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FLOP26 e lo spettro dell'Apocalisse

di Moreno Pasquinelli

La grande kermesse Cop26 sul clima si è svolta all’insegna del più allarmistico catastrofismo. L’annuncio più tenebroso l’ha fatto Boris Johnson: “L’apocalisse climatica è vicina”. I cronisti ci informano che c’è voluta tale smisurata profezia per risvegliare un Joe Biden in sonno profondo.

Logica vorrebbe che davanti ad una simile epocale minaccia sarebbero state adottate misure salvifiche eccezionali. Colpisce invece la sproporzione tra il paventato pericolo e gli impegni annunciati. Dalle parti degli ambientalisti assatanati è un coro di lagnanze e proteste. Nella gara a chi è più catastrofista, i gretini hanno parlato, riguardo al summit di Glascow, di “fallimento catastrofico”.

Non entriamo qui nel merito — se l’aumento della temperatura abbia, come ci viene detto, “cause antropiche” o se sia manifestazione delle cicliche alterazioni climatiche del pianeta (rimandiamo agli studi critici di Leonardo Mazzei pubblicati su questo sito). Segnaliamo l’inganno semantico che si nasconde dietro all’aggettivo: non il sistema sociale fondato sull’industrializzazione forsennata, non il consumismo scriteriato, non un modello di sviluppo paranoico, sarebbero eventualmente responsabili dei cambiamenti climatici; colpevole sarebbe l’uomo, sotto accusa è posta l’intera umanità — compresi i paesi del terzo e quarto mondo che dell’inquinamento sono solo vittime in quanto vere e proprie discariche di quell “sviluppati”.

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Realtà virtuale

di Antonio Martone

La visione di un film, la lettura di un libro o un’opera d’arte sono in grado di trasportarci in un mondo piacevole. La realtà virtuale è in grado di trasportarci in una simulazione esistenziale

Il cervello si adatta all’ambiente in cui viene immerso. E così, seduti comodamente sul divano, possiamo indossare un visore che ci trasporta negli ambienti più disparati. Assai rapidamente, siamo in grado di ritrovarci in un luogo oscuro e pericoloso, ricco di insidie e di incertezze, oppure possiamo lasciarci trasportare in un mondo piacevole che ci faccia sentire a nostro agio e che, magari, ci colmi di sensazioni belle e positive.

Del resto, il principio che alimenta questo tipo di “spaesamento” non è nuovo, né va attribuito totalmente all’ambito della cosiddetta realtà virtuale. Anche la visione di un film, quella di un’opera d’arte, la lettura d’un semplice fumetto e perfino l’ascolto del racconto di un amico possono trasportarci all’interno d’una realtà immaginaria. Tuttavia, la tecnologia del virtualismo contemporaneo, strettamente inteso, va ben oltre. Essa è in grado di rilevare fedelmente i movimenti del nostro corpo e le reazioni della nostra mente; può ridurre al minimo la nostra capacità di immaginare e quasi cancellare il nostro legame con il corpo e con la nostra disposizione spazio-temporale.

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lastampatop

L’incompetenza dei tecnocrati

di Massimo Cacciari

Perché le grida dei Grandi su catastrofi climatiche, disastri ambientali, crisi energetiche, migrazioni di popoli, disuguaglianze e altre mille sciagure, producono il topolino dei rimandi e rinvii? Due formidabili ragioni lo spiegano: il primo, che si tratta di un’unica, complessa crisi, dovuta all’interazione di processi biologici, economici, sociali, che è impossibile affrontare con interventi separati nel tempo e nello spazio, e tantomeno per mezzo di apocalittici allarmi. La tendenza alla riduzione di crisi multidimensionali a una sola, di volta in volta, delle sue componenti e a prendere una parte del problema isolandola dal tutto, è giunta al suo trionfo con la gestione della pandemia Covid, come Edgar Morin ha sostenuto con meridiana evidenza.

Il secondo, che crollato l’Ordine planetario prodotto dalla fine della seconda Grande Guerra, nessun nuovo Ordine, e neppure un solido Patto, lo ha sostituito – e le crisi da risolvere parlano invece soltanto un linguaggio globale. La politica ha con questo linguaggio un’interfaccia debole, occasionale, e soprattutto è costretta a svolgersi secondo ritmi, tra Paese e Paese, che sembrano non armonizzabili. Ciò non genera soltanto interventi inefficaci, ma, prima ancora, conoscenze erronee, poiché una questione in sé complessa non può neppure essere davvero conosciuta se la si affronta a pezzi, senza visione di insieme.

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eticaeconomia

De monetae natura

di Riccardo Zolea

Uno dei pilastri fondamentali della politica economica, su cui si è particolarmente accentrata l’attenzione accademica e dei policy maker nei decenni più recenti, è costituito dalla politica monetaria. Nonostante la centralità della politica monetaria nella gestione dell’economica mondiale, a livello teorico rimangono in campo due impostazioni praticamente opposte sulla natura e sul governo della moneta, la teoria della moneta endogena e la teoria della moneta esogena.

Nell’ambito dell’economia mainstream, quella marginalista, vige sostanzialmente la teoria della moneta esogena, quella solitamente studiata in tutti i manuali di economia monetaria (per esempio: Begg, D., Dornbusch, R., e Fischer, S. (2005) Economia, McGraw-Hill; Abel, A.B., e Bernanke, B.S. (1994) Macroeconomia, Il Mulino; Romer, D. (2013) Short run fluctuations, University of California; ma anche il capitolo 4 dell’ultima edizione, la settima, di Macroeconomics (2017), Pearson, di Blanchard, che appare in contraddizione con quanto spiegato nel capitolo 5).

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comedonchisciotte.org

Aveva ragione Marx

di Nestor Halak

Aveva ragione Marx. La religione, l’ideologia, il diritto, sono solo sovrastrutture, quello che conta sono i rapporti di produzione e conseguentemente i rapporti di forza. La presente involuzione autoritaria dello stato italiano lo dimostra. Il potere non ha neppure bisogno di cambiare la legge, basta non rispettarla, basta osservarla solo formalmente e contraddirla nella sostanza. Nessuna costituzione, nessun sistema di diritti, nessuna magistratura, nessun garante è in grado di assicurare il rispetto della legge se non ci sono, sottostanti, i rapporti di forza necessari. La prima repubblica non è caduta sotto i colpi dell’inchiesta mani pulite, è stata la caduta della prima repubblica che ha consentito lo sviluppo dell’inchiesta mani pulite.

