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pensieriprov

La scuola ha dimostrato che il contagio si può gestire, ma …

di Sandro Arcais

La scuola ha dimostrato che il contagio si può gestire. Non lo affermo io. Lo afferma implicitamente l’Istituto Superiore di Sanità, e lo afferma anche il sito on-line della rivista Nature. Ma nel mio piccolo lo affermo anch’io, che a scuola ci lavoro.

Ma la scuola induce necessariamente la movimentazione di milioni di ragazzi che questo inizio autunno sono stati uno dei vettori della ripartenza dei contagi. I ragazzi uscivano di casa la mattina, si intruppavano nei mezzi di trasporto, lì qualcuno contagiava qualcun’altro, arrivavano a scuola dove il virus del contagiato si fermava nella mascherina, uscivano da scuola, si intruppavano nei mezzi di trasporto, lì qualcuno contagiava qualcun’altro, arrivavano a casa e lì chi era contagiato contagiava tutti i familiari. E il giorno dopo la giostra cominciava un altro giro.

Ora, da quest’ultima considerazione il ragionamento può dirigersi in due direzioni opposte.

La prima: siccome tutto il resto non ha funzionato e prima e dopo la scuola i ragazzi si contagiano, la scuola deve rimanere chiusa.

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kriticaeconomica

L’attualità del pensiero: perché riscoprire Claudio Napoleoni

di Anna Noci

Claudio Napoleoni (1924–1988) è stato un economista italiano, professore di economia politica a Torino (dopo aver insegnato ad Ancona e Napoli), deputato e poi senatore della Repubblica, ma anche filosofo dell’economia, aspetto questo niente affatto separato dal suo lavoro di economista. Una figura poliedrica dal percorso inusuale, se si pensa che divenne professore ordinario di economia senza nessuna formazione accademica in materia.

Il 10 dicembre 2020 si è tenuto un convegno organizzato dall’Istituto Gramsci di Torino dal titolo “Economia e Politica dopo la catastrofe. L’eredità di Claudio Napoleoni”. Lo scopo era quello di discutere la figura di Claudio Napoleoni alla luce di tre punti principali: l’eredità fisica del Fondo Napoleoni, le implicazioni epistemologiche del suo libro più controverso – “Discorso sull’economia politica” (1985) – e la rilevanza del suo pensiero per la politica di oggi. Non è un caso che questo convegno si sia tenuto in un periodo di profonda crisi che investe vari livelli, dall’economia alla società: pur non diventando mai pessimista, il pensiero di Napoleoni è sempre stato attento al pericolo della “catastrofe”.

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byoblu

Youtube verso la chiusura di Byoblu. È questo il mondo che volete?

di Claudio Messora

Non so se ve ne siete resi conto, ma le cose stanno precipitando. La deriva iniziata nel 2020 con la censura dei contenuti non allineati da parte dei grandi colossi della rete è diventata, in questo inizio 2021, conclamata. Canali cancellati, profili chiusi, video che spariscono, persone a cui viene impedito di commentare o pubblicare… E la politica, che dovrebbe agire secondo i principi della Costituzione improntati all’ormai disapplicato articolo 21, anziché difendere i cittadini dallo strapotere di soggetti privati (peraltro stranieri), se ne sta con le mani in mano, quando addirittura non li asseconda.

Byoblu ha fatto e sta facendo il massimo per portare nelle vostre case quelle voci non allineate a cui sono preclusi radio, televisione e giornali. Le altre potete sentirle ovunque, a reti unificate. Cos’è una dittatura, se non un regime nel quale esiste una sola opinione ammissibile? A cosa serve incarcerare i dissidenti, oggi, se tanto nel nuovo Governo dei Social Network basta impedirgli di parlare e scrivere? A niente: è solo questo il motivo per cui ancora non ci vengono a prendere a casa, uno per uno: il potere mediatico che detengono è ormai talmente grande, che basta chiudere un profilo per far sparire completamente la voce di chi non è d’accordo.

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sovranitapopolare

L’etica dell’imperativo “vaccinarsi”

di Isofia*

Molte persone ci chiedono di rispondere alla insistente propaganda di chi definisce un “imperativo etico” e un “dovere morale” quello di vaccinarsi

ISOFIA è una rete internazionale di medici, scienziati, accademici e avvocati che, senza alcun fine di lucro, ha come unico obiettivo quello di condividere le conoscenze e le esperienze di ciascuno e collaborare per ricercare e difendere la verità scientifica e la libertà personale, pur nel pieno rispetto della socialità e delle responsabilità civili.

