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lantidiplomatico

Il Decreto Trump sull'Italia e la nuova Yalta nel Mare Nostrum

di Kartana

Con la mossa di Trump di stanotte la subfornitura italoiana si sposta nell'anglosfera

Questa notte è stato reso noto un Decreto Presidenziale di Trump in base al quale i militari americani presenti nelle basi Usa in Italia si mobiliteranno per attrezzare ospedali da campo, fornire supporto logistico, inviare materiale sanitario e dare assistenza all sanità italiana con il supporto delle organizzazioni non governative. Potrebbe già questo essere inquietante, se non fosse che il Decreto prevede anche ben altro. Infatti Trump mobilita il Tesoro (e da qui la Federal Reserve), il Commercio (per la questionne non solo dei dazi all'Italia ma anche importazioni di prodotti italiani), il Segretario di Stato e la Difesa.

C'è chi parla di una mobilitazione senza precedenti.

La mossa, ciclopica, ha l'obiettivo di fermare la Via della Seta della Salute e la mobilitazione in Italia della Difesa russa.

L'Italia si trova in una partita a tre, in un gioco più grande di essa, con gli attori che si posizionano via via.

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lantidiplomatico

Coronavirus, dati Istat e SiSMG confermano: 60% dei morti in Lombardia

di Pino Arlacchi

In un intervento di qualche settimana fa – 20 marzo, Come risolvere l’ anomalia italiana sui dati Coronavirus - avevamo auspicato che l’ ISTAT rendesse disponibili i dati di mortalità generale degli ultimi mesi. Avremmo potuto così misurare il reale tasso di letalità del Coronavirus comparando questi dati con quelli del corrispondente periodo dell’ anno scorso, o meglio, con la media degli anni passati.

La cifra di mortalità per tutte le cause è in certo senso “esaustiva”, perché include anche le morti Coronavirus cosiddette “nascoste”. Cioè le persone decedute in casa o altrove a causa anche indiretta del virus e non registrate come tali.

Eravamo partiti dalla considerazione che l’ alto numero di decessi italiani per Coronavirus rispetto a quelli del resto del mondo si spiegasse con il nostro metodo di classificazione. Esso considera morti per COVID-19 tutti i deceduti di polmonite, arresto cardiaco, cancro, etc. che abbiano contratto anche il Coronavirus.

In effetti, se separiamo i numeri dei decessi con da quelli da Coronavirus l’ anomalìa italiana sparisce ed i nostri tassi di letalità si allineano grosso modo alla media europea e globale. L’impatto del virus in termini di mortalità viene a ridursi di circa 10 volte.

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ilpungolorosso

Crisi sanitaria. 20 domande per lor signori

di S. I. Cobas

Avevano promesso di riqualificare i grandi ospedali ad alti livelli d’intensità di cura e spostare sul territorio tutte le attività a medio-bassa intensità. Il modello lombardo ha fatto da apripista. Ma il patto miliardario pubblico-privato ha partorito frutti amarissimi e mortiferi! La rete sanitaria territoriale è più arida del deserto dei tartari!

  1. perché sono stati tagliati alla sanità pubblica 37 miliardi e 100.000 posti di lavoro?
  2. perché la rete territoriale d’assistenza è rimasta solo sulla carta?
  3. perché hanno privatizzato le aree sanitarie più profittevoli, e hanno tagliato i reparti d’emergenza?
  4. perché non sono state chiuse immediatamente le aree più a rischio?
  5. perché i reparti d’emergenza non hanno retto all’epidemia del covid-19?
  6. perché i pochi reparti d’emergenza hanno di fatto chiuso a nuovi ricoveri?
  7. perché si continua a contabilizzare solo i morti dei pazienti ospedalizzati?
  8. perché viene sottostimato o nascosto il numero dei decessi domiciliari e delle RSA?

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filosofiainmov

Quando la natura mette sotto scacco l'orgogliosa modernità

di Enrique Dussel

Stiamo vivendo un evento di significato storico mondiale, del quale possibilmente non misuriamo il suo senso abissale come segno finale di un’epoca di lunga durata e inizio di un’altra nuova Età, che abbiamo denominato la Transmodernità. Il virus che attacca oggi l’umanità, per la prima volta nel suo millenario sviluppo, in un momento nel quale può aversi piena coscienza della simultaneità (in tempo reale) verificata dai nuovi mezzi elettronici, ci fa pensare nel silenzio e nell’isolamento auto-imposto a ciascun essere umano davanti a un pericolo, che mostra la vulnerabilità di un castello di carte che viviamo quotidianamente, come se fosse la consistenza di una struttura invulnerabile. Il fatto ha prodotto innumerevoli reazioni di colleghi filosofi e scienziati, perché richiama profondamente l’attenzione. Vogliamo aggiungere un granello di sabbia alla riflessione sullo spaventoso avvenimento.

