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comuneinfo

La fine di Israele

di Franco Beradi Bifo

La cultura ebraica può essere considerata come il fondamento dell’universalismo razionalista e dello stesso internazionalismo operaio. Il sionismo è il tradimento di quella vocazione universalista. Amos Oz, più di altri, aiuta a capire il paradosso mostruoso di Israele. Scrive Bifo: “Credo che ben presto ci renderemo conto del fatto che Israele non ha niente a che fare con la storia del mondo ebraico… Lo stato di Israele, strumento del dominio euro-americano sul Medio Oriente e sul petrolio è destinato a esplodere presto…”

Più passano i giorni, più Israele procede nella sua campagna di sterminio, più si isola dal resto del mondo, più comprendo che il pogrom del 7 ottobre, pur essendo, come non può che essere un pogrom, un’azione atroce moralmente inaccettabile, è stato un atto politico capace di cambiare la direzione del processo storico. La conseguenza immediata di quell’azione è stata lo scatenamento di un vero e proprio genocidio contro la popolazione di Gaza, ma il genocidio era in corso in modo strisciante da settantacinque anni, nei territori occupati, in Libano, in Siria.

Nel medio periodo, però, credo che lo stato colonialista di Israele, sempre più apertamente nazista nel suo modo di operare, non sopravviverà a lungo.

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jacobin

Altre forme di costruzione del mondo

di Emilio Gardini

«Dynamite» di Louis Adamic ha a che fare con il rapporto tra lotta di classe e ricomposizione dell’immaginario: perché per cambiare la realtà occorre avere la possibilità di pensarla

Marx era consapevole della difficoltà che l’idea di classe poneva come categoria che rappresenta un insieme eterogeneo di lavoratori, perché sapeva che il proletariato era composto non solo dagli operai di fabbrica ma da tanti altri lavoratori che, al pari di oggi, avevano in comune il fatto di trovarsi nella stessa posizione nei rapporti di potere. Tuttavia, nel pieno del capitalismo industriale, la classe in termini marxiani ha rappresentato una categoria utile a descrivere l’asimmetria dei rapporti di produzione e come questi fossero determinati da relazioni di dipendenza «nuove» che si realizzavano per mezzo del rapporto salariale.

Come scrive ne Le lotte di classe in Francia dal 1848 al 1850: «il lavoro salariato è l’attuale organizzazione borghese del lavoro. Senza di esso non vi è né capitale, né borghesia, né società borghese». In questo senso, la classe lavoratrice rappresenta la contraddizione della società capitalistica; è la classe non-proprietaria in una società basata sul principio della proprietà.

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ilchimicoscettico

Le nove regole della censura (vecchia)

di Il Chimico Scettico

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https://www.linterferenza.info/attpol/15923/

Premettendo che l'uscita di CS dai social ebbe molte ragioni circostanziate e che continuo a pensare che i social network siano già da tempo "territorio nemico", cominciamo mettendo in rilievo l'annuncio nell'articolo:

Sabato 11 Maggio alle ore 10 presso il Centro Congressi Cavour sito a Roma in Via Cavour 50/a, ci riuniremo per il decennale de L’Interferenza e sarà l’occasione, oltre che per un dibattito politico sui vari temi di politica e di politica internazionale, anche per lanciare una battaglia per la libertà di informazione, per combattere contro queste multinazionali che, oltre a godere di privilegi fiscali inaccettabili, se ne infischiano delle Costituzioni e delle leggi degli stati e impongono le loro regole credendosi al di sopra del diritto. E questo perché i governi glielo permettono.

E continuiamo con le premesse del discorso, contenute nell'articolo su La Fionda che viene citato:

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fattoquotidiano

“Da Del Vecchio Junior a Livia Voigt: tutti i miliardari sotto i 30 anni hanno ereditato la propria ricchezza”

La classifica Forbes

di Francesca Fulghesu

Intanto i poveri diventano sempre più poveri

I ricchi sono sempre più ricchi, i poveri sono sempre più poveri. Alla base del divario, tra gli altri fattori, anche le eredità che in molti Paesi passano di mano senza essere tassate, o quasi. Così per la prima volta in 15 anni, secondo i dati di Forbes, tutti i miliardari sotto i 30 anni hanno ereditato la loro ricchezza. Detto in altri termini: nessuno di loro ha un’estrazione socio-economica familiare differente e si è “fatto da solo”. Addio ascensore sociale: il “grande trasferimento di ricchezza” – 84.000 miliardi di dollari nei prossimi 20 anni, secondo le stime della società di consulenza Cerulli Associates – dai baby boomer miliardari a figli e nipoti è iniziato.

Mentre i super-ricchi diventano sempre più ricchi, il loro potere rimane confinato nel contesto familiare. Nel quarto trimestre 2023 la ricchezza in mano all’1% dei cittadini più abbienti degli Stati Uniti ha raggiunto la cifra record di 44.600 miliardi di dollari. Il patrimonio dell’1%, definiti dalla Federal Reserve come coloro che hanno una ricchezza superiore ad 11 milioni di dollari, è aumentato di 2mila miliardi nei tre mesi considerati grazie alla corsa dei listini azionari.