Da mesi riceviamo continui e ripetuti messaggi sullo stato di emergenza da pandemia volti a rafforzare, in modo crescente e penetrante, un perdurante stato di paura dinanzi al c.d. “virus mortale” e per mesi ci è stato detto che l’unica via di salvezza sarebbe stata la vaccinazione di massa e ora ci troviamo al dunque…

Molte persone ci chiedono di rispondere alla insistente propaganda di chi definisce un “imperativo etico” e un “dovere morale” quello di vaccinarsi.

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comidad

La destra fa tutte le parti in commedia

di comidad

Prima di essere congedato, il cialtrone Trump ha reso un ultimo servigio alla causa del politicamente corretto, di cui è sempre stato un involontario strumento, regalando l’ennesima “vittoria” alla democrazia americana. Alcuni commentatori hanno finto di domandarsi quale possa essere il danno per l’immagine degli USA in seguito all’invasione delle aule del Congresso da parte dei supporter di Trump.

In realtà chi è al vertice della gerarchia internazionale può permettersi il lusso di sbracare senza problemi di sorta, poiché ci sarà sempre un esercito di aedi pronti a rivoltare la narrazione dei fatti ed a trasformare le figuracce in trionfi. Sorte opposta spetta invece a chi sta al fondo della gerarchia, poiché, se anche tenesse un comportamento irreprensibile, non sfuggirebbe in ogni caso alle critiche ed alle condanne; anzi la sua stessa irreprensibilità verrebbe ritenuta un comportamento sospetto, tipico di chi abbia qualcosa di losco da nascondere. Mentre i fattacci di Washington erano ancora in corso e non si sapeva ancora con precisione cosa stesse accadendo (in effetti non lo si sa neppure adesso), già il coro mediatico degli irriducibili cantori della democrazia americana si era messo all’opera.

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lantidiplomatico

“Obiezioni importanti” al Pfizer. Le Monde pubblica e-mail hackerate all'EMA

La guerra dei vaccini si fa aperta. Il quotidiano Le Monde ha pubblicato delle e-mail rubate da qualche ignoto hacker all’Agenzia europea del farmaco (Ema), circolanti nel dark web e di grande interesse.

L’autorevole quotidiano transalpino spiega che alcune di queste e-mail appaiono manipolate, ma altre no, com’è evidente, altrimenti non ne avrebbero rivelato il contenuto.

In tali missive affiorano pressioni per far approvare in via forzosa il vaccino tedesco-americano Pfizer-BionTech e quello Moderna, tutto americano, anche ad opera del Commissario europeo, la tedesca Ursula von der Leyen, il cui annuncio pubblico dell’approvazione del vaccino, a stare alle e-mail, ha destato sorpresa in seno all’Ema.

In particolare, le e-mail interne dell’Ema riferiscono di “obiezioni importanti” fatte al vaccino Pfizer, e si rileva come siano state riscontrate differenze tra quello annunciato e documentato negli studi e quello effettivamente commercializzato, almeno per alcuni lotti, col risultato che esso potrebbe avere un’efficacia ridotta (o nulla? L’interrogativo è d’obbligo, data l’assenza di informazioni in merito).

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lafionda

La grande paralisi

di Carlo Galli

L’Italia è il Paese al mondo con il più alto numero di decessi da Covid in rapporto alla popolazione; l’Italia è il Paese al mondo che si attende la più alta contrazione del Pil a causa del Covid; forse gli Usa ci uguagliano o ci superano per confusione istituzionale nel combattere il Covid, ma almeno quelli sono una federazione mentre l’Italia no: ha solo le Regioni, che litigano fra di loro e con Roma su tutto, a partire dalla DAD.

Saputo che Olanda ed Estonia sono entrate in una crisi di governo a causa delle dimissioni dei loro primi ministri – entrambi di centro-destra –, anche l’Italia sta provando a fare lo stesso, per rimanere nella pattuglia di testa dei Paesi più dissestati. L’artefice di questo tentativo è Matteo Renzi, che, a coronamento di una carriera ricca di soddisfazioni, ha pensato di sradicare Conte dalla poltrona di Presidente del Consiglio, e di sostituirsi a lui (direttamente o per interposta persona) come trait d’union fra PD e M5S, come perno della governabilità.

