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gliStatiGenerali

Difendiamo il nostro stile di vita. Va bene, ma nostro di chi?

di Ugo Rosa

“Il figlio di Abbas – sia soddisfatto Iddio di ambedue
– riferì che quando il profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute
– aveva inviato Mu’ad nello Yemen,gli aveva detto: temi il grido
dell’oppresso perché tra il suo grido e Iddio non c’è alcuna barriera”

al-Buhari detti e fatti del profeta dell’Islam

Ogni nuovo attentato è un vortice di stupidità, cialtroneria, cinismo e ipocrisia che smantella i fragilissimi argini della decenza e inghiotte ogni cosa. Imbecilli che non hanno la minima idea né di cosa stanno dicendo né di come si fa a dirlo scrivono di “Wahabismo” e di “Salafismo” con la scioltezza dell’impiegato di concetto che timbra il cartellino. C’è chi vuole bombardare qui, chi vuole massacrare là. Non mancano i torturatori. Un coglione reclama una Guantanamo europea e un altro, più riflessivo, si preoccupa per lo stile di vita dei suoi figli (giovani cervelli in fuga).

La civiltà occidentale in queste occasioni da il meglio di sé. La sua difesa, però, è evidentemente a cura di quelli che se la possono permettere. Io mi posso permettere solo un po’ di cattiveria. Per i poveri morti provo un dispiacere distaccato. Una compassata compassione. La medesima, insomma, che, al netto delle chiacchiere, provano tutti quelli che non sono direttamente coinvolti. La loro morte non mi ha tolto l’appetito, non ha mutato il mio passato, non cambierà il mio futuro. Mi ha appena scalfito il presente.

Il giocatore di pallone, invece, l’ho visto provato. L’altro ieri, in Ferrari, andava a spassarsela nel locale più costoso della città ma quando gli hanno comunicato la notizia, perdio, gli è scesa una lacrima. Anche il giornalista, il blogger, il conduttore televisivo, tra una pubblicità e l’altra, fremono d’ira rattenuta, di pietà e d’indignazione. Una ragione di più per darci dentro con lo spasso. Un minuto di silenzio e poi si torna a giocare (dalla radice sanscrita diu/div “essere lieto, giulivo, scherzare”) per guadagnare quanto basterebbe a sfamare un popolo intero. Uno di quegli orridi popoli da cui emergono poi, in modo così inatteso, i mostri.

Barcellona appena ieri assisteva spensierata al trasferimento di un giocatore della sua squadra di calcio a una squadra parigina per 222 (duecentoventidue) milioni di euro. Oggi piange calde lacrime e si chiede perché dei mostri la odiano. Stasera tuttavia, non temere, sarà di nuovo movida. E domani concertone di solidarietà. Perché la parola d’ordine che rimandano tutti i megafoni è sempre la stessa: “Conservare il NOSTRO stile di vita”. Del pallonaro milionario o di chi campa per miracolo? Del figlio di papà in fuga a New York o del figlio di buttana che va a morire in un campo di pomodori? Del tenutario di bordello televisivo che, dopo aver pianto i morticini va a spassarsela sul suo yacht oppure di quello che i morti non li piange perché tanto domani sarà morto anche lui (in un incidente sul lavoro o per non potersi permettersi le cure di cui ha bisogno)? Non me lo dite: sono andato fuori tema? Avete ragione. Che c’entra tutto questo con il terrorismo? Niente. Voi state tranquilli e non ci pensate. Pensate invece a un bel post per facebook sull’Islam, i Salafiti, i Wahabiti e l’invasione islamica del NOSTRO occidente.

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