L’Italia e l’Europa del dopoguerra sono state possibili a causa della divisione del mondo stabilita a Yalta, la sinistra italiana ed europea si reggevano, in ultima istanza, sull’esistenza dell’Unione Sovietica che era la solida forza sottostante, indipendentemente da qualsiasi aiuto concreto. Il welfare europeo è stato possibile perché esisteva lo spauracchio sovietico. I padroni concedevano perché avevano paura dei comunisti e questo ha consentito in occidente il periodo più florido dell’umanità dalla fine del paleolitico.

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kriticaeconomica

Alienazione

di Antonio Cerquitelli*

Tra i concetti che Karl Marx ha consegnato al dibattito politico, quello di alienazione merita di sicuro un posto privilegiato. Il problema dell’alienazione, così come Marx lo ha ricevuto in eredità dal suo maestro degli anni giovanili di studio, Ludwig Feuerbach, rimandava in realtà ad un ambito prettamente religioso: stava ad indicare quel processo di impoverimento spirituale causato dal fatto che gli individui, nel corso della storia, avevano assegnato gli attributi specifici del genere umano, il Gattungswesen, a Dio, non avendo consapevolezza che tali predicati appartengono naturalmente a loro stessi e non ad una divinità trascendente.

Marx si appropria strumentalmente di tale concetto e, combinandolo con le categorie dell’economia politica, trasforma l’alienazione in una potente critica della società capitalistica, togliendola dalle carte della tradizione filosofica e permettendole di prendere vita attraverso le lotte operaie dei decenni successivi. Tuttavia, la questione dell’alienazione pare non intrecciarsi più con le problematiche del lavoro contemporaneo. Non se ne parla più nel dibattito politico, né come strumento di lotta politica, né come fenomeno sociale.

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gliasini

Da Scarpetta a Martone

di Stefano De Matteis

Per entrare nella vita che Mario Martone porta sullo schermo a partire dalla biografia di Eduardo Scarpetta e della sua dinastia, realizzata con attori eccellenti, ambientazioni puntuali, ricostruzioni precise a ricreare il mondo e la vita teatrale napoletana di fine Ottocento, conviene forse cominciare dalle date e dal contesto.

Il successo dell’attore e commediografo napoletano si può far risalire almeno alla fine degli anni Settanta dell’Ottocento. Da allora ottenne un sempre maggior riconoscimento, che non fu solo locale, anche se da Napoli partì il suo trionfo. Rinnovò la farsa, riscrisse la commedia adeguandola alle mode dell’epoca e, come regista ante litteram, diede un ruolo nuovo all’attore, al capocomico e soprattutto al pubblico. La sua fu un’operazione molteplice, come ha spesso sottolineato Eduardo De Filippo: volle riformare il teatro non solo come edificio, ma anche come pratica recitativa e come relazione con il pubblico mettendo in atto una pedagogia estesa e complicata. E ci vollero anni per realizzarla. Inizialmente si affermò grazie a un particolare artificio comunicativo: fece leva sulla materia viva degli attori che si erano formati alla scuola di Antonio Petito, sul loro corpo agente in scena, sulle loro voci modulate e corali, come se si trattasse di una memoria vissuta e vivente che poteva modellare e riadattare.

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Libertà e padroni dell’ordine del discorso

di Salvatore Bravo 

Dopo i 50 mln di euro del 2020 sono a disposizione delle emittenti Tv e radiofoniche altri 20 mln da distribuire a TV e radio che mandano in onda gli spot governativi sulla campagna anticovid. Nella Gazzetta ufficiale della Repubblica italiana del 16 ottobre 2021 sono esposti i criteri per accedere alla mangiatoia governativa. Gli spot hanno, di solito, quali protagonisti vip e star televisive che usano il loro “capitale fiducia” per invitare a vaccinarsi. La guerra è guerra, per cui ogni mezzo è utilizzato a sostegno delle tesi governative. Sollevare dubbi in un momento di “fluide certezze scientifiche” è, oggi, più che lecito per capire il tempo presente. Parafrasando Hegel si potrebbe affermare che la democrazia è il proprio tempo appreso nel pensiero, attività concettuale difficile in un periodo in cui non esiste opposizione in parlamento: a coloro che comparano la situazione attuale con il fascismo bisognerebbe ricordare che il fascismo nella sua prima fase aveva in parlamento la sua opposizione, e successivamente essa fu clandestina e orchestrata all’esterno dai partiti in esilio. Oggi domina un’inquietante pensiero unico che si raccoglie intorno al freddo focolare degli emissari delle banche. Il sistema bancocentrico ha come principio la sola legge del denaro.

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La politica monetaria com’è e come viene raccontata

Il nuovo libro di Sergio Cesaratto

di Teodoro Dario Togati

Il nuovo libro di Sergio Cesaratto (Sei Lezioni sulla Moneta, Diarkos, Reggio Emilia, 2021, € 20) è senza dubbio assai stimolante e rappresenta un vero tour de force, per la notevole quantità di informazioni e spunti di analisi che offre. Ha almeno tre pregi evidenti.

Il primo è che il libro centra quella che appare come la sua principale mission: riesce a catturare l’attenzione anche del giovane lettore – che probabilmente si perderebbe davanti al ricchissimo materiale proposto — per via dei continui rimandi all’attualità e lo stile divulgativo che definirei coinvolgente, brillante, ‘militante’ e provocatorio, molto lontano dall’analisi ‘tecnica’, paludata dei tradizionali manuali di economia monetaria. In particolare, facendo tesoro anche della precedente fortunata esperienza editoriale dell’autore (mi riferisco al libro Sei lezioni di economia, tradotto di recente anche in inglese), il libro introduce il giovane lettore ad interpretazioni alternative di ‘fatti monetari’, apparentemente tecnici e ‘oggettivi’. Questo risultato è assai notevole nell’attuale contesto di omologazione culturale e didattica (alludo ad esempio al fatto che l’economia viene studiata attraverso gli stessi manuali in tutto il mondo), che fatalmente toglie spazio al sapere critico.

