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Quando scrivono “Scienza” con la “S” maiuscola

di Nicoletta Forcheri

In un contesto sempre più manipolatorio di massa e pieno di sofismi, Grillo oggi ha firmato Il Patto trasversale per la scienza, lanciato dal famoso professor pro-vax Burioni.

Nel Patto, tra gli 8 punti condivisibili, persino tautologici o ridondanti, che ricordano la necessità di qualsiasi forza politica di sostenere la scienza, spuntano gli indizi del vero intento del testo, nascosto dietro la retorica lapalissiana:

  1. la parola “Scienza” è scritta con la S maiuscola, quasi ad indicare un nome proprio, e non un metodo, dietro cui si nasconde una univocità che MAI ha caratterizzato la vera scienza: chi dice univocità infatti dice dogma, mentre la scienza da sempre avanza per dubbi, tentativi, ipotesi, sperimenti, interpretazioni e verifiche. Perché, se la Scienza ha l’univocità della religione dogmatica, chi è che ne decide i testi sacri e i dogmi? Chi è che li predica e li interpreta? Chi è che decide infine l’inquisizione e la “penitenza” e o “l’esclusione” dei vari “eretici”, che sempre più dottori/ricercatori subiscono?
  1. In due punti del Patto firmato da Grillo si parla di “pseudoscienze e/o pseudomedicina” come “negazionismo dell’aids, antivaccinismo, terapie non basate sull’evidenza scientifica etc” e della necessità di “fermare l’operato di questi pseudoscienziati” che “creano paure ingiustificate tra la popolazione nei confronti di presidi terapeutici validati dall’evidenza scientifica e medica”.

La citazione dell’aids è una chiara allusione alle dichiarazioni del Premio Nobel Montagnier che dopo avere scoperto il virus dell’hiv, ha sostenuto in varie apparizioni pubbliche che non è mai stato provato scientificamente il nesso tra la sindrome dell’immunodeficienza acquisita e il virus HIV. Si tratta delle dichiarazioni di uno scienziato premio nobel o di uno pseudoscienziato?

Considero che è gravissimo parlare generalmente di “antivaccinismo” in un contesto semmai di repressione dogmatica e di censura dei vari effetti avversi dei vaccini, un abuso semantico. E poi la stoccata finale contro qualsiasi terapia “non basata sull’evidenza scientifica” che rischia di comprendere qualsiasi tipo di terapia: chi è che decide l’evidenza scientifica liturgica? Questa frase porta in sé un attacco alla libertà di scelta di cura sancita dall’articolo 32 della Costituzione, fatto gravissimo a cui abbiamo assistito negli ultimi anni.

Ed è difficile non pensare che tale “Patto” avvenga proprio come proseguimento della polemica passata sotto silenzio dal mainstream e avviata dall’articolo pubblicato sul Tempo da Franco Bechis il 23 dicembre scorso dove si riferiscono i risultati DI UNA VERIFICA sulla SICUREZZA dei lotti vaccinali: le analisi da laboratorio su iniziativa di qualcuno che non si può certamente tacciare di “pseudoscienziato”: il presidente dei biologi D’Anna. Il titolo eloquente, in mezzo al silenzio stampa generale “State attenti a quei vaccini. C’è tutto, tranne quel che serve”, dal contenuto esplosivo ma passato sotto silenzio dai media, riferiva dei risultati scientifici di diversi laboratori sui lotti vaccinali, di cui alcuni risultavano fatti a regola d’arte, mentre altri mostravano la presenza di sostanze estranee, come anticrittogamici, diserbanti, glifosato, antibiotici, antimalarici, ma anche DNA fetale e nanoparticelle.

A tale articolo esplosivo notato solo dagli addetti poiché pubblicato solo sul Tempo, seguiva puntuale la risposta di Burioni in cui metteva in discussione, insieme all’AIFA, la validità dei metodi utilizzati dai laboratori “non certificati” poiché nel caso non si fosse capito, la religione “Scienza” con la “s” maiuscola impone i suoi rituali, i suoi metodi, e decide quale è il Bene e quale è il Male.

La dottoressa Bolgan rispondeva alla risposta dell’Aifa facendo notare che gli esami effettuati dai laboratori non avrebbero potuto seguire le metodiche validate per rilasciare il lotto come devono fare i produttori e i laboratori accreditati, perché sarebbero stati necessari anni per validarli: anzi, per tali esami, erano utilizzate metodiche di ultima generazione, non contemplate dalle metodologie certificate.

Infine c’era stata la stoccata il 3 gennaio scorso: un articolo scritto dal presidente dei biologi D’Anna in cui il senatore lanciava un appello all’aifa e alle istituzioni di tirare fuori gli studi della farmacovigilanza sugli effetti avversi dei vaccini, e in cui ribadiva la differenza tra il testare la sicurezza dei lotti dal fatto di dubitare dell’efficacia tout court dei vaccini.

Del resto i risultati totali non sono ancora usciti, e tutta la polemica è stata fatta su notizie trapelate, come a dire, è molto difficile effettuare serenamente delle analisi scientifiche su dei lotti vaccinali in questo clima da terrorismo ideologico !

In cambio proprio l’8 gennaio, cioé appena DUE giorni prima della sortita del Patto, era stato pubblicato dal Presidente dell’Ordina nazionale dei Biologi sul sito dei biologi ONBI, e sul Tempo, ma non divulgato dagli altri quotidiani, un articolo dai contenuti importanti:

Ecco lo studio segreto sui vaccini

in cui il Presidente dell’ONBI riferisce di uno studio “Analisi delle segnalazioni internazionali di encefalomielite acuta disseminata post vaccinazione”, rimasto sconosciuto, ed effettuato nel 2013 dal portale di epidemiologia dell’Istituto Superiore di Sanità, dal dott. Paolo Pellegrino dell’Unità di Farmacologia clinica (Dipartimento di scienze biomediche e cliniche) dell’Azienda Ospedaliera Luigi Sacco (Università di Milano): nello studio si riportavano centinaia di casi di encefalomielite acuta disseminata post-vaccinica.

Quindi, come non interpretare la firma di questo Patto, diffusa invece su tutti i media nazionali e in TV questa sera, come la volontà manifesta di non far trapelare il sia pur minimo dubbio attorno alla sicurezza dei vaccini messa in dubbio nei circoli stessi della stessa “Scienza”, in una diatriba che vede coinvolti medici e biologi? Perché, se la scienza ha la “S” maiuscola dell’assolutezza di una fede, sarà deleterio dimostrarne il qualsivoglia segnale di non compattezza, e qualsiasi dialogo costruttivo interno o esterno verrà accuratamente e severamente evitato. Proprio il contrario del metodo scientifico.

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