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rinascita

Global hypocrisy compact for globalization

di Ugo Boghetta

La proposta del Global Compact for Migration ha scatenato in Italia la solita discussione fra ultras: il rumore è tanto, il merito poco o nulla. Come sempre.

Proprio perchè il tema è sensibile ci rimettiamo al nostro approccio: nè buoni nè cattivi, ragioniamo.

Il documento è impostato su 10 principi guida: validità dei diritti umani per tutti i migranti, uguaglianza di genere, attenzione all’infanzia, approccio governativo multisettoriale e coerente, patnership multistakeholder.

Tali principi si devono realizzare attraverso 23 obiettivi:

1. Raccogliere e utilizzare dati accurati e disaggregati come base per le politiche basate su elementi concreti;

2. Ridurre al minimo i fattori negativi e i fattori strutturali che costringono le persone a lasciare il loro paese d’origine;

3. Fornire informazioni accurate e tempestive in tutte le fasi della migrazione;

4. Garantire che tutti i migranti abbiano la prova dell’identità legale e documentazione adeguata;

5. Migliorare la disponibilità e la flessibilità dei percorsi per la migrazione regolare;

6. Agevolare il reclutamento equo ed etico e salvaguardare le condizioni che garantiscono un lavoro dignitoso;

7. Affrontare e ridurre le vulnerabilità nella migrazione;

8. Salvare vite umane e organizzare sforzi internazionali coordinati per i migranti dispersi;

9. Rafforzare la risposta transnazionale al traffico di migranti;

10. Prevenire, combattere e sradicare la tratta di esseri umani nel contesto della migrazione internazionale;

11. Gestire i confini in modo integrato, sicuro e coordinato;

12. Rafforzare la certezza e la sistematicità delle procedure di migrazione per gestire in maniera appropriata screening, valutazione e rinvio;

13. Utilizzare la detenzione solo come misura di ultima istanza e lavorare per individuare alternative;

14. Migliorare la protezione consolare, l’assistenza e la cooperazione nel ciclo migratorio;

15. Garantire l’accesso ai servizi di base per i migranti;

16. Responsabilizzare i migranti e le società affinché si realizzino la piena inclusione e la coesione sociale;

17. Eliminare tutte le forme di discriminazione e promuovere un discorso pubblico basato su elementi concreti per modellare la percezione della migrazione;

18. Investire nello sviluppo delle competenze e facilitare il riconoscimento reciproco delle competenze e delle qualifiche;

19. Creare condizioni affinché i migranti contribuiscano pienamente allo sviluppo sostenibile in tutti i paesi;

20. Promuovere il trasferimento più rapido, più sicuro ed economico delle rimesse e favorire l’inclusione finanziaria dei migranti;

21. Cooperare per agevolare il ritorno sicuro e dignitoso e la riammissione, nonché la reintegrazione sostenibile;

22. Stabilire meccanismi per la portabilità dei diritti di sicurezza sociale e dei benefici ottenuti;

23. Rafforzare la cooperazione internazionale e la partnership globale per una migrazione sicura, ordinata e regolare.

A tutto ciò va aggiunto, poichè sono apparse notizie non veritiere, che formalmente non si equiparano i rifugiati, tutelati da norme internazionali, ai migranti economici. Nè si lede formalmente la sovranità degli stati.

Tutto bene dunque?

In realtà si può notare che molti dei principi sono tautologici e, dunque, sospetti.

Cosa significa, infatti, citare la validità dei diritti umani per tutti i migranti? Se sono esseri umani hanno i diritti previsti dalla carta dei diritti umani: donne e bambini compresi!

Un numero cospicuo di obiettivi, poi, è implicito nella emigrazione regolare. Una volta che questa avviene è ovvio che costoro hanno i documenti, ad esempio.

Una parte degli obiettivi riguarda i paesi di arrivo: lavoro dignitoso, coaesione sociale, servizi ecc ecc. Obiettivi che però si scontrano con le politiche di austerità e privatizzazione dei servizi anche per i cittadini autoctoni motivo per cui la questione è terreno di scontro. Non se ne erano accorti?!?

Al punto 17 ci si pone il compito di modellare la percezione dell’immigrazione.

Sembra di sentire parlare un sinistrato italiano: i cittadini hanno la percezione sbagliata. Pagnoncelli afferma che è superiore di tre volte. Ma è sbagliata la percezione o la realtà in cui si vive?

Se stai in un una periferia dove si sommano il disagio dei locali a quello dei migranti, oppure abiti in un quartiere bene, quale è la percezione corretta? La percezione corretta, secondo costoro è la famosa “dalla media del pollo”? Per chiudere il cerchio si parla anche di rimpatri e di lotta ai trafficanti.

In realtà, questi documenti elaborati da istanze internazionali sono melliflui. Nascondono gli intenti in un mare di belle parole.

Ne è un esempio il Trattato di Maastricht.

Se lo si legge astrattamente potrebbe anche non essere male. Si parla anche di occupazione, ma poi siamo arrivati all’austerità, al modello ordoliberista, agli interessi predominanti della Finanza, al pareggio di bilancio in Costituzione.

Ma il trucco è presto svelato.

Al punto 2 si legge: “Ridurre al minimo i fattori negativi e i fattori strutturali che costringono le persone a lasciare il loro paese d’origine.”

Per lor signori questi fattori si riduce al cambiamento climatico e la soluzione allo sviluppo sostenibile?!?