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ilchimicoscettico

Strane vicende

di Il Chimico Scettico

Quella che è stata messa su con il green pass all'italiana e i suoi annessi e connessi è una macchina incredibilmente stupida (e profondamente ingiusta).

Per esempio io, con ciclo vaccinale completo all'estero con uno dei vaccini approvati da EMA, ad alcuni pezzi dello stato italiano risulto non vaccinato (ad altri sì). Dei colleghi con prima dose di vaccino fatta nella nazione di provenienza e seconda in UK sono riusciti in tempi piuttosto brevi ad avere il riconoscimento dell'avvenuta vaccinazione anche a casa loro. In Italia invece ci sono stati problemi seri per chi ha fatto la prima dose in una regione e la seconda in un' altra.

Ma 'sta roba andrebbe difesa COMUNQUE e militarmente, per principio, secondo alcuni.

La vicenda del prof. Camperio Ciani da questo punto di vista è notevole. In agosto il professore invitava il rettore dell'università a licenziarlo se il green pass fosse diventato obbligatorio per esercitare l'insegnamento:

"Collega Rettore,

(non uso superlativi per cio’ che segue),

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Pensioni: il lavoro infame di CgilCislUil

di Sergio Scorza

Per quanto riguarda le pensioni l’impegno del governo e ritornare in pieno al sistema contributivo”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel corso della conferenza stampa al termine del Consiglio dei Ministri che ha approvato la legge di bilancio.

E come al solito, su un tema delicato qual’è quello delle pensioni perché va ad incidere sulle condizioni di vita di decine di milioni di persone, assistiamo, per l’ennesima volta, alle indecenti sceneggiate delle tre maggiori confederazioni sindacali.

Si, perché, a proposito delle manovre in corso, in questi giorni, sulle pensioni, andrebbe ricordato ai più giovani che l’idea di cambiare il metodo di calcolo da “retributivo” a “contributivo” con la legge Dini del 1995, in vigore dal 1° gennaio 1996, fu dei proprio dei sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil.

Una legge che segnò la fine del sistema previdenziale italiano solidale che garantiva pensioni dignitose a tutti. Basti dire che la proposta di Berlusconi di 2 anni prima che prevedeva “soltanto” di diminuire il coefficiente di ogni anno di anzianità, era, senza alcun dubbio, migliore.

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coniarerivolta

Riforme oggi, e austerità dietro l’angolo

di coniarerivolta

Anche stavolta, il tempo poteva essere galantuomo, ma non lo è stato. Mentre assistiamo ad un decisivo cambio di passo nel percorso di riforme in chiave neoliberista, le ultime notizie sul fronte dell’entità del sostegno pubblico all’economia non lasciano particolari dubbi su quale sarà l’atteggiamento dell’esecutivo Draghi in tema di politiche di bilancio per i prossimi anni. Come nostro solito, procediamo per gradi e cerchiamo di comprendere cosa sta accadendo in questi mesi concitati del primo, si spera, post-pandemia.

La crisi sanitaria ed economica generata dalla diffusione del Coronavirus e amplificata da un sistema sanitario a dir poco inadeguato a reggerne l’impatto, ha portato con sé la più grave perdita di reddito e di occupazione registrata negli ultimi 50 anni: una caduta del PIL di circa 10 punti nel 2020, associata a circa 1 milione di posti di lavoro persi nel nostro Paese (specialmente donne). Nei giorni più feroci del lockdown, ha iniziato ad aleggiare, in Italia e non solo, l’idea di un ritorno alla centralità dello Stato nell’economia, di un keynesismo non solo di facciata ma fatto di importanti, cospicui e rapidi interventi in campo economico volti a sostenere redditi e occupazione e a permettere al Paese di risollevarsi dalla crisi.

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lantidiplomatico

La vera genesi del "Green Pass" del Draghistan

di Gandolfo Dominici*

Il Draghistan - fu Repubblica Democratica Italiana fondata sul lavoro (R.I.P.) - è l’unico Paese al mondo ad avere denominato il lasciapassare Covid “green pass” e ad averlo applicato a tutti i lavoratori. Vedremo a breve come, già nella denominazione, quest'azione di Governo tradisca - con tutta evidenza - l'intento di addolcire la polpetta avvelenata ribattezzandola attraverso una classica operazione di green-washing.

 

Cosa è il green pass in Draghistan?

Il Covid Certificate nasce con lo scopo dichiarato di facilitare gli spostamenti dei cittadini dell’Unione Europea tra i vari stati. In Draghistan, però, esso è utilizzato a scopo dichiaratamente discriminatorio al fine di ottenere l’obbedienza dei sudditi ai precetti politico-sanitari del governo.

Poco importa che ciò sia in palese violazione del considerando 36 del Regolamento UE 953/2021, la cui traduzione in italiano dell’ultima frase (e solamente in italiano!) era stata inizialmente “omessa” (per una svista! Sic!).

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comuneinfo

I ricchi fanno male al pianeta

di Marco Bersani

A livello globale, il 10% più ricco della popolazione mondiale (771 milioni di individui) emette in media 31 tonnellate di CO2 per persona all’anno ed è responsabile di circa il 48% delle emissioni globali. L’autorevole ricerca che ce lo spiega dimostra anche che nelle nazioni più ricche, le emissioni pro capite della metà più povera della popolazione sono addirittura diminuite dal 1990 ad oggi, mentre si sono moltiplicate esponenzialmente quelle della popolazione abbiente e soprattutto quelle dei super-ricchi. La ricchezza inquina e siamo ben lungi dall’ essere tutti sulla stessa barca, anzi la trasformazione ecologica della società può attuarsi solo attraverso una radicale inversione complessiva della rotta

L’accumulazione di ricchezza in poche mani non produce solo una profonda e drammatica diseguaglianza sociale, dividendo il mondo fra vite degne e vite da scarto. I ricchi fanno anche male al pianeta e sono i principali responsabili della crisi climatica.

