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linterferenza

Indipendenza dall’UE o dagli USA?

di Stefano Zecchinelli

La capacità principale dei marxisti è sempre stata quella di individuare il nemico principale ovvero l’ostacolo maggiore al processo di emancipazione e liberazione dei lavoratori. Gli antimperialisti, partendo da questi presupposti, hanno il dovere di mettere in guardia dalle contraddizioni della Sinistra anti-Euro e anche di alcuni nazionalisti (progressisti) panafricani; i primi reclamano l’indipendenza soltanto dalla UE mentre i secondi pensano che l’imperialismo francese debba essere considerato il nemico principale. Entrambe le posizioni sono errate.

Che cos’ è l’UE ? E’ l’articolazione economica e politica in Europa della NATO, che è una organizzazione finalizzata e concepita per la guerra imperialista ed egemonizzata dalla borghesia nord-americana. Attraverso lo sbudellamento delle classi dominanti europee, Washington lega il ‘’vecchio’’ continente alle sue politiche di guerra. Negli stessi termini, l’imperialismo francese può sottomettere l’Africa svolgendo il ruolo di gendarme controrivoluzionario per conto dello Stato Profondo USA. Il capitalismo occidentale ruota attorno alla triade: USA, Gran Bretagna e Israele. Polemizzando con Carlo Formenti, Fabrizio Marchi inquadra il problema nel modo migliore:

‘’Forse pensiamo che il capitale abbia intenzione di dissolvere gli USA, la Gran Bretagna o Israele? Ma non scherziamo neanche. Questi tre stati (ma anche altri, ovviamente, seppur con funzioni talvolta relativamente minori) costituiscono la cabina di regia del capitalismo e dell’imperialismo mondiale e sono del tutto sovrapposti e identificati con il capitalismo stesso di cui sono lo strumento principale’’1.

La “sinistra sovranista” (di cui Formenti è uno degli intellettuali di riferimento) tende a rovesciare i termini della questione e a considerare di fatto l’UE la contraddizione principale. La situazione è ben diversa: il neoliberismo è – da almeno quarant’anni – uno strumento della borghesia angloamericana per indebolire l’Europa privandola dell’industria nazionale. L’articolo di Marchi prosegue:

‘’La funzione degli stati resta, dunque, fondamentale, sia per quanto riguarda il mantenimento dell’ordine sociale (capitalistico) all’ interno agli stati stessi, sia per quanto riguarda il controllo, la “prevenzione” e la eventuale repressione (guerra imperialista, colpi di stato, destabilizzazione ecc.) di guerriglie, movimenti di liberazione nazionali o semplici rivolte sociali, in tutto il mondo. Insomma, non credo di dire chissà quale novità se dico che lo stato è sempre stato lo strumento e l’espressione del potere delle classi dominanti. Il punto non è la sua dissoluzione (utopisticamente auspicabile, in linea molto teorica, in un ipotetico futuro remoto che, personalmente, non riesco neanche a concepire con la mia mente…) ma il suo controllo. O meglio, di chi lo controlla e lo rende strumento del proprio dominio’’.

Gli stati hanno abbandonato la loro funzione sociale, portando alle estreme conseguenze la funzione burocratica e repressiva. Il neo-capitalismo ruota attorno al complesso militare-industriale e, in queste condizioni che potremmo definire sotto un certo profilo “neo-feudali”, si impone il complesso militare-industriale statunitense: CIA, FBI, Pentagono e naturalmente Israele. Non si può concepire l’indipendenza nazionale senza porsi contestualmente il problema di essere liberi e autonomi da Washington, Londra e Tel Aviv. Sarò più esplicito: gli stati capitalisti (e imperialisti) hanno una loro gerarchia che vede USA e Israele al vertice. E’ proprio questa contraddizione che consente ai sovranisti anti-Euro di poter esprimere liberamente le proprie posizioni, mentre i critici del sionismo vengono, tutt’oggi, perseguiti legalmente, marginalizzati e talvolta incarcerati. Il moderno capitalismo non distrugge lo Stato, ma impone il modello repressivo di alcuni regimi: quello economico angloamericano e quello burocratico e repressivo israeliano.

La “sinistra patriottica” (o sovranista) sembra invece non cogliere la centralità dell’opposizione agli USA, rischiando di rimanere subalterna a figure come Bernie Sanders che, alla fin fine, nonostante alcune posizioni tiepidamente ma autenticamente socialdemocratiche, resta incastonato all’interno del partito democratico, cioè una delle due varianti del sistema politico americano .

L’UE e la NATO sono entrambe strumenti di Washington. E’ quindi evidente che la battaglia contro l’ Unione Europea non può essere separata da quella contro l’alleanza super-imperialista guidata dagli USA. Lo storico marxista Domenico Losurdo ci ha spiegato come:

‘’Al contrario, oggi risulta quanto mai istruttiva la polemica di Lenin con Kautsky: l’imperialismo non mira all’assoggettamento soltanto delle zone agrarie e delle aree periferiche; la ricerca dell’egemonia può acutizzare la questione nazionale persino nel cuore stesso dell’Europa, come osserva Lenin nel luglio 1916, nel momento in cui, con le armate guglielmine alle porte di Parigi, la guerra sembra doversi concludere con una vittoria della Germania “di tipo napoleonico”. Ai giorni nostri, gli aspiranti padroni del mondo non si accontentano di ridisegnare radicalmente la geografia politica dei Balcani e del Medio Oriente’’

‘’Si pensi in particolare all’Italia: gli USA la possono controllare con le basi militari e con le truppe sottratte alla giurisdizione ordinaria, con una rete capillare di spionaggio che si avvale dei metodi tradizionali e della tecnologia sofisticata di Echelon, con gli attentati terroristici e la strategia della tensione che scatta al momento opportuno, con la loro forte presenza economica, con un ceto politico che rigurgita di Quisling o aspiranti Quisling. Nel 1948, nell’ipotesi di una vittoria elettorale della sinistra, la Cia aveva approntato piani per proclamare l’indipendenza della Sicilia e della Sardegna: la dialettica oggettiva dell’imperialismo tende ad acuire la questione nazionale nel cuore stesso della metropoli capitalistica’’2.

Certamente, se la “sinistra sovranista” sbaglia, sicuramente c’è chi fa di peggio come Toni Negri che finisce di fatto per aderire alla narrazione ideologica neoliberale di matrice angloamericana, rendendo in tal mondo un servigio a Washington.

Conclude bene Marchi:

‘’Mi pare, quindi, che in questo sforzo di ridefinirsi e di prendere le (doverose) distanze dall’attuale “sinistra”, sia nella versione liberal che in quella radical, questa area politica stia commettendo degli errori decisamente gravi, sia di ordine politico che analitico, interpretativo e ideologico’’.

Gli USA restano la contraddizione principale, quindi gli antimperialisti non possono abdicare dalla mobilitazione contro la “guerra preventiva dichiarata dagli Stati Uniti al resto del mondo”. Il gemellaggio delle destre neo-nazionaliste con il colonialismo etnico israeliano è rivelatore: dietro il populismo anti-Euro c’è spesso l’ombra di Tel Aviv, basti pensare alle posizioni filoisraeliane del leader della Lega.


Note
http://www.linterferenza.info/editoriali/sbaglia-la-sinistra-sovranista/?fbclid=IwAR0kZRWhFLthmNZ7jwOXlpB2A9gqj9z4vpZTBc7qhhu1BUs-GjPfMtxGY6c
https://forum.termometropolitico.it/258197-losurdo-sull-imperialismo.html

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