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perunsocialismodelXXI

Quei preparativi per mettere fuori legge i comunisti

di Carlo Formenti

In una risoluzione approvata dal Parlamento europeo il 19 settembre 2019 leggiamo i seguenti passaggi: si "sottolinea che la Seconda guerra mondiale è iniziata come conseguenza immediata del famigerato trattato di non aggressione nazi-sovietico del 23 agosto 1939, noto anche come patto Molotov-Ribbentrop, e dei suoi protocolli segreti"; si "ricorda che i regimi nazisti e comunisti hanno commesso omicidi di massa, genocidi e deportazioni, causando, nel corso del XX secolo, perdite di vite umane e di libertà di una portata inaudita nella storia dell'umanità, e si rammenta l'orrendo crimine dell'Olocausto perpetrato dal regime nazista"; si "condanna con la massima fermezza gli atti di aggressione, i crimini contro l'umanità e le massicce violazioni dei diritti umani perpetrate dal regime nazista, da quello comunista e da altri regimi totalitari"; si esprime "inquietudine per l'uso continuato di simboli di regimi totalitari nella sfera pubblica e a fini commerciali" ricordando che "alcuni paesi europei hanno vietato l'uso di simboli sia nazisti che comunisti" (l’aspetto paradossale di tale divieto consiste nel fatto che fa apparire la Russia di Putin, dove il partito comunista è legale in barba alla tenacia con cui si è tentato di estirparne la memoria, assai più democratica dei dirimpettai occidentali).

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blackblog

Il vero golpe di Trump

di Slavoj Žižek

Quando Vanessa Baraitser, magistrato britannico, ha respinto la richiesta statunitense di estradare Julian Assange, una buona parte della critica di sinistra e progressista ha commentato tale decisione in un modo che ricorda il dramma di T.S. Eliot, "Assassinio nella cattedrale": «L’ultima tentazione è il più grande tradimento: Compiere la retta azione per uno scopo sbagliato». Nel dramma, Thomas Beckett teme che la sua «cosa giusta» (la decisione di opporsi al re e sacrificarsi) si basi su un «motivo sbagliato» (la sua egoistica aspirazione alla gloria della santità). Hegel avrebbe risolto un simile problema, dicendo che ciò che conta, nei nostri atti, è il loro contenuto sociale, pubblico: se io compio un sacrificio eroico, è questo ciò che conta, , anche se eventualmente le motivazioni private possono alla fine essere anche patologiche.

Ma negare l'estradizione di Assange verso gli Stati Uniti è un caso del tutto diverso: ovviamente, si trattava della cosa giusta da fare, ma ciò che era sbagliato atteneva alle ragioni pubblicamente dichiarate come alla base della decisione.

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lantidiplomatico

50 minuti e senza smartphone agli eurodeputati per leggere il contratto segreto dei vaccini

di Antonio Di Siena

La trasparenza.

Alcuni giorni fa gli europarlamentari hanno finalmente avuto accesso al contratto di fornitura concluso tra la Commissione europea e CureVac, l'azienda tedesca che sta sviluppando un vaccino anti-covid insieme alla Bayer.

Un contratto confidenziale la cui consultazione è stata però preceduta dalla sottoscrizione di un accordo di riservatezza da parte dei deputati, funzionale a impedire la diffusione delle informazioni acquisite. La consultazione del materiale, poi, è stata limitata a 50 minuti. Meno di un’ora per leggere (e capire) centinaia di pagine piene di clausole ed eccezioni e senza la possibilità di fare fotografie. Perché smartphone e computer hanno dovuto lasciarli fuori. E, si badi, queste non sono bozze di accordo. Ma contratti già firmati (dalla Commissione e suon di miliardi di euro di vostri soldi) e pertanto giuridicamente validi ed efficaci.

A rivelare questa vicenda è Marc Botenga eurodeputato belga del gruppo Sinistra Unitaria e membro del Partito del Lavoro del Belgio.

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carmilla

Il turismo come pratica di consumismo di massa

di Gioacchino Toni

Sarah Gainsforth, Oltre il turismo. Esiste un turismo sostenibile?, Eris, Torino 2020, pp. 64, € 6,00

«Dal canto suo il turismo è eterotopico: genera i propri luoghi, che adatta ai propri fini […] Per diventare turisticamente compatibile, una realtà deve prima estirpare i modi di vita tradizionali in cui affonda le proprie radici» (Rodolphe Christin)

Nel corso degli ultimi decenni sono diverse le città e le zone paesaggistiche che in ogni parte del mondo sono soggette a processi di trasformazione profonda determinati dal turismo di massa. Espulsione dai centri storici degli abitanti economicamente più svantaggiati e delle attività commerciali tradizionali sostituiti rispettivamente da ondate di turisti a cui vengono destinati gli alloggi e da infrastrutture commerciali ad essi dedicate, abnorme concentrazione di popolazione in spazi ridotti (overtourism), aumento dell’inquinamento, edificazione di opere di forte impatto urbanistico-ambientale realizzate al solo scopo di attrarre visitatori ad eventi di breve durata, cancellazione di quell’identità storica, culturale e paesaggistica che erano alla base dell’attrattività delle località. Insomma, il turismo di massa sta letteralmente distruggendo l’ecosistema urbano e naturale di molte zone del pianeta.