Lo studio “Climate change & the global inequality of carbon emissions, 1990-2020”, realizzato dal ‘Laboratoire sur les Inégalités Mondiales dell’École d’économie de Paris’, dimostra oltre ogni evidenza la disuguaglianza globale delle emissioni di gas serra tra il 1990 e il 2019.

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jacobin

Tre lezioni dal G20 di Roma

di Lorenzo Tecleme*

I cambiamenti arriveranno se riusciremo a imporli, in uno scenario globale cambiato in cui movimenti e convergenze tra forze diverse possono fare la differenza. Appunti a caldo dalla mobilitazione contro i grandi della terra

Da giorni il centro di Roma si sta trasformando in una cittadella blindata. Migliaia di uomini di forze armate e dell’ordine sono chiamati a presidiare il G20, il summit che riunisce le venti principali economie del mondo. Quest’anno la presidenza italiana ha scelto l’immaginifico slogan People, Planet, Prosperity, e si sprecano già i proclami ambiziosi su contrasto a Covid-19 e riscaldamento globale, riduzione delle disuguaglianze, pace.

Ma se dal punto di vista di chi scrive non molto di buono può uscire dal Palazzo dei venti potenti, molto più interessante è analizzare quanto le premesse di questo evento ci dicano sullo stato della politica globale – e sul come fare per cambiarla.

 

Primo, i rapporti di forza contano

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blackblog

La prosecuzione socialista dell'Illuminismo borghese

di Ernst Lohoff

XVII Tesi su: L'incanto del mondo. Il soggetto-forma e la storia della sua costituzione - una bozza.

Il movimento socialista, pur ritenendosi un movimento anticapitalista, ha dato tuttavia un contributo assolutamente decisivo all'instaurazione della forma-soggetto della società di mercato. La forma di attività generale della società di mercato ha ottenuto un riconoscimento generale solo a partire dalla pressione del movimento operaio. È avvenuto solo grazie all'apparizione di quest'ultimo, che l'astrazione reale «lavoro» ha ottenuto un riconoscimento in quanto valore dei valori, principio dei princìpi, che si colloca al suo posto centrale per quel che riguarda la costituzione del soggetto. Questo paradosso, possiamo comprenderlo solo grazie al quadro storico specifico del movimento operaio. La generalizzazione e l'onnipresenza della forma-soggetto si fonda sulla riduzione forzata dell'esistenza umana alla forma di attività della società di mercato, si basa sulla prestazione di lavoro. A subire la sorte di dover esistere sotto forma di unità di dispendio energetico fisiologico, non sono state le élite sociali, ma, prima di tutti gli altri, il nascente proletariato industriale, che lo ha vissuto come se fosse stato un disastro impostogli.

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sinistra

Nel Sahel ( e non solo) i poveri non sono in vendita

di Mauro Armanino

Niamey, 19 settembre 2021. Invisibili quando conviene, i poveri sono sempre i primi a sparire. Risorgono, quando necessario, attraverso le Grandi Agenzie Umanitarie che, nei loro rapporti finalizzati a ricavare fondi, li rendono occasionalmente importanti. I bambini, da questo punto di vista, rappresentano un bersaglio privilegiato perché, non da oggi, il futuro passa soprattutto attraverso la manipolazione delle loro vite. Secondo una recente dichiarazione dell’Unicef, agenzia onusiana che si occupa dell’infanzia, almeno un milione di bimbi nigeriani non potrà andare a scuola a causa dell’insicurezza in alcune zone del Paese. La stessa agenzia ricorda che, in Nigeria, ci sono stati almeno 20 attacchi contro le scuole e che oltre 1 400 alunni sono stati rapiti e 16 sono morti. Solo dopo aver negoziato i termini del riscatto con le bande criminali all’origine dei rapimenti, i bambini sono stati liberati. Si calcola che circa 200 alunni siano scomparsi dai registri scolastici per sempre.

Quanto al Niger, fatte le debite proporzioni, le cose non vanno meglio. In un rapporto appena pubblicato ad opera dell’ONG Amnesty International, dal titolo eloquente ‘Non possiedo più nulla se non me stessa’, solo nella zona di Tillabéri, almeno 377 scuole della regione sono ormai chiuse e a oltre 31 000 bambini è stato sottratto il diritto all’istruzione.

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sinistra

La svolta dell'Eur

di Salvatore Bravo

E il primo diritto innato del capitale è l’eguale sfruttamento della forza-lavoro

Il 24 gennaio 1978 sulla Repubblica Lama segretario della CGIL dal 1970 al 1986 in un’intervista intitolata “Lavoratori stringete la cinghia” espone la nuova posizione della CGIL coerente con la svolta dell’EUR del 1978. Il sindacato prende atto delle mutate condizioni storiche e scende a compromesso con il modo di produzione capitalistico, usa il linguaggio del capitale, abbandona ogni ipotesi rivoluzionaria e partecipativa per scegliere il compromesso con cui “salvaguardare” i lavoratori e l’occupazione. Ai lavoratori è richiesto il ridimensionamento delle rivendicazioni salariali e sociali per non gravare sui costi dell’azienda, si deve “proteggere l’azienda” per consentire il diritto al lavoro. Operai e impiegati devono, dunque, collaborare col capitalista: è il declino complice dei corpi medi e della democrazia sociale che si realizza senza fraintendimenti con l’abbraccio tra Landini e Draghi. L’abbraccio di Draghi è l’artiglio del dominatore che cala sul dominato, le gerarchie sono visibili nella dinamica di quell’abbraccio. Le premesse erano già scritte nell’intervista a Lama:

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lantidiplomatico

Il P.U.N. e il suo Duca

di Andrea Zhok

Per chi non avesse ancora capito la situazione, Mario Draghi è la Troika, entrata da noi su gentile invito, che ora sta governando con un supporto plebiscitario di partiti che costituiscono a tutti gli effetti un Partito Unico Neoliberale.

E' importante capire che questa NON è un'iperbole.