L’Umanità, almeno l’homo sapiens, da circa 200.000 anni, è riuscita a svilupparsi storicamente vincendo numerosi ostacoli per ottenere la sua sopravvivenza. Si inserisce in un processo iniziato, se andiamo all’origine, con il cosiddetto Big Bang (accaduto circa 15 miliardi di anni fa), con il momento della solidificazione della Terra (5 miliardi di anni fa), con la comparsa della vita (3,5 miliardi di anni fa) cominciò a trasformarsi in Gea, cioè, modificando la corteccia terrestre, creando l’atmosfera e proteggendo la biosfera, affinché i raggi ultravioletti non potessero distruggerla.

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nuovadirezione

La scaramuccia preliminare. Eurogruppo, Mes, Bei, Sure, cosobond

di Redazione

Non è ancora successo nulla. Quel che l’organo informale della conferenza dei ministri delle finanze dell’eurogruppo ha deciso è solo il menù del pranzo che potrebbe essere servito al Consiglio Europeo dopo Pasqua, al momento calendarizzata il 23 aprile. Il menù prevede un prestito, diciamo un mutuo, trentennale a rata variabile con vincolo di spesa e massimale. Poi un altro prestito per piccole ristrutturazioni, imprecisato. Quindi un piccolo incentivo di disoccupazione, ma solo se si paga la maxirata iniziale. E, infine, in nota piede di pagina, in piccolo, la promessa che si ragionerà, con comodo, ad un ulteriore prestito più grosso e stipulato da tutto il condominio.

Insomma, con il primo, il Mes, potremo sostituire lo specchietto retrovisore, destro, della macchina (alla quale si è fuso il motore), attraverso un prestito restituibile con comode rate che la banca potrà cambiare ogni anno a sua discrezione. Dimentichiamo, con il vincolo che se lo chiediamo può entrare quando vuole a casa nostra e dire come mettiamo i mobili e cosa possiamo mangiare.

Il secondo, la Bei, sarà un piccolo magheggio per fornire un altro prestito, ovviamente alle sue condizioni (magari ci cambiamo anche la tappezzeria dei sedili).

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economiaepolitica

Efficienza economica e coronavirus

di Riccardo Leoncini

Per un qualunque studente del primo anno di un corso di studi che preveda un insegnamento di Economia Politica, appare (o dovrebbe apparire) evidente che il principio ordinatore di quel mondo rarefatto e lunare costituito dai modelli micro e macroeconomici è il concetto di efficienza (e quello collegato di costo opportunità). L’efficienza statica che si ottiene sulla spinta della mano invisibile dei meccanismi di mercato è un poderoso elemento positivo, che viene poi trasformato in principio normativo dalla mano, questa un po’ più visibile, della politica economica. L’utilizzo efficiente di risorse limitate è quasi naturalmente guidato dal principio del costo opportunità, che veicola le risorse verso gli impieghi più efficienti e rende il sistema massimamente performante. Niente di più facile che un sistema che spontaneamente trova il suo assetto migliore possibile affascini giovani e meno giovani: con la sola forza del potere delle deduzioni, un sistema assiomatico viene trasformato (dalla clausola as if) in una poderosa macchina di produzione di allocazione efficiente di risorse scarse per tutto il sistema economico. E per quelli che arrivano a studiare l’equilibrio economico generale, un brivido di onnipotenza si aggiunge alla soddisfazione di aver compreso i meccanismi ultimi di generazione del benessere materiale di un sistema economico.

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lantidiplomatico

Coronavirus: ci vuole una laurea in mascherinologia?

di Leopoldo Salmaso*

Ebbene sì, lo confesso! Pur essendo specialista in Malattie Infettive e in Sanità Pubblica, a proposito di mascherine non ho mai trovato riferimenti chiari e concreti da parte delle autorità italiane competenti.

Già nel 2010, in occasione dell'epidemia influenzale H1N1, l'ISS dichiarò la propria “ignoranza” sull'argomento e poi mantenne un silenzio imbarazzante.

Quest'anno, fra decreti, circolari, comunicazioni varie, si assiste a una tale confusione e scaricabarile da far temere che occorrerà istituire un corso di laurea in mascherinologia!

Con tali fonti nebulose, una volta tanto non c'è da stupirsi se i media continuano a comunicare tutto e il contrario di tutto. Poi, su Repubblica del 6/4/20 ho visto l'intervista al direttore del dipartimento di Scienze e Tecnologie Aerospaziali (DAER) del Politecnico di Milano. Il DAER è un riferimento autorevole per i costruttori di mascherine, così speravo che Repubblica offrisse una divulgazione concreta e chiara ad uso dei comuni mortali, invece... non ci siamo proprio!

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manifesto

Manovre strategiche dietro la crisi del coronavirus

di Manlio Dinucci

I paesi europei della Nato avvertiti da Washington: devono continuare ad aumentare i loro bilanci militari per «mantenere la capacità di difendersi». L’Italia dovrebbe quindi aumentare la propria spesa militare, già salita a oltre 26 miliardi di euro l’anno

Mentre la crisi del Coronavirus paralizza intere società, potenti forze si muovono per trarre il massimo vantaggio dalla situazione. Il 27 marzo la Nato sotto comando Usa si è allargata da 29 a 30 membri, inglobando la Macedonia del Nord.

