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lantidiplomatico

Da Kurz ad Afd: quando sovranismo fa rima con neoliberismo

di Fabrizio Verde

Si tratta di neoliberisti. Della stessa risma dei fanatici europeisti che in nome dell’austerità e del pareggio di bilancio hanno portato un intero continente allo sbando

Nella querelle che vede il governo italiano contrapposto alla commissione europea per la manovra presentata da Roma, quelli che, almeno sulla carta, dovrebbero schierarsi con l’Italia contro l’Unione Europa, si mostrano più realisti del re. Scaricano il governo italiano e con esso l’alleato Salvini.

Prima è arrivato il cancelliere austriaco Kurz: «Per come è stata proposta, la manovra non può essere accettata e non rispetta il patto di stabilità. Non vogliamo che succeda un altro caso simile alla Grecia».

Seguito a ruota da Alice Weidel, leader del partito di estrema destra tedesco Alternative für Deutschland (Afd): «Quando la Ue respinge il bilancio italiano, il ministro Salvini sbraita: 'nessuno togliera' un euro dalle tasche degli italiani'. Ma gli sfugge apparentemente che l'Italia senza la flebo della Ue sarebbe fallita da tempo».

Per poi rincarare la dose: «L'Italia concede un'amnistia agli evasori, conosce appena un'imposta sul capitale e ha una ridicola imposta di successione. Sono pazzi questi romani».

Come abbiamo visto gli amici di Salvini attaccano frontalmente l’Italia per non essersi piegata ai diktat di Bruxelles. Pur avendo compiuto solo pochi e timidi passi in direzione opposta alle politiche che hanno piegato il paese negli ultimi venticinque anni.

Il motivo? La risposta è semplice. Si tratta di neoliberisti. Della stessa risma dei fanatici europeisti che in nome dell’austerità e del pareggio di bilancio hanno portato un intero continente allo sbando. Basti pensare che finanche nella ‘ricca’ Germania le condizioni di vita delle masse popolari sono notevolmente peggiorate a causa delle politiche neoliberiste imposte da Berlino e dai suoi vassalli all’intero Vecchio Continente.

Dunque, al pari di Salvini, potranno anche definirsi sovranisti, ma la sostanza non cambia. Proprio come il nuovo Pinochet brasiliano, Jair Bolsonaro, che ciancia di cambiamento ma propone un programma lacrime e sangue che sembra partorito dalle stesse menti brillanti che hanno devastato le economie europee. Insomma, non possono dirlo apertamente, ma i vari Monti, Moscovici, Juncker sottoscrivono in toto la macelleria sociale in salsa carioca che propugna Bolsonaro. Il quale ha ricevuto all’indomani del primo turno l’entusiastico sostegno di Matteo Salvini.

Morale della favola: per gli amici di Salvini sovranismo fa rima con neoliberismo.

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