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Giovanni Sgro’: MEGA-Marx

di Roberto Fineschi

Pubblicato su "Materialismo Storico. Rivista di filosofia, storia e scienze umane”, E-ISSN 2531-9582, n° 1-2/2016, dal titolo "Questioni e metodo del Materialismo Storico" a cura di S.G. Azzarà. Link all'articolo: http://ojs.uniurb.it/index.php/materialismostorico/article/view/619/570

Che la teoria di Marx sia una delle poche ad avere qualcosa da dire per dar conto delle dinamiche sociali ed economiche tuttora in atto è dimostrato dal crescente interesse che essa continua a riscuotere, a dispetto di chi la vorrebbe morta e sepolta sotto le macerie del cosiddetto “socialismo reale”.

Tutto ciò nonostante, a livello ufficiale/accademico, si cerchi di farne a meno, anche attraverso una capillare operazione tesa a rimuovere quelle cattedre, quegli insegnamenti, quei corsi che qualcosa avrebbero a che fare con l’autore tedesco e la storia successiva che a lui, a torto o a ragione, si è ispirata. I tempi tuttavia sono maturi per riprendere un discorso interrotto; si tratta di una maturità che sta, più che nei discorsi, nelle cose; concetti come accumulazione, sfruttamento, esercito industriale di riserva (leggi disoccupazione di massa strutturale), capitale finanziario ed ancora lotta di classe, mondializzazione, concorrenza transnazionale ed imperialismo: difficile capire qualcosa del “mondo attuale” senza avere queste categorie alle spalle e l’unica teoria – o una delle poche – che si è assunta la responsabilità di pensare criticamente tutto ciò è quella di Karl Marx. Con buona pace dei suoi detrattori che hanno proposto, in genere, timide alternative, salvo ammantarle di paroloni e formalizzazioni matematiche per nasconderne la pochezza esplicativa.

Tra le varie pubblicazioni che negli ultimi quindici anni si sono occupate dell’autore tedesco non tutte, come inevitabile, si sono distinte per originalità. Marx era stato un autore molto letto, studiato ed interpretato, quindi non era (non è) facile aggiungere, approfondire, andare avanti. Il rischio era (è) quello di ripetere, di ripercorrere, anche senza rendersene conto, strade già molto battute, al limite per cambiare qualche virgola o accento. Oppure di sovrapporre, più o meno intenzionalmente, le proprie idee a quelle del testo; non perché non si debba utilizzare una teoria in una prospettiva personale, ma dietro l’angolo sta talvolta la tentazione di far dire all’autore quello che l’interprete pensa (in certi casi al di là di ogni ragionevolezza).

In queste difficoltà non cade la recente pubblicazione di Giovanni Sgro’, MEGA-Marx. Studi sulla edizione e sulla recezione di Marx in Germania e in Italia, Napoli-Salerno, Orthotes, 2016, pp. 206, ISBN 978-88-9314-054-6. Come si evince dal titolo, l’autore si occupa di Marx nella prospettiva aperta dalla pubblicazione della nuova edizione storico-critica, la Marx-Engels- Gesamtausgabe, che, come io stesso ho avuto modo di sostenere in altre sedi, apre nuovi orizzonti a una comprensione filologicamente più rigorosa dell’opera dei due autori tedeschi, soprattutto perché ne modifica la base testuale, mettendo a disposizione degli interpreti una ricchissima messe di materiali inediti. Essi cambiano non tanto le interpretazioni, ma, come si diceva, la base testuale stessa sulla quale tali interpretazioni vanno a basarsi, ponendo in questione la struttura e, in certi casi, l’esistenza stessa di diverse opere celebri come I manoscritti economico-filosofici del 1844, L’ideologia tedesca e, soprattutto, Il capitale.

L’opera di Sgro’, in questo contesto, ha il merito di mettere a disposizione del lettore un quadro complessivo dello stato dei lavori relativi a MEGA e dintorni, per quanto concerne soprattutto Italia e Germania, vale a dire i due paesi dove più ci si è interessati a questa pubblicazione (se si esclude il Giappone, dove sono stati addirittura curati e pubblicati alcuni importantissimi volumi della MEGA e, più recentemente, il Brasile dove in alcune nuove edizioni si è tenuto conto dei nuovi materiali). Essa è in questo senso molto precisa e chiara, più di altri testi in qualche modo analoghi, in cui la presentazione della MEGA era funzionale ad un’argomentazione che poi andava oltre il tema specifico.

Sgro’ raccoglie in questo volume una serie di saggi scritti negli anni, aggiornandoli ed integrandoli ove necessario; essi testimoniano, da un lato, il suo costante impegno su queste tematiche e, dall’altro, la sua capacità di quadro e di sintesi che risulterà estremamente utile al lettore in cerca di una presentazione delle questioni dibattute e dello stato dei lavori editoriali.

