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lantidiplomatico

Salvini da rozzo estremista a "stratega"

Perché l'evoluzione dei media liberisti non è casuale

di Francesco Erspamer*

Da alcuni giorni i media liberisti (cioè quasi tutti i giornali e tutti i network televisivi) sono impegnati nella trasformazione di Salvini, prima rozzo ed estremista, in un abilissimo stratega, un “cavallo di razza” come un tempo i capi democristiani, Andreotti, Fanfani, Moro, De Mita. È che fino al 4 marzo Salvini era considerato un ostacolo al pieno controllo della destra da parte di Berlusconi, più affidabile e gradito alla finanza, o al massimo una sua stampella; mentre adesso è diventato l’unico possibile argine contro il populismo. A conferma del fatto che il vero nemico del neocapitalismo globalista e della casta non è mai stata la Lega (al governo per 11 dei 24 anni della seconda repubblica, più di Berlusconi) bensì il M5S.

Quanto alla diffusione del mito di Salvini presso i militanti liberal e uguali, bè si fonda sulla disperata teoria del “tanto peggio tanto meglio”, ossia sulla speranza che un suo successo possa riaprire spazi alla sinistra, malgrado l'assenza di qualsiasi strategia e ideologia di sostegno.

Cosa alquanto improbabile ma non dimentichiamo che si tratta di quelli che si sono bevuti persino la brevissima conversione all’antirenzismo di Boldrini e D’Alema, che avevano correttamente previsto il crollo del Pd ma non il proprio e che adesso stanno ritrattando e tornando di corsa all’ovile per conservare la poltrona.

Invece Salvini non è un genio della politica. È semplicemente succube, come tanti nell’età del liberismo, dei sondaggi. Quando i giornali hanno sostenuto che in eventuali nuove elezioni la Lega sarebbe salita al 30%, ha pensato bene di incaponirsi su Savona per far sciogliere le Camere a Mattarella; ma le proiezioni di oggi indicano uno sfondamento da parte del M5S della soglia del 40% se la Lega facesse di nuovo un listone con Berlusconi e FdI: e allora Salvini corre a Roma per cercare di nuovo l’accordo con Di Maio.


*Professore all'Harvard University. Post Facebook del 31 maggio 2018

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