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contropiano2

La politica e la guerra, al tempo delle piattaforme

di Francesco Piccioni

Una piattaforma di comunicazione “aperta a tutti” decide di togliere la parola al presidente degli Stati Uniti, una volta considerato “l’uomo più potente del mondo”.

Quella piattaforma, tra l’altro, è statunitense, in teoria sottoposta alle leggi di quel Paese e in ultima analisi allo stesso Presidente.

Lasciamo da parte ogni considerazione su Trump, perché in questo caso è indifferente che sia un truffatore reazionario – come certamente è – oppure qualsiasi altra cosa.

La domanda sollevata dalla decisione di Twitter e Facebook investe infatti problemi sistemici di ben altro rilievo: il rapporto tra piattaforme social, mezzi di comunicazione di massa, politica e Stati.

Il fatto che un Ceo possa staccare la spina dell’altoparlante del presidente degli Stati Uniti senza alcun controllo e bilanciamento è sconcertante. Non è solo una conferma del potere di queste piattaforme, ma mostra anche profonde debolezze nel modo in cui la nostra società è organizzata nello spazio digitale“, ha affermato il commissario Ue per il Mercato interno, Thierry Breton, in un editoriale pubblicato su Politico e su Le Figaro.

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manifesto

Trent’anni fa la guerra del Golfo

di Manlio Dinucci

L'arte della guerra. La guerra del Golfo è la prima guerra a cui partecipa sotto comando Usa la Repubblica italiana, violando l’articolo 11 della Costituzione

Trent’anni fa, nelle prime ore del 17 gennaio 1991, iniziava nel Golfo Persico l’operazione «Tempesta del deserto», la guerra contro l’Iraq che apriva la sequenza delle guerre del dopo guerra fredda. Essa viene lanciata dagli Usa e dai loro alleati nel momento in cui, dopo il crollo del Muro di Berlino, stanno per dissolversi il Patto di Varsavia e la stessa Unione Sovietica. Ciò crea una situazione geopolitica interamente nuova, e gli Usa tracciano una nuova strategia per trarne il massimo vantaggio. Negli anni Ottanta gli Usa hanno sostenuto l’Iraq di Saddam Hussein nella guerra contro l’Iran di Khomeini. Ma quando nel 1988 termina questa guerra, gli Usa temono che l’Iraq acquisti un ruolo preminente nella regione. Attuano quindi di nuovo la politica del «divide et impera».

Spingono il Kuwait a esigere l’immediato rimborso del credito concesso all’Iraq e a danneggiarlo sfruttando oltremisura il giacimento petrolifero che si estende sotto ambedue i territori.

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lantidiplomatico

La fabbrica dei complottisti

di Andrea Zhok

Ecco, sembra ieri che ci dicevano che eravamo tutti una grande famiglia senza confini e appartenenze. Eravamo tutti parte di un policromo villaggio globale dove regnava la libertà, e dove eravamo tutti virtualmente uguali, dove potevamo trovarci a comunicare tra pari da un capo all’altro del globo, uniti in un grande dialogo habermasiano.

Certo, le vicissitudini del mercato avevano creato dei monopoli mondiali delle comunicazioni telematiche, e tuttavia, levare sospetti su quei giovani americani brillanti, filantropi d’animo nobile e lieve, emblemi del successo nella terra delle opportunità, beh, era veramente meschino.

E dopo tutto non erano gli americani ad averci salvato da tutte le dittature del passato e del futuro, non sono loro gli abitanti della land of the free and the home of the brave, quelli che proverbialmente se fanno qualcosa, lo fanno per il bene dell’umanità (come qualunque film americano può autorevolmente testimoniare )?

E poi un bel giorno, capita che accendi la TV e senti che Amazon e Google stanno facendo la guerra a social media reputati 'di destra' (c'è dunque un censimento preventivo per l'accesso ai social?).

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sollevazione2

Ma quale "golpe"?

di Leonardo Mazzei

«Vedendo le corna e sentendo I muggiti di Jack Angeli, il buffone che pareva appena giunto a Capitol Hill dal raduno leghista di Pontida, si può essere indotti a credere che l’assalto al Congresso degli Stati Uniti sia stato una goliardata, secondo la definizione con cui spesso i fascisti minimizzano le loro violente imprese. In realtà c’è stato un tentativo di golpe promosso, organizzato e gestito da Donald Trump.» Giorgio Cremaschi (Potere al Popolo)

