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ilsimplicissimus

Gli utili idioti sono Franchi (Cfa)

di ilsimplicissimus

Oggi voglio inserirmi nella polemica scoppiata sul Franco Cfa riproponendo parte di un post di un mese fa sulla questione. Infatti mi sembra che nelle polemiche di questi giorni manchi un elemento centrale, o quantomeno quello che in un certo senso ci riguarda più da vicino, sempre che vogliamo essere seri e non buttare tutto in immigrazione: la Francia stampando questi franchi per 14 paesi africani e garantendo un certo livello di cambio con l’euro, non fa altro che creare moneta in proprio al di fuori delle regole di Maastricht. Ora non c’è alcun dubbio che il Franco CFA sia uno strumento del colonialismo e dello sfruttamento del continente africano e lo dimostra il fatto che tutta l’informazione oligarchico – reazionaria si sia scagliata come un sol uomo, anzi come un sol mercenario contro questa ipotesi, ma il post si incentrava su questa come su altre operazioni di sgancio dalla moneta unica che sono certamente sono molto più significativi di quanto l’informazione non faccia credere.

“Visto che proprio è impossibile sfuggire quel sinistro Babbo Natale che abbiamo eletto quale demone maggiore del consumo, (vedi Trilogia di Babbo Natale /1 Le origini, ) tanto vale chiedere un dono. Io chiedo la moneta da 12 euro o biglietti da 60 e persino 120. Sto dando i numeri? Niente affatto si potrebbe fare benissimo, anzi i tedeschi lo hanno già fatto coniando una moneta da 5 euro che ha corso legale solo in Germania e non nel resto dell’euro zona.

I trattati non lo impediscono perché nulla è scritto circa la possibilità di creare moneta che non ha corso legale nell’ intera eurozona, tuttavia all’interno di un Paese che li emette esse possono essere scambiate tranquillamente con monete e banconote autorizzate dalla Bce a pari valore, con l’effetto di creare nuovo denaro per gli investimenti. Inconsapevolmente o meno i trattati di Maastricht e di Lisbona prevedono una vita di fuga nascosta tra i cespugli e di fatto Berlino la sta già mettendo a punto a scanso di equivoci. Ma anche, anzi soprattutto Parigi lo fa seppure in maniera diversa, stampando euro francese per sei terre d’oltremare mentre per 14 Paesi africani ex colonie produce il franco Cfa (Comunità finanziaria africana) garantendone un certo rapporto con l’euro in cambio di garanzie che valgono circa un miliardo l’anno e di cui trattiene il 25% in valore, il che in pratica significa battere moneta per proprio conto. Nemmeno i virtuosissimi Paesi Bassi sono alieni da questo tipo di pratiche visto che la banca centrale nazionale controlla e produce la divisa usata nelle Antille Olandesi e agganciata al dollaro”.

Ora solo degli idioti o dei bugiardi matricolati, due insiemi che spesso si soprappongono per intero diventando indistinguibili sotto l’influenza del pensiero unico, possono pensare che il Cfa possa far bene ai Paesi africani che l’hanno adottato o sono stati costretti a farlo, semplicemente perché è Parigi che stabilisce il livello di cambio fisso per i suoi interessi di rapina e non l’economia di queste aree a determinare il valore della moneta. Alcune nazioni potrebbero addirittura essere abbastanza ricche senza questo giogo sulle spalle, mantenuto anche grazie ai parà sparsi dappertutto nel continente africano (con anche l’aiuto italiano), basti soltanto pensare all’uranio del Niger, all’oro del Mali o al petrolio del Senegal, che le multinazionali transalpine da Bolloré a Total sfruttano grazie a soldi di cui loro stesse in definitiva stabiliscono il valore. Viceversa i Paesi che vivono essenzialmente di economia agricola sono soffocati da una moneta di valore rigido ed eccessivo rispetto agli standard africani. Per giunta le 14 ex colonie -neo colonie sono obbligate a depositare la metà delle loro riserve su un conto speciale del Tesoro francese, il quale peraltro ha i propri rappresentanti in seno alle due banche centrali di Dakar (Senegal) e Yaoundé(Camerun): questo significa che per ogni capitale che entra nel paese dev’essere versato in Francia il 50%, un vero e proprio furto.

Ma è chiaro che il cambio fisso e la moneta unica piacciono molto agli euro oligarchici perché esprime le stesse valenze dell’euro sia pure in un altro contesto, dove le colonie sono gli ex Paesi a moneta fungibile in ragione della competitività. In effetti noi abbiamo adottato una specie di Franco CFA di cui altri stabiliscono il valore in ragione dei loro interessi e non della nostra economia. Non è un caso che l’economista Bill Mitchell abbia scritto che “i mass media non si preoccupano di spiegare che un gruppo di stati tra i più poveri del mondo sono stati – volenti o nolenti – inclusi in un accordo commerciale con l’Unione europea ( Epa ndr ) che li costringe a condizioni svantaggiose, riproducendo – in un contesto di povertà ben più drammatico – regole fiscali assurde sul tipo di quelle imposte agli Stati membri dell’Eurozona” . Ecco perché gli imbecilli di rito abbaiano per asseverare la bontà di quella moneta coloniale. Ma di certo non mordono con gli argomenti inconsistenti e ridicules che portano. Parlano alla nuora perché suocera intenda, anzi perché tutti non ci capiscano più un cazzo esattamente come loro.

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