Il giorno dopo – mentre proseguiva l’esercitazione Usa «Difensore dell’Europa 2020», con meno soldati ma più bombardieri nucleari – è iniziata in Scozia l’esercitazione aeronavale Nato Joint Warrior con forze Usa, britanniche, tedesche e altre, che durerà fino al 10 aprile anche con operazioni terrestri.

Intanto i paesi europei della Nato vengono avvertiti da Washington che, nonostante le perdite economiche provocate dal Coronavirus, devono continuare ad aumentare i loro bilanci militari per «mantenere la capacità di difendersi», ovviamente dalla «aggressione russa».

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contropiano2

La criminalità del capitalismo, spiegata dall’Economist

di Giorgio Cremaschi (Potere Al Popolo)

L’ultimo numero di The Economist, autorevole rivista del capitalismo mondiale, titola il suo editoriale e la copertina, “A grim calculus“. Un calcolo truce.

Quale calcolo? Quello tra due grandezze: il costo di fermare l’economia e quello delle vite perdute per la pandemia da Covid19.

Come il calcolo dell’equilibrio perfetto tra inflazione e disoccupazione, che non esiste, ma che è alla base delle teorie liberiste che hanno dominato il mondo negli ultimi trent’anni, così per il settimanale britannico si possono e si devono misurare, da un lato, la chiusura delle città e delle attività, dall’altro il valore delle vite salvate; perché tutto ha un prezzo.

Immaginate che ci siano due malati critici ed un solo ventilatore. Questa è la scelta con la quale si potrebbero confrontare gli staff ospedalieri a New York, a Parigi, a Londra… come è già in Lombardia e a Madrid.. l medici dovrebbero dire chi sottoporre al trattamento chi lasciare senza di esso, chi possa vivere e chi probabilmente morire..

Con questo esordio sulla terribile scelta del medico – senza ovviamente chiedersi perché manchino i ventilatori – l’Economist già annuncia la sua conclusione da eugenetica sociale. Ma prima di arrivarci seguiamo il suo percorso.

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lafionda

Sardinismo regressivo

di Geminello Preterossi

Evviva! Abbiamo il nuovo Keynes: è Mattia Santori, tolto dalla naftalina dall’informazione mainstream per tornare ad inebetire i progressisti neoliberali, scossi di fronte all’urto rivelatore del coronavirus e al fallimento politico dell’eurozona e dell’UE (che aveva sostituito nei loro sogni il Paradiso in terra). Dunque, cosa propone il Nostro per affrontare l’abisso economico e sociale nel quale l’Italia sta precipitando? Ma una bella patrimoniale generalizzata all’1%, per tutti, ricchi e poveri. Ovvero la tassa più regressiva che si possa immaginare, l’opposto di quello che stabilisce la nostra Costituzione. E il bello è che tutto viene ammantato di un buonismo fatuo e perbenista: chiamiamolo “patto di solidarietà”, tutti devono dare qualcosa, dove non arriva lo Stato arrivano le persone (quindi, si intuisce, in fondo il “pubblico” non è così importante). Come se il problema, poi, fossero le parole, e non il fatto che si realizzerebbe un prelievo eccezionale anche su chi ha poco o pochissimo, e si ritroverà in difficoltà abissali per la crisi post-coronavirus, della stessa misura percentuale che si applicherebbe su chi ha molto o moltissimo.

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soldiepotere

La Caporetto di Gualtieri

di Carlo Clericetti

L’accordo raggiunto dall’Eurogruppo su come affrontare la crisi sanitaria ed economica è per l’Italia una disfatta paragonabile a quella di Caporetto. Il tweet di commento del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha dell’incredibile: “"Messi sul tavolo i bond europei, tolte dal tavolo le condizionalità del Mes. Consegniamo al Consiglio europeo una proposta ambiziosa. Ci batteremo per realizzarla".

I bond europei, che erano la condizione posta dall’Italia per raggiungere un accordo, sono stati sì messi sul tavolo, ma subito dopo sono stati tolti, e trasformati in un imprecisato “Recovery fund”, tutto da inventare, ma “temporaneo” e con strumenti di finanziamento “coerenti con trattati europei”, precisazione che fa presumere che anche se vedrà la luce sarà gravato dalle consuete condizionalità.

Il Mes, che il presidente Conte aveva definito “uno strumento non adatto”, sarà invece proprio quello usato. Senza condizionalità, come chiedeva in subordine l’Italia? Sì, per i prestiti direttamente connessi alle spese sanitarie, ma solo per l’erogazione, perché, appena finita l’emergenza, “gli Stati restano impegnati a rafforzare i fondamentali economici, coerentemente con il quadro di sorveglianza fiscale europeo, inclusa la flessibilità”.

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comidad

Conte passerà per davvero alla storia

Ma come un criminale per insipienza

di comidad

Pare proprio che il senso critico della stampa nei confronti dell’attuale temperie politica, economica e sanitaria non riesca ad andare oltre la contingente valutazione moralistica. Significativo a riguardo è un articolo di Marcello Veneziani, il quale dichiara di essersi voluto allineare alla disciplina imposta nell’emergenza dal governo, quale che fosse questo governo, ma di essere esploso di indignazione davanti alla “vanagloria” di Giuseppe Conte. In un’intervista alla tv tedesca, il Presidente del Consiglio ha infatti affermato di essersi posto il problema di come sarebbe passato alla Storia.