«Quindi tutto farebbe pensare, ma non abbiamo prove, che c’è stato un tentativo di golpe motivato dai grandi interessi delle multinazionali, della borghesia, dei settori militari e che, ad un certo punto, probabilmente, le cose non sono andate come dovevano andare, per cui non si sono schierati i poteri forti nella loro complessità e l’emergenza è rientrata». Luciano Vasapollo (Rete dei Comunisti)

«Chi sono? Proletari, mi verrebbe da dire. Poveracci poco istruiti, marginali, facilmente manipolabili, junk food e fake news, marionette nelle mani di uno sciagurato che li ha usati per il suo potere. E’ così che si diventa fascisti?». Giorgio Gori (Partito Democratico)

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maggiofil

La sinistra, la Cina e la pandemia

di Lorenzo Battisti

La debolezza della sinistra italiana, anche di quella più dura, la si vede ancora di più oggi. Ci sono affermazioni che si diffondono, un pensiero che entra come il coltello nel burro. Anche in quella sinistra che ha (aveva?) preso la Cina a riferimento. Infatti anche qui si dice: “Se il governo apre i negozi, è ovvio che la gente si affolli!”. Quasi “la folla” fosse un soggetto animalesco, guidato da istinti animali, privo di razionalità e di qualità umane.

Se il semaforo pedonale diventa verde, significa che io posso attraversare la strada, non che devo farlo. E comunque faccio attenzione se arriva qualcuno. Ma non è quello che è avvenuto. Ancora una volta, una manifestazione plastica che mostra come in Occidente non si riesca più a pensare l’altro da sè. Nessun pensiero universale, collettivo, generale. Io voglio consumare, il governo dispotico leva finalmente i divieti, io vado a consumare. Instintualmente. Come se nulla fosse successo. Come se non ci fossero migliaia di persone (ripeto, persone) che ogni giorno muoiono soffocate e sole nelle terapie intensive. Come se non avessimo appreso niente da un anno di raccomandazioni e precauzioni.

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palermograd

Le tessere ideologiche del domin(i)o

di Vincenzo Scalia

Il dibattito sull’egemonia neoliberista si è sviluppato, in molti casi, attorno alla formula di pensiero unico, per riferirsi sia alla mancanza di alternative intellettuali e progettuali al capitalismo, sia alle conseguenze quasi dittatoriali di un dominio incontrastato. D’altra parte, i paesi che ancora si proclamano comunisti, a partire dalla stessa Cina, sono pienamente integrati all’interno dell’economia capitalista globale, e non ipotizzano minimamente lo studio o la proposta di modelli sociali o economici alternativi. Ma come e perché ha vinto il neoliberismo? Cosa sarebbe il pensiero unico?

Marco D’Eramo, nel suo ultimo lavoro, Dominio, edito da Feltrinelli, cerca di colmare queste lacune, compiendo un poderoso lavoro di ricostruzione della trama di potere dispiegata dal capitalismo post-fordista a partire dalla crisi del 1973, ma divenuta più evidente dal 1989 in poi. Innanzitutto, ci spiega D’Eramo, dobbiamo intenderci sulla natura dell’egemonia neoliberista. Non abbiamo a che fare con un potere, bensì con un dominio.

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kelebek3

I Fiduciosi e i Diffidenti

di Miguel Martinez

Su Internazionale, mi segnalano un articolo, firmato Wu Ming 1, Come nasce una teoria del complotto e come affrontarla.

Racconta del mondo dei complottisti americani credenti di QAnon, e descrive, senza cadere in eccessi demonizzanti, le loro credenze: la fede in un misterioso Q che su Internet svelerebbe a puntate i complotti orditi da una setta satanista, e l’eroica lotta contro la setta, condotta dietro le quinte del più improbabile di tutti i supereroi dopo Superciuk, lo speculatore immobiliare Donald Trump.[1]

Poi Wu Ming 1 ci rivela che il grande Q potrebbe essere la reincarnazione troll di un personaggio inventato da quattro scrittori bolognesi di sinistra nel 1999 per dimostrare quanto sia facile far credere a complotti: troppo bello per essere vero, ma ci voglio credere. [2]

Sento però che in questo articolo manca però qualcosa di fondamentale, che dovrebbe essere alla base di ogni discorso sul “complottismo”. [3]

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sollevazione2

Perchè la DAD non è didattica

di Alberto Giovanni Biuso

Ieri studenti, insegnanti ed anche presidi, hanno protestato affinché venga posto fine alla Didattica a Distanza (DAD). Un altro segnale positivo, nonostante gli evidenti limiti, della insostenibilità dello Stato d’emergenza permanente e della crescente consapevolezza che non si può più vivere nel terrore

Ci sono delle formule che confessano da sole il proprio limite. L’acronimo Dad –‘didattica a distanza– è una di esse. Per la chiara e documentata ragione che ‘insegnare a distanza’ è una contraddizione in termini. Insegnare è infatti un’attività e una sfida che consiste nell’incontro tra persone vive, tra corpimente che occupano lo stesso spaziotempo non per trasmettere nozioni ma per condividere un mondo.