L’opera si divide in quattro parti: la prima è dedicata alla MEGA, di cui si ripercorre la storia e si presentano le riviste e i gruppi di studio che intorno ad essa sono sorti; questo anche per quanto riguarda l’Italia, dove un certo interesse emerse già negli anni Ottanta del Novecento. La seconda tratta della ripresa degli studi in Germania, il paese in cui la parte più importante dell’edizione fu ed è realizzata. La terza parte presenta la ripresa della pubblicazione delle Opere di Marx ed Engels in Italia, fra i primi paesi in cui si è tenuto conto della MEGA nella preparazione di nuove edizioni. La quarta parte si occupa, infine, degli studi italiani degli ultimi quindici anni.

Se di primo acchito la prima sezione potrebbe sembrare la meno innovativa in quanto riespone cose in parte già note attraverso altre pubblicazioni, il merito di Sgro’ sta, qui come altrove, nel realizzare un quadro preciso e completo. Senza fronzoli e retoriche, presenta al lettore la storia dell’edizione, le sue premesse, le sue difficoltà, ecc. per passare poi a utilissime schede informative sulle pubblicazioni afferenti, sui gruppi di ricerca attivi con le loro riviste e via dicendo. A chi fosse in cerca di un accesso a questo mondo (“MEGA e dintorni”), qui è offerta una chiara e sintetica porta di accesso. Stessa cosa si può dire per la presentazione delle pubblicazioni italiane che della MEGA si sono occupate. Come già accennato, in Italia diversi studiosi si sono accorti della rilevanza di questa pubblicazione e si sono dati da fare tanto per divulgarne i risultati quanto per utilizzarla interpretativamente. Ma su questo si tornerà più avanti.

Di estrema utilità sono la seconda e la quarta parte, rispettivamente dedicate alla ricostruzione del dibattito tedesco ed italiano su Marx negli ultimi quindici anni, afferente alla MEGA ma non solo. Chi non vorrebbe avere un amico che legge decine e decine di libri per poi fartene una rassegna? Questo gravoso compito se lo è assunto Sgro’, che delinea le complesse discussioni svoltesi intorno a temi delicati come il dibattito sui Grundrisse in occasione dei 150 anni dalla loro stesura; sul metodo e sui limiti dell’esposizione dialettica; il dibattito sulla teoria economica. Non solo Marx, ma anche Engels, soprattutto l’ultimo periodo della sua vita, il suo testamento politico, la sua edizione del Feuerbach e molto altro ancora.

Un capitolo a parte è dedicato alla cosiddetta Neue Marx-Lektüre (Nuova lettura di Marx) e alle tematiche tradizionali di questo approccio come la forma di valore e il metodo. Particolare rilievo è dato al più recente libro di Reichelt che si propone come una specie di summa di questo approccio. Nella stessa prospettiva ricostruttiva complessiva sono i contributi di Elbe e Hoff, rispettivamente per il dibattito tedesco ed internazionale. Infine, si presentano le posizioni, soprattutto sul concetto di crisi, di Michael Heinrich, uno dei più autorevoli ed ascoltati interpreti di Marx in Germania oggi.

Anche per quanto riguarda il dibattito italiano si ha una carrellata molto istruttiva su quanto di buono si è visto nel nuovo millennio nel nostro paese. Gli autori sono noti: Cingoli, Finelli, Fineschi, Tomba, Basso ed altri. Il confine che l’autore si dà è sempre quello dell’analisi di contributi teoretici e non immediatamente politici. Non per questo, tuttavia, le implicazioni di teoria politica sono tralasciate, anzi ad esse è dedicata una buona parte della rassegna. Anche qui i temi sono classici: materialismo ed idealismo, rapporto Marx- Hegel, teoria della storia e delle classi.

La terza parte è invece dedicata alla ripresa della pubblicazione delle Opere di Marx ed Engels in lingua italiana, alla quale Sgro’ stesso ha collaborato. Un primo saggio introduce la storia della pubblicazione, le sue traversie editoriali ed interruzione, infine la sua ripresa. In particolare ci si dedica all’analisi degli ultimi due volumi apparsi: il XXII, con i materiali più interessanti che riguardano gli scritti di Marx sulla Comune di Parigi e quelli di Engels sulla guerra franco-prussiana; ed il XXXI con la nuova edizione del primo libro de Il Capitale, con tutte le varianti delle varie versioni curate personalmente da Marx o da Engels (ed altri materiali dal 1863 in poi). Entrambi i volumi fanno tesoro delle novità editoriali della Marx-Engels-Gesamtausgabe e si auspicano di aprire la strada ad una nuova stagione di pubblicazioni e traduzioni.

Per concludere, credo si possa dire che il libro di Sgro’ è un ottimo punto di partenza per chi oggi, digiuno di Marx, voglia aggiornarsi sullo stato della questione, soprattutto per quanto riguarda la MEGA e dintorni. Per chi non è digiuno, ma da un po’ non si interessa del Moro, questo è un libro che permette di riprendere le fila del discorso. Per chi già se ne interessa, è una buona sintesi di pubblicazioni varie che non sempre si riesce a conoscere direttamente. Quello che, insomma, si dice “un libro utile”.


Giovanni Sgro’: MEGA-Marx. Studi sulla edizione e sulla recezione di Marx in Germania e in Italia, Orthotes, Napoli-Salerno 2016, pp. 206, ISBN 978-88- 9314-054-6.
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