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lantidiplomatico

Bruxelles ci dice che non dobbiamo crescere

Ha ragione a dirlo Laura Castelli

di Thomas Fazi*

«Guardate che le regole di Bruxelles sono quelle che ti dicono che il PIL non deve crescere oltre la misura che gli dice Bruxelles»

Dopo aver passato gli ultimi giorni a perculare il sottosegretario Castelli per la sua frase sul rapporto spread-mutui - su cui ha parzialmente ragione, come ho spiegato qualche giorno fa - adesso gli economostri (guidati dal prode Puglisi e dai suoi accoliti) si stanno accanendo sulla sua frase sui presunti "limiti" imposti da Bruxelles alla crescita del PIL italiano. Questa la frase incriminata: «Guardate che le regole di Bruxelles sono quelle che ti dicono che il PIL non deve crescere oltre la misura che gli dice Bruxelles».

In questo caso la Castelli ha perfettamente ragione. Quello a cui fa riferimento il sottosegretario è l'output gap, cioè il surreale dato utilizzato dai burocrati di Bruxelles per calcolare la differenza tra il PIL effettivo di un paese ed il suo "PIL potenziale" (le virgolette sono d'obbligo). Con quest'ultimo si intende il tasso di crescita massimo del PIL (e il tasso di disoccupazione minimo) che un'economia potrebbe ottenere senza generare spirali inflazionistiche; cioè il PIL che si avrebbe se l'economia stesse operando al "massimo potenziale", sempre secondo le surreali stime della Commissione europea.

Un output gap negativo significa che un paese ha margini di manovra per aumentare la crescita e ridurre la disoccupazione senza generare inflazione. Un output gap positivo, d'altro canto, significa che un'economia sta operando al di sopra delle proprie capacità e va frenata (con una dose di austerità fiscale, ça va sans dire).

Ora, incredibile ma vero: per l'Italia - un paese in stagnazione da anni, che ha perso il 6 per cento del PIL dall'inizio della crisi e in cui milioni di persone sono disoccupate - la Commissione europea stima un output gap *positivo* per il 2019. Dunque sì, è esattamente come dice la Castelli: Bruxelles ci sta dicendo precisamente che il PIL non deve crescere - e la disoccupazione non può scendere - oltre il livello attuale. Se vi pare assurdo, è perché lo è. Ma per gli economostri ad essere assurdo è che qualcuno per una volta dica le cose come stanno veramente. Per concludere, questo episodio conferma la massima universale per cui i 5 Stelle ci capiscono poco di economia, ma ne capiscono comunque infinitamente di più di chi li critica.


* Scrittore e giornalista, autore di diversi libri tra cui il più recente "Sovranità o barbarie" (Meltemi, 2018)

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