 

Scambiare saperi

Insegnare significa costruire giorno dopo giorno, saluto dopo saluto, sorriso dopo sorriso una relazione profonda, rispettosa e totale con l’Altro, in modo da riconoscersi tutti nella ricchezza della differenza. Insegnare significa abitare un luogo politico fatto di dialoghi, di conflitti, di confronto fra concezioni del mondo e pratiche di vita.

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kriticaeconomica

Le banche creano moneta ogni giorno: chi si preoccupa della monetizzazione lo sa?

di Lorenzo Di Russo

La monetizzazione del deficit consiste nel finanziamento diretto dei disavanzi statali da parte della banca centrale, tramite l’emissione di nuova moneta. Chi avversa questa soluzione prefigura come conseguenza della sua applicazione scenari iperinflazionistici da Repubblica di Weimar, sostenendo che qualora la BCE, previa una modifica dei trattati, “stampasse moneta” da destinare alle casse dei governi europei, l’aumento diffuso dei prezzi sarebbe inevitabile.

Rimandiamo per adesso l’analisi sulla dubbia fondatezza economica della suddetta ipotesi, in questa sede si vuole semplicemente evidenziarne l’incoerenza. Difatti è difficile comprendere la ragione per cui questi timori inflazionistici si manifestino esclusivamente quando a creare moneta sia la banca centrale per finanziare deficit pubblici, e non quando a fare ciò siano le banche commerciali per finanziare deficit privati.

 

Le banche non prestano il denaro dei depositi…

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lantidiplomatico

A uccidere è l'euro e l'austerità - Corollario (censurato) alle dichiarazioni di Miozzo

di Thomas Fazi

Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico scientifico (CTS), ha dichiarato che l’Italia non può “permettersi” un altro lockdown, per quanto questo, a sua detta, sarebbe l’unico modo per abbassare realmente il numero di morti giornalieri, che rimane drammaticamente alto.

Insomma, ci teniamo le centinaia di morti giornaliere, uccidendo al contempo l’economia – senza una chiusura forzata il governo evita di dover rimborsare le imprese, nonostante il crollo del fatturato –, perché “non ci sono i soldi”.

E questo nonostante la pandemia abbia reso ormai chiaro che “i soldi”, come si diceva, altro non sono che numeri sui computer delle banche centrali, le quali, ovviamente, possono crearne in quantità illimitata; e abbia smascherato “il mito del deficit”, per cui la capacità di fare deficit di un paese dipenderebbe dai suoi livelli di deficit e/o di debito, quando è ormai altrettanto chiaro che la capacità di fare deficit di un paese dipende unicamente dal sostegno della banca centrale, indipendentemente dai livelli di deficit e/o di debito di un paese (per dubbi a riguardo bussare al Giappone).

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kriticaeconomica

Le nostre vite fra Covid e telelavoro: cosa ci dice una ricerca sul campo

di Alessandro Guerriero

Il telelavoro è stata la diretta e obbligata scelta della maggior part dei governi europei durante la prima fase della pandemia da Covid-19, iniziata nel Marzo 2020.

Il numero degli occupati in telelavoro a tempo pieno è quadruplicato ad Aprile 2020 rispetto all’anno precedente, passando dall’11% al 40% in Europa (Eurofond 2020, pagina 3).

Il working paper “Telework, work organisation and job quality during the COVID-19 crisis realizzato per la Commissione Europea da economisti tra cui risalta il nome di Marta Fana, analizza gli effetti che ha avuto questo drastico cambiamento nel mondo impiegatizio in tre Stati europei durante la prima ondata di Covid-19: Francia, Italia e Spagna.

La ricerca si basa su venticinque interviste a lavoratori per ogni Stato citato in precedenza. Gli intervistati sono 75 in totale, di cui 44 con un alto livello occupazionale e 31 con un livello medio-basso, 39 sono donne e 36 gli uomini, 57 sono occupati nel privato e 18 nel pubblico.

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bussolaquotidiana

«Medici di base impotenti. Ma ho continuato a curare»

L.Scrosati intervista la dottoressa Maria Grazia Dondini

«La medicina territoriale è stata esclusa dai giochi e si è voluto creare una distanza tra noi e i pazienti, ma io ho continuato a curare e non ho avuto né un decesso, né un ricovero in terapia intensiva». La testimonianza di un medico di base di Bologna che rivela come il ministero «abbia disincentivato i pazienti dal ricorrere a noi medici di famiglia». Il mistero delle sovradiagnosi da Covid e dell'attendibilità dei tamponi.