L’indignazione di Veneziani per la vanagloria di Conte appare del tutto fuori luogo. Questo governo ha attuato provvedimenti senza precedenti storici, ha soppresso le libertà personali come mai era accaduto prima, mettendo un intero popolo agli arresti domiciliari a tempo indefinito; ha provocato inoltre la più brusca e drammatica caduta del PIL dalla seconda guerra mondiale, gettando milioni di famiglie nell’abisso della povertà. Secondo Veneziani cos’altro avrebbe dovuto fare Conte per farsi notare dagli storici del futuro? Scorticarci tutti vivi?

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mondocane

Un mese dalla reclusione, tre mesi dal virus: facciamo il punto

Coronavirus: chi, come, perchè

di Fulvio Grimaldi

La prima cosa, nella temperie in cui, con terrorismo mediatico, reclusione, punizioni, hanno immerso i cittadini per privarli della capacità di capire, distinguere, agire, addossando agli stessi soggetti che la subiscono il senso di colpa per la perdita di fondamentali diritti costituzionali, è attraversare lo specchio deformante in cui tutti vengono rappresentati untori gli uni degli altri e che occulta chi, travisato dalla mascherina, opera alle nostre spalle.

 

Da Dio, Patria, Famiglia, a Vita, Salute, Soli

Al ricatto sulla salute e sulla vita, propria e dei propri cari, succedaneo a quello sperimentato sulla sicurezza minacciata da AIDS, terrorismo e clima, si aggiunge il più viscoso raggiro della retorica della resistenza, del papale “siamo tutti nella stessa barca”, dell’“andrà tutto bene”, dei soffietti allo stare in casa di melensi VIP dello spettacolo e dello sport, del patriottismo di consolidati venditori di patria e sovranità. Sostituire a questa chiamata alle armi, corredata da tutti gli ammennicoli linguistici della guerra santa contro il male, che ci recluta per chi è intento a sacrificarci al suo interesse (non diversamente da altre guerre,1915 e 1940), una resistenza partigiana, che parta da demistificazione e informazione corretta, dovrebbe essere la priorità del cittadino consapevole.

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sollevazione2

Non se ne può più

di Leonardo Mazzei

“State in casa”: non se ne può più di questo ritornello. Non se ne può più degli insulsi bollettini delle 18. Non se ne può più della rincorsa a chi è più securitario. Non se ne può più della retorica, men che meno della sostituzione dello Stato con la beneficienza. Non se ne può più.

Ma c’è qualcosa di peggio. La favola secondo cui dopo l’epidemia il mondo sarà migliore, a condizione che adesso facciamo tutti i bravi – state a casa, state a casa, state a casa, amen. Intanto non è vero, il mondo sarà peggiore. Molto peggiore, a meno che i popoli non ritrovino la strada del protagonismo e della ribellione. Meglio, della rivoluzione.

Come non vedere poi, che se “tutto non andrà affatto bene”, parafrasando uno degli slogan più demenziali del momento, lorsignori vorranno che la colpa sia nostra? Tutta la loro comunicazione va a parare sempre lì, su un messaggio di colpevolizzazione. Se le cose andranno bene sarà merito loro e della clausura che ci hanno imposto, se invece andrà male sarà solo colpa nostra che non siamo stati abbastanza a casa.

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lantidiplomatico

Coronavirus, Tigri a Milano

di Francesco Santoianni

Intanto, la datata barzelletta sui due amici in macchina nel centro di Milano: "Che strano suono ha il tuo clacson." "Già, serve per tenere lontane le tigri." "Le tigri? Ma non ci sono tigri nel centro di Milano." "È ovvio. È perché il clacson funziona". Più o meno è questa la risposta dei media mainstream di fronte al clamoroso dato diffuso dal presidente dell’Istat e cioè che, numeri alla mano, nel primo trimestre del 2019 sono morte (15.000) più persone per malattie respiratorie che quest’anno per Covid-19.

E cioè: “È ovvio. È perché ha funzionato la quarantena imposta dal governo."

Ma, se così fosse, le considerazioni da fare sarebbero semplicemente agghiaccianti.

Riassumiamo i fatti. Come è ormai noto, in Italia si è preteso di affrontare l’emergenza Coronavirus senza sapere nulla di preciso sull’andamento del contagio, senza sapere, cioè, quanti sono gli italiani già infettati dal Coronavirus, quanti sono gli asintomatici, i guariti, i portatori sani, il conseguente tasso di letalità e di mortalità del virus…. Gli unici dati ufficiali sono quelli, surreali, mostrati ogni giorno in TV dalla Protezione civile ed ottenuti da una dissennata e caotica disseminazione di tamponi diagnostici realizzata dalle Regioni senza nessun coordinamento nazionale e nessuno standard da rispettare.

