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F-35 traditore, software spia svela tutto agli americani

di Remocontro

Il ‘cavallo di Troia’ del software che dice tutto agli americani. L’F-35 è un caccia avveniristico perché iper-computerizzato e iper-connesso: “un computer che vola”. E quindi dall’alto guarda, memorizza, comunica. Ma come, e soprattutto, a chi?

Computer volante

F-35 traditore. Ipercostoso certamente. Se sia la meraviglia tecnologica della guerra aerea del futuro o bidone, gli esperti ancora litigano. Ma che fosse anche ‘aereo spia’, a doppio vantaggio Usa -una montagna di soldi e assieme di informazioni- questa proprio non se la aspettavano in molti. Begli amici da quelle parti. Un ‘cavallo di Troia’ del software che dice tutto agli americani. Il problema, versione Giampaolo Cadalanu, Repubblica, nasce dal fatto che l’F-35 è un caccia avveniristico iper-computerizzato e soprattutto iper-connesso. “Un computer che vola”, lo ha definito uno dei suoi piloti italiani. Vola e dall’alto guarda, memorizza, comunica. Ma come, e soprattutto, a chi? Lockheed Martin scoperta con ‘le mani nel sacco’ dei dati segreti di ogni F-35 in volo nel mondo (lei sola colpevole e nessun pezzetto di Stati Usa coinvolti?), trasformando il programma Joint Strike Fighter nella più beffarda e potenzialmente vasta operazione di spionaggio nel mondo.

 

Pentiti o scoperti?

Adesso la Lockheed sta lavorando a un ‘firewall’, una difesa che permetta di bloccare i dati che il cacciabombardiere condividere con l’ ‘hub’, il punto centrale di raccolta delle comunicazioni , negli Usa, e riservarli eventualmente ai soli operatori nazionali. Insomma, come non far sapere agli americani dove vado a guardare o a bombardare col mio F-35 nazionale. E tutto questo lo si scopre guardando i contratti firmati dal Pentagono, data 17 agosto, in cui si chiede alla Lockheed o di creare appunto una difesa per prevenire la perdita di “dati sovrani”. In altre parole, la possibilità per le diverse Forze armate, di decidere quali dati raccolti dal cacciabombardiere condividere con l’hub di comunicazione centrale in Usa, e quali invece tenersi in casa. Ovviamente, come tutto quello che riguarda l’F-35 è iperbolico certamente nei costi, e il software necessario supererà i 26 milioni di dollari, di cui circa 5,5 saranno a carico di chi si è comprato quel debito volante.

 

Ravvedimento ‘consigliato’

Nato o non Nato, di fronte alle decisioni imprevedibili dell’amministrazione Trump, chi si fida è perduto. Facile immaginare la reazione di Israele (un esempio tra i molti possibili), scoprire che i dati dei suoi aerei siano condivisi con Ankara, amica con l’Iran arcinemico. Il problema dei missili antierei S-400 russi da parte della Turchia diventa movente di altre cose occulte. F-35 e S-400 assieme: i dati radar dell’aereo comunicati anche agli istruttori russi del sistema antiaereo. Quasi a sollevare il dubbio che questa scoperta tardiva segretezza carpita, non serva oggi a bloccare qualche dato di troppo proprio agli S-400 russi. Ma il problema vero è il sistema stesso del Joint Strike Fighter. Per difenderci dal potenziale spionaggio Usa, potrà intervenire solo l’azienda statunitense. Cane che si morde la coda e ci piglia pure in giro. Quando il costoso firewall sarà installato, i tecnici delle diverse nazioni non potranno verificarne il funzionamento: è Lockheed-Martin che garantisce, e gli alleati devono fidarsi.

 

Non fidarsi è meglio

Ma al peggio non c’è mai fine. Negli anni scorsi gli ambienti militari Usa sono stati coinvolti in una polemica durissima sui circuiti elettronici impiegati negli armamenti. Secondo Richard Clarke, ex responsabile della sicurezza per la Casa Bianca, i chip acquistati dal Pentagono sono spesso di produzione cinese e potrebbero contenere istruzioni malevole. Insomma, i circuiti potrebbero ribellarsi ai comandi, smettere di funzionare o trasmettere informazioni riservate. Ricercatori come Sergei Skorobogatov -dettagli di Cadalanu- hanno individuato software malevolo dentro circuiti di specifiche militari, cioè apparentemente sicuri, compresi quelli impiegati nelle operazioni spaziali, nell’aeronautica, nelle centrali nucleari. «Unendo le due preoccupazioni si ottiene uno scenario internazionale che va ben oltre i limiti della paranoia».

Comments

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Mario M
Sunday, 02 September 2018 12:25
C'è un aspetto che non viene quasi mai citato nella questione degli F35: il loro acquisto da parte dell'aeronautica militare ha quasi affossato l'industria aeronautica italiana. Da sempre la nostra aeronautica militare aveva utilizzato prodotti nazionali (a parte la parentesi F104, che comunque era in affiancamento al G91). Ricordiamo gli ultimi aerei militari, progettati e costruiti in consorzio con le maggiori aziende europee: il Tornato e l'EFA o Typhoon, aerei di tutto rispetto. Quindi non si capisce il motivo della recente scelta: per stupidità o ossequio all'imperialismo americano?
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