E' sempre più chiaro che uno dei problemi maggiori nella gestione di questa emergenza sanitaria, riguarda la “messa in quarantena” dei medici di base. Viene loro chiesto di fare tamponi, ma vengono ostacolati nel fare il lavoro proprio di identificazione di una malattia in base alla sintomatologia dei pazienti, con conseguente cura. Di un malato, importa solo sapere se sia positivo e negativo al tampone; e nel caso di positività, si mette in atto tutto il carrozzone di identificazione dei contatti, isolamenti, etc. «La medicina territoriale è stata esclusa dai giochi e si è voluto creare una distanza tra noi e i pazienti», dice alla Bussola la dottoressa Maria Grazia Dondini, medico di Medicina generale di Monterenzio, in provincia di Bologna.

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comedonchisciotte.org

Istruzioni democratiche per uccidere un giornalista

di Aníbal MalvarPúblico

Se nella vecchia Europa e nella Grande America godiamo di una qualche indiscutibile virtù questa è la nostra beata ingenuità a credere alla nostra stessa propaganda. Siamo giornalisti talmente bravi che ci inganniamo da soli, vendiamo epidemie marcate Eau de Démocratie e viviamo e moriamo pieni di orgoglio, appestando spudoratamente altri esseri umani, animali e vegetali. Non posso pensare in modo meno furioso a noi stessi quando sento il nome di Julian Assange, quando vedo il volto sfigurato e alienato di Julian Assange.

Ma in questo caso non si tratta di mettere gocce di plutonio arricchito nel caffellatte; con il permesso di Eduardo Inda (*) abbiamo assassinato il più importante giornalista del XXI secolo con metodi più lenti, crudeli e inquisitori. L’Inquisizione, cari amici, non è morta. Quello che succede è che ora, invece di torturare, bruciare e uccidere in nome di Dio, lo si fa in nome della democrazia.

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lantidiplomatico

Cade la fake news degli Usa come 'la più grande democrazia del mondo'

intervista a Maxime Vivas

"Cosa fare? quello che fate voi, quello che faccio io. Nel contesto politico dei nostri paesi, teniamo accesa la fiamma per i giorni in cui il fuoco potrebbe diventare un incendio. Ci vorranno cambiamenti politici perché la gente si riappropri dei media. E non dimentico il ruolo della strada". Come AntiDiplomatico abbiamo avuto il privilegio di intervistare Maxime Vivas*, noto giornalista, scrittore e attivista comunista francese. Vivas è stato uno dei pochi, se non l'unico giornalista occidentale ad aver realizzato un reportage in Tibet e Xinjiang - diventati poi libri che hanno smascherato la propaganda occidentale contro Pechino come 'Dietro il sorriso. Il lato nascosto del Dalai Lama', edito da Anteo(Cavriago) e 'Ouïghours, pour en finir avec les Fake news' - e si intende come nessuno forse in Europa delle fake news create ad arte contro quei paesi che hanno il solo torto di offrire al mondo un modello di sviluppo migliore delle barbarie neo-liberiste di Usa e Ue. "Nel mio libro racconto come la matrice delle accuse contro il Tibet e quella contro lo Xinjiang siano la stessa cosa. In entrambi i casi ci sono quattro temi identici: genocidio, religione oppressa, cultura estirpata, sterilizzazione delle donne. Quattro fake news."

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mariogangarossa

Giuseppi Conte

di Mario Gangarossa

Giuseppi Conte è il risultato della rivoluzione grillina e nello stesso tempo ne è l'interprete più conseguente.

E l'incarnazione del "ragioniere" evocato dal Giannini dell'Uomo Qualunque.

Non è un trasformista perché per trasformarsi occorre partire da qualche parte e da qualche parte arrivare.

Occorre avere un programma che non sia quello dell'amministrare l'esistente.

E nemmeno un opportunista.

E' un qualunquista.

Non è né di destra né di sinistra. Da buon ragioniere usa la partita doppia trattando i suoi interlocutori come numeretti allineati e ben incolonnati in ordine di grandezza e di importanza.

In tempi di crisi anche uno zerovirgola fa comodo in una contabilità il cui unico scopo è la sopravvivenza dell'Azienda.