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sbilanciamoci

Ridurre gli orari, distribuire il lavoro, innovare le imprese

di Marco Craviolatti

Spesso grandi conquiste dei lavoratori avvengono dopo uno shock di sistema, come le otto ore che furono conquistate dopo la prima guerra mondiale e l’epidemia di spagnola. E’ il momento di tornare a chiedere una riduzione di orario di lavoro. Anche per modificare il cosa e il come si produce, innovando

Ci sarà un prima e un dopo, adesso siamo nell’attimo di cesura, di svolta. La valanga del virus si ingrandisce via via sulla fragile montagna di squilibri internazionali. L’esito tuttavia non è predeterminato, i nuovi assetti futuri si stanno giocando in poche settimane, giorni addirittura, questi.

È una fase piena di pericoli, ma allo stesso tempo di possibilità, di opzioni ancora aperte. Le emergenze, reali o presunte, possono legittimare e accelerare misure economiche anti-popolari (la shock economy), limitare le libertà individuali, perfino ridurre le garanzie democratiche.

Se però guardiamo alla storia, anche grandi conquiste dei lavoratori sono avvenute in seguito e “grazie” a eventi di rottura, anche drammatici, che hanno deviato il corso della storia dalle precedenti prassi, consuetudini, inerzie.

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librieparole

Pandemia dichiarata, soggiogamento delle popolazioni, soppressione della libertà di parola

Salvatore Ridolfi intervista Francesco Benozzo

Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa intervista al professor Francesco Benozzo dell’Università di Bologna e candidato al Nobel per la Letteratura. La nostra intenzione vuole essere un semplice invito alla riflessione

Francesco Benozzo, il poeta-filologo-musicista candidato dal 2015 al Premio Nobel per la Letteratura, autore di diverse centinaia di pubblicazioni, direttore di tre riviste scientifiche internazionali, membro del comitato scientifico di gruppi di ricerca internazionali (tra i quali  il “Centro Studi di Medical Humanities” (CMH),  il workgroup “We Tell / Storytelling e impegno civico in epoca post-digitale”, e “IDA: Immagini e Deformazioni dell’Altro”), coordinatore del Dottorato di ricerca in Studi letterari e culturali all’Università di Bologna, ha espresso in questi giorni pubblicamente considerazioni non allineate a quelle correnti a proposito dell’emergenza pandemica in atto. In questa intervista spiega il suo punto di vista sulla questione.

* * * *

Come vive, in quanto intellettuale, la situazione presente? Sta lavorando a qualche progetto in questo isolamento?

Sono come tutti i cittadini agli arresti domiciliari, arresti attuati senza dibattimento parlamentare, in un chiaro momento di soppressione della democrazia, e presidiati dalle forze dell’ordine e dai militari.

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lordinenuovo

Le contraddizioni della UE confermate di fronte alla crisi

di Domenico Moro

Il governo italiano ha annunciato un pacchetto di liquidità per le imprese in difficoltà per la crisi del Covid-19. Il problema è che i 400 miliardi previsti non sono un vero e proprio stanziamento di risorse, bensì la stima limite di prestiti che, fino alla fine del 2020, potranno essere attivati dalle banche sfruttando le garanzie statali. Il grosso delle coperture statali sarà inserito solo nel prossimo Dl di metà aprile.

Il problema maggiore, però, è che le capacità effettive di spesa dello Stato italiano nel contrastare gli effetti della crisi dipendono in gran parte dalle decisioni che vengono prese in sede europea.

A questo proposito bisogna registrare l’insufficienza e, in larga parte, l’inconcludenza delle ultime due riunioni dell’eurogruppo, il consesso dei ministri delle finanze. Ricordiamo che nella prima riunione i Paesi europei si erano spaccati in due fronti, da una parte Italia, Spagna e Francia, e dall’altra l’Olanda e la Germania. La spaccatura verteva sulla modalità di finanziare gli Stati in difficoltà. Italia, Spagna e Francia erano fautori dell’emissione di titoli di debito europei – definiti per l’occasione Coronabonds – Olanda e Germania erano nettamente contrari e invece fautori dell’utilizzo del Mes, seccamente rifiutato dai primi.

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marx xxi

Lo spieghino: cosa ha deciso ieri l’eurogruppo?

di Thomas Fazi

Pubblichiamo un intervento sulle decisioni dell'eurogruppo

Letteralmente nulla. Nel senso che si è limitato a ribadire che gli unici strumenti che la UE metterà in campo per sostenere gli Stati membri sono tutti strumenti che esistono già:

- il MES a “condizionalità limitate” (una bufala in quanto le condizioni possono essere riviste in qualunque momento dai creditori, come ho già spiegato qui: https://www.lafionda.org/…/la-truffa-del-mes-senza-condizi…/);

- la Banca europea per gli investimenti (BEI), che aprirà delle linee di credito per le imprese, non per gli Stati, nulla che faccia la differenza nel breve;

- il cosiddetto fondo “anti-disoccupazione” SURE della Commissione europea per aiutare i paesi europei a sostenere (attraverso dei prestiti) i costi della cassa integrazione, che in teoria dovrebbe avere una dotazione «fino a 100 miliardi» ma nei fatti dipende dall’ammontare delle garanzie che gli Stati metteranno a disposizione, su base totalmente volontaria, e che dunque si rivelerà probabilmente l’ennesimo pistolotto ad acqua travestito da bazooka;

