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La “trappola di Tucidide” rivela i perché della guerra tra Cina e Usa

di Andrea Muratore

La relazione tra Cina e Stati Uniti modella, oggigiorno, la linea di tendenza delle relazioni internazionali: le due principali potenze planetarie, infatti, sono inevitabilmente attratte l’una dall’altra, si vedono reciprocamente come partner imprescindibile e principale avversario potenziale.

Per la prima volta dopo il crollo dell’Unione Sovietica la Cina, non a caso definita “potenza revisionista” nella prima National Security Strategy firmata Donald J. Trump, si è consolidata nel rango di potenza capace di intaccare l’egemonia politica, economica e militare detenuta dagli Stati Uniti su scala globale. La rivalità sino-americana corre di pari passo all’attrazione fatale che avvolge i sistemi economici dei due Paesi e si manifesta in diversi scenari di crisi (dalla faglia indo-pakistana al Mar Cinese Meridionale), oltre che nelle reiterate schermaglie commerciali, rendendo necessaria una domanda: un conflitto militare diretto tra Pechino e Washington è da ritenersi possibile?

 

La trappola di Tucidide

A tale domanda ha provato a rispondere Graham T. Allison, professore alla John F. Kennedy School of Government di Harvard, nel suo testo fondamentale Destined for War, pubblicato nel 2017 e subito entrato nelle librerie personali di tutti gli alti decisori strategici statunitensi, primo fra tutti il National Security Advisor H. R. McMaster.

Allison ha coniato l’espressione “trappola di Tucidide” per definire i rischi che possono essere causati dall’esacerbazione della rivalità tra due Paesi in forte competizione tra loro. Come scritto da Massimo Ciullo su Tempi: “Citando lo storico delle guerre peloponnesiache, considerato il padre del realismo classico, Allison sostiene che la sfida di una potenza emergente a una potenza egemone, pone una grave minaccia alla stabilità e alla pace. Iniziare a riconoscere i fattori di rischio diventa imprescindibile per evitare che il confronto tra i due contendenti finisca per farli cadere nella trappola di Tucidide”.

 

Cosa insegna Tucidide a Cina e Stati Uniti

Nella sua opera sulla Guerra del Peloponneso, Tucidide scrive: “Ciò che rese la guerra inevitabile fu l’ascesa della potenza di Atene e la paura che questa causò a Sparta”. Dal conflitto che devastò la Grecia classica alla Guerra Fredda, Allison cita sedici esempi di rivalità simili, nella loro caratterizzazione, a quella sino-americana, dodici dei quali si sono conclusi con un diretto conflitto militare.

Emblematico, in tal senso è il paragone con la forte contrapposizione che coinvolse Germania e Regno Unito prima della Grande Guerra: i due Paesi, tanto economicamente interdipendenti quanto atavicamente rivali, si lanciarono nella colossale corsa al riarmo navale motivata dalla volontà di Berlino di sfidare l’egemonia planetaria della flotta britannica, fatto che evoca alcuni paragoni con l’attuale situazione che vede la Cina intenta a ristrutturare il suo apparato militare partendo proprio dall’irrobustimento della flotta.

Se il paragone con la crisi di inizio XX secolo tra le due principali potenze europee può risultare inquietante, Allison cita anche elementi di parallelismo con la contemporanea rivalità tra Londra e Washington segnata dal forte attivismo di Theodore Roosevelt, paragonato dall’autore a Xi Jinping in quanto leader fondamentale per la costituzione di una solida consapevolezza di potenza mondiale da parte del proprio Paese. Tale sfida non si risolse in un conflitto diretto tra la Gran Bretagna e gli Stati Uniti, e non sarebbe impossibile ritenere che la Cina punti, in ultima istanza, a conseguire per l’Asia ciò che Roosevelt ottenne per il continente americano nel corso della sua presidenza, ovvero il riconoscimento di una primazia indiscutibile e sovrana in ambito politico-economico.

 

Il monito di Tucidide

Simbolo, prima ancora che legame concreto, delle caratteristiche che accomunano epoche storiche lontane tra loro, la “trappola di Tucidide” descritta in Destined for War è prima di tutto un monito ai governanti, ai leader politici, militari ed economici di Cina e Stati Uniti a considerare in un’ottica di lungo termine la relazione tra i due Paesi. “The farther backward you can look, the farther forward you can see”, ha detto Winston Churchill in un’indimenticabile sentenza che testimonia l’importanza e il valore di una solida conoscenza della storia, premessa fondamentale per la comprensione del presente.

Le chiavi di interpretazione della rivalità sino-americana, insomma, sono tutte già a disposizione, ed è compito dei decisori politici afferrarle, ricordando, in presente come in futuro, che la guerra non è mai un’eventualità completamente ineluttabile e che essa va prevenuta e scongiurata nella maniera più decisa. La grande lezione del padre della storiografia segnalata da Allison, il monito di Tucidide alle generazioni presenti, è un invito a impegnarsi per evitare che, in futuro, qualche storico si ritrovi a scrivere delle motivazioni che resero la guerra tra Cina e Stati Uniti “inevitabile”.

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