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linterferenza

Cina: “socialismo con caratteristiche cinesi” o “capitalismo con caratteristiche cinesi” (o altro ancora)?

di Fabrizio Marchi

Condivido complessivamente questa analisi di Carlo Formenti su un certo marxismo occidentale, eurocentrico e dogmatico, ma mantengo ancora forti riserve sul giudizio e sulla natura del sistema cinese. Infatti, per quanto riguarda la Cina, è ancora troppo presto per stabilire se, cito testualmente dall’articolo in oggetto, “quel mix di marxismo e confucianesimo che Perulli considera come un “residuo”, destinato a essere riassorbito dallo strapotere delle forme di vita capitalistiche, si è viceversa dimostrato come un potente dispositivo per usare il mercato capitalistico a fini totalmente diversi dalla pura accumulazione di profitti”.

Sarei meno frettoloso nel tirare le somme e aspetterei ancora anche perché sappiamo bene come la duttilità, la flessibilità e la capacità di incistarsi in contesti culturali e sociali molto diversi fra loro costituiscano le più grandi “qualità” e punti di forza del capitalismo insieme alla sua capacità di rigenerarsi e trasformarsi (trasformazione che è tuttora in corso…).

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insideover

Se pensi ti cancello

di Emanuel Pietrobon

Un vecchio adagio sostiene che “la realtà supera la fantasia”, e quanto sta accadendo negli Stati Uniti è l’ennesima dimostrazione che la saggezza antica è fonte di verità sempreverdi. In uno scenario che ricorda – quantomeno a livello di metodica – la trama del film drammatico “Se mi lasci ti cancello”, qualcuno ha scoperto come cancellare il ricordo di una persona, Donald Trump in questo caso, dalla mente delle persone: la de-piattaformizzazione.

Tutto ha avuto inizio il 7 gennaio, giorno in cui Mark Zuckerberg ha deciso di bloccare le pagine ufficiali del presidente su Facebook e Instagram. Il casus belli è stato l’assalto al Campidoglio – il cui bilancio provvisorio è di cinque morti, più di sessanta feriti e oltre ottanta arresti – che, secondo Zuckerberg, sarebbe avvenuto su istigazione di Trump.

Misure restrittive basate sulla sospensione temporanea dei profili ufficiali di Trump sono state adottate anche da Twitter e Snapchat, i quali hanno legittimato il ricorso alla censura in termini medesimi, ma il boicottaggio si sta estendendo a macchia d’olio, ad esempio su YouTube, travolgendo anche realtà identificate con il presidente, come la piattaforma sociale Parler.

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lantidiplomatico

"Non possiamo permetterci di tenere chiuso il Paese"

Il "Comitato tecnico scientifico" si spacca

di Francesco Santoianni

Covid: siamo, ormai alla resa dei conti. Da una parte Andrea Crisanti, artefice di una indiscriminata disseminazione di tamponi nel Veneto che, anche per questo, emarginato dalla giunta Zaia e messo sotto accusa da tanti medici, ora invoca ancora più vessatori lockdown. Dall’altra Agostino Miozzo coordinatore del Comitato tecnico scientifico che, sostanzialmente, dichiara il fallimento della strategia dei tamponi e dei lockdown finora seguita:

"Non possiamo permetterci di tenere chiuso il Paese fino alla fine dei contagi. L'Italia deve imparare a convivere col virus. (…) La terapia più sicura sarebbe quella di mettere l’Italia sotto una campana di vetro: porta sprangata e tutti chiusi in casa. L’abbiamo fatto, ora non è più possibile."

E alla domanda dell’intervistatore “Quindi, addio lockdown totale succeda quel che succeda?” così risponde:

"L’immunità di gregge si otterrà solo a vaccinazione collettiva ultimata. Ma serve troppo tempo, il Paese non può aspettare la fine dell’anno. Le categorie produttive sono al collasso e la gente è profondamente ferita sul piano psicologico. Dunque, alcune concessioni sono indispensabili."

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kelebek3

Un precedente che sigilla il nostro futuro

di Miguel Martinez

Ho scritto velocemente, e con le mie limitate competenze, segnalatemi per favore eventuali errori

Stanotte, a mezzanotte, cambia la storia.

Ieri, abbiamo parlato del modo di produzione informatico.

Cioè di come un pugno di aziende abbia spalancato un nuovo continente da saccheggiare: quello dei dati, dove la specie umana quasi intera lavora come manodopera gratuita, ventiquattro ore al giorno, sette giorni la settimana.

I neofeudatari hanno un’unica preoccupazione: la possibilità che possano insorgere concorrenti.

Non è facile, perché chi vuoi che possa consegnare più velocemente di Amazon? Chi vuoi che ti possa trovare più contatti di WhatsApp, di cui si parlava ieri?

Però non si sa mai…

In questi mesi, è nato Parler.

Non può concorrere con i Neofeudatari sul numero di foto di gattini o sulla qualità delle barzellette, però offre qualcosa che gli altri non hanno, e questa è la base di ogni normale concorrenza: