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linterferenza

La morte cerebrale degli imperialismi inglese e giapponese

di Stefano Zecchinelli

 

Gli avvenimenti degli ultimi giorni sono sintomatici della decomposizione di alcuni stati imperiali e imperialisti del ventunesimo secolo. Le dimissioni del ‘’sociopatico’’ Boris Johnson (dietro la protesi mediatica dello scandalo sessuale) e l’assassinio di Shinzo Abe, uno dei più lucidi rappresentanti dell’imperialismo nipponico, non rappresentano incidenti di percorso decontestualizzabili, ma s’inseriscono nel fallimento della geopolitica del Grande Reset: l’agonia dell’Occidente.

 

Boris Johnson, un ‘’sociopatico’’ guerrafondaio

Le dimissioni del premier inglese vanno ricercate nel fallimento della declinazione neocons della BREXIT e nell’organizzazione della nuova gerarchia imperiale europea: la BREXIT non s’inserisce geopoliticamente nella riscossa dei ceti medi produttivi sconfitti dalla globalizzazione neoliberista, ma nell’agonia dell’imperialismo britannico davanti alla costruzione di un polo imperiale europeo a trazione carolingia, ovvero franco-tedesca.

Le dimissioni di Johnson (certamente col consenso di CIA e MI6) accelerano il rimodellamento delle gerarchie imperiali in Europa dinanzi al fallimento dell’Operazione Barbarossa 2.0: Washington considera l’imperialismo tedesco un alleato ‘’più potente’’ di quello inglese, quantomeno per il rilancio delle guerre commerciali contro l’Eurasia, quindi potremmo ritenere che il fascismo commerciale tedesco si è sovrapposto a quello d’intelligence britannico.

I media di regime hanno scritto fiumi di parole sull’immoralità di Boris Johnson, ciononostante è l’insostenibilità del sistema capitalista a produrre individui totalmente privi di etica come l’ex premier britannico. Leggiamo il diplomatico Craig Murray, storico attivista per i Diritti dell’Uomo vicinissimo al gruppo editoriale Wikileaks:

‘’Quando il potere di un impero si disintegra, si disintegrano anche i suoi costumi. Dalla Seconda Guerra Mondiale, oltre sessanta Stati si sono resi indipendenti dal dominio britannico. Le parti rosa sulla mappa (“questa colonia è quella da cui proviene la vostra tapioca”) che mi mostravano con tanto orgoglio alle elementari si sono ridotte sempre di più. Grazie a Dio, ai bambini non viene più insegnato a cantare “Over the seas there are little brown children” (oltre i mari ci sono piccoli bambini marrone) che hanno bisogno di essere convertiti (me l’hanno insegnato davvero, non mi sto inventando niente).’’ 1

Col crollo politico e militare dell’impero britannico sono crollati anche i suoi costumi, la raffinatezza intellettuale-aristocratica di cui Orwell (nei suoi ultimissimi anni, delatore del MI6), da un punto di vista socialdemocratico, è stato (forse) l’ultimo rappresentane. Chiude Murray ‘’Johnson non è che uno stronzo uscito dalla fogna del declino britannico.’’ Quando il capitalismo è in crisi, pronto per essere abbattuto, all’interno della società borghese subentra l’orgia.

 

Abe, un prodotto neocons della lobby anti-cinese

In Giappone, l’assassinio di singoli membri dell’élite politica è una prassi particolarmente diffusa all’interno delle organizzazioni shintoiste le quali, nostalgiche del fascismo nipponico, si oppongono all’occidentalizzazione.

Il 14 luglio 1960 il nonno di Abe, Nishi Nobusuke, si salvò da un attentato con un movente politico del tutto analogo. Nishi Nobusuke è stato un funzionario d’alto livello del Manciukuò, lo stato vassallo creato dall’esercito imperiale nel nord della Cina; dopo essere stato accusato d’aver commesso crimini di Classe A durante la Seconda Guerra Mondiale, la famiglia Abe venne riciclata dagli Stati Uniti e convertita al neoconservatorismo. Il passaggio dallo shintoismo nipponico all’unilateralismo del Pentagono è uno dei sintomi caratterizzanti le potenze imperialiste in declino nelle zone tempestose: al momento, nessun paese imperialista è nelle condizioni di concorrere con Washington nella contesa mondiale, quindi o si converte al multipolarismo oppure accetta il ruolo di stato vassallo e la decomposizione del proprio stato imperiale. Da ideologia imperiale e dominante, lo shintoismo nel dopoguerra è diventata l’ideologia di piccoli gruppi neofascisti politicamente invertebrati di fronte alla diffusione del neoconservatorismo, la destra d’importazione statunitense.

Per il giornale cinese, Global Times, Abe è ricordato in Cina come una figura controversa 2: ha cercato di migliorare i rapporti con Cina, Russia ed Iran salvo poi ricadere nelle provocazioni prefabbricate dalla CIA appoggiando il separatismo etnico a Taiwan ed avanzando assurde rivendicazioni territoriali. Il multipolarismo non è un pranzo di gala ed Abe è stato riassorbito dall’egemonia politica e culturale della lobby anticinese, lo stesso sistema di potere che salvò suo nonno da una meritata condanna per crimini di guerra.

Le antiche potenze neocoloniali sono in disfacimento: l’agonia dell’Occidente passa attraverso la dissoluzione degli stati imperiali britannico e giapponese, due stati vassalli di Washington che, nel corso dei decenni, hanno contribuito a legalizzare l’ingiustizia.


https://comedonchisciotte.org/la-morte-dello-stato-imperiale-britannico/
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-global_times__abe__ricordato_in_cina_come_una_figura_controversa/39602_46843/

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