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sinistra

Falsum nuntium

Questo testo è stato scritto da un cristiano confessante che riflettendo sulle modalità con le quali si denuncia una notizia come “falsa”, come “fake news”, e sulla montante voglia di censura che si è ampliata in modo preoccupante con la crisi del coronavirus, è giunto alla conclusione che proprio il fondamento stesso della sua fede, la resurrezione di Gesù Cristo, che si celebra con la Pasqua, dovrebbe essere stigmatizzata da questi censori come una delle più grandi fake news della Storia. Ha così deciso di ambientare con l'immaginazione il clima di oggi agli inizi del Cristianesimo e precisamente a Efeso, per vedere cosa sarebbe successo

Sono impaurito. Ho dovuto lasciare Efeso di gran fretta. Sono uscito di nascosto dalla porta di Magnesia, quella che sta sulla collina ed è poco frequentata, dopo essermi nascosto per un po' tra le colonne del Ginnasio. Ora sono qui, in una grotta del monte Pion. Non so se cercano anche me. Ma ho paura dopo quanto è successo.

Non aspettavano altro, lo sapevo. Avevo detto a Paolo di essere prudente. La città era già sconvolta dalle lotte di potere dopo l'uccisione del proconsole Lucio Silano e, dai discorsi della gente, ovunque, al foro o davanti al tempio di Diana, preoccupata per i suoi affari e per i costi sempre maggiori dei lavori per evitare l'insabbiamento del porto, da quei discorsi capivo che bisognava soppesare molto bene le parole.

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lafionda

Nazionalismo dei furbetti e patriottismo costituzionale

di Mimmo Porcaro

L'epidemia e la stentatissima “risposta” europea stanno facendo sorgere in Italia due tipi di discorso nazionale. Uno esplicito, netto e aggressivo, ma potenzialmente conservatore; l’altro implicito, più diffuso e (per ora) meno battagliero, ma potenzialmente innovativo. Il primo si riassume in poche parole: “Colpa dei crucchi, sciacalli, avari, supponenti. Nazisti”. Così, il “servo encomio” di pochi mesi fa si è rapidamente mutato in “codardo oltraggio”. Codardo e sospetto non tanto perché sia alimentato soprattutto dal risentimento e dall’odio: piaccia o meno, nessun grande rivolgimento ha potuto fare a meno di questi pessimi sentimenti e, semmai, ha dovuto “civilizzarli”, trasformando l’odio in energia secondo l’efficace detto dei vietnamiti. Codardo e sospetto soprattutto perché tutto questo prendersela con Berlino ha uno scopo o comunque un risultato ben preciso. Infatti, come l’antisemitismo è il socialismo degli imbecilli, così l’antigermanesimo è il nazionalismo dei furbetti, furbetti che latrano contro la Germania per nascondere le tare dell’Italia e le vere responsabilità del disastro. Nascondere tare che non sono quelle indicate dall’Ue “teutonica”, né possono essere curate (anzi!) con la medicina europea, tare che vengono dal passato e che l’ingresso nell’eurozona ha aggravato: un capitalismo rentier e sparagnino, bande di evasori senza controllo, un’impresa pubblica incapace di strategia e privatizzata, nella sua ultima fase, da manager avidi e da partiti voraci, e poi sconsideratamente svenduta invece di essere trasformata.

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kelebek3

La dittatura senza dittatore

di Miguel Martinez

“In epoca romana la dittatura era concepita come una funzione con limiti precisi nel tempo e nell’esercizio del potere: il termine dittatura significava in generale un potere eccezionale conferito a un individuo, a un gruppo sociale o a un partito al fine di affrontare una crisi di estrema gravità per lo Stato. A questo potere si chiedeva di restaurare l’ordine politico e civile o di instaurarne uno nuovo.”

Dizionario Treccani

Non ho problemi a restare in casa.

Sorprendentemente, continuo a lavorare; e gioisco a vedere l’erba che cresce nelle piazze e il cielo senza aerei.

Inoltre, immagino che tutto ciò riduca anche il numero di contagi, e presumo che prendere il Covid sia davvero una iattura.

Però, la dittatura c’è, basta guardarsi attorno.

La realtà della dittatura non sembra chiara a tutti, e cerco di capire i motivi.

Il primo è semantico: quello che sta succedendo è bene, perché ci salva dalla peste; la dittatura, ci hanno insegnato, è cattiva, quindi se è un bene, non può essere una dittatura.

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milanofinanza

L’inflazione sanitaria

di Guido Salerno Aletta

Il crollo del barile di greggio non inganni. I costi relativi alla sanificazione dell’intera esistenza umana faranno aumentare i prezzi. Proprio come accadde dopo lo shock petrolifero del 1973

Preoccuparsi già oggi dell’inflazione che verrà, di qui a qualche mese o nei prossimi anni, potrebbe apparire davvero prematuro: un vezzo intellettuale, un dibattito bizantino sul sesso degli angeli. Basta invece pensare ai mille dubbi che assalirebbero, per il timore di un contagio, chi tra qualche settimana entrasse in una camera di albergo, oppure nella cabina di una nave da crociera. Vorrebbe essere sicuro che sia stata adeguatamente disinfestata: se l’epidemia o il suo rischio dovesse permanere, si tratterebbe di un costo addizionale, sistemico, che farebbe sballare i conti di chissà quante offerte di servizi simili, dove il rispetto della distanza interpersonale non basta. Ci sarebbe una inflazione da costi spaventosa se si dovesse procedere sulla via della stabilizzazione di alcune regole di comportamento individuale e collettivo.