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contropiano2

Per l’Ucraina “il quadro è cupo”. Alti ufficiali parlano di crisi militare e politica

di Alessandro Avvisato

Il giornale statunitense Politico ha intervistato alcuni ufficiali militari ucraini di alto rango che hanno prestato servizio sotto il generale Valery Zaluzhny silurato a febbraio da Zelenski. Le conclusioni sono che per l’Ucraina il quadro militare è cupo”.

Gli ufficiali ucraini affermano che c’è un grande rischio che le linee del fronte crollino ovunque i generali russi decidano di concentrare la loro offensiva.

Inoltre, grazie a un peso numerico molto maggiore e alle bombe aeree guidate che stanno distruggendo le posizioni ucraine ormai da settimane, la Russia sarà probabilmente in grado di “penetrare la linea del fronte e di schiantarla in alcune parti“.

Tanto per dare l’idea del clima a Kiev, gli alti ufficiali ucraini hanno preteso la condizione di anonimato per poter parlare liberamente.

“Non c’è nulla che possa aiutare l’Ucraina ora, perché non ci sono tecnologie serie in grado di compensare l’Ucraina per la grande massa di truppe che la Russia probabilmente lancerà contro di noi. Noi non abbiamo queste tecnologie, e l’Occidente non le ha altrettanto bene in numero sufficiente”, ha detto a Politico una delle fonti militari ucraine intervistate.

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piccolenote

Netanyahu cerca l'escalation

di Piccole Note

L'attacco all'ambasciata iraniana di Damasco poteva far scattare l'escalation. Teheran risponderà a freddo, evitando la trappola

L’assassinio del generale Reza Zahedi in un edificio dell’ambasciata iraniana di Damasco, assassinato insieme ad altri membri delle guardie rivoluzionarie, supera un’altra delle linee rosse che normalmente hanno limitato la portata dei conflitti del Secondo dopoguerra, evitando al mondo escalation ingestibili (il mondo guidato da regole esisteva prima dell’89; dopo il crollo del Muro, le regole sono state riscritte a uso e consumo degli Usa…).

Anzitutto perché Israele ha colpito un alto ufficiale di una nazione non ufficialmente in guerra. Per analogia, è come se la Russia uccidesse il capo del Pentagono o il Segretario della Nato perché gli Usa sostengono con armi, intelligence e tanto altro l’Ucraina. E per di più all’interno di una nazione sovrana, anch’essa non ufficialmente impegnata nel conflitto in corso, e infrangendo le norme riconosciute da tutto il mondo che fanno delle sedi diplomatiche luoghi inviolabili.

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contropiano2

“Sto dalla parte dei ragazzi delle Università. Il boicottaggio di Israele è ragionevole"

Serena Riformato* intervista Carlo Rovelli

Sul quotidiano La Stampa di ieri è stata pubblicata una significativa intervista al fisico Carlo Rovelli che ha preso posizione a sostegno delle mobilitazioni degli studenti che chiedono la sospensione della collaborazione tra le università italiane e le istituzioni israeliane. Qui di seguito il testo dell’intervista

Carlo Rovelli, fisico teorico, autore dei bestseller di divulgazione scientifica “Sette brevi lezioni di fisica” e “L’ordine del tempo”, non è uno da giri di parole. Nemmeno quando le idee rischiano di essere impopolari. Di contestazione, da ragazzo, ne ha fatta tanta, il 1977.

Oggi insegna in Francia e Canada, e difende gli studenti che protestano contro la guerra in Palestina: «Brandire la clava dell’accusa di antisemitismo – dice – contro dei giovani generosi che si indignano per 30 mila morti e per la situazione disperata di milioni di esseri umani non è combattere l’antisemitismo: è alimentarlo».

* * * *

Cosa pensa delle proteste negli atenei contro il bando del ministero degli Esteri in collaborazione con Israele?

«Lo strumento del boicottaggio ha dato buoni frutti in passato.

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nicomaccentelli

Questioni ideologiche

di Nico Maccentelli

Riporto questo articolo di Xi Jinping uscito ieri sul L’Antiplomatico, che conferma quanto ho avuto modo di analizzare in un mio contributo apparso si Carmilla e ripreso da Sinistrainrete poche settimane or sono.

Non starò a ripetermi in queste sede e in estrema sintesi, mi limito a ribadire che quello cinese non è socialismo, ma nell’ambito di un processo internazionale multipolare occorre sostenere tutte le forze e i paesi che vanno in quella direzione e che di fatto contribuiscono al declino storico e generale dell’imperialismo atlantista, USA e suoi vassalli, punto.

Il contributo del timoniere del PCC e della Cina in buona sostanza è una conferma esplicita e adamantina di quanto sostengo, ossia che quello cinese è uno pseudo-marxismo e lo è di facciata anche sul piano ideologico, poiché, uscendo dal campo analitico maoista: quello delle contraddizioni, finisce con l’abbracciare, con la scusa della cultura millenaria cinese, l’ideologia confuciana della società armoniosa.

Pertanto, il mio giudizio su una possibile e in futuro necessaria alleanza e cooperazione con la Cina non riguarda il marxismo (il PCC faccia del resto la sua strada con le sue caratteristiche specifiche e la sua visione del marxismo) bensì la sua posizione economico-politica a livello internazionale, nel processo multipolare.

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volerelaluna

Clic senza frontiere: cosa c’è alla base dell’intelligenza artificiale

di Claudio Canal

Mi scuso con chi legge questo articolo perché era mia intenzione aprire alla grande con una congrua citazione marxiana dai Grundrisse, quella che si avvia con: «Der Krieg ist daher eine…». Poi ho assistito in TV a una pensosa trasmissione condotta dal noto filosofo con nome primaverile, Fiorello, e ho cambiato idea. Il pensatore ha introdotto la categoria post-postmoderna di Ignoranza Artificiale. A questo punto ho meditato. Grande LLM di GPR-3! Grandissimo PaLM-2 che è addestrato da 340 miliardi di parametri! Grandioso GPT-4 addestrato da un triliardo di parametri! Insomma, una meditazione cabalistica la mia, che decanta le stupefacenze dell’Intelligenza Artificiale (IA) e che avrebbe potuto anche stramazzare nella acerba e sconsolata recriminazione delle sue nefandezze: il degrado del lavoro, il mantra della sicurezza, l’ambigua affidabilità, le decisioni automatiche, i robot pigliatutto, il controllo panottico, la privacy sfasciata, le guerre dei monopoli tecnologici…

 

Proletario ignoto

Posso essere annichilito o eccitato dal vigente culto dell’IA, predicare Redenzione o Apocalisse, ma non riesco a sottrarmi all’Ignoranza Artificiale di cui disquisisce Fiorello il metafisico.

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lafionda

Skynet sta arrivando, ma a fin di bene

di Matteo Bortolon

Terminata la lettura delle scarse 150 pp. del volume di Stefano Isola, A fin di bene: il nuovo potere della ragione artificiale (Asterios, 2023), la sensazione è di inquietudine. Il dibattito sulle potenzialità della cosiddetta “intelligenza artificiale” (AI) è salito al punto da echeggiare i temi della fantascienza sulla “rivolta delle macchine”. Impressiona il fatto che la denuncia dei rischi venga non da qualche sorta di “primitivista”, ma da imprenditori del settore e da ricercatori. “Il 49% dei ricercatori di intelligenza artificiale ha affermato che l’IA rappresenta una minaccia esistenziale per l’umanità, quasi al livello di un disastro nucleare di larga scala” (sic!). Quest’ultimo passo è citato nel testo del prof. Isola (p. 60), proveniente da un membro della Commissione Trilaterale.

Oggi la AI è ovunque: dai risultati dei motori di ricerca al funzionamento dei social, dalle armi alla ricerca scientifica, con numerose applicazioni quotidiane, con una ampiezza pari alla digitalizzazione del mondo. Questo agile volume dedicato alle trasformazioni tecnologiche legate a essa entra in parte nello specifico di diverse innovazioni mostrandone le problematiche e i rischi.

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la citta futura

Aspetti materialistici della guerra in Ucraina

di Pasquale Vecchiarelli

Esaminiamo alcuni aspetti economici che hanno portato alla guerra in Ucraina

dca484dba216197752a5e926c627d5f1 XL.jpgSpesso accade che distratti dalla geopolitica, dalle intricate “dinamiche internazionali” o anche semplicemente dalla “cronaca di guerra”, si finisce per perdere di vista le vere ragioni, molto più semplici e materialistiche, che portano alla guerra. Questo è il caso della guerra in Ucraina. Abbiamo letto tante ipotesi su questa guerra che probabilmente si intrecciano e hanno un comune denominatore: la crisi generalizzata del capitalismo giunto alla sua fase suprema, il carattere reazionario dell’imperialismo, la necessità di trovare mercati di sbocco e contenderli ad altri paesi dunque la necessità di accerchiamento, di espansione della capacità di attacco e anche la guerra come elemento stesso di uscita dalla crisi. Tutti punti di analisi corretti ma perché proprio l’Ucraina? Lo studio delle radici economiche di questa guerra è davvero uno studio istruttivo per comprendere le dinamiche dell’imperialismo e inoltre si tratta di uno studio imprescindibile per chi assume come punto di partenza della comprensione del mondo sempre la realtà economica determinata storicamente. Certo indagare questa realtà è complesso perché bisogna scavare molto oltre lo spesso strato di menzogne con il quale le classi dominanti ricoprono ogni comprensibilissima dinamica della realtà, rendendola nei fatti incomprensibile. Sulla guerra in Ucraina la macchina della menzogna ha diffuso di tutto tranne che la pura e semplice verità: si è parlato di guerra di civiltà, di leader pazzi o malati, ma mai in nessun caso sui canali mainstream è stata tentata una ricostruzione su basi minimamente scientifiche. Certo una tale ricostruzione non potrebbe che partire da una critica radicale al modo di produzione capitalistico, aggredendone le fondamenta come ad esempio la viscerale e immanente necessità di ricorrere alle guerre di conquista per ottenere nuovi mercati di sbocco.

