, assolutamente necessario e base strutturale anche per una ricreare un dibattito e una democrazia interna.Il percorso che dobbiamo affrontare è quello di una espressione di progettualità, di organizzazione, di pratica e di presenza politica, al punto da indurre al riconoscimento, all’identificazione, alla militanza e alla crescita collettiva. Ed allora per passare dal residuo cerino alla luce piena dobbiamo dar spazio e volontà alla crescita di un progetto politico alternativo consapevoli che non andremo semplicemente “controcorrente”.

Controcorrente andavano quelle formazioni politiche/partitiche che si muovevano all’interno di un sistema politico e sociale dove i ruoli dei corpi intermedi erano partecipati e sostenuti: insomma era pur sempre – anche con numeri abissalmente diversi – una lotta tra “pari”.

Invece il contesto nel quale andremo a muoverci ha completamente sbaragliato queste formazioni, sostituendole con altre, dai toni e dalle modalità populistiche, leaderistiche, personalizzate, senza connotazioni classiche (il famoso né di destra né di sinistra, che va dal M5S al “sistema PD”).

Abbiamo un “uomo solo al comando” (che altri uomini “soli al comando” vorrebbero sostituire), e la popolazione asservita a ruolo marginale di osservatore, di cui interessa solo l’opinione al momento del voto.

Il progetto che Ross@ può affrontare sarà invece alieno a tutto questo. Quindi si tratterà della ri-costruzione di una cultura ed un linguaggio politico – anche di immediata percezione – che decodifichi e demistifichi il pensiero dominante, attraverso l’agire politico di un soggetto strutturato capace di riassumere in se’ le migliori tradizioni delle lotte operaie, che sappia rispondere -colpo su colpo- al massacro capitalistico con un progetto politico compiuto.

Per questo e non per meno, spegnendo il “cerino” ed accendendo la luce, la riunione del 29 giugno deve dar vita al percorso di strutturazione di Ross@, o meglio del “Movimento per Ross@ soggetto politico”, un percorso che sarà lungo, promosso, partecipato e democratico attraverso assemblee locali, aperto e dialogante, che adotti le forme consiliari, che sappia far sintesi e proposta politica lasciandoci alle spalle veti e contrapposizioni portate avanti da quanti non riescono a vedere ciò che sta accadendo e pensano di limitarsi alla consueta routine di un gioco politico ormai completamente superato nella drammaticità dei fatti e nella necessità urgente di costruire teoria, organizzazione, pratica politica adeguata alla drammaticità dei fatti che ci stanno accadendo intorno.

Andiamo avanti ! abbiamo un compito troppo importante.

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