Viene da pensare agli effetti dello shock petrolifero del ’73: tutto cominciò a costare improvvisamente di più, produrre, spostarsi, riscaldarsi.

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linterferenza

Estrema sinistra e liberismo

di Ferdinando Pastore

Qual è stato il momento preciso nel quale la sinistra estrema – o almeno quella che si definisce tale – ha abbracciato tutti i proponimenti del capitalismo nella loro forma globale e trans-nazionale? Esiste un punto di unione tra due mondi che in realtà dovrebbero considerarsi antitetici?

Partiamo dall’assunto di Michéa il quale sostiene – a ragione – che mentre la destra (e ormai anche la sinistra politica ) persegue gli obiettivi economico e sociali dell’ideologia neo-liberale – spoliticizzazione dell’economia, privatizzazione del diritto pubblico, stabilità dei prezzi e lotta all’inflazione, abbattimento della spesa sociale, individualizzazione dei rapporti di lavoro, verticalizzazione del sistema politico – la sinistra (estrema) accetta le conseguenze che quelle politiche portano nelle relazioni umane e soprattutto finisce per esaltare la concezione individualista che si manifesta nella nuova frontiera del mercato illimitato.

La critica pressante della gioventù sessantottina era rivolta all’oppressione della società gerarchizzata all’interno della quale si muovevano tre istituzioni che comprimevano il desiderio di una libertà personale illimitata, resa allettante dalla propaganda sul consumo di massa: lo Stato dirigista, l’Azienda burocratizzata e la famiglia moralista.

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codicerosso

Covid19 e robotica, breve introduzione alla nuova normalità

di nique la police

L’epidema di covid19 sta causando l’effetto tecnologico di una guerra: accelera i processi esistenti, suggerisce velocemente progetti nuovi. tende a trasformare i prototipi in progetti di serie.

Per quanto riguarda l’immissione della robotica nella società il processo in corso può essere definito di due tipi: uno riguarda l’uso della robotica per la sorveglianza, l’altro per la cura. Entrambi sono legittimati dal biopotere puro (dare e preservare la vita) ma, come classicamente in questo tipo di processi di formazione del potere, possono evolvere in molte direzioni anche imprevedibili grazie all’accelerazione tecnologiche che contengono.

Per quanto riguarda la sorveglianza legittimata dall’epidemia Covid su Codice Rosso abbiamo già parlato dell’introduzione dei droni in Italia mentre stavolta andiamo al tentativo di realizzare un progetto meno estemporaneo più maturo: Draganfly una compagnia americana stra lavorando alla produzione in serie di un drone pandemico. Di cosa stiamo parlando? Di un drone adattato con sensori speciali, sistema di visione adatto a questo genere di sensori, in grado di sorvolare le città e rilevare, di ogni singola persona monitorata, temperatura del corpo, capacità di respirazione, eventuali colpi di tosse e anche starnuti.

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teleborsa

UE, Chiacchiere e Tabacchiere di legno

di Guido Salerno Aletta

Hanno vinto ancora i Falchi, nell'Eurogruppo del 9 aprile

Ci siamo fatti prendere in giro: ci sono solo debiti, impegni, e nessuna solidarietà.

Solo noi ci siamo accontentati: di "chiacchiere e tabacchiere di legno", tutta roba inutile.

E' sempre la stessa l'Europa: è quella dei Banchieri, quella dei Mercati e dei Soldi. Gli aiuti arriveranno da parte dell'ESM, della BEI e della stessa Ue: ma, per gli Stati e per le aziende che li riceveranno, si tratta solo di altri debiti. Ed è come ai tempi del vecchio Banco di Napoli, che pure era una istituzione attenta ai bisogni della povera gente.

Non si muoveva a compassione, il Banco, perché i soldi sono soldi: chiedeva sempre impegni precisi e solide garanzie. Non si fidava: "Chiacchiere e tabacchiere di legno, il Banco di Napoli non prende in pegno". Le tabacchiere, se del caso, dovevano essere d'argento. E neppure accettava cianfrusaglie: braccialetti, collanine ed anelli, ma solo se fatti d'oro.

Ed i debiti si pagano tutti, senza eccezioni.

Agli Stati che hanno chiesto solidarietà, che hanno già elevati debiti pubblici e che per questo motivo temono di esporsi con nuovi colossali deficit alle ire dei Mercati, arrivano solo pacche sulle spalle: "Passerà, così come è arrivata, questa Epidemia!"

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patriaecostituz

Caduti nella trappola del Mes

di Stefano Fassina

Il pacchetto condiviso dall’Eurogruppo ieri sera per rispondere alle conseguenze del Covid-19 è, per l’Italia, una trappola: la trappola del Mes. Implica un lento soffocamento della nostra economia e dell’universo del lavoro legato alla domanda interna. Va bloccato dal Parlamento e dal presidente del Consiglio al vertice europeo dopo Pasqua.