L'agenda che unifica il 100% dei partiti in parlamento (nella misura in cui hanno un'agenda, molti sono là semplicemente perché aspettano il 27 del mese) è legata ad un'idea di Stato il cui unico compito è di ottimizzare le funzionalità di mercato e di introdurre meccanismi di mercato dove ancora non ci sono (e questa è la definizione di stato neoliberale).

Secondo la classica definizione di David Harvey:

il Neoliberalismo è

"una teoria delle pratiche economico-politiche che propone che il benessere umano sia promosso al meglio liberando iniziative e capacità imprenditoriali individuali, entro una cornice istituzionale caratterizzata da forti diritti di proprietà privata, liberi mercati, e libero commercio.

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lantidiplomatico

Tutta la manovra per le imprese, contro chi lavora

di Dante Barontini

Potremmo accontentarci del titolo di un giornale qualsiasi: “Manovra, tutti contenti meno i sindacati”.

Se persino i “complici” di CgilCislUil trovano che questo piatto sia immangiabile, si intuisce subito che per i lavoratori italiani (e i disoccupati, i poveri, i pensionati, ecc) è un disastro.

E teniamo presente che, dopo molti anni, questa volta c’era lo spazio finanziario per una manovra che non fosse il solito “lacrime e sangue”, visto che si poteva mettere tra le entrate sia la prima rata del Recovery Fund (23 miliardi), sia quelle che arriveranno nel 2022 se saranno fatte tutte le “riforme” chieste e imposte dall’Unione Europea. Naturalmente “per i giovani”, ci mancherebbe…

Ma c’è stato spazio anche per un siparietto quasi berlusconiano, con il governo che “si applaude da solo” e lo dice pure in conferenza stampa…

Analizzare la “legge di stabilità” – la legge più importante dello Stato, quella che ogni anno decide su come si reperiscono le risorse pubbliche e come vengono impiegate – è sempre un esercizio complicato.

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lantidiplomatico

Taiwan e il caso Volkswagen: la guerra fredda dei microchip

di Leo Essen

Lotta di potere a Wolfsburg tra Herbert Diess, CEO di Volkswagen, e Daniela Cavallo, Capo del Consiglio di fabbrica di Volkswagen, una delle persone più potenti dell'enorme impero VW (taz.de).

Herbert Diess era pronto per partire per New York, dove aveva in programma un incontro con alcuni investitori e politici (Reuters).

Dopo l’annuncio di 30.000 esuberi, Diess è finito nel mirino dei lavoratori. Cavallo lo tiene sotto tiro. Lo accusa di scarso interesse per i lavoratori.

Nonostante gli Stati Uniti siano il maggiore mercato del Gruppo VW, Diess ha ceduto e ha rinviato la partenza. Voi siete più importanti degli investitori, ha detto sull’intranet aziendale (sueddeutsche.de).

La tregua non è stata un atto di generosità. In Germania vige il principio della codeterminazione. Attraverso il Consiglio, i lavoratori intervengono nelle scelte strategiche della società, possono anche esercitare il diritto di veto in materia di delocalizzazione, chiusure di impianti, fusioni e acquisizioni aziendali.

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sinistra

L’anno zero della democrazia

di Salvatore Bravo

L’anno zero della politica è tra di noi, politica è pluralità, prassi della democrazia nella quale gli avversari nel confronto dispiegano la realtà, in essi lo specchio della verità si frantuma per ricomporsi nel confronto. La democrazia è la ricostituzione del dato, l’esteriorità dei dati si trasforma nella coscienza dei cittadini in consapevolezza della realtà storica e in attività, in cittadinanza che partecipa al cambiamento generale. In questi anni pandemici si è palesato a tutti che la democrazia imperfetta è al limite della dittatura. Il termine pandemia usato in modo continuo è inesatto, poiché pandemia indica un fenomeno epidemico che colpisce tutti nella stessa maniera, fortunatamente i giovani anche se affetti dal virus, in genere, sono asintomatici. La distorsione del linguaggio è il primo segnale della decadenza della democrazia. Il taglio della democrazia si palesa nell’informazione tendenziosa. Per incentivare le vaccinazioni non si fa appello ad una equilibrata informazione, ma si conteggiano nelle TV di Stato e private gli immunizzati. Sappiamo che il vaccino non immunizza, ma diminuisce in molti casi gli effetti dell’infezione: vaccinato può infettarsi e infettare.

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gazzettafilosofica

La banalità del male pubblico: il caso Barbero

di Gabriele Zuppa

È con la superficialità degli atteggiamenti quotidiani, con la banalità – per dirla con Hannah Arendt – della polemica meschina che danneggiamo quel confronto dialettico e veramente scientifico in cui consiste innanzitutto una democrazia

Quanto non sentiamo ripetere da giornalisti e politici della disinformazione che circola incontrollata nei social? Ma da cos'è veicolata la disinformazione se non dall'accontentarsi della prima cosa che capita – magari perché l'ha detta “uno dei nostri” –, dalla sbrigatività di giudizio, dalla scarsa attitudine all'approfondimento, dalla conseguente mancanza di familiarità con la complessità, dalla seduzione dello slogan e simili?

Ecco che la terza domanda retorica vien da sé: non sono queste caratteristiche proprie di giornalisti e politici? Ogni volta che mi son messo a condurre una piccola indagine, quest'anno, mi sono imbattuto in fake news: dai Måneskin ai vaccini ad Alessandro Barbero con le sue ultime considerazioni sulle disuguaglianze di genere.

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lafionda

Bitcoin: un’utopia libertaria o uno strumento nelle mani della finanza globale?

di Pietro Bottazzi

E’ notizia recente che lo stato di El Salvador ha legittimato l’utilizzo del bitcoin sul territorio nazionale come mezzo di pagamento – accanto alla valuta ufficiale che è il dollaro statunitense -, primo stato al mondo ad aver reso legale la criptomoneta nel proprio sistema economico e finanziario[1]. Già da tempo nei paesi che si distinguono per una scarsa diffusione di infrastrutture bancarie, o in cui vi è poca o nessuna possibilità di accesso al credito, le persone utilizzano le valute digitali come surrogato delle monete ufficiali per le necessità quotidiane. [2]

Cosa si sta definendo di nuovo nell’ambito monetario a livello globale, tale che i regolatori istituzionali sono costretti a muoversi allertati dalle percentuali altissime di sviluppo di questa tecnologia?