Nulla di nulla sulle cause derivanti dalle politiche finanziarie dell’Occidente che strangolano i paesi contringendoli a vendere le loro risorse a basso prezzo e a pagare interessi su debiti che che non finiscono mai.

Nulla sulle devastazioni ambientali procurate dalle multinazionali.

Nulla di nulla sull’impatto del modello consumista che ha in queste realtà. Nulla sulle guerre fomentate dagli interessi occidentali e delle grandi potenze.

Nulla sulla vendita di armi.

Nulla sui genocidi che anche in questo tempo vengono perpetrati su mandato di questa o quella potenza, di questa o quella multinazionale. Un silenzio omertoso.

Ciò che rimane nella realtà sarà l’emigrazione forzata. Un emigrazione tendenzialmente di massa che impedirà qualsiasi vera emigrazione regolare.

Certo, una parte di coloro che sono colpiti da queste tragedie sono protetti in quanto rifugiati e, dunque, li accogliamo con lacrime di coccodrillo come se i colpevoli non fossero le potenze occidentali, le multinazionali, la finanza!

A questo proposito ci fa piacere che il movimento dei Gilet gialli francesi abbia posto (ci sembra) come obiettivo anche quello della politicizzazione delle cause delle immigrazioni. È quanto avevamo proposto anche nel nostro documento.

Questo obiettivo è finalizzato a contrastare la naturalizzazione delle cause e l’occultamento dei colpevoli per evitare un’accoglienza pelosa da parte degli stessi carnefici.

Questo del Global Compact, dunque, è un documento ipocrita, fasullo: un cavallo di Troia per perseguire la globalizzazione dei flussi. È un colpo di coda della globalizzazione.

Dopo quella dei capitali e delle merci manca, infatti, quelle delle persone che si spostano secondo “la mano invisibile” del capitale.

Lo stesso termine usato: migrazione, tradisce l’intento. Un termine che non dice da dove esci: emigrazione, ed in quale paesi entri: immigrazione.

Poichè, come detto, il fenomeno permarrà forte e dunque in larga parte incontrollabile, ciò di cui si parlerà concretamente è come tutelare l’immigrazioni clandestina di massa: del come renderla “regolare” pur essendo clandestina.

Immigrazione che, per questo motivo, sarà gestita dalla criminalità, dai poteri locali disseminati lungo il percorso di cui rappresentano un fattore economico e dalle ONG. Quelle ONG che, ci scommettiamo, saranno fra i pricipali stakeholder della governance (l’inglese è d’obbligo). Governance che servirà ad imporre progressivamente direttive vincolanti ai singoli stati. Ecco che l’autonomia formale viene tolta una volta firmato. Unione docet.

Del resto l’Onu non ha deciso di inviare in Italia un team di controllo sul razzismo?!?

E se da una parte è vero che non c’è equiparazione tra migranti economici e rifugiati, è anche vero che l’unica legislazione vigente è quella che riguarda questi ultimi e, man mano, sarà usata come riferimento per tutti.

Del resto sta scritto che rifugiati e migranti economici hanno sfide e vulnerabilità comuni. Chi vuol intedere intenda.

In questo modo, invece di rendere concreto il diritto a non emigrare, si tenderà a rendere naturale quello ad emigrare con il corollario del diritto ad entrare in qualsiasi altro stato: obiettivo no border.

Il risultato sarà una pressione continua nei paesi di accoglienza, l’aumento dei conflitti fra poveri, la strumentalizzazione elettorale, il crescere delle destre, il passaggio dal disagio al razzismo.

Il risultato sarà benzina gratis per Salvini e tutti coloro che speculano sui migranti. Già la Legge In-sicurezza sta mietendo i suoi effetti. Ma l’origine è l’immigrazione irregolare.

Inutile prendersi in giro: il primo diritto è quello a non dover emigrare.

Il primo diritto è la sicurezza nei paesi a partire dai quelli più poveri.

Il primo obiettivo deve essere la sovranità e la difesa degli interessi dei popoli dai poteri finanziari, dalle multinazionali, dall’aiutiamoli a casa loro: prima li sfruttiamo poi diciamo di volerli aiutare.

Una politica, quest’ultima condannata già da tempo dai leader africani che lottarono per l’indipendenza.

Il primo obiettivo è ancora la lotta per la Liberazione.

Il nemico è il medesimo per tutti i popoli, sia quelli da dove parte l’emigrazione, sia quelli dove c’è la reazione alla medesima. Il nemico è la globalizzazione degli interessi capitalisti che fomenta la lotta fra poveri.

Allora bisognerebbe davvero estirpare le cause e condannare i colpevoli se si vuole una emigrazione/immigrazione regolare.

Questo si deve fare perchè solo con flussi regolari ci può essere integrazione e si può combattere xenofobia e razzismo. Il resto sono chiacchiare pericolose.

Il Global Compact for Migration è dunque un documento della e per la globalizzazione. Il Global Compact for Migration non è accettabile.

E non lo è, non per la solita scelta di Salvini e altri di fare propaganda, ma perchè non solo non colpisce le cause ma è un documento omertoso verso i colpevoli che affamano paesi e interi continenti.

Fico invece ha detto che bisogna sottoscrivere il patto perchè non dobbiamo isolarci. Isolarci da chi: dai governi o dai popoli?

No, non stiamo nè con Salvini e la Meloni nè con Fico e la Boldrini.

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