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linterferenza

Amazon: verso la società post-terziaria

Enrico Fiorini

E’ emersa una tendenza inquietante che pochi sul web stanno osservando, presi come sono da MMT ovvero, minchiate monetarie torinesi, quelle che gli ubriaconi sbiascicano appunto alle 2 di notte al Santa Giulia se non viene l’Appendino a torgliergli pure il cicchetto.

La prima tendenza inquietante è la cannibalizazzione di Amazon del terziario occidentale.

Cresciuta a pane e terziario, la mia generazione trovava già scritto nel sussidiario delle medie che l’indice di sviluppo di una nazione si rileva nella terziarizzazione dell’economia e nello scenario post-industriale, ovvero:

i cinesi ci fanno le scarpe (in tutti i sensi) a 2 euro il paio e noi tramite un giro di giostra di intermediari le vendiamo a 120 euro (se va bene) in vetrina.

Ora con Amazon il giro degli intermediari è stato completamente scavalcato.

In America dopo gli scheletri delle industrie abbandonate sta comparendo un nuovo fenomeno: lo scheletro dei centri commerciali abbandonati perchè sotterrati dalla concorrenza di Amazon.

Abituati a ragionare in termini di geopolitica, non ci siamo resi conto che il mondo non è conteso tra la Cina, la Russia e l’America (l’Europa è in modalità vacanza dal 1945) ma tra Amazon E-Bay, Paypal, Google, Facebook e recentemente Instagram.

Ormai tutti i profitti mondiali stanno venendo concentrati nel Nasdaq gonfiato a dismisura in una new-economy e… ricorda qualcosa?

La bolla delle dot-com del 2000, è differente oggi da 17 anni fa?

Si molto, qui spicca il gigantismo delle imprese, il monopolio di mercato, squisitamente marxiano (ricordate si o no che l’aveva predetto?), l’enorme tesaurizzazione di liquidità (ognuna di queste imprese è seduta su una montagna di liquidità).

Insomma, cinque imprese mettono in scacco il terziario mondiale fatto di intermediari e agenzie pubbllicitarie e come un pitone con il bufalo si mangiano il mondo, mentre la gente è intenta a insultare Jovanotti, giustamente perchè da bravo uomo contro il sistema ha partecipato al Bildelberg, dove evidentemente hanno gradito l’insieme di pseudovalori rappresentato da quest’ultimo.

Ora però, sic stantibus rebus, io mi domando di che cazzo parlano al Bildelberg? Di canzoni di jovanotti? Si sono resi conto di ciò che sta succedendo?

La prossima crisi verrà definita la crisi del terziario, chi vivrà vedrà…

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