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La solidarietà europea non esisterà mai

di Gianluca Baldini*

Nell’ultimo viaggio a Collarmele ho ascoltato il dibattito tra l’ex chief economist del FMI Olivier Blanchard ed Emiliano Brancaccio.

Al termine del confronto, il professore napoletano, nel rispondere alle domande provenienti dal pubblico, riferisce un aneddoto molto interessante: in occasione di un invito che aveva ricevuto da Massimo D’Alema e Laurent Fabius all’atto della candidatura di François Hollande alla presidenza della repubblica francese, Brancaccio intervenne nell’assemblea del Parti Socialiste per illustrare la sua idea di “standard retributivo europeo”, che incoraggerebbe uno spostamento del peso dei riequilibri commerciali sulle spalle dei paesi creditori.

È chiaramente estremamente meno costoso impedire alla Germania di fare deflazione salariale piuttosto che costringere i paesi della cosiddetta periferia a seguirla esasperando le sofferenze delle crisi con la disoccupazione crescente e il gioco al ribasso dei diritti dei lavoratori.

Brancaccio dice che questa proposta venne accolta con estremo apprezzamento da tutti i presenti rappresentanti dei paesi europei. Quando la parola passò ai rappresentanti della Germania, nelle figure di un segretario della IG Metall (la nostra FIOM, per intenderci, il sindacato più rappresentativo dei metalmeccanici) e di un segretario dello SPD, questi dichiarano che Brancaccio non aveva capito niente di come funzionasse l’Europa, perché “l’UE non è nata su basi solidaristiche, di coordinamento, ma sulla competizione, e che così dovrà restare”.

Brancaccio descrive quel confronto come una lezione di vita, perché mai si sarebbe aspettato di ricevere una risposta simile da rappresentanti della socialdemocrazia tedesca e del mondo operaio.

Questa è l’Europa, questa è l’Unione Europea egemonizzata dalla Germania. Un’unione di stati in competizione, costretti a farsi la guerra commerciale attraverso il dumping sociale, distruggendo i diritti, abbassando le pretese sociali, cinesizzando il continente.

La solidarietà non è mai stata contemplata nel processo di genesi, non esiste e, come ci ripetono da sessant’anni quelli che comandano e che l’hanno costruita, non esisterà mai.


* FSI Pescara 

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