Il senso politico delle misure di contorno, ricomprese nel testo lungamente negoziato, è coprire la trappola e distrarre l’opinione pubblica attraverso una campagna propagandistica insopportabile su trilioni di euro, inesistenti, e su una solidarietà fiscale, assente in quanto inibita dai Trattati Ue.

Entriamo nel merito del “Rapporto” inviato per la finalizzazione al Consiglio europeo di settimana prossima. Valutiamo prima i tre punti elaborati e definiti: 1. il “Sure”, il fondo “fino a” 100 miliardi di euro annunciato dalla Commissione europea per il sostegno al reddito di lavoratrici e lavoratori disoccupati; 2. il programma di garanzie alle imprese alimentato dalla Banca europea per gli investimenti (Bei); 3. l’adattamento del Meccanismo europeo di stabilità (Mes). Infine, analizziamo il work in progress per il “Recovery Fund”, la formula lessicale per richiamare surrettiziamente i famosi Eurobonds o a qualsivoglia denominazione di uno strumento comune di debito.

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insideover

La capitolazione di Gualtieri: perché l’Italia ora rischia

di Andrea Muratore

Nell’Eurogruppo di ieri il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha incassato le conseguenze della contraddittoria strategia del governo italiano in Europa nelle ultime settimane: una cocente sconfitta. L’esecutivo di Roma ha, giustamente, rifiutato l’accordo di due settimane fa al Consiglio Europeo ma, nei giorni successivi, si è limitato ad alzare i toni sul tema dell’inconciliabilità tra Meccanismo europeo di stabilità ed emissione di “Eurobond” senza operare alla ricerca di sponde e alleanze in Europa e senza mobilitarsi sul fronte interno per presentare una risposta operativa alla crisi.

 

Il grande rifiuto al deficit

Il risultato? Sì al Mes e niente Eurobond. Una sconfitta politica che ci dimostra come per gli esecutivi italiani non ci sono europeismo o euroscetticismo (o presunti tali) che tengano: nell’Unione Europea valgono rapporti di forza che l’Italia, purtroppo, non ha saputo costruire o far valere al contrario di Paesi, come l’Olanda, che giocando sul filo dell’ipocrisia hanno costruito reti, alleanze, strategie.

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contropiano2

Disastro Eurogruppo. L’Italia a un passo da commissariamento

di Claudio Conti

Sconfitta su tutta la linea, scompaginata al primo round “l’unità dei mediterranei” (più Irlanda, Belgio e Lussemburgo) che avevano inviato una lettera pressoché ultimativa – nelle intenzioni – per chiedere alla Ue di adottare eurobond per affrontare la catastrofe sanitaria e l’inevitabile “ricostruzione economica” post pandemia.

Il “fronte del Nord” – o l’”osso tedesco” (Germania, Olanda, Austria) – ha opposto la prevista e prepotente resistenza ad ogni cambiamento dello “spirito dei trattati” europei, inchiavardati con l’ordoliberismo fallimentare anche in tempi “normali”. Come se questa crisi fosse un malessere passeggero, da cui alcuni usciranno un po’ più deboli, altri meno, ma in fondo tutto resta “come prima”.

Una scommessa fondata sulla speranza, non su basi empiriche.

E’ un’ottusità strategica fondata però su solidissime basi materiali. L’Olanda, negli ultimi 30 anni, si è trasformata in un paradiso fiscale per multinazionali europee, garantendo livelli di tassazione ridicoli. Un affare, per un paese relativamente piccolo (17 milioni di abitanti) e già favorito dall’avere il più grande porto d’Europa (Amsterdam), istituzioni sovranazionali e attività finanziarie con lunga tradizione storica. Una perdita considerevole per il Paesi d’origine.

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insideover

Il Covid-19 non ha fermato lo scontro fra Trump e l’asse franco-tedesco

di Emanuel Pietrobon

La pandemia sta paralizzando i sistemi produttivi ma non le agende estere delle grandi potenze che, anzi, hanno trasformato la sfida dell’emergenza sanitaria più grave della storia recente in un’opportunità per espandere la loro influenza e promuovere i loro interessi laddove possibile. La Cina è la grande protagonista di questo corso politico, basato sulla cosiddetta diplomazia delle mascherine e mirante alla realizzazione di una “nuova via della seta della salute“, ma sullo sfondo di tutto questo sta proseguendo anche un altro scontro di primo livello: quello fra gli Stati Uniti e l’asse franco-tedesco.

 

Le accuse di pirateria

Negli ultimi giorni gli Stati Uniti sono stati accusati da Francia e Germania rispettivamente di concorrenza sleale e “pirateria moderna“, contribuendo a riaccendere i riflettori su uno scontro che sembrava essere sepolto.

Nel primo caso, Valerie Pecresse, presidente della regione dell’Ile-de-France, ha denunciato che un carico di mascherine protettive destinato a Parigi è stato oggetto di un ridirezionamento all’ultimo minuto dopo che da Washington sarebbe giunta un'”offerta più elevata” al venditore.