Il mondo dei bitcoin è complesso e per capirlo occorre creare un distinto quadro d’insieme, non facile da abbracciare in un colpo solo.

Giova chiedersi innanzitutto: il bitcoin è una moneta?

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kelebek3

Miracoli in vista

di Miguel Martinez

Due chicche dal sito di Repubblica riassumono bene l’approccio attuale alla questione ambientale. Ricordando che “ambiente” vuol dire semplicemente tutto ciò che ci circonda, il che non è poco.

 

MIRACOLO UNO

Cop26 – 10. Sos clima, obiettivo: vivere green al 100%

Guardare un cielo limpido con occhiali da sole fatti con materiale riciclato. Non vedere allagamenti e alberi abbattuti se invece della pioggia autunnale arriva un tornado. Muoversi con bus e auto che non inquinano. Non è un’utopia, basterebbe raggiungere gli obiettivi principali del piano per la transizione ecologica. L’Italia, con l’Unione europea, ha concordato infatti cinque macro-obiettivi per la transizione ecologica: neutralità climatica; azzeramento dell’inquinamento; adattamento ai cambiamenti climatici; ripristino della biodiversità e degli ecosistemi; transizione verso l’economia circolare e la bioeconomia.

Questi l’inquinamento non è che lo riducono, lo azzerano.

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comidad

La grandeur dell'Italietta si chiama emergenzialismo

di comidad

I media mainstream hanno catalogato la sentenza della Corte Costituzionale polacca, sulla superiorità dell'ordinamento statuale rispetto a quello comunitario, nell’ambito dell’orrido “sovranismo”. Altri commentatori, meno ufficiali, hanno invece sottolineato, con più fondatezza, il doppiopesismo della Commissione europea, che non ha assunto atteggiamenti sanzionatori quando analoghe sentenze sono state emesse dalla Corte Costituzionale tedesca.

Occorre però considerare la diversità dei contesti e delle motivazioni delle rispettive sentenze. La Corte tedesca si è sempre mossa nei canoni classici del gioco delle parti, opponendo una sorta di resistenza di principio prima al MES, e poi al nuovo corso della BCE nel senso dell’inondazione di liquidità monetaria. Di fatto, in entrambi i casi la Corte tedesca, mentre impartiva lezioncine e imponeva paletti, non bloccava un bel nulla, poiché sia la scelta del MES, sia il nuovo corso della BCE, hanno favorito gli interessi tedeschi. Definire la Corte tedesca una sorta di filodrammatica dell'orgoglio germanico, non è spregiativo ma solo realistico.

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manifesto

Miliardi di euro per «innovare» la Nato nucleare

di Manlio Dinucci

«La Nato è finita in soffitta», scrivevano un mese fa i commentatori politici di svariate testate giornalistiche, dopo che la Francia aveva ritirato l’ambasciatore da Washington il 16 settembre. Era la protesta di Parigi per essere stata esclusa dal partenariato strategico-militare tra Stati uniti, Gran Bretagna e Australia, annunciato il giorno prima, e aver perso un lucroso contratto per la vendita di sottomarini all’Australia, che saranno sostituiti da sottomarini nucleari forniti da Usa e Gran Bretagna.

Una settimana dopo la clamorosa rottura diplomatica, però, il generale francese Lavigne veniva messo a capo del Comando Alleato della Trasformazione, con quartier generale a Norfolk negli Usa, e i presidenti dei due paesi, Biden e Macron, pubblicavano una Dichiarazione congiunta (qui la versione dell’Eliseo, qui quella della Casa Bianca, ndr).

Biden riaffermava «l’importanza strategica dell’impegno francese ed europeo nell’Indo-Pacifico» (la regione che nella geopolitica di Washington si estende dalla costa occidentale degli Usa a quella dell’India).

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cumpanis

“L’essenza, per le fondamenta”. Intervista a Vittorio Gioiello

La Questione Comunista

di Vittorio Gioiello

Intervista a Vittorio Gioiello, presidente Centro Studi di Politica Internazionale (CESPI). Pubblichiamo l'intervista nella forma di un' unica e complessiva risposta alle nostre domande

Mettere al centro dell’analisi la “questione comunista” comporta la ripresa di una discussione che, in modo non separato ma strettamente interdipendente, conduca l’analisi critica dell’attuale fase cosiddetta “postmoderna”, “postfordista” e “postindustriale” – con tutti i suoi specifici contenuti volti a demistificare la tesi secondo cui, a causa della rivoluzione tecnologica, il lavoro sarebbe ormai obsoleto; il capitale, in quanto transnazionale, sarebbe sempre più “astratto”, e, a sua volta, anche lo stato-nazione sarebbe assorbito in una sorta di empireo, che renderebbe inutile, perché priva di presupposti reali, la lotta sociale e politica sul territorio: discussione che aggredisca la questione del ruolo della soggettività organizzata in questa fase, in cui la cosiddetta sinistra pensa ed opera, non solo in Italia, in termini nettamente più arretrati di quelli assunti a suo tempo dalle socialdemocrazie.

In tale contesto occorre domandarsi perché e come un partito comunista possa e debba rientrare in campo per combattere anzitutto l’ambiguità di una opposizione destra-sinistra, che è il contorno di un’omologazione politico-istituzionale agli interessi di classe del capitalismo internazionale e nazionale.

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linterferenza

Sistemi complessi: determinismo o indeterminismo?

di Giacomo Rotoli

Dopo l’orgia di virologi e immunologi mediatici sarebbe meglio tornare a parlare seriamente di scienza per non perdersi tra scientismo e anti-scienza. Per questo motivo il mio è un complemento da fisico al bell’articolo di Guido Bonali Sull’ indeterminismo in natura e nella conoscenza della natura sull’Interferenza del 20 ottobre. Avevo intenzione di scrivere un commento ma il commento è diventato troppo lungo e quindi l’ho inviato come articolo, è scritto davvero di getto e quindi vi prego di perdonare qualche imprecisione. Qui solo chiarire per i lettori non proprio fulmini di guerra in fisica alcuni punti, perché filosofi e, purtroppo, anche ricercatori generano, parlando a vanvera, a volte confusione. Lascio a voi rispondere al quesito posto nel titolo per parte mia io credo che la complessità non esclude il determinismo sebbene in senso probabilistico e d’altra parte tutta la scienza moderna da Galileo e Newton fino ad oggi non ha fatto altro che inseguire modelli che prevedessero l’evoluzione futura di un sistema. L’indeterminismo, se lo leggiamo correttamente in termini probabilistici nel senso che non è detto che si realizzi ciò che aspettiamo o auspichiamo, comunque ci da quello spazio in cui può esistere e si esprime il libero arbitrio e in fondo anche la stessa azione politica.


Di seguito le mie considerazioni ispirate dall’articolo succitato:

1. Il caos di cui normalmente si parla in fisica oggigiorno non ha nulla a che vedere col caos primordiale o più genericamente col disordine, infatti è detto “caos deterministico” perché nonostante la traiettoria (cfr. la nota [1] per la terminologia) che compie il sistema sia complicata e ci sembra persino un po folle, caotica insomma, essa è sempre perfettamente prevedibile date le condizioni iniziali;

2. Dove nasce l’indeterminazione? Essa nasce dal fatto che nel mondo reale ogni misura nasce con un errore e quindi anche lo stato iniziale del sistema è affetto da errore, per cui poiché a stati iniziali diversi corrispondono traiettorie anche molto diverse se il sistema è caotico, ne segue che la predizione sullo stato finale del sistema è difficile ed è possibile solo in termini probabilistici. Questo lo vediamo ogni giorno con le previsioni del tempo: esse hanno oggi un limite massimo di accuratezza di circa 6 giorni perché dopo la divergenza delle traiettorie porta a previsioni diverse (detto volgarmente “effetto farfalla” poiché si dice che anche il battito delle ali di una farfalla a Pechino cambia il tempo in Europa) essendo le equazioni che modellano i fluidi viscosi come l’aria, equazioni di Navier-Stokes non-lineari e quindi caotiche. Tuttavia c’è da dire che oggi stiamo molto meglio di quando le previsioni arrivano a soli tre giorni perché lo sviluppo di computer molto potenti permette di seguire l’evoluzione del sistema con una precisione molto più grande che in passato, sviluppando tutte le possibili traiettorie del sistema, ed esistono poi numerosi modelli semplificati di previsione anche a più lungo termine che possono dare informazioni sull’evoluzione del clima anche se sono incerti su tempi e luoghi precisi dei fenomeni;

3. Anche la nozione di “sistema complesso” richiede una precisazione, la complessità spesso deriva da una forma non lineare delle equazioni che ne devono predire il comportamento (ovvero ad esempio la somma di soluzioni non è detto che sia una soluzione), ma per quanto il sistema possa essere caotico non è affatto detto che sia disordinato. Ad esempio nel caso della turbolenza si può avere caos temporale ma non spaziale per cui vi sono strutture spaziali ordinate mentre l’evoluzione nel tempo è caotica, portando ad effetti come l’intermittenza (ovvero il sistema oscilla tra stati differenti in modo imprevedibile se non in termini probabilistici). Spesso è proprio la non linearità ad essere sorgente di un comportamento ordinato ma al tempo stesso complesso nel senso che è un ordine a volte gerarchico che non è riducibile a qualcosa di semplice (si pensi ai frattali che sono oggetti strettamente legati al caos deterministico [2]) si pensi alle onde solitarie (solitoni), che sono onde di una natura particolare in cui la non linearità impedisce la dispersione e quindi la dissoluzione dell’onda, che provengono dalle stesse equazioni che a volte danno un comportamento caotico;

4.Giusto un accenno alla biologia: se essa come appare oggi è veramente fondata sul comportamento di molecole complesse (attenzione qui complesso significa altro che quello inteso prima, parliamo di un numero di atomi relativamente piccolo e la complessità è principalmente nella loro distribuzione spaziale) è necessaria una descrizione quantistica. I fenomeni quantistici, pur avendo al loro interno dei concetti probabilistici, agiscono in direzione opposta al caos deterministico per cui non c’è in generale caos deterministico nei fenomeni quantistici. Ed è inutile pensare che l’indeterminazione quantistica sia sorgente di quell'”indeterminismo” di cui si parla a cena oggi: con tutta la loro indeterminazione i calcoli quantistici sono in grado di calcolare grandezze con la precisione di una parte su un milione o anche di più [3], ed è il motivo per cui il famoso anatema di Einstein contro la meccanica quantistica: “Dio non gioca ai dadi” non ha avuto particolare effetto sulla comunità dei fisici: la meccanica quantistica funziona così bene che nessuno ha cercato di sostituirla con un’altra teoria non probabilistica;

5. Veniamo agli ultimi due punti di cui vorrei parlare: quello che noi vorremmo è predire forse il comportamento dell’individuo o della storia. Sono problemi diversi, di scala molto diversa. Dell’individuo si è già detto nell’articolo di Bonali dell’ordine esistente nel cervello per quanto questo possa essere complesso. E’ noto che esistono circuiti neurali che si producono per effetto dell’ambiente, ad esempio per mezzo dell’assunzione di droghe, per cui il cervello risulta in continua interazione con l’ambiente esterno e da questo forgia una sua immagine del mondo mettendo ordine nei propri neuroni (e un eccesso di ordine nel caso delle dipendenze). Si potrebbe prevedere la sua evoluzione? Difficile, se non sempre in termini probabilistici;

6. Lascio per ultima la storia: Fernand Braudel in una celebre intervista disse che i singoli individui non avevano nessuna possibilità di influenzare i processi storici (lasciando esterrefatti Fanfani e Ingrao che lo ascoltavano). Egli vedeva i processi storici come qualcosa di deterministico sebbene non prevedibile a causa della complessità [4]. Per Karl Marx si può fare lo stesso discorso: determinismo si ma dove andrà il sistema? Meglio forse dargli qualche spintarella allora, forse per tale motivo scrisse il Manifesto. Se non fosse stato così a che serviva scrivere e diffondere le sue idee, sarebbe stato come Hari Seldon lo psico-storiografo autore di una teoria fortemente deterministica della storia protagonista del romanzo di fantascienza Cronache della Galassia di Isaac Asimov [5]: egli comunicò le sue scoperte solo ad un piccolo manipolo di seguaci. Tutto si svolse nel modo in cui aveva previsto fino a secoli dopo le previsioni quando lui era già morto da un pezzo. Ma, e qui viene il bello, entrò in gioco un fattore imprevedibile: un mutante, il Mule, in grado con i suoi poteri mentali di modificare il corso della storia creando quella che matematicamente si potrebbe dire una biforcazione. Come si uscì dall’impero autocratico e malefico del Mule? Beh quei pochi seguaci informati avevano costituito una fondazione (per chi conosce la storia si tratta della c.d. Seconda Fondazione) per controllare l’evoluzione del sistema e come sottoprogetto lo studio dei poteri mentali. Essi fecero fuori il mutante: anche il grande Hari Seldon aveva pensato ad un sistema che evitasse l’indeterminismo. Lasciando perdere questa che è una storiella, mi sovviene che chi si richiama al socialismo e alla lotta di classe appartiene oggigiorno proprio ad un manipolo di seguaci sparsi specialmente in occidente sotto una dittatura di mutanti/falso coscienti (se pensiamo ai vari zerbini femministi non c’è che dire sono stati effettivamente ri-programmati nella psiche). Ma pensiamo un attimo come la storia sia un processo deterministico, non-lineare soggetto a biforcazioni: cosa sarebbe successo se il treno di Lenin fosse deragliato in Germania e lui fosse morto?


Note
[1] Userò nel seguito i seguenti termini che sono usuali nella letteratura scientifica ma nel linguaggio naturale potrebbero essere fraintesi: “sistema” è ciò che è l’oggetto dello studio, normalmente anche un sistema semplice ha delle caratteristiche complesse, quando lo si modella si fa una scelta riduzionista eliminando la descrizione di tutto ciò che non si ritiene rilevante per la previsione che vogliamo fare (ad esempio certamente la temperatura influenza la lunghezza di un pendolo, ma assumendo che essa sia costante possiamo trascurare questo effetto); “modello” è quello che è il risultato della riduzione esso generalmente è descritto da “equazioni” in cui compare la variabile tempo (quando non è descritto da equazioni un modello è ancora oggetto di discussioni e a volte dispute tra gli scienziati, ma oggigiorno esistono equazioni un po per tutto: dai fluidi turbolenti al sistema terra con i suoi abitanti) bisogna tenere sempre a mente che un “modello” non rappresenta integralmente la realtà fisica ma è sempre una sua riduzione; “traiettoria” è il risultato della soluzione delle equazioni (non sempre facile si ricorre ai computer molto spesso ormai), la traiettoria fornisce ad un dato tempo t lo stato del sistema S(t) una volta che siano noto lo stato iniziale S(0) al tempo t=0. Lo stato dipende da cosa è il sistema: può essere la posizione di un pendolo al tempo t anche se questo è soggetto ad un moto caotico, o anche un’insieme di valori che contengono ad esempio le previsioni del tempo per domani in termini di temperatura, vento, umidità, pioggia, etc. oppure lo stato di un sistema sociale: popolazione, risorse, grado di inquinamento, distribuzione della ricchezza, etc.
[2] Proprio Giorgio Parisi dimostrò, insieme a Uriel Frisch, l’esistenza di strutture frattali nei flussi turbolenti. Parisi G. and Frisch U., On the singularity structure of fully developed turbolence, in Turbulence and Predictability in Geophysical Fluid Dynamics and Climate Dynamics, Proceedings of the International School of Physics «E. Fermi», Varenna, Italy, edited by M. Ghil, R. Benzi and G. Parisi, Course LXXXVIII (North-Holland, Amsterdam) 1985, p. 84.
[3] Ad esempio la costante di struttura fine, che è una costante fondamentale che interviene nella fisica delle particelle può essere calcolata per mezzo dell’elettrodinamica quantistica con la precisione di 0.25 parti per miliardo.
[4] A parte i famosi modelli nati dagli studi del c.d. Club di Roma, nati dagli studi di Vito Volterra, esistono anche modelli alternativi di studio dell’evoluzione della popolazione e delle risorse in cui intervengono anche una modellizzazione delle classi sociali. Tutti i modelli però hanno il difetto di essere palesemente dipendenti dalle scelte dei soggetti che ne definiscono la struttura. La scelta di introdurre o no delle strutture di classe è ovviamente soggettiva, un modellista neoliberale non la farebbe pensando più alla società come una raccolta di individui come atomi. Per un aggiornamento su questo tipo di modelli cfr. 2050 Il futuro del nuovo nord, https://www.ibs.it/2050-futuro-del-nuovo-nord-libro-laurence-c-smith/e/9788806198213
[5] Isaac Asimov, Cronache della Galassia, prima ed. italiana 1963.
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ilsimplicissimus

I padroni occulti delle notizie

di ilsimplicissimus

Per quanto possa sembrare impossibile in un mondo razionale ancora molte persone sostengono la narrativa diffusa dai media e dai governi: SARS-CoV-2 è un virus killer e solo i blocchi e la vaccinazione possono proteggerci. E se questo non funziona è perché il blocco non è stato abbastanza severo e non sono state ancora vaccinate abbastanza persone, oppure c’è bisogno di una vaccinazione di richiamo, anche se non esiste alcuna ragione al mondo perché essa possa cambiare le cose, tanto che in alcuni Paesi già si pensa alla quarta dose e così via: un grande affare perpetuo. Esaminando punto per punto questo universo di asserzioni che ci vengono propinate ci si accorge facilmente che si tratta di sciocchezze che vengono credute solo perché ripetute tutte le ore e tutti i giorni. Ma c’è un altro fatto che aumenta decisamente la forza della narrativa pandemica, ovvero che le notizie sul Covid sonoo simili se non identiche in tutto il mondo: allora deve essere vero. E di fatto questo è l’argomento principe per parecchie persone.