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comidad

Il "liberismo" di Milei e di Bezos, ovvero il solito socialismo per ricchi

di comidad

Aleksandr Herzen diceva che il nichilismo non è il voler ridurre le cose a nulla, bensì riconoscere il nulla quando lo si incontra. La nulliloquenza non sarebbe difficile da individuare, dato che consiste nel muoversi costantemente su categorie astratte senza mai scendere nel dettaglio concreto. Purtroppo a volte è sufficiente drammatizzare la mistificazione nel modo giusto per far cascare l’uditorio nell’illusione. Nel gennaio scorso ci hanno raccontato la fiaba sul liberista, “libertario” e “anarco-capitalista” Xavier Milei, neo-presidente dell’Argentina, che ha osato addentrarsi nella tana dei lupi, il Forum di Davos, per cantarle chiare a quei “comunisti” che vorrebbero renderci “poveri e felici”. Milei ha inondato la sala con un mare di chiacchiere solcato dai vascelli fantasma della libera impresa e del libero mercato. Meno male che all’ultimo (ma proprio all’ultimo) ha fatto un riferimento, icastico quanto estemporaneo, a un oggetto fin troppo materiale e “tangibile”; quindi adeguato al contesto, dato che Jill Abramson, ex direttrice del “New York Times”, aveva appunto definito il World Economic Forum di Davos un “circolo di segaioli”.

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linterferenza

Ilaria Salis. Le reali questioni politiche dietro la rappresentazione mediatica

di Fabrizio Marchi

Ieri sera nel salotto di Floris il padre di Ilaria Salis ha pronunciato le seguenti parole: “Mia figlia è in carcere perché è una donna, perché è antifascista e perché non è ungherese”.

Ora, un padre direbbe e farebbe di tutto pur di tirar fuori la propria figlia dalla galera, e questo ci sta tutto ed è ciò che lo nobilita. Dopo di che se crede o meno in ciò che dice o sia solo una escamotage per aiutare la figlia non lo sappiamo perché non siamo nella sua testa e, tutto sommato, è anche irrilevante saperlo.

Chiarito questo, lo spropositato can can mediatico che questa vicenda in sé e per sé insignificante sotto il profilo giudiziario ha scatenato è dovuto in larga parte proprio al fatto che si tratta di una donna. Se infatti, si fosse trattato di un uomo, sarebbe stato considerato come un pericoloso e violento estremista in primis da quell’Unione Europea che finge di indignarsi per le condizioni di detenzione della stessa Salis e della loro spettacolarizzazione (le catene ai piedi e alle mani, portata al guinzaglio da una guardia come un cane).

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ilchimicoscettico

Il caos in prima serata

di Il Chimico Scettico

In prima serata per modo di dire, ovviamente. Come diceva qualcuno, se campi abbastanza ne vedi di tutte le specie. Aggiungerei che finisci per vedere tutto e il contrario di tutto.

Esce su Netflix Il problema dei tre corpi e improvvisamente tutti parlano di caos deterministico, il che è molto curioso ai miei occhi. È molto curioso perché mi ricordo molto bene di quando iniziai a parlare di teorie del caos. Fu nel 2016 e il partito de lascienza ci mise poco a classificare la cosa: "le teorie del caos sono un marker dell'antivaccinismo". Mi ricordo una delirante coda di commenti su facebook in cui c'era uno a caso che parlava di soluzioni del modello SIR e c'erano altri, tra cui Pier Luigi Lopalco e Roberto Burioni, che liquidavano il tutto come "cazzate". Perché? Perché tutte le voci della "scienza" sui social stavano trattando il morbillo del 2017 come se fosse un sistema lineare (ma lineare non lo è). Quindi postare Robert May creò scandalo.

https://royalsocietypublishing.org/doi/epdf/10.1098/rspb.1986.0054

Come sarebbe a dire che due più due può non fare quattro? Eresia.

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sbilanciamoci

Fa discutere il piano di pace dei quattro tedeschi

di Michael Von der Schulenburg

Quattro autorevoli personalità tedesche – Peter Brandt, storico e figlio del cancelliere Willy Brandt, il politologo Hajo Funke, il generale in pensione Harald Kujat e Horst Teltschik, già consigliere del cancelliere Helmut Kohl – hanno presentato un piano di pace (qui il testo tradotto) altamente competente e realistico su come si potrebbe porre fine alla guerra in Ucraina attraverso un cessate il fuoco e successivi negoziati di pace. Si tratta probabilmente della proposta di pace più completa e innovativa che sia stata avanzata da un governo, da un’organizzazione internazionale o, come in questo caso, da una iniziativa privata dall’inizio della guerra nel febbraio 2022.

Qui la traduzione di un articolo esplicativo del 1 8 ottobre sul piano scritto da Michael Von der Schulenburg* a cura di Martin Köhler, (qui il suo discorso, tradotto, alla marcia per la pace di Pasqua a Berlino)

(qui il comunicato finale delle 120 marce per la pace di Pasqua in Germania)

* * * *

Il fatto che l'Ucraina stia morendo dissanguata viene apparentemente accettato

Questa proposta arriva in un momento estremamente critico della guerra in Ucraina.

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lantidiplomatico

Bravo maestro Zelenskyj: la propaganda ucraina ha raggiunto un livello hollywoodiano

di Jafar Salimov

Quando il conflitto in Ucraina passerà alla storia, le passioni si placheranno e gli storici professionisti inizieranno ad analizzare gli eventi del recente passato, rimarremo tutti scioccati: come è potuto accadere che abbiamo accettato per oro colato un'ovvia menzogna?

È consuetudine ironizzare sul passato di Vladimir Zelenskyj nel mondo dello spettacolo, ricordando come simulava suonare il pianoforte con i genitali per il divertimento del pubblico. C'erano altre battute di basso livello nel suo repertorio. Ma questo fu l’inizio, e Zelenskyj non si accontentò del successo del comico; migliorò e divenne il vero Elon Musk mondo dello spettacolo.

Zelenskyj ha percepito in modo molto sottile quanto piace alla gente comune, ciò che le persone si aspettano, ciò che vogliono sentire, quello in cui le persone credono con piacere. Così ha costruito narrazioni. E il fatto che le sue sitcom fossero ugualmente popolari in Ucraina, Russia e Bielorussia conferma solo che queste tre nazioni rappresentano un monolite di un’unica cultura.

Prima Zelenskyj ha convertito il suo talento in applausi e fama, poi in denaro. Alla fine ha appreso come acquisire influenza politica ed è divenuto presidente dell'Ucraina. Ma anche questo gli sembrava abbastanza.

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sinistra

Come e perché scoppiano le guerre

di Diego Giachetti

Il libro di Giorgio Monasterolo, Ucraina, Europa mondo. Guerra e lotta per l’egemonia mondiale, pubblicato dalla casa editrice Asterios (2024), affronta l’argomento guerra in Ucraina e quella fra Israele e palestinesi della striscia di Gaza rispondendo contemporaneamente a due domande: come scoppiano i conflitti militari e perché. E’ opportuno, sostiene, spostare l’attenzione dal “come”, dalla logica aggressore-aggredito – secondo la quale la guerra ucraina è iniziata nel 2022, con l’attacco russo e quella di Gaza nell’ottobre 2023 con il tragico raid palestinese del gruppo di Hamas – alle concause del momento e del prima per comprendere, non giustificare, il perché di quegli attacchi.

La retorica aggredito-aggressore, che decade facilmente nel contrasto dei buoni contro i cattivi, cancella la complessità della storia, sbiadisce il ruolo, presente e passato, del terzo incomodo di quella guerra: la Nato. Non tiene conto della storia dell’Ucraina stessa, di una popolazione linguisticamente composita: ucraini ucraini, ucraini ungheresi, polacchi, russofoni, né di quella, altrettanto complessa della Russia. Stesso scollamento tra propaganda e realtà si è verificato in seguito all’azione di guerra di Hamas del 7 ottobre 2023 verso lo Stato d’Israele.

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aldous

Sorvegliare e punire nel XXI secolo

di Alberto Giovanni Biuso

«Indipendentemente dalla volontà degli uomini e delle autorità che li dirigono», scrive Fernand Braudel, i fenomeni collettivi si generano, accadono, tramontano, mutano (Civiltà materiale, economia e capitalismo (secoli XV-XVIII), vol. III, I tempi del mondo, trad. di C. Vivanti, Einaudi, Torino 1982, p. 65). Una volta avviate, le dinamiche sociali e politiche vivono di vita propria, seguendo regole certo non rigide come quelle che guidano il mondo fisico ma molto forti e a volte assai simili ai principi che sottendono le trasformazioni materiche.

I climi di guerra sono pericolosi anche per questo, come gli eventi del 1914 ampiamente dimostrano, costituendo un sinistro precedente dell’isteria antirussa che, creata di proposito dagli Stati Uniti d’America, sta causando il massacro del popolo ucraino, mandato letteralmente al macello, e sta preparando una catastrofe bellica per l’Europa occidentale, dopo aver già prodotto una crisi economica sempre più grave. La natura di colonia dell’Europa, chiara sin dal suicidio del 1939-1945, è ormai del tutto evidente e i governi nazionali sono in realtà dei governi-fantoccio al servizio degli USA. Servilismo nel quale si distinguono gli esecutivi e i parlamenti italiani, che siano a guida/maggioranza del Partito Democratico o di Fratelli d’Italia.

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comuneinfo

Fondi speculativi del terzo tipo

di Andrea Baranes

Una nuova speculazione legata a modelli statistici e tecnologici allontana sempre più la finanza dall’economia reale

Dall’intelligenza artificiale allo sfruttamento dei satelliti. Dai dati sul traffico marittimo alle operazioni di compravendita che si chiudono in millesimi di secondo. Vale tutto sui mercati finanziari, pur di vincere la gara. Arrivare per primi, avere le informazioni una frazione di istante prima degli altri. Essere i più veloci a realizzare qualsiasi operazione di acquisto o vendita.

Secondo un recente articolo di Les Echos alcuni fondi analizzano le foto satellitari dei porti per monitorare il numero di container in attesa. L’analisi di questi nodi nevralgici del commercio mondiale permetterebbe di ottenere informazioni fondamentali per decidere se acquistare o vendere. E farlo prima di altri soggetti che operano sui principali mercati finanziari del mondo.

 

Dai dati alle previsioni del tempo

Analogamente sembra che alcuni hedge fund utilizzino le foto dei parcheggi dei grandi centri commerciali. Per poi incrociare questi dati con i consumi di elettricità o telefonici e capire in questo modo se il giro di affari della determinata impresa è in crescita o meno. Prima che le stesse informazioni siano disponibili tramite la pubblicazione dei bilanci o altri canali “tradizionali”.

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comedonchisciotte.org

Come la CIA e l’MI6 hanno creato l’ISIS

di Kit Klarenberg - english.almayadeen.net

Contrariamente alla sua rappresentazione mainstream, che lo vede ispirato esclusivamente dal fondamentalismo religioso, Daesh è soprattutto un'organizzazione di sicari a pagamento

Dopo sole 24 ore dall’orribile eccidio del 22 marzo al Crocus City Hall di Mosca, che ha provocato la morte di almeno 137 persone innocenti e il ferimento di altre 60, i funzionari statunitensi avevano attribuito la responsabilità del massacro all’ISIS-K, la branca di Daesh dell’Asia centro-meridionale. Per molti, la rapidità dell’attribuzione aveva sollevato il sospetto che Washington stesse attivamente cercando di spostare l’attenzione dell’opinione pubblica occidentale e del governo russo dai veri colpevoli – l’Ucraina e/o la Gran Bretagna, il principale sponsor per procura di Kiev.

Non sono ancora emersi tutti i dettagli su come i quattro terroristi siano stati reclutati, diretti, armati e finanziati, e da chi. I duri metodi di interrogatorio a cui sono stati e senza dubbio continueranno ad essere sottoposti hanno lo scopo di strappare loro queste ed altre informazioni vitali. Di conseguenza, gli assassini potrebbero finire per fare false confessioni. In ogni caso, è probabile che essi stessi non abbiano la minima idea di chi o cosa abbia veramente sponsorizzato le loro mostruose azioni.

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bastaconeurocrisi

Debito pubblico, oneri e benefici

di Marco Cattaneo

Il deficit pubblico incrementa il risparmio privato, e il debito pubblico E’ risparmio privato. Queste affermazioni, che dovrebbero essere sostanzialmente ovvietà, se non tautologie, sono nondimeno fortemente avversate dagli euroausterici.

Spesso il loro tentativo di confutazione s’impernia grosso modo su quanto segue.

Sì certo, il deficit pubblico mette soldi a disposizione del settore privato. Ma questi soldi rimangono in tasca ad alcuni soggetti, non a tutti. C’è chi riesce a risparmiare, magari anche parecchio, e magari utilizza il risparmio per comprare titoli di Stato. C’è che non ci riesce. Però l’onere di pagare le tasse grava invece su tutti.

Per cui, conclude l’euroausterico, in realtà la spesa pubblica beneficia alcuni soggetti più, magari molto più, di altri, mentre “l’onere del debito” (in realtà, la necessità di pagare tasse per non spingere il deficit a livelli eccessivi in quanto inflazionistici) è un onere dell’intero paese.

La maniera corretta di esporre la situazione è un’altra.

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marx xxi

La transizione al mondo multipolare

Editoriale del n. 1/24 della rivista MarxVentuno

Il mondo è in grande trasformazione, con cambiamenti mai visti prima, come scrivono da diverso tempo i compagni cinesi. Siamo entrati in una nuova fase della storia mondiale, una fase di guerre aperte – dalla proxy war di USA-NATO-UE contro la Russia in Ucraina, al Vicino Oriente, con la guerra genocida di Israele contro la resistenza palestinese. A differenza delle guerre del precedente trentennio post-sovietico – aggressioni unilaterali USA-NATO contro Paesi e popoli che in un modo o nell’altro erano di ostacolo alla marcia dell’unipolarismo occidentale, dall’Iraq alla Jugoslavia, dall’Afghanistan alla Libia e alla Siria – queste guerre rivestono oggi il carattere dello scontro diretto e globale tra due prospettive opposte:

– mantenimento del dominio e dell’egemonia unipolare di USA-NATO-UE-G7 in tutti i principali campi, da quello più direttamente geopolitico e militare, a quello economico-finanziario, a quello, non meno importante, ideologico-culturale, con la pretesa dell’Occidente di essere l’unico depositario e portatore di valori morali, l’unico creatore della civiltà, l’unico protagonista della storia mondiale;

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contropiano2

La facoltà di “Scienze Repressive” della Hebrew University

di Redazione Contropiano - Orly Noy *

«Le Università non possono schierarsi o entrare in guerra», ha detto  giorni fa la ministra Anna Maria Bernini. «Ritengo ogni forma di esclusione o boicottaggio sbagliata ed estranea alla tradizione e alla cultura dei nostri Atenei da sempre ispirata all’apertura e all’inclusività».

E’ questo il mantra ripetuto e declinato da tutti i difensori degli accordi esistenti tra università italiane e israeliane. Che non sempre si fermano sul limite segnato dalla Costituzione, ossia l’autonomia garantita degli atenei.

Il loro obiettivo è stigmatizzare le mobilitazioni studentesche, che hanno convinto diversi atenei a sospendere alcuni progetti comuni con quelli israeliani, grazie anche alla pressione di un folto numero di docenti.

Fanno ovviamente molto peggio i sionisti da battaglia.

Stefano Parisi, presidente dell’ Associazione «Setteottobre», anche quella di rompere almeno gli accordi su ricerche dual use – con ricadute sia civili che militari – è comunque «una scelta gravissima e inquietante che ci riporta a un passato lontano che non avremmo mai voluto rivivere.

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lantidiplomatico

Il "Piano cinese": l'unica speranza di pace oggi in Ucraina

di Fabrizio Poggi

In una lunga intervista concessa alle Izvestija, il Ministro degli esteri russo Sergej Lavrov si è soffermato particolarmente sul piano di pace proposto dalla Cina per il conflitto in Ucraina, dandone un’altissima valutazione. Nonostante che tale proposta sia stata avanzata oltre un anno fa, a parere di Lavrov è tuttora attuale, proprio perché è inquadrata nel complesso della sicurezza collettiva mondiale, il cui rifiuto da parte occidentale, nel dicembre 2021, aveva condotto alla crisi attuale.

Sul sito REX, il politologo Vladimir Pavlenko afferma che l’attualità della proposta cinese è riconducibile a tre aspetti. Essa apparve nel momento in cui in Occidente, puntando tutto sulla “controffensiva ucraina di primavera”, ci si illudeva su un presunto isolamento internazionale della Russia. Allora, Washington, Londra, Bruxelles, dopo aver fatto saltare i colloqui di Istanbul, puntavano tutt’altro che a una soluzione pacifica. Tutte le sortite su “tregua”, “soluzione coreana”, ecc., afferma Pavlenko, erano venute più tardi, per le disfatte militari di Kiev; mentre il piano di Pechino era stato precedente a quelle e aveva significato l’apertura di una breccia nel muro della propaganda occidentale a senso unico sul conflitto.

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collegamenti

Contro il sionismo, contro l’antisemitismo, per l’umanità

di Claudio Albertani

Dal n. 6/2024  di”Collegamenti” riportiamo questo articolo di Claudio Albertani. L’articolo, originariamente pubblicato su “La Jornada”, è stato tradotto da Clara Ferri

L’antisemitismo è il socialismo degli idioti
Auguste Bebel

Qualche giorno fa, durante una protesta davanti all’ambasciata israeliana di Città del Messico, qualcuno ha gridato degli slogan antisemiti. Era un provocatore ed è stato subito isolato. Tuttavia, la questione è delicata perché lo Stato sionista sta sfruttando l’innegabile recrudescenza dell’antisemitismo dopo l’invasione di Gaza per giustificare i propri crimini. Tale narrazione è legittimata da un fatto storico: gli ebrei sono stati vittime di uno dei più grandi massacri della storia, l’Olocausto (Shoah in ebraico), compiuto dai nazisti nel corso della Seconda guerra mondiale. Ciò giustificherebbe il fatto che i sopravvissuti si siano rifugiati in Palestina, una regione che in teoria apparterrebbe loro per ragioni storiche e teologiche.

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sinistrach

A Praga sorge “STAČILO!” l’alternativa patriottica contro l’UE. A guidarla Kateřina Konečná, il volto nuovo della sinistra!

di Redazione

 

“Ne abbiamo abbastanza dei diktat dell’UE”. A dirlo è la 41enne eurodeputata Kateřina Konečná, leader del Partito Comunista di Boemia e Moravia (KSČM) che ha promosso una coalizione elettorale denominata “STAČILO!”, letteralmente “Basta!” con cui ricandidarsi al parlamento dell’Unione Europea in giugno.

Definita come l’unica “opposizione rilevante”, la nuova coalizione ritiene che alla tradizionale divisione fra destra e sinistra occorra preferire oggi, in un’epoca storica nuova, un altro tipo di distinzione, basata su due priorità: quella cioè fra partiti “svendipatria” e chi persegue invece gli interesse nazionali e quella che divide chi si concentra sui diritti sociali da chi invece li scarta.

Il KSČM, che presenta fra i suoi candidati anche il giornalista indipendente Milan Krajča, attualmente membro del Consiglio esecutivo del Consiglio Mondiale della Pace (WPC), è riuscito nell’impresa di unire sotto la propria leadership anche altri due partiti: i nazionalisti di sinistra dello storico Partito Nazionale Sociale Ceco (fondato nel 1896 e fino al 1993 noto come Partito Socialista Cecoslovacco) e il partito euroscettico dei Democratici Uniti (SD-SN), nella cui quota si candiderà anche l’“Avvocato dell’anno” 2006, Ondřej Dostál, già esponente del Partito Pirata ceco.

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contropiano2

Gaza, l’abisso genocida di un certo Occidente

di Nevio Gambula*

Guardando i video provenienti da Gaza si rimane colpiti dalla ferocia dell’esercito israeliano; è percepibile in ogni gesto, persino nell’irrisione gratuita dei bambini. Non c’è alcuna giustizia in essa, alcuna coscienza etica o azione giustificata; c’è soltanto una gigantesca volontà di annichilire i palestinesi.

Ferocia, crudeltà, terrore. Qualsiasi termine si usi per descrivere il comportamento dell’esercito israeliano, anche il più preciso, non sarà mai in grado di rappresentare compiutamente quello che sta accadendo realmente a Gaza. Che è qualcosa di eccezionale; stra-ordinario, proprio.

Diventa sempre più chiaro che quello che sta accadendo in quella striscia di terra è, insieme, una ferocia già vista, che si riallaccia ad altre pulsioni genocidarie, e una ferocia di tipo nuovo, che si distingue per l’alta capacità tecnologica utilizzata contro un popolo sostanzialmente inerme. Una ferocia penosa e vigliacca.

È evidente che il fine dell’esercito israeliano non è “la distruzione di Hamas”, bensì l’allontanamento dei palestinesi dalla Striscia di Gaza, prima tappa per una nuova colonizzazione. Non esiste – ne è possibile, vista la storia di quel conflitto – nessun obiettivo diverso.

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piccolenote

Gaza: il provvedimento dell'Aia, le sorprese e lo scopo della guerra

di Piccole Note

Scopo della guerra? Devastare e dividere Gaza, sfruttare i giacimenti di gas marini al largo della Striscia... Hamas, gli ostaggi sono cose secondarie

La Corte di Giustizia Internazionale dell’Aia ha ammonito Israele a permettere “senza indugio […] la fornitura… di servizi di base e di assistenza umanitaria urgentemente necessari”, cioè alimenti, medicine, carburante e altri beni essenziali.

 

La Corte e il genocidio di Gaza

È la seconda volta che la Corte, chiamata a vigilare sul crimine di genocidio, si pronuncia sulla guerra di Gaza. A gennaio emanò una sentenza nella quale richiamò Israele a prevenire il crimine di genocidio contro i palestinesi, imponendo, tra le altre cose, di cessare le uccisioni di civili e di garantire l’assistenza alla popolazione.

Il peggioramento della situazione della popolazione della Striscia ha spinto la Corte a pronunciarsi ancora una volta, con un provvedimento di urgenza che chiede, in modo “vincolante”, che sia assicurata l’assistenza dei civili.

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lariscossa

La retromarcia dell'UE sulla transizione elettrica. Nuovo greenwashing?

di La Riscossa

In un articolo del 23 febbraio dicevamo:

«Ma il punto più interessante riguarda l’automotive (il Parlamento europeo ha bocciato la proposta sul regolamento “Euro 7”). Questa doveva essere la vera grande “rivoluzione” che avrebbe comportato, non solo il rinnovo dell’intero parco macchine, ma anche una svolta nelle abitudini quotidiane dei cittadini europei. Ebbene, che cosa è successo? Che la Cina si è lanciata prima e meglio dell’Europa sul settore, praticando con una accorta politica di programmazione a lungo periodo, che ha coinvolto le case costruttrici del Paese. L’affarone del secolo si è quindi sgonfiato nelle mani dei monopolisti occidentali, come testimonia il fatto che ora il primo produttore di auto elettriche nel mondo è cinese, con costi bassi e affidabilità alta, inarrivabili per i concorrenti.»

Ebbene, forse la retromarcia avverrà in tempi molto più rapidi di quanto ci si potesse immaginare.

Naturalmente prima vanno avanti le pattuglie di esplorazione, che in questo caso sono costituite da “studiosi” – ignari o conniventi, non importa – e poi, una volta saggiato il terreno, procederà il resto delle truppe.

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multipolare

Il bisogno di esperienze traumatiche

di Brics Multipolare

Alla fine degli anni ’90 scriveva il docente statunitense Mike Davis: “Se oggi Marx fosse vivo sottolineerebbe il carattere allucinatorio della visione che ha galvanizzato le masse durante le cosiddette rivoluzioni del 1989. Il miraggio verso cui milioni di persone marciavano era la cornucopia del fordismo: cioè la società dei consumi di massa, con alti livelli di salari e di consumi, tuttora identificata con lo stile di vita americano (e del Nord Europa). La sola emancipazione raggiunta dagli sfortunati cittadini dell’ex blocco di Varsavia è un paleo-capitalismo sinistro, che combina tutti gli elementi più arretrati e più brutali del sottosviluppo (ivi compresa la rapina accelerata delle risorse naturali e delle foreste vergini da parte delle multinazionali), con gli aspetti più avanzati della criminalità organizzata mondiale”.

Quelle pseudo-rivoluzioni erano in realtà dei colpi di stato organizzati con la partecipazione occidentale (l’ultimo riuscito fu quello del 2014 a Kiev).

La UE non vedeva l’ora di potersi allargare così facilmente e di acquisire i beni dell’Europa orientale. Uno dei prezzi più gravosi che faceva pagare a quelle ex-nazioni del socialismo statalizzato era l’ingresso nella NATO.