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Vicenda Monsanto: lo scontro tra bande e la sconfitta di scienza e informazione

di Enzo Pennetta

La notizia è stata rilanciata su tutti i media, la Monsanto è stata riconosciuta colpevole di usare una sostanza cancerogena, il glifosato. Fino a ieri chi lo diceva veniva chiamato complottista. Cosa è cambiato?

La notizia è stata diffusa dall’agenzia ANSA che però ha ‘bucato’ il vero scoop, infatti dire che una multinazionale ha perso una causa per un prodotto cancerogeno e non dire che quel prodotto è quello  che è stato per anni al centro di accesi dibattiti è come non averla data:

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L’altro aspetto curioso della vicenda è che per anni si è dibattuto sulla cancerogenicità del glifosato, che ricordiamo è l’erbicida usato nelle coltivazioni OGM dove le piante geneticamente modificate non sono danneggiate mentre le erbe infestanti e tutte le altre vengono seccate, senza giungere a conclusioni negative per il prodotto della Monsanto e all’improvviso negli ultimi tempi la situazione si sblocca fino a giungere ad una sentenza a dir poco clamorosa.

A dire il vero il vento per la Monsanto era già cambiato negli USA mentre nella UE l’intervento della Germania aveva fatto prorogare l’uso del pesticida nonostante la scoperta che gli studi scientifici sulla sua innocuità non fossero attendibili. Sì proprio così, quando ci sono grandi interessi in gioco la scienza si piega come una canna di bambù agli interessi di ogni tipo e la sua oggettività resta solo un mito per gli ingenui. Ecco come riportava la notizia Repubblica del 27 novembre 2017:

Il glifosato, l’erbicida più diffuso nel mondo, considerato probabilmente cancerogeno dallo Iarc e non cancerogeno da due agenzie europee (Efsa e Echa), continuerà ad essere usato per altri 5 anni all’interno dell’Unione europea. La proroga all’autorizzazione è stata votata oggi, dopo uno scontro in Commissione durato un anno, grazie al voto determinante della Germania che ha cambiato posizione facendo passare i sì.

Quattro settimane fa l’Europarlamento aveva bocciato a larga maggioranza (355 voti favorevoli, 204 contrari e 111 astenuti) la richiesta di prolungare di 10 anni l’autorizzazione del pesticida votando per il divieto immediato di uso domestico e il bando totale entro il 2022. I deputati avevano dichiarato che “i documenti interni della Monsanto – l’azienda proprietaria e produttrice del Roundup, di cui il glifosato è la principale sostanza attiva – che sono stati resi pubblici, hanno fatto sorgere dubbi in merito alla credibilità di alcuni studi utilizzati dall’Ue ai fini della valutazione della sicurezza del glifosato”.

Dunque gli studi scientifici della UE erano taroccati ma la Germania ad un certo punto si è convinta che invece fossero buoni. La prima notizia dicevamo è che la scienza può essere manipolata, la seconda è che la Germania aveva un interesse a voler dare credito a studi fasulli. Questi elementi richiedono una spiegazione che qualsiasi giornalista vero avrebbe dovuto cercare e una denuncia della vulnerabilità della scienza alle pressioni di interessi esterni.

Cosa può far cambiare idea alla Germania sul Glifosato e poi far bucare una notizia all’agenzia ANSA e infine far risvegliare una scienza e una magistratura USA che fino a ieri erano quantomeno un po’ distratte? A volte per capire la scienza e l’informazione bisogna andare oltre la scienza e oltre la notizia, è una cosa che si dovrebbe sempre provare a fare ed è quello che ha fatto Giacomo Gabellini, grande conoscitore di geopolitica, con un interessantissimo intervento sulla sua pagina Facebook:

I rapporti di forza geopolitici, quelli che gli economisti tutti d'un pezzo non capiranno mai, tornano a farsi sentire per via economica. Ad appena tre mesi scarsi dall'acquisizione di Monsanto da parte di Bayer per la modica cifra di 66 miliardi di dollari, un giudice di San Francisco ha condannato la compagnia statunitense appena inglobata dal gigante tedesco a risarcire per 289 milioni di dollari un bidello che sosteneva di aver contratto un tumore per effetto del contatto più o meno diretto con i pesticidi targati Monsanto. Si tenga presente che Monsanto è la società produttrice dell'agente Orange, la sostanza defoliante ultra-tossica usata dagli Usa durante la guerra in Vietnam (responsabile di centinaia di migliaia di tumori presso la popolazione locale), che detiene una quota preponderante dei brevetti sugli Ogm (compreso il germe suicida) e che viene considerata da decenni in tutto il mondo una distributrice di malattie e disastri ecologici di ogni sorta. Fino ad oggi aveva al massimo ricevuto un coppino per le sue malefatte. Adesso, a passaggio ai tedeschi concluso, si profila la possibilità di una gigantesca class-action multinazionale che nella migliore delle ipotesi costringerà la Monsanto - e quindi la Bayer - a una durissima e dispendiosissima battaglia legale destinata a intaccare pesantemente l'immagine della presunta integrità tedesca, già infangata dal caso Volkswagen-Dieselgate. Si profilano tempi difficili per la Germania.

In poche parole la società tedesca Bayer per l’astronomica cifra di 66 MLD di Dollari ha acquisito la Monsanto che prima era a stelle e strisce, poco prima che questa smettesse di essere un’industria USA la scienza si è accorta finalmente che il glifosato era veramente cancerogeno, come scrivevano i complottisti, cosa confermata casualmente anche da documenti interni alla Monsanto che sono stati provvidenzialmente resi pubblici e che dimostrano che gli studi scientifici su tale cancerogenicità erano stati falsificati.

Ed ecco il passo finale da compiere e che è stato fatto da Gabellini, questa multa si inserisce nello scontro geopolitico tra USA e Germania che adesso è evidente a tutti mentre non lo era fino a qualche tempo fa.

Che tra Germania e USA fosse in atto uno scontro che si giocava sul terreno commerciale e finanziario era però stato già detto sulle pagine di Critica Scientifica in un articolo sullo scandalo delle emissioni taroccate datato settembre 2015 e intitolato W la V W:

La VW ha solo giocato al gioco al quale giocano tutti, adesso però si è deciso di usarla per colpire la Germania, e allora viva la VW che ha capito benissimo le regole del gioco e le ha applicate alla perfezione, e viva la VW che sta pagando per tutti prendendosi da sola le colpe che sono di un intero sistema.

La VW è un gigante industriale che alla fine si è accorto di essere comunque una banda troppo piccola nella guerra tra bande, un gigante che ha avuto l’unica colpa di aver fatto propri i valori attuali dell’Occidente: inganno e profitto.

La guerra tra bande è in atto e quella tra quelle di USA e Germania passa per scandali e multe all’industria tedesca, in questo gioco, e in molti altri, la scienza e la stampa sono strumenti potenti e fragili al tempo stesso, strumenti che hanno una grande influenza sull’opinione pubblica ma che si piegano troppo docilmente per dire quello che